domenica 25 dicembre 2011

UNA NORRISSIANA PAUSA NATALIZIA


FINCHE' CAMPA, PER GLI ALIENI NON C'E' DA PREOCCUPARSI






L'ULTIMO LIBRO DI DAVID ICKE VE LO CONSIGLIO; QUALCOSA IN LUI E' CAMBIATO. ORA E' PIU' SBARELLATO CHE MAI.
... E GLI VOGLIO SEMPRE PIU' BENE




Durante questa settimana, trascorsa piacevolmente, non è successo poi molto.

Ho suonato e letto tanto.

PACE.

Da quando sto meno incazzato i lettori aumentano; se volete andrea incazzato dovrete pagarlo.

Pagatemi e in cambio mi avvelenerò, come un dio serpente avvelenato.

Ah, l’altro giorno al bar ho sentito una bestemmia di serie A da oscar.

Il testo era più o meno: “qua non ghè un càzo. Sito màto, DIO MOSTRO”.

Per un natale coi fiocchi di neve smostrati.

Vi consiglio vivamente due libri

E venne chiamata due cuori, di marlo morgan

Il libro arancione, di Osho.

Grandi testi, grande pace.

Tanto amore.

Oggi vado a gardaland, non scrivo.

Volevo incollare qualcosa di inedito ma, rileggendo la roba che scrivevo anni fa mi è venuta la pelle di struzzo desquamato.

Così ho deciso di regalarvi, spero, qualche sorriso, donandovi il mio contributo a uno dei più grandi tormentoni della storia del web



CHUCK NORRIS FACTS




Chuck Norris osa dove non osano le aquile.
Continuamente.


I dipendenti di Sky, nonostante abbiano diritto ad uno sconto impiegati, possiedono tutti il decoder Chuck Norris con 1300 canali.
1299 canali sono dedicati alle arti marziali.
Il 1300 è dedicato al Suo culto ed è zeppo di messaggi subliminali.
Armati!


Il terreno sul quale è edificato, lo stesso Furstenhof, sono stati frutto della creazione di Chcuk Norris.
Poco dopo il miracolo, predisse che li avrebbe distrutti la notte a cavallo 21 e il 22/12/'12.

David Icke legge i libri di Chuck Norris, il quale rapisce gli alieni col suo pick up e gli presta le sue armi laser, a patto che gliele restituiscano integre.
Forse per questo gli Annunaki gli hanno donato una galassia ch'Egli usa come villino per il week end.
Con vista Nibiru.


L'universo è in continua espansione solo perché Chuck Norris chiude un occhio al riguardo.
Nessuno deve osare allargarsi come Chuck Norris.


Quando Chuck Norris vola in cielo per rilassarsi col suo jet privato, le scie chimiche starnutiscono.
Poi si ammalano.


Chuck Norris butta le pile in mare e ordina.
Lui non si inquina; si purifica.

Quando il cielo è a pecorelle vuol dire che Chuck Norris sta cantando “Nella vecchia fattoria” a suo figlio e il cielo si adegua per non contraddirlo.

La Smart di Chuck norris può portare 12 passeggeri.
8 per piano.

Il sudore di Chuck Norris può lenire al sistema immunitario del fluoro, annientandogli le ossa.

La piscina di Chuck Norris è giornalmente disinfettata coi fluidi vitali delle sue vittime.

Chuck Norris si è ammalato solo una volta.
Lo aveva deciso.
Si stava annoiando.

L'abat jour sul comò di Chuck Norris è la stella cometa.

Nel presepe di Chuck Norris tutti e tre i re magi sono bianchi, evangelisti e sono diretti al grand'hotel, a sei stelle, “Mangiatoia”, dove un certo bambin Gesù attende dal 23 dicembre dell'anno prima che il neo nascituro gli faccia una grazia.

Prima di essere approvati e cerimoniati da Chuck Norris, gli Illuminati si chiamavano Oscurati.

La borsa in pelle di serpente della moglie di Chuck Norris è ancora viva e velenosa.
Solo per i ladri.

Chuck Norris può dividere un atomo in parti uguali.
E ucciderlo.

Quando l'inconscio di Chuck Norris registra qualcosa quel qualcosa non ha più scampo.

Sugli scaffali della sua famosa libreria, J.R.Tolkien custodisce gelosamente la trilogia di Chuck Norris.
La trilogia di Tolkien, di cui Chuck Norris è in possesso, è costituita da tre libri più uno segreto, il quale non è stato mai letto dallo stesso autore.

Chuck Norris può possedere il demonio ma non lo fa.
Lo fa solo con le donne.

Una volta Chuck Norris è andato a visitare la statua della libertà.
Quand'è uscito il di lei test di gravidanza era positivo.

Con Mastercard Chuck Norris può comprarsi, a piacimento, altri anni di vita.
Gratuitamente.

Il pianeta terra non è altro che il punch ball su vasta scala di Chuck Norris.

La settimana scorsa hanno obbligato un microchip a farsi trapiantare un Chuck norris.
È esploso.

Durante il solstizio d'inverno il sole sembra fermarsi per tre giorni. Non si ferma sul serio; si prende il lusso di andare a lavorare nella serra privata di Chuck Norris, dove crescono 100 baobab.
Al minuto.

I tatuaggi hanno cominciato a farsi Chuck Norris.
E lui li annienta.
Nessuno può farsi Chuck Norris.
Nessuno.

Al collo Gesù porta un Chuck Norris d'oro, intento a tirare un calcio volante a girare, che lo osserva.
Aspetta una sua mossa falsa.

Tutti i tesori del Vaticano sono scarti della vasta collezione dei giocattoli d'infanzia di Chuck Norris

Quando il Titanic è affondato, dall'altra parte del mondo Chuck Norris stava giocando a battaglia navale.

Quando un cavallo della scacchiera di Chuck Norris invecchia Chuck lo sopprime.
Potrebbe farci delle bistecche; ci fa degli hot dog, mischiando all'impasto base frattaglie di Lassie, Rin tin tin e Beethoven.
All'occorrenza anche l'omonimo musicista.

I pesci rossi dell'acquario di Chuck Norris hanno branchie scolpite, pinne definite e si cibano prevalentemente di carne di squalo.
Vivo.

Una sera Allah, in visita dal suo guru Chuck Norris, decise di donargli 90 vergini per il suo harem.
Qualche istante dopo decise di farsi esplodere in nome suo.
Chuck Norris apprezzò il gesto talmente tanto che, mentre si scopava 89 vergini gli disse: - Toh, va', questa è per te.

La piramide di Keope fu costruita 2000 anni dopo quella di Chuck Norris, realizzata da Donald Trump.
Personalmente.
Con le sue mani.

Una volta ad una festa Chuck Norris si è ubriacato. Per scherzo lo hanno chiuso in una vergine di Norimberga autentica contenuta nella sala delle torture del padrone di casa.
La mattina seguente fu immediatamente ribattezzata “Donnaccia della Germania”

Quando hai un dubbio potrebbe essere Chuck Norris.

Chuck Norris ha peli sulla lingua e sa come usarli.

Chuck Norris ha torturato Patrick Bateman.

L'area 51 è il pied à terre di Chuck Norris; la leggenda se l'è inventata lui per non farsi disturbare.

lunedì 19 dicembre 2011

NON SEI UN CASCATORE, NON PUOI PERMETTERTELO; NON CI CASCACRE, TI FARAI MALE








Stiamo sprofondando in pieno trip prenatalizio.

Riemergiamone.

Ho sentito un cinese del mercato lamentarsi con una signora perché il tizio sei bancarelle dopo l’aveva copiato!

Vendere scarpe in un mondo di senza gambe è un insulto a sé stessi.

L’energia natalizia è distruttiva.
Non caschiamo nel trip delle energie.
Le energie non esistono, come non esiste niente.

Esiste dio?

Se non esistiamo neanche noi, perché dovrebbero esistere 3 lettere che identificano una cosa che ci siamo inventati noi… che non esistiamo?

Se una cosa non esiste come fa a inventarne un'altra che non esiste?

Ci sto cadendo.

Un grande filosofo ottomano, Platone, una volta profetizzò: “Un giorno sarò l’incubo di miliardi di studenti.
Ci azzeccò.
Maledetto.
Maledetto lui.
Che non esisteva.

Se tanto mi da tanto, cazzo faccio a fare le addizioni?

L’anno nuovo è alle porte, buttate via tutto, tutto il vecchio.
Buttate via ogni cosa con la quale potete identificarvi.
Una volta fatto, identificatevi con la persona migliore che è stata fica perché ha buttato via tutto.
Rifate il giro di boa.

Ritornare sui propri passi è essere perversamente nostalgici.

Stiamo suonando del buon, vecchio blues.
È roba buona.
È roba forte.
Ti stona.

Per allinearvi con lo spirito natalizio in maniera appassionata e del tutto deducibile dalle tasse, consiglio di guardarvi 3 grandi film.

Zaitgaist, di pìter Joseph (sì, proprio pietro Giuseppe), poi rocki ddue, di silvestro stallone, infine esseoesse fantasmi di non so chi ma con bill marrei.

Se mi manca un regista all’appello, è perché stamattina si è svegliato tardi e ha perso il pullman.

Se ci manca un regista, perdonatemi.

Il perdono è un ottimo escamotage natalizio per non sentirsi in colpa dell’inchiodato zombie che ritora ogni anno come laura freddi crugher di naitmer di ues creven, da non confondere con ues mongomeri che quello è negro e suona la chitarra, mica la cinepresa.

La vita è di per sé post moderna; gente che vive in un film, guarda film, poi un giorno si accorge che i film sono cazzate, che la vita è un film, e si sente importante perché pensa ecco, sono il personaggio di un film che guarda film e, rendendomi conto di guardare un film guarderò sì film, ma me li gusterò da un'altra ottica perché, sebbene ne faccia parte, so che non sto guardando film, non sto vivendo film, in quanto non esiste nessun film, tanto meno film nei film.

A meno che non stiamo guardando un fumetto di alan moore, o leggendo tòmas pìncion, che li è pieno di storie nella storia, di film nei film, solo che difficilmente in pincion qualcuno capisce di essere il personaggio di una storia che guarda film vivendo in un racconto ed esce dalla carta e se ne compiace e può godersi i film di noi umani.

Nel nostro grande piccolo siamo tutti preti e condanniamo la masturbazione.

La masturbazione è peccato.

Però poi ci caschiamo senza rendercene conto, vivendo giornate che sono pure e semplici masturbazioni mentali.

Che te le spari con le mani o con la mente, le seghe te le spariamo nel circoscritto, ristrettissimo campo dell’illusione.

E ci crediamo!


-Credi in dio?
-No, credo in me stesso.
-Quindi cambi il nome dei fattori ma il risultato è lo stesso.
-No, non è vero
-So solo che ti ho posto due domande e hai iniziato le risposte negando.
-No, non è così.
-E siamo a tre.

Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità.
Eppure quel giorno stavano tutti sul divano di fronte alla tivvì con la paura della ti bi cci.

Quando lo rimproverava, il padre di un mio grande amico gli diceva sempre: - E porta rispetto. E porcoddio non rìde.

Un giorno tutti saremo famosi per 15 minuti, solo che non ci accorgeremo dell’istante in cui la celebrità avverrà, ci sentiremo scontenti, e chiederemo alla vita di più, sempre di più.
Non è confortante?
È una di quelle sconfitte che vanno addolcite con un bel pranzocena da mecdònald.

Da mecdònald non ci si deve mangiare perché i stanno gli ogiemme.
Nei ristoranti normali non ci si può mangiare perché ci stanno i cibi che creano muco.
Dove cazzo dobbiamo magnà?

E chi ha detto che dobbiamo magnà, la scienza?
La medicina?
Il nostro cervello?

No figliolo.
L o dice la coop.

La coop sei tu.

Sei tu con sei miliardi di euro in meno.
Ma sei tu.

La coop sei tu.
Devi pagà le tasse, ma la coop sei tu.

La coop sei tu.
Devi dichiarà quanto guadagni all’anno, ma sei tu.

Proprio l’altro giorno analizzavo il nome di alcune marche di prodotti alimentari, slogan di catene alimentari e relativi nomi.

Catene alimentari… dal produttore al consumatore…
Mi sono sentito il lucchetto posto sull’ultimo anello della catena alimentare.
Ero felice: chiccazzo si mangia il lucchetto?

Sono strano perché sto leggendo i romanzi di Don DeLirio.

”Tao II la vendemmia”, ”Rigore stanco”, “Merdopòlis”, “Anderdòg”, “Bodipirsìng”, “Reining blòd”, “Grèit gions prìst”, e “L’uovo del cane”.

I romanzi di Don deLirio andrebbero studiati nelle scuole, perché nei romanzi di Delirio c’è tutto il necessario per delirare.

I romanzi di Don DeLirio vanno letti.
Sono meglio dei balletti di Don Lurio il lurido e ancora meglio delle tastatine extra parrocchiali di Don Giacomo (chi sa mi capisce ma, nello stesso tempo, chi sa farebbe meglio a dimenticare).

Una mela al giorno ti toglie di torno.

Babbo natale ti porta regali se stai alle sue condizioni.
Babbo natale è un manipolatore, framassone del 33esimo grado.
Una personalità pericolosa.
Ed è pure comunista.

Alla luce dei fatti, quest’anno dormirete un sonno tranquillo la notte del 24, sapendo che un tizio con un curriculum simile, e relativa fedina penale, farà ingresso a casa vostra mentre siete indifesi?

Come fa a entrare senza che voi ve ne accorgiate?
Essendo massone, dispone del paspartù di tutte le serrature del mondo.
E di potenti anestetici per agire alle vostre spalle addormentate.

Fossi in voi, ogni volta che mi recherei in ferramenta guarderei il negoziante con sospetto; se lui può fare una copia delle vostre chiavi di casa, e può creare una chiave che apre tutte le porte, quale condotta morale potranno mai avere le mutandine di vostra figlia, considerando che sicuramente è complice in contumacia di babbo anale?

Il presepe è ciò che si trova prima della serpe.

L’albero di Natale è un albero che non è tuo.

Che Natale se lo venga a riprendere, con quel nome pretenzioso che si ritrova.

Ok, la colpa è dei genitori, i quali gli diedero quel nome megalomane.

Però, evitate di tenere in casa roba che non è vostra.

I jete alla messa di natale.
Chiedete perdono.
Il perdono arriverà.
Ma non vi sentirete meglio.

Trovate un bravo astrologo, fatevi fare l’oroscopo per il 2012.
E dimenticate.
Se vi dice che andrà male, menatelo.
Solo così potrete avere problemi più interessanti di quelli che già vi siete creati.

lunedì 12 dicembre 2011

NATALE S.S.






Si sta avvicinando il santo natale.
È un periodo un po’ così.
Un po’ acccazzzo.

Se andate su wikipedia rimarrete sorpresi che non è un neologismo.
Acccazzzo singifica niente.

Andate a controllare.

Siete andati?



… proprio il genere di lettori di cui ho bisogno.

Non dovete MAI fidarvi di ciò che vi dicono.
Soprattutto se lo dice il sotto-scritto.
Cioè, uno che si scrive sotto, o che si sottoscrive, che persona può essere?

Dicevo che il natale è un periodo in cui nell’aria vibra un energia particolarissima.
È il motore di questo mondo, perciò dire che vibri “solo” a natale è una stronzata come il 99% delle cose che dico.

In tale periodo, esattamente questa e le due settimane che verranno, il senso di colpa radicato in ognuno entra in sintonia con quello degli altri al punto da rendere il globo una prigione vibrazionale che manco Clint Eastwood, dopo essersi sparato gli ormoni del conte di Montecristo, riuscirebbe anche solo ad avvicinarsi alla porta con su il cartello “uscita”.

“Natale” non è un nome proprio di persona maschile terrone singolare.

Natale è uno stato mentale, come il Texas di Lansdale.

Uno stadio mentale dove suonano rock star psichiche.

È il periodo in cui si soffre la colpa per la morte di Gesù, deceduto per salvarci dai nostri peccati (quali? Che so’ fatto? Personalmente, all’epoca, che ricordi, io non gli chiesi niente, tipo “Ti prego, muori per me, muori per noi”… non so voi…), il periodo in cui si fanno i bilanci, si tirano le somme.

Si tirano i grilletti… non quello della vostra fidanzata.

E si tirano montagne di coca.

COSA HO CONCLUSO QUEST’ANNO?
QUANTO HO GUADAGNATO?
SONO STATO ABBASTANZA BUONO?
HO RAGGIUNTO I MIEI OBBIETTIVI?

Realizzato che gli esiti sono stati più o meno negativi, in concomitanza con la colpa scaturita dal non aver mosso un dito per difendere il povero jesus inchiodatus cristus, gli effetti sono devastanti come un disaster movie di ultima generazione.


Aggiungeteci che ci shtà la crisi e ngì shtanno i soldi pe’ ffa i regali (il metro per misurare l’amore che riceviamo\proviamo per lo esprimiamo in pacchetti col fiocco)

Avevo pensato di scrivere un “Manuale per uscire illesi dal S. Natale”, poi ho pensato che devo mettere il MIO di culo in salvo, perciò i miei segreti li tengo per me.

E per chi me la da.

O per chi mi paga in contanti.
Pagamento anticipato.
E non osate insinuare che sia un fottuto avaro materialista.

LO SONO, PUNTO!

Però, visto che è natale, anch’io sono un semi umanoide, il senso di colpa già attanaglia la ciste che ho al centro del petto (proprio sul chakra della coglionaggine), voglio condividere con voi qualche piccolo escamotàj (si scrive così escamotage, no?).

Innanzi tutto (significa “davanti a ogni cosa”, per essere chiari e concisi come una guinness con le cisti ovariche infiammate) bisogna individuare sotto quale maschera l’ego cela il vostro personale senso di colpa.

TUTTO E’ COLPA, soltanto che ognuno la vede in maniera diversa, pensando che i suoi problemi siano unici, che nessuno (o quasi) possa capirlo, bla bla bla obladì ciucciaquà.

Mettiamo che il vostro simpatico ego vi faccia stare male perché…

Non avete abbastanza soldi per fare i regali alle persone a cui vorreste farlie, soprattutto, i regali che dovreste fare alle persone verso cui vi sentite “obbligati” per vari motivi tra cui… senso di colpa!!!

Dovete focalizzare nella vostra mente un mazzo di banconote da cinquecento euro l’una, alto una decina di centimetri.

Per raggiungere la felicità, uccidere il senso di colpa, il mantra che dovete ripetere è: “Coddio, quelli so’ miei, fanculo tutti”.

È il primo esercizio per elevarsi, riconnettersi col Padre.

Talvolta l’egoismo aiuta.

L’egoismo e l’eco terrorismo.

E il turismo (il terziario va rilanciato).

PROMEMORIA PER ME.
COMPRARE CARTA FORNO.

Scrivevo?
Ah, sì.

Mettiamo che siete preoccupati perché sta finendo l’anno e non avete raggiunto gli obbiettivi che vi eravate imposti, più o meno di questo periodo l’anno scorso, tra cui dimagrire, aumentare il fatturato, scoparvi la cassiera mora della Coop, quella col dente storto che vedreste un gran bene appoggiato al vostro glande, comprare una macchina nuova più veloce, ridare i soldi allo zingaro che vi ha incendiato l’auto vecchia come avvertimento per il secondo ritardo sul prestito fattovi per portare a cena la cassiera (che non ve l’ha data) per la quale avete tentato (fallendo) di farvi il fisico in palestra (entrando nella spirale dei beveroni proteici che vi hanno fatto guadagnare 10kg di tutto fuorché massa muscolare).

Dovete focalizzare (stavolta richiede un po’ di sforzo in più, e so che dopo tutta quella palestra parlare di sforzi, ancora sforzi dev’essere frustrante) una specie di quadro post moderno.

Focalizzate uno zingaro palestrato con un mazzo di banconote in una mano, uno Zippo e benzina nell’altra che sta tentando di tastare il culo a una cassiera mora che dovrebbe mettere l’apparecchio ai denti, al quale ha rinunciato perché s’è sputtanata quel denaro, destinato a rimettersi in sesto tutti e 32 i denti (di cui 3 deceduti, causa carie adolescenziale), in borse, scarpe e per abbonarsi alla Tonic, così da apparire più attraente agli occhi del vostro migliore amico (è a lui che vuole darla, non a voi).

Il mantra è: TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE. QUESTO CORPO NON ESISTE, NON PUO’ PROVARE IL DOLORE DELLE FIAMME, IL DOLORE DELLE COLTELLATE ALL’ADDOME, IL DOLORE DELLE PUGNALATE SENTIMENTALI AL CUORE.

Poi prendete lo zippo, la benzina e fate il resto da soli.
A quel famoso monaco servì.
… è finito sulla copertina del primo meraviglioso album dei Rage Against the machine.

Seppur piccola, sempre una vittoria, no?

In effetti, se non puoi goderti onori simili da vivo… ora che ci penso non è poi tutta ‘sta vittoria.

Come maestro spirituale sono una frana tipo L’Aquila.

Mettiamo che le paranoie natalizie nascano dal fatto che sarete costretti a presenziare a una micidiale cena\pranzo riunione coi parenti TUTTI, dalla prima alla sesta generazione, vecchi, decadenti, tristi, denutriti, avvelenati, sconfitti, arresi, inermi, impotenti, che però non hanno rinunciato al piacere di continuare a giudicare voi, le vostre azioni, per il gusto di farvi soffrire.

Focalizzate (senza dargli fuoco) la stanza dove il presunto ricevimento punizione avverrà.

Stipulate la lista di tutti gli ipotetici partecipanti, poi fissateli attentamente negli occhi come l’incantatore aggancia il serpente e ipnoticamente gli ordina: “Ti prego, non mordermi, ci faccio una figura di merda coi telespettatori”.

Li avete fissati uno a uno.

Al centro della sala riunioni dove avverrà l’infausto meeting, collocate un barile di altezza non inferiore al metro e mezzo.

All’interno c’è un liquido verdastro.

Poggiateci il polpastrello del dito indice della mano destra.

Ai ai ai.

Brucia?

Per forza, è acido.

Andate verso la tavola dove gli invitati sono seduti e stanno ridendo di voi, raccontando aneddoti come quello in cui avete raccontato che il polso che vi ha rotto lo zingaro del pizzo era una distorsione subita in palestra mentre facevate il curl art.

Oppure di quella volta che stavate accendendo il forno, vi siete alzati di scatto, avete sbattuto la testa contro lo spigolo del mobiletto e, mentre perdevate sangue e bestemmiavate tanto che i vicini, preoccupatisi per una “allarme rissa” hanno chiamato i carabinieri, per il nervoso avete dato un calcio al vetro del forno (che si è rotto) e vi siete recisi tre tendini più una vena abbastanza importante e, nel frattempo, il vostro cuginetto Luigino si è alzato in piedi mimando la patetica camminata da zoppo invalido incivile di guerra, quando stavate scappando dai carabinieri, i quali vi rincorrevano agitando i manganelli perché pensavano che eravate l’istigatore della presunta rissa che ha allarmato tutto il palazzo e, ciliegina sulla diarrea, s’alza la zia paterna e vi prende in giro, dicendo che vi aveva persino consigliato di comprarci una casa coi soldi del violento gitano, invece di abbonarvi ad vitam alla Tonic, per scoparvi operaie di seconda categoria.

Col sorriso dell’amore, dite ai parenti che vi è venuto in mente un gioco divertente, per fare qualcosa di diverso, evadere dalla monotonia natalizia.

Fateli uscire dalla sala, dicendo di entrare uno alla volta.

Finita di bruciare l’effige d’ogni parente nemico, prendete il barile, uscite in poggiolo e, ogni volta che un inquilino esce in terrazzo per assaporare le sventure della vita sottoforma di smog, rovesciategli parte del contenuto diritto in testa, scagionandovi con un sonoro “Ooops, che stupido”, urlandolo tanto forte affinché tutti lo sentano.

A questo punto, aprite gli occhi.
Recitate questo mantra.

Mamma, papà, nonne, nonni, zii, cugini miei: vi amo più da vivi che da liquidi, perciò penso che quest’anno me ne starò a casa, per il bene della vostra incolumità.

Ripetuto il mantra sei volte, prendetevi delle ferie anticipate, chiudetevi in casa, staccate il telefono.
Non mettete il naso fuori casa almeno fino al 20 gennaio.

Per il problema “fare la spesa” non disperate: è questo il momento che stavate aspettando per iniziare i digiuni purificatori di Ehret.

Non esiste momento migliore.

Non sarà facile.
Io confido in voi.

Di tutto quello che vi ho potuto consigliare, la cosa che più mi preme che vi rimanga stampata in testa è la parola ISOLAMENTO.

Il senso di colpa è forte, l’aria è satura di negatività e intemperie di molteplici nature.

Per risparmiarvi quest’immensa trapatura di coglioni, l’unico strumento di cui disponete è isolarvi dal mondo, tagliare i ponti col prossimo.

Una volta che sarete soli, in silenzio, vi accorgerete che i problemi di colpa, di denaro, di amore, lavoro e salute sono solo patetiche stronzate, confronto al digiuno di 30 giorni.

Come si suol’ dire: sconfiggi un male infliggendoti il male superiore.
Soffrirai, però potrai fare il fico con gli amici del bar.
Ovviamente dal 21 in poi.
Non prima.

… cazzo di proverbio è?
I proverbi sono da saggi.
Per questo non so formularne di narrativi.

domenica 4 dicembre 2011

EGO GEO






Durante gli ultimi stette giorni ho sottoposto il mio culo a una serie di azioni che sarebbero culminate nel rito svolto ieri sera, alle 21 circa, in una zona identica allo scenario delle simpatiche gesta del compianto Pietro Pacciani (se siete psico paranoidi come me, convinti che dietro a quei delitti ci fossero i Rosacroce, come sostiene il buon vecchio Paolo Franceschini non importa, a noi interessa il cazzo di scenario, non il pancione di Pietro o l’occhio sulla piramide dei Rosa).

Il pre-rito consisteva nello scrivere su di un foglio, per settanta volte: IO ANDREA PERDONO TE, MAMMA, PERCHE’ e, di getto, senza pensarci, dovevo schiaffarci delle cose che in passato mi hanno frizzato, tipo “sei stata cattiva”, “non mi hai voluto bene” e i vari bla bla bla che siamo convinti siano/siano stati la causa dei nostri mali.

Sette giorni di quella rottura di coglioni incredibile da toglierti il respiro.
Arriva un certo punto (a me è successo il secondo giorno) in cui, come svegliarsi da un sogno idiota, capisci che sono una massa di stronzate che al tuo ego faceva comodo che TU credessi vere, affinché ti tenesse incatenato alla “piccola folle idea” secondo la quale esiste la separazione, la divisione.

È stato parecchio scoglionante, anche perché, per quei venti minuti al giorno, ti devi mettere a tavolino per mischiare un calderone di merda che non vorresti vedere neanche a 10km di distanza col binocolo.

Nello stesso tempo è comico, mentre si scrive, rendersi conto delle perversioni che la mente partorisce pur di tenerti in uno stato di infelicità.

L’ho detto parecchie volte, lo ribadisco in questa sede: IO SONO FELICE, IO SONO POSITIVO, IO VOGLIO SOLO COSE BELLE, IO VOGLIO STARE BENE, sono cazzatelle che ci fa piacere dire a noi stessi, agli amichetti, ai collegucci di lavoro, per convincerci di ciò che è falso.

FALSO FALSO FALSO

STRONZATE STRONZATE STRONZATE

Bramiamo stare male, è la più meravigliosa tra le droghe legali che esistono, e ne siamo pienamente dipendenti.

Desideriamo rotolarci tutto il giorno nella merda della nostra merda e preferiremmo mille volte questo piutto sto che mangiare il nostro piatto preferito o farci una bella scopata.

Cerchiamo complotti, alieni distruttori di pianeti, genitori che non ci amano, crisi di governo, TUTTO PUR DI POTERCI METTERE NELLA CONDIZIONE DI: CAZZO CHE VITA DI MERDA, E’ UNO SCHIFO, NON POSSO FARE NIENTE, POVERO ME, NO, VI PREGO, LASCIATEMI SOLO, SOLO COL MIO DOLORE, VOGLIO STARE SOLO.

… un vaffanculo, no?

Che ti piaccia o meno, ogni azione che compi è finalizzata a stare male, a sguazzare nel letamaio di te stesso, a crogiolartici per sprofondarci ancora un pochino più giù verso il fondo e amorevolmente raschiarlo.

Ok, non sempre sempre.
Fai conto, almeno il 97%dei casi.

È cushì!!!

È parola di dio, è cosa buona e giusta, cosa buona e giusta!!!!!!

Ieri è successo un miracolo vero e proprio.

A confronto, le cazzatelle che si attribuiscono a quella mai esistita figura storica chiamata “Gesù” sono rancidi salatini dell’Eurospin serviti a svogliati ospiti radical chic presenzianti a una festa di serie –Z con tanto di quadri concettuali (scarabocchi) alle pareti color crema (pus).

Immerso nel poster di Pacciani, sono stato guidato in una piccola meditazione, poi ho dato fuoco ai fogli, separandomi dall’idea che “mia mamma di qua mia mamma di là”, mettendolo letteralmente in culo al mio ego, cioè alla vocina che hai nel cervello e che credi di essere Tu.

La vocina che chiami “sono i miei pensieri, io sono questi”.

Tutti ce l’hanno; se non l’avessi non saresti su ‘sto pianeta a guardarti tutta ‘sta merda.

Mentre venivo introdotto in uno scenario onirico sempre più astrale (a un certo punto ero in una bolla, sospeso nel vuoto, dalla quale vedevo la Terra dall’alto… ero fottutamente sobrio) avvertivo dapprincipio una sorta di malessere, poi esploso sottoforma di inutili, banali pensieri che mi stavano allontanando dal tempo presente.

Dovevo restare lì, fare ciò che stavo facendo, eppure l’ego escogitava sistemi per deviare la mia attenzione su questioni ridicole (cosa mangio stasera? Che ne sarà di me? E poi? E se non funziona? E se domani? E se madonna puttana?)

La prima “fase” di questo miracolo è stata che, nel momento in cui l’ego ha capito che stavo facendo sul serio, da piccole distrazioni buttate lì, ha iniziato a partorire vere e proprie schifezze deliranti, facendomi vivere sensazioni altrettanto deliranti.

Pur di non farmi essere lì, in quell’ADESSO.

A METTERGLIELO NEL CULO UNA VOLTA PER TUTTE.

Finito il rito ho provato un grande malessere; mandare ‘affanculo in blocco tutte le tue assurde convinzioni, tutto “ciò che sono” non è una cosa da niente, è come ammettere IO NON SONO QUESTO CORPO, IO NON ESISTO, TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE, NON C’E’ NIENTE DI REALE, NE QUESTI VESTITI, NE QUESTO MONDO, NE QUESTO UNIVERSO.

… pesantuccio, eh?

Ho pianto qualche minuto.

Tendevo a reprimere, poi ho capito che le emozioni represse diventano risse con l’automobilista davanti se non, nel peggiore dei casi, i famosi cancri che poi attribuiamo alle sigarette, alle radiazioni o ai panini di quello stronzone obeso ogm di McDonald.

Mentre tornavo a casa ho avuto l’illuminazione.

Cioè, non mi sono “illuminato” altrimenti, invece di stare qui a scrivere, alle quattro del mattino, sarei in giro a elargire perle di saggezza previo compenso economico a folle di amorevoli disperati.

Via via che i piedi acceleravano, in me si instauravano visioni sempre più tristi, sofferenti, melodrammatiche, un po’ troppo melodrammatiche, quasi da soap opera da casalinga frustrata e…

A – AH: TI HO BECCATO, BRUTTO PEZZO DI MERDA.

Voglio spiegarvela con un episodio dei Simpson; la spiego con un linguaggio che conosciamo tutti.

In una puntata dei simpatici portatori sani di epatite (il loro essere gialli non sono mai riuscito a spiegarmelo diversamente) in sintesi succede ciò: la famiglia Simpson si trova a dover affrontare una serie problemi e nessuno da più attenzioni (importanza) agli animali di casa, ul cane e un gatto.


Durante i primi giorni di quarantena affettiva, per riaccaparrarsi l’amore dei padroni, i frustrati animaletti si giocano la carta “senso di colpa”, lanciando micidiali occhiate languide (puntualmente ignorate).

Sull’orlo della disperazione i teneri pulcisi arrivano addirittura a suonare il pianoforte, a fare i giocolieri.

Arriva la parte bella.

Verso la fine dell’episodio, in abiti umani, si mettono a camminare su due zampe, dicendo con una voce cavernosissima: - VI VOGLIAMO BENE.

N.B. Uso cane e gatto per dare un volto familiare all’Ego, cosicché possiate focalizzarlo in un forma “concreta”.

Come nell’episodio dei Simpson, mentre tornavo alla maison, nell’istante in cui il “mio cane e il mio gatto” hanno capito che non me li stavo inculando di pezza (equivale a isolare i pensieri)… che hanno fatto?

SI SONO MESSI ABITI UMANI, HANNO CAMMINATO SU DUE ZAMPE E HANNO DETTO: TI VOGLIAMO BENE.

In sintesi:
smascherato l’ego l’ho visto per quel che è: un pietoso scemo senza senso che fa di tutto per attirare la tua attenzione.

Io, tu, TUTTI crediamo di essere il nostro ego.

Una volta che lo individui, gli dai un nome, inizi a percepirlo come “entità separata” crei una sorta di barriera tra ciò che sei (chiamatela “essenza”, chiamatela “anima”,fate come cazzo vi pare) e ciò che credi di essere (appunto, l’ego).

Più vai avanti nello smascherare l’ego, più crei separazione.

Arriva un momento, nel mio caso è stato ieri, che sei talmente lontano dall’ego che puoi vederlo in tutta la sua interezza: una cazzata!

Un bambino scemo, cattivo e viziato che fa di tutto purché tu gli dia retta, affinché possa manipolarti, facendoti fare ciò che LUI dice, contro la tua volontà.
Mamma mi compri il gelato? No? ECCO LO SAPEVO, SEI CATTIVA, NON MI VUOI BENE, BLA BLA BLA… sensi di colpa a mille; è l’unico modo di “punirti” che l’ego conosce, quando non soddisfi i suoi infantili capricci.

È stato sconcertante vedere come si arrampicasse sugli specchi, camminasse su due zampe, facesse il giocoliere, bestemmiasse patetici capricci pur di GUARDAMI, GUARDAMI, GUARDA COME SONO BRAVO, GUARDA COME SONO INTERESSANTE, IO SONO TE E TU SEI ME!!!!!

Ho pensato a tutti questi anni in cui sono stato schiavo di questa cazzata.

Ho pensato a questo mondo, a come cazzo lo abbiamo creato e ridotto… grazie a quel bambino scemo.

Poi ho riso.

E mi sono sentito fottutamente meglio.

Tendo a precisare: fin quando saremo incarnati in questo corpo fisico non potremo mai, MAI DISTRUGGERE DEFINITIVAMENTE L’EGO, neanche illuminandoci come un maestro.

Perché è ciò che siamo: ego incarnati in un corpo fisico che crediamo reale.

L’unica cosa che possiamo fare e prenderne le distanze, guardarcelo, farci una bella risata e poi diventarne alleati.

L’ego non è proprio merda merda; è come dinamite.

Puoi usarlo per creare o per distruggerTI.

È pura energia senza polarità; sei tu a polarizzarla in “positivo” o “negativo” e a usarla a tuo vantaggio/svantaggio (anche se odio questi aggettivi tipo “positivo e negativo”, perché sfociare nelle puerili pippe niueig dei miei coglioni è facile e rende tutto iper sminuito).

Se non altro, venerdì sera ho visto a teatro monsieur Antonio Rezza (lo spettacolo era Pitecus).

A spezzoni, su iutubb, avevo visto praticamente il 90% di Pitecus, ma è stato incredibile lo stesso.

Divertentissimo.

Se vi capita, andatelo a vedere, anche solo per sentire la sua voce e godere di come occupa lo spazio sul palco.

Ora vado a rimettermi a letto; avevo bisogno di buttare su carta tutta ‘sta robina.

Buonanotte.

Anche a te, mamma.

Ti voglio bene.

E te ne vorrò sempre.

lunedì 28 novembre 2011

ELLO' WORD, DIS IS MI







MA TI DICO LA VERITA’, GUARDARMI IN GIRO PER LA STANZA, E DARE AUTOMATICAMENTE PER SCONTATO CHE TUTTO IL RESTO DEI PRESENTI SIANO MENO CONSAPEVOLI DI ME, O CHE LA LORO VITA INTERIORE SIA IN QUALCHE MODO MENO RICCA, MENO COMPLICATA O PERCEPITA CON MENO INTENSITA’ DELLA MIA, MI RENDE UNO SCRITTORE MENO BRAVO. PERCHE’ SIGNIFICA CHE LA MIA SARA’ UN ESIBIZIONE PER UN PUBBLICO SENZA VOLTO, INVECE CHE IL TENTATIVO DI FARE CONVERSAZIONE CON UNA PERSONA.

Basta questa frase per estrarre dal portafogli, a Quor squartato 18,50€ e comprare le prove, la testimonianza, che per una bella manciata d’anni abbiamo calpestato il suolo terrestre contemporaneamente a una delle più grandi, belle, esorbitanti, amorevoli, geniali teste fluorescenti della storia conosciuta dell’umanità.

Il testo è la trascrizione di 5 giorni di interviste on the road fatte da David Lipsky (scrittore iper acculturato e intelligente, del quale non è stato tradotto ancora niente) al mitico DFW, durante la tournee in giro per l’America per promuovere quell’imprescindibile, monumentale capolavorone della narrativa (e non) che è “infinite jest”.

Viene fuori un auto ritratto… boh.
Come poterlo raccontare?
L’ho letto in 2 giorni… ci sarà un motivo, no?
Se leggi 400 e rotte pagine in 48 ore può essere per variii e piii motivi.
I miei sono: è un libro divertente, commovente, profondo, geniale, riflessivo e fottutamente semplice, caratteristica che alla maggior parte dell’opera wallassiana manca; non so se avete presente…

Dietro quella geniale bandana mi aspettavo una persona diversa.
Leggendo racconti, soprattutto saggi del vecchio DFW mi ero fatto un idea diversa, rispetto a come Egli si percepiva, come interagiva nel mondo dei mortali.

Ok, non la tiro alla lunga.
Fate in modo di leggerlo.
Fatevi un regalo, anche se non avete mai letto niente del compianto david.

Detto questo: perché volete mettermi a credere che un numero, moltiplicato per zero, dia come risultato zero?
Dal basso della mia ignoranza penso: se ho un numero (x) e lo moltiplico per 0, cioè per niente, MOLTIPLICO PER NULLA, cioè non lo moltiplico, il numero (X) dovrebbe rimanermi lì tra le mani, no?

Mettiamo: ho 1 cazzo.
Se non lo moltiplico mi rimane in mano un cazzo… solo che ho sbagliato paragone, non avere in mano un cazzo significa = 0, quindi avvaloro la teoria che un qualcosa, moltiplicato per zero dia come risultato zero.

…?

Ste cose mi tengono sveglio la notte (poi critico gli psicofarmaci).

Riprovo a spiegare.

Se possiedo qualcosa e lo lascio lì, rimane invariato, no?


Il punto è: cazzo me ne frega del punto?
Perché la nostra vita è una maratona verso l’auto complicazione reiterata di sé?

Perché l’ego è così stronzo?
Presumo: perché se inizi a scioglierlo a lui girano i coglioni… e ti tenta.
Ti tenta in mille modi diversi… o è quel che credi: sei tu che percepisci un “diverso” tranello, in realtà l’ego agisce con una sola modalità chiamata: TIENITI VIVO.

E sta parlando di sé, no di te.

Non è come il pupazzo di Chuck norris che ha due modalità, cioè “uccidi” e “distruggi”.

Non so se avete capito; se qualcuno ha capito me lo faccia capire; che faccia capire a uno che non ci ha capito un cazzo.
Ve ne sarei molto grato.

Sono passato da 900 lettori alla settimana 160.
Se non è incomprensione questa!

Sono assente da “quel” film collettivo sociale.
Come procede?
Che dice Berlusconi?
A che punto è la crisi?
Chi è che comanda adesso?

Non mi interessa, grazie.
… allora cazzo lo chiedi a fare?
Significa che in realtà ti interessa.
No, ma che, ma de che.

Scusatemi, sono tornato un attimo in me, c’era scritto sul foglietto, alla voce “effetti collaterali” che sta roba sarebbe successa, farsi domande e rispondersi nelle veci di un altro che non esiste.

Se succede anche a te che non prendi farmaci per curarti il cervello allora è grave.

Inutilmente criptico è il primo aggettivo che mi viene in mente.

Poi acqua.
Poi seitan.
Poi fanculo la salute.

Su questa trinità potrei costruirci una mia personale religione, da divulgare alle masse, così da lucrarci e controllarle.
Non dovrebbe essere così difficile; se c’è riuscito quello dei mormoni ci riesco anch’io.

http://www.youtube.com/watch?v=diYVEgDfOws
io e Camillo abbiamo dato vita a questo duo per celebrare la bellezza dei radical chic.

L’apice della genialità in questo idilliaco quadretto dell’universitario di provincia medio è il potere che ha di farti immaginare una fila, tipo al supermercato, di gente che aspetta il proprio turno per potersi fare una canna CON gimmorrison, sulla sua tomba a perlashès.

Perlashès = PER l’ascesso?
Di chi?
Chi ha l'ascesso.

E' la domanda sbagliata.

Perlashès = X l’ascesso.

Se lo moltiplico per zero...
No, ancora matematica personalizzata.
Altamente sconsigliato.

La settimana prossima vado a vedere Antonio Rezza a teatro.
Non vedo l’ora.

Per ora, vado a farmi una corsa, però prima voglio lasciarvi in compagnia delle preziose verità di un maestro illuminato a me carissimo: SALVATORE MARINO.

http://www.youtube.com/watch?v=5dlVbj8yr9A

… e la verità vi renderà liberi.

lunedì 21 novembre 2011

EYES WIDE VENICE







Accedere a word è impossibile, davvero un software del cazzo.
Non dovrei iniziare un post con un giudizio, tantomeno con la fottuta negazione all’inizio di questo periodo sintattico.

Villafranca, posto idelae per invecchiare, per rimanerci, in tutti i sensi.
Favorisce un certo tipo di meditazione motoria (si può fare camminando).

L’altro ieri siamo andati a Venzia.

Gran posto, soprattutto per pagare le cose.
25€ per il privilegio di posteggiare la macchina la dice lunga sul metro di giudizio applicabile ai tutt’altro che ridenti indigeni autoctoni della zona.
In compenso c’è.
L’acqua c’è, quanta cazzo ne vuoi.
La paghi, in vari modi.
Però c’è.

Venezia è una gran città perché ci sono tanti negozi.
Vuoi fare shopping all’aperto perché non hai voglia di rinchiuderti in un centro commerciale?
Tolto il fatto che il mondo è diventato uno stramegaiper centro commerciale all’aperto (per come lo percepiamo noi ottimisti), è davvero come diceva il compianto Bill Hicks: IL MONDO E’ IL TERZO CEN TRO COMMERCIALE DAL SOLE.

Atmosfera è mooolto suggestiva; se guardi ad altezza uomo vedi negozi, cinesi, vie e maschere. Poco poco alzi gli occhi – e te lo concendi – sei catapultato ad almeno 300 anni addddietro.
La bellezza fondamentale di Venezia risiede in una alzata di sguardo, la metafora del perché ci siamo incarnati ora, qui, in questo corpo/veicolo per vivere l’esperienza che chiamiamo “vita”.

All’inizio non puoi non rimanere affascinato et conquistato dalle centinaia di maschere che dolce prepotentemente invadono tutto il campo visivo (181° se non sbaglio).
La vera magia avviene quando non ci fai più caso perché ne hai i coglioni pieni.
Come tutte le cose, è bello per un po’, poi basta, echeccazzo.

Buttandola sulle psicopippe direi: quando non guardi più le maschere, o credi di non vederle più, esse iniziano ad agire sull’inconscio.
Cioè su te.

Siamo abili, semi consapevoli travestimenti.
Chiamiamola maschera, chiamiamolo ego, non cambia niente.
Perennemente mascherati (con gusto, e CHE gusto).
Giriamo, facciamo, diciamo, sperimentiamo, blabla blabla blabla.
L’esperienza è filtrata attraverso i buchi degli occhi, eppure pensiamo E’ COSI’!

A volte ce lo ricordiamo ma… anche il ricordo viene filtrato tra gli spazi di plastica.

Camminare per le strade di Venezia è un promemoria fisico, diretto, semi palese del senso della vita.

Quando credi di non vedere più maschere in realtà le stai guardando, solo che ti illudi di non volerle più guardare, perché le hai già viste, perché sono tutte uguali.
In realtà sono lì, ti guardano.
E le vedi.
Porca troia se le vedi

Ogni angolo, ogni anfratto, un promemoria simbolico diretto.

I simboli hanno il potere di parlare DIRETTAMENTE all’inconscio. L’inconscio è la modalità mentale che ha il sopravvento, sebbene crediamo che sia la mente conscia a fare tutto il lavoro.

Bella illusione nell’illusione.

Venezia è un continuo dialogo diretto con te stesso…
Ance se credi di non accorgertene.
Anche se credi che comprare, bere, guardare, camminare distolga l’attenzione da un fondamentale discorso.
Compra, cammina, osserva, illuditi di rimanere nel “conscio”.
L’inconscio prende il sopravvento, ha tutto il potere di vibrare a ruota libera e, anche se fai quel che fai, fidati che non sei mai sto più conscio di sognare di adesso, che cammini per ponti, nebbia, turisti, canali.

Le voci unite formano un gran boato.
Il boato è il metro di giudizio che hai di te stesso.
Confusionario?
Proprio ciò che pensi di te stesso.
Un ampio specchio.
A cielo aperto.
Tu sei quello.
Io sono quello.
E quando toglieremo il velo della “separazione” (io sono, tu sei, egli è, noi siamo, voi siete, essi sono) tutto apparirà com’è: il NON essere.

Venezia è pura illusione, come il resto.
Soltanto che è più facile percepirlo, tra un gondoliere, una bestemmia e un negozio di maschere.

Le maschere ti fissano e parlano.
“Guardami, non sono qui, sono una proiezione. Mi vedi sullo scaffale, sull’espositore… ma sono sul tuo viso. IO SONO TE”.

N.d.r. A Venezia ho bevuto ma non stavo sotto cartone, seppur è stato un trip.
Ora che mi sono giustificato, ricomincio quest’altro trip, mentre scrivo sul cesso di casa.
Tavoletta e coperchio abbassati.
… la curiosità di sprofondare mentre tiro l’acqua è tanta.

Per chi legge le mie intriganti cazzatelle, è palese che uno dei miei 409.853. film preferiti (li ho contati) è Eyes Wide Shut.
Immaginate quante volte rivedevo/rivivevo fotogrammi di quel film, un passo dopo l’altro.
Da buon essere socializzato, dotato di inconscio formato prevalentemente da film celluloidei era impossibile non avere davanti le massoniche, rituali scene di quel cazzo di pellicolone.

Io tu egli, noi voi essi, percepiti esterni, incorporei, artificiali, a guardare io tu egli, noi voi essi, dal basso di uno scaffale, dall’alto di un piedistallo.
Una metafora post moderna dell’ego: “io” che mi guardo attraverso me stesso percepito esterno, anche se lo so.
Anche se non so.
Anche se non c’è niente da sapere.
Anche se lo sai.
Anche se non te ne importa.
… ma anche no.
Venezia è la città esotica per eccellenza; il 90% degli asiatici presenti sul pianeta terra vive e lavora a Venezia.
O gestiscono un locale (subire PASSIVO) o vi lavorano (subire ATTIVO).
Il cliente assapora ciò più o meno consapevolmente.
A discrezione dell’usufruitore!
Per quel che significa.

… non significa niente?
La tua vita sì!
Guarda un po’ che presuntuosetti!!!

L’abbondante uso di punti esclamativi è dovuto al fatto che devo sempre, comunque giustificarmi.
Perché non ho le palle di ammettere che sopra al cesso si sta fottutamente bene, anche se non ho le braghe calate.
Sto facendo un uso sconsiderato dell’invenzione comunemente chiamata WC (in realtà, se voglio usare correttamente l’aggettivo “comunemente” dovrei parlare di “cesso” o al limite “luamàr” per rimanere nel circoscritto campo semantico veneto… dipende da quanto sia sporco l’ambiente; per chi non lo sapesse, “Luamàr” significa “Letamaio” in cirillico).

Il cirillico è la lingua di quale popolo?
So un sacco di paroloni nel senso che conosco pronuncia e ortografia ma, all’atto pratico non pratico.
Il buddismo fai da te lo lascio agli schiavi della soka gakkai.
DAMMIOOILRECCHION, DAMMIOOILRECCHION.
Ripetilo cento volte.
E vincerai il premio.
Chiamasi “iperventilazione”.

Un altro parolone che conosco senza saperlo.
Il gioiello della cultura appena pre internet.
La rosa purpurea del Cazzo.

Cammini, ti ritrovi in un vicolo e non puoi proseguire.
Perché c’è l’acqua.
E ci godi.
UAUU, SONO A VENEZIA: DOV’E’ CHE C’E’ IL VETRO?
Devo andare a Murano.
Mur-ano: un muro di culo.
Un muro nel culo.
E c’era tanto di chiesa con piramide con l’occhio che tutto vede.

Gli elementi fondamentali sono TERRA, FUOCO, ARIA, BANCOMAT.
Venezia rappresenta l’acqua, ciò di cui sei fatto al 70%.
Non so se la percentuale è giusta, la scienza ufficiale sostiene che siamo fatti al 70% di acqua.
Venezia è lo specchio nello specchio e il tuo corpo riconosce l’abbondanza di questo elemento riproposto “esternamente”.
Metteteci che era freddo, avevo le mani ghiacciate, sono entrato in un bar, poi in un altro, ero a Venezia ed ero composto al 70% di Vodka, Ceres e Kilkenny (astutamente ne ho ordinata una in due ma l’ho bevuta quasi tutta una in uno).
Non abbiamo nemmeno pagato le patatine al pomodoro, così imparano ad avere cento gusti di patatine tutti alla carne, tipo pollo e limone.

Io sono vegetariano; se mangio la carne Ehret mi si incula.
Sai che dolori?!
No, no, no, non si fa.
E non devi lasciarti fare.
È la sacra legge mistica del culo.

Il nocciolo del discorso è ANDATE A VENEZIA.
Vi consiglio di prendere il treno perché i parcheggi costano come l’affitto mensile di un appartamento al centro di suddetta città.

Suggestioni, simboli, dialoghi diretti col sé, masturbazioni dell’ego a go go.
Venezia è questo e altro.
Un tuffo nel passato che non esiste.

Ad un certo punto ho persino avuto la presunzione di escogitare l’artificioso stratagemma del convincermi di percepire un Deja vu secondo il quale la camminata che stavo facendo l’avevo già fatta circa 300 anni prima, nello stesso posto, sulla stessa strada dove stavo camminando quando ho avuto l’impudente bisogno di escogitare l’artificioso stratagemma grazie al quale mi sono convinto di percepire il Deja Vu, un termine che conosco anche se non so un cazzo di francese.

… perché, i francesi sanno qualcosa del francese?
Presunzione.
Come fai a sapere qualcosa riguardo qualcosa che non c’è?

Non c’è nessun liffuori.
Non c’è nessun io, tu egli noi voi essi.
Non c’è nessun LORO.
Il “c’è” c’è perché ci siamo auto educati affinché esista, così da poterlo percepire e…

No.
Basta dare perle ai porci.
Questo giro mi illumino.
Giuro.
Non posso tornare un'altra volta su questo cazzo di pianeta, mi sono anche rotto i coglioni.
Basta.

Mi aiutate?
Se volete che Andrea si illumini questo giro, telefonate al numero in sovrimpressione o mandate un sms al numero 5432/5435343464.
Vota e vinci.
In palio prendo quello che ha preso quell’altro.

… ci sono ricascato.

lunedì 14 novembre 2011

DISILLOGICITA'






Penso che ora ci vorrebbe un bel nuovo ordine mondiale.
Ci servono un po’ di nuove, belle regole, che dite?
Come si fa ad essere liberi senza regole?
Appunto!!!

Danzando sull’orlo della follia la folla si disperde in sabbiosi cumuli di nulla, per lasciare il passaggio libero al niente, amico di zero, cugino di -100.

… se si riesce a trovare senso nella pop art si può tutto.
Inizierei con “c’è il sole” ma, oltre che sarebbe banale (quando mai non c’è il sole? È che a volte pensi di non vederlo), sarebbe un inizio a cazzo per (vedi la parentesi prima, non questa).

C’è il sole, è una bella giornata però vedo un sacco di nebbia nera.
Non abito vicino a un inceneritore.
Sono io che mi sto bruciando.
Sono io che sto andando in cenere.
Auto combustione spontanea.

E ragionata.

Morire come gli stregoni compagni di merende di Castaneda - anche se lui, per uscire da questo gioco con stile ha scelto la “carta tumore” - potrebbe essere una buona soluzione, solo che sarebbe impegnativa, richiederebbe molta concentrazione e io non amo far’ fatica.

Non muoio perché non mi applico.

Oggi si muore per gioco, come in Iraq.

Ti piace l’uomo sulla Honda biondo da strasmettere, la la la?
I Baustelle fanno male.
Ma fanno anche bene.
Forse no, l’ultimo disco decisamente no.
Aspettiamo il prossimo.
Dai, ce la potete fare.

Nirvana è il paradiso dell’India o un gruppo di Seattle?
Certe domande tengono svegli milioni di persone, per questo si suona il clacson, si impreca, si da la colpa allo stronzo davanti che non si da una cazzo di mossa (considerando che il clacson è stato suonato in estrema contemporaneità col cambio di led luminoso).

E i led sono lucine colorate o il prefisso degli Zeppelin?
Sapevo che il dirigibile non c’entrava.

Come quel saggio a cui chiesero di scrivere un saggio sulla saggezza e lui, in quanto saggio, rispose cordialmente di andarsene a fare in culo.

E sotto la finestra un “dio stracàn che t’ha stracagà” riecheggia chiaro come cristalli d’acqua gettati in faccia a (inserite Voi a piacere, io non ne ho voglia).

Mi avevano detto che presto Gesù sarebbe tornato.
Sono qui con l’orologio in mano.
Aspetto.
Mi sa che è una sòla anche stavolta.

Posso consigliarvi un gioco.
Nell’oscurità della cameretta premetevi il cuscino contro gli occhi, cercate delle forme negli spazi del nero.
Identificatele.
A me è capitato di vedere il capo dei Transformers.
Era proprio lui.
Poi un occhio massonico.
Poi un Cristo (non è del tutto mancato all’appuntamento).
Poi un ragno.
Infine il simbolo di Batman.

A cosa serve questo gioco?
A me è servito a capire che devo darci un taglio con la cultura del mondo.

Chi è senza peccato può acquistarne uno chiamando il numero in sovrimpressione.

Si vendono anche di seconda mano.
… come se ci fossero “nuovi” modi per sentirsi in colpa senza motivi.

Come trovare l’ispirazione?
Inspirando.
È possibilissimo.

Tempo fa ebbi un intuizione.
Però non seppi che farmene.
E la scaricai nel cesso.
Bye Bye.

L’apatia è la caratteristica predominante degli abitanti di Sim City.
Questo quando giocavo io ed ero il sindaco.
Forse è per quello che non mi hanno rieletto.

La simpatia non è la caratteristica predominante dei personaggi di “The Sims”.

Apatia e simpatia coabitano nei Simpsons.

Office segna errore “adenosintrifosforico” perché non conosce il termine, eppure conosce i Simpson.
Anche office dovrebbe discostarsi dalla cultura del mondo
Gli nuoce gravemente alla ram.

Penso che la “rom”, anziché una donna zingara sia l’ego del Pc.
La ram è più uno svago per il computer, tipo la bottiglia per me.

Ubriacati di ram, anagrammalo, poi tuffatici.

I giochi di parole sono la risorsa di chi ha sofferto da piccolo.
E che ancora soffre.
Ciò non vuol dire che non sia cresciuto.
Tutti prima o poi ingrassano.

Se la nebbia ha gl’irti colli, quante irte teste avrà?

I capelli, saranno anch’essi irti?

Quando il Costanzo Show era più serio, riuscivo a trovare risposte a simili domande, ora invece devo accontentarmi di Zelig.
Se woody allen sapesse…

Quand’ero piccolo tutti mi scherzavano per le dimensioni del mio pene, ed io stavo bene;
già sapevo leggere l’invidia di non essere asessuati; sai quante responsabilità in meno?!

Quandocazzovai?
Qua, ndo cazzo vai?!
Q, an do cazzo vai?

Apprendo ora che la lettera Q in realtà è un occhio con una sbavatura di rimmel.
Che narcisista.
Che Qualità triste.

A volte ho come la sensazione di non sentire.
Se però mi rendo conto di avere una sensazione, vuol dire che mi sto mentendo, perché non dovrei avere nessun “sentire”, e comunque, fosse vero, non dovrei sentirlo, no?

Ditemi che ho ragione.

SENSAZIONE = SENZA AZIONE; praticamente tutto l’attuale cinema italiano che tra l’altro non genera nello spettatore nessuna sensazione, a parte la noia.

Siamo l’unica nazione che ancora produce film muti.
Sarà perché la presenza (e relativa influenza) del vaticano è talmente forte che la nostra impellente necessità di essere sempre e comunque tradizionalisti perpetuamente trionfi sull’amore per le belle cose?

Per uccidere il cinema italiano non dobbiamo fare altro che smettere di scaricarlo.
Se scarichi da internet film italiani non stai commettendo l’atto della pirateria, stai solo dando valore a merda che non ne ha.
Smettendo di scaricare film italiani li privi del loro potere distruttivo e li fai sparire da questa dimensione.
Se non li calcoli cessano di esistere; così uccisero Freddy Kruger.
Solo che lui continuava a tornare.
Perché continuavano a chiamarlo.
Se smetti di credere in qualcosa, questa svanisce.

Facciamo vedere a Moretti di che pasta siamo fatti.
Lui ci ha imposto “la stanza del figlio”?
Noi gli imponiamo “la casa dell’anonimato”.

I miei attori preferiti sono Robert Delirio, Al Bacino e Leonardo Di Ocapra, anch’essi italo americani come i semi omonimi (da non confondere con gli iponimi, tantomeno con gli iperonimi).


L’omonimia è un'altra malattia dell’anima.
Mi pare riguardi la mancanza di globuli stanchi.
E di globuli fossi.

Bruce Lipton scriverà libri in bustina?

Oggi c’è il sole al contrario.
È un sole leso.

Qual’è la capitale di Marx?


Marx non era un mare con un incognita nel finale.

Marx non era un marziano eppure adorava mangiare il semi omonimo snack.
Ed è crepato male, dopo aver scritto un librone pieno di intriganti cazzatelle.

Se un albero cade nella foresta e nei paraggi non c’è nessuno, significa che a nessuno frega un cazzo degli alberi moribondi?

Invece di rompere le palle per le strade, che gli ambientalisti vadano a prendersi cura degli alberi caduti.
Se vi può interessare, quella è la solitudine.
Poveri alberi, andate a fargli compagnia, gli animali da pelliccia se la cavano bene anche senza di voi.

E poi, con tutta la crisi economica che c’è al giorno d’oggi, per un animale con un bel pelo, fare la pelliccia è un ottimo lavoro, stabile, sicuro.
Persino con contratto a tempo indeterminato.

Farei una pelliccia col visone di Giuliano Ferrara.
Borghezio, che più invecchia più sembra Peter Griffin lo ha già punito la natura.

L’analfabetismo è una corrente culturale che si ripropone in ogni epoca.
Eppure a scuola non si studia.
Chissà perché… sarà che per studiare bisogna saper leggere?
Fate come i greci, non tramandate oralmente solo baci e pompini.

Infondo, cos’è un pompino se non una pomiciata con la parte intima di qualcuno che ti ha pagato?

Il sesso ci lascia di sasso.
Così, molti di quelli che nella vita precedente sono stati stronzi si reincarnano in monoliti.

Penso che questo giro mi illuminerò e non farò più torno su questa terra di merda.
Casomai non fosse, vorrei reincarnarmi in un cyborg… solo che penso che farei tanti di quei danni da reincarnarmi il prossimo giro in un unghia incarnita.

Oggi la logica mi è nemica.

Quando penso al passato mi viene in mente un barattolo di pomodoro.
Io Odio la Pasta.
Levo la P, ci metto la B.

Se siete dislessici so di avervi messo in crisi.
Se non lo siete presto lo diventerete.
La dislessia è contagiosa come l’HIV, si contrae quando vi scopano il cervello senza preservativo cerebrale.

Praticamente succede tutti i giorni.

Siete stati contagiati.

Siete infetti.

Untori che non siete altro.

lunedì 7 novembre 2011

TE NE VAI SI O NO? ECHECCAZZO!


TU SI CHE TE LO PUOI PERMETTERE





LA DOMANDA E' UN ALTRA: E' PEGGIO CREDERE AL BIG BANG O CREDERE NEL PRODOTTO?
CREDERE "NEL" ; UNA CREDENZA CHE DIVORA DALL'INTERNO, APPUNTO.








TI PREGO, NON ORA.
NE ORA NE MAI.
BASTA.





D’accordo, lo ammetto.
Ho una fottutissima paura delle persone.
Ma è così divertente.
Senza paura il mondo sarebbe più palloso che il mondo senza nutella (cioè un mondo di gente magra senza brufoli).

Suonano alla porta, vado a vedere chi è poggiando i piedi come un ninja per non fare rumore. Guardo dallo spioncino.
Giacca, cravatta, muso di pietra.
Prova a tirare fuori uno smagliante sorriso da “siamo amici dalla vita precedente, perché non acquistare il mio sensazionale prodotto”?

FAN-TA-STI-CO.

Già, penso proprio che aprirò.
Ma anche no.
No .
No.
Ecco, no.
Non è il caso.

Sei sicuro d’aver bisogno di comprare?
Ti occorre ciò che vendono?

UN BRAVO VENDITORE DEVE CREDERE NEL PRODOTTO.

Se mi sto educando a smettere di credere in me stesso, dal momento in cui non esisto, posso credere a un aggeggio o a un idea semi solida?!

Pazzesco, quante pippe escogiti l’ego per tenersi vivo e vibrante come un diapason senza ritorno.

Stiamo compiendo il famoso “balzo quantico” di cui parlava Osho.

Checcazzo è un balzo quantico?
Soprattutto chiccazzo era Osho.
Boh, io non lo so.

So di non sapere.
… dunque qualcosa lo so.
Non è così malaccio come pensavo.

All right.

Steve vai diceva che nel “futuro” il ruolo della chitarra sarà ancora importantissimo, sebbene nutra dei dubbi sull’utilità dei virtuosi.
Una grande prova di sé, per sé, darsi una simile zappata sui coglioni.

Tranquillo Steve, i virtuosi avranno un ruolo chiave in questa nuova fase evolutiva, soltanto che non saranno come te li immagini.

Perché uso il futuro semplice?
È semplice sì, ma il futuro è ora.

Prendiamo Erik Mongrain o il più Jukeboxiano alieno disumano Ewan Dobson.
Sono orchestre ambulanti.
Gli basta una chitarra per riproporre un intera orchestra, arrivando dove neanche il pianoforte (mio strumento preferito) è riuscito ad ammorbare.

I virtuosi, i Guitar Hero non sono più corridori della 6 corde, bensì orchestre a dieci dita e due palmi di mano.
… i palmi sono la batteria!

Sentir suonare gente simile è… indescrivibile.

Prendiamo un Michael Angelo Batio.
60000 note al secondo e gli ci avanza pure il tempo per un caffè.
Guardarlo può affascinare, far fare due risate.
Però è inascoltabile.

Bllblblblblblblblblblbllbbllblblblblblblblbl: una “b” e una “l”.
Due lettere come i coglioni che ti si gonfiano ad ascoltare ‘sto barboncino italo americano per più di venti secondi.

Quei chitarristi si ascoltano con gli occhi.

Ewan, Eric, Andy McKee e compagnia chitarristicante sono perfetti per un viaggio in auto, come sottofondo quando vi accoppiate tra il primo e il secondo tempo della partita di pallone.
Vanno sempre bene.

Perciò comprate i loro cd.
Sì, faccio il rappresentate per la loro casa discografica, soltanto che il mio sorriso è autentico, mica come a quello là fuori alla porta che aspetta, suona, va in un'altra casa, ripassa, risuona, poi va altrove, poi porca troia ritorna ancora e ancora.

EEEEEVAAAAAAAASHTAAAAAAAAA!

NON TI APRO.
NON TI A-PRO.

Si può essere così insistenti?
Sì.
È un lavoro anche quello.

Loro credono nel prodotto.

Me li figuro di notte, prima di andare a dormire, mentre rivolgono una preghiera al prodotto.

In economia il “prodotto” è un insieme di attributi tangibili e intangibili volti a procurare beneficio a un utilizzatore.

Ma se io utilizzatore sto bene, perché devo aumentare il mio bene?
Guarda che è così che si ingrassa!

E poi “utilizzatore” ; mi piace vedermi come un essere umano, non un “cittadino”, tantomeno un “utilizzatore”.
Il bello dell’economia è questo: disumanizzare, rendere numero e statistica ogni cosa.
E pensare che ci siamo inventati che l’economia è una “scienza”.
Pensate che c’è gente la studia tutta la vita… per proteggere il sistema.

Economiaproblemicrisieconomicaboomdeficitpil?

Comincia con togliere il “costo” del denaro e relativi interessi, poi vedi se avremo ancora bisogno di infilarci nella testa tutte quelle puttanate progettate dai signorotti con la cravatta nera per difendere i LORO interessi.

Mi sto lamentando.
Il problema è dentro.
Il problema non è liffuori.
Forse sì.
Sì.
Il problema è liffuori.

Suona il campanello.

Non è un virtuoso. Non suona la chitarra ne il pianoforte.
Magari ha una laurea in economia ma sa suonare solo il campanello.

Devo fare come Patrizia, installare un bottone che permetta di staccare il campanello.
Anzi, scollegare direttamente i fili.

HAI BISOGNO DI ME?
TI SERVO?

BUSSA.

Cazzo, bussate.
Niente dlin dlon.

Magari un cartello: “I GENTILI UTILIZZATORI DEL MIO SPAZIO VITALE SONO PREGATI DI NON AVVALERSI DELL’INAPPOSITO CAMPANELLO”.

Troppo lungo come cartello, la porta è piccola, la gente non ha voglia di leggere.

Come posso fare?

La carta “appellarsi a divinità per chiedere aiuto” la scarto, perché dovrei chiedere aiuto a me stesso, essendo io un dio distaccato dalle convenzionali diocesi ruba soldi lava cervelli.

Un dio ha il potere di staccare la testa a un miscredente, figuriamoci staccare il campanello.
Intanto suona.
Rivedo le mie personalissime convinzioni sulla terapeuticità della musica e sulla mia divinità.

Forse si, forse no.
La verità non sta mai nel mezzo, per quello ha freddo.


Utilizzare Vivation, riappropriarmi di tutto il potere energetico in me sarebbe una buona alternativa, peccato che non riesca a concentrarmi nel bel mezzo di simili concerti.

CONCERTO IN “SI MINORE” PER IDIOTA E CAMPANELLO.
Dirige l’orchestra il Maestro Ego.

Date fiato alle trombe, che riecheggino gli ottavini.
I fiati vanno bene tutti.
I campanelli… dio.

Sto ossessionandomi.
Mi sto ossessionando.
Sono ossesso.
È ufficiale.

Quando arriva la depressione post sbornia è difficile porsi in un ottica ottimista.
Be’, io potrei se…
Ho paura.
Sto dando la colpa a.

La colpa squilla.
Ora anche il telefono.
Ma porcodio.

Lunedì, giorno di luna.
Sapevo che non era giornata.

lunedì 31 ottobre 2011

NE VIENI FUORI?

Sto dal dottore.
Non sto male.
Sto sto sto…
… ‘sto cazzo, no?

Ma anche sì.

Che dici?

Troppe domande; che mi sia beccato la “sindrome da sbirro”?

No, sto solo nella sala d’attesa del dottore.
Non attendo il dottore, attendo la dottoressa.
Per chi sa è chiaro.

Veramente neanche io so, ma vabbè, alla fine boh non so insomma.

Se avete la sensazione che non so cosa dire, è perché ho avuto la presunzione di mettermi nella vostra testa e sentenziare cosa state pensando.

Quant’è megalomane questo pensiero?

Pensate a uno psicologo: gli racconti i cazzi tuoi e lui ti dice cosa “non va” spiegandoti la radice del tuo male.

Tutti questi pronomi e aggettivi possessivi li utilizzo semplicemente per maggiormente evidenziare maggiormente la ridicolezza delle presunzioni che ci concediamo.

“Dunque, lei ha fatto questo e quello, vissuto quest’altro… perché sua madre/suo padre le fecero questo/quello e a lei non le piacque affatto, e nonostante le bombe vicine, la fame, malgrado Belgrado, America e Bush” per citare baustelliane divinità.

In questi giorni mi sono visto di fronte agli occhi questa MIA grandissima, iper egoica presunzione.
Ci permettiamo di “entrare” nella testa, nelle emozioni degli altri e di spiegarle…

SECONDO IL NOSTRO PUNTO DI VISTA.

… cioè, io MI (“a me”)spiego la TUA condizione, secondo il MIO PUNTO DI VISTA.

Sai che vuol dire?

CHE DIRO’ SOLO, ESCLUSIVAMENTE CIO’ CHE A ME FA COMODO, per confermare il MIO punto di vista a ME STESSO!!!!

È’ come quando frequentavo le scuole medie (e non mi passava manco per il cazzo di fare i compiti di matematica).
Ci caricavano di “espressioni” che non riportavano mai.

Se il mondo della globalizzazione non mi inganna, sul libro, in basso a destra di ogni espressione c’era, tra parentesi, il risultato.

Facciamo finta - come se fosse possibile fare qualcosa “per davvero” - che un espressione avesse come risultato [8].
Finita l’esecuzione capitale dell’esercizio, il risultato che ottenevo poteva essere un qualsiasi numero ; non coincideva MAI col risultato inbassoadestratraparentesi, perché ero una pippa.

Necessitavo dell’ausilio delle dita anche per calcolare la tabellina del 2 (che poi non si calcola; la si subisce).

LE ESPRESSIONI NON MI RIPORTAVANO MAI.
O forse sì.

IL CAZZO DI RISULTATO ERA 8?

METTIAMO CHE I MIEI CALCOLI MI LASCIASSERO CON UN 7 TRA LE MANI.

COME FACEVO A FAR FINTA CHE L’ESECUZIONE FOSSE CORRETTA?

Dunque…. Mi ridà 7… però, Se sommiamo il riporto della divisione fatta al secondo passaggio, che GUARDA CASO ERA 1…


7+1=8!!!

RIPORTA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Non so se mi sono spiegato bene.
SO di non essermi spiegato bene.
Non si capiva un cazzo.
Il punto è proprio questo… ma anche no.

PRESUNTUOSO, PRESUNTUOSO, PRESUNTUOSO.

… sto anche presumendo.
Visto che robbba?

E io che pensavo di mancare d’auto stima.
Me la suono, me la canto, me la condisco, me la giro, me la rigiro come mi pare.

Solo un maestro può tanto.

Ecco: stamattina sono un maestro.

Le “espressioni” riportano perché le faccio riportare.
Comunque “riportano”, perciò, che problema c’è?

… non sono solo io a concedermi tanta perversione, so che lo fate anche voi (visto? Ci risiamo; SO!).
Anche voi ve le facevate riportare, sia nel contesto matematico che esistenziale.

PERCIO’ ACCETTATI COME SEI: SEI UN MAESTRO: COMPORTATI COME TALE.

Un maestro non legge certe stronzate tipo il blog che state leggendo.
Desisti, concediti mali più stimolanti.

RUSSIA PRONTA ALL’AIUTO… di chi?
Di che?
Non mettono mai in conto che qualcuno, che non sa un cazzo di niente, desideri sapere come procedano i piani del mondialismo?

Presuntuosi pure loro.

Loro chi?
I frammenti di noi stessi.
Proiezioni.

Non c’è nessun “liffuori”, solo uno specchio semi solido della merda che hai dentro.

LICENZIAMENTI SACCONI: RISCHIO TERRORISMO.
Porcoddio: adesso se diventi disoccupato non puoi che diventare terrorista.
Perciò: ogniqualvolta qualcuno verrà licenziato, verrà automaticamente giustiziato sul posto, così da prevenire il terrorismo e continuare a combattere la lotta al terrorismo… no?

Ci vuole poco a fare 2+2, anche se ho dimostrato che con la matematica ho un rapporto che definire “aberrante” sarebbe come dio che inizia a esistere sul serio solo per incarnarsi sul serio e chiedere scusa sul serio senza farci passare l’esistenza a sentirci in colpa sul serio.

SUL SERIO = SOPRA IL SERIO.
Quindi è una cosa importante, no?

A Piacenza è morto “Capitan uncino”.
Io pensavo che manco esistesse.
Se esiste capitan uncino allo esiste pure dio.
Scusami, dio.
Fate finta che le righe oltre lo spazietto quassopra non siano mai state scritte.
Avrei potuto cancellarle.
Avrei.
Ma non l’ho fatto.
Volete sapere perché?

Ecco il vostro problema… avete troppe domande da fare.

Non ci sono domande perché non ci sono risposte.
Cazzo significa?
Fate conto che l’abbia detta qualcuno che ammirate.

RIFORMULO.
Chiudete gli occhi.
Sgomberate la mente.

Pensate qualcuno che ammirate, che stimante intensamente.
Qualcuno che dice tante cose giuste.
Figuratevelo mentre apre la bocca amorevolmente.
Le parole che dice sono: NON CI SONO DOMANDE PERCHE’ NON CI SONO RISPOSTE.

Visto che adesso questa cazzatella assume un senso?
Non sono i messaggi a fare la storia, sono gli stroronzi interlocutori a dargli un senso.

Questione di recitazione.
Ecco perché ci piace il cinema.

Quante verità assolute sto proclamando, per essere un lunedì mattina dal dottore.

Cassano migliora, non è grave.
Fosse stato grave avrebbe fatto il tenore, mica il calciatore.

Io sono a favore del nucleare.
Ci vogliamo dare una mossa a compiere l’ultimo passo, o no?
Siate a favore del nucleare.
La prima centrale che esploderà sarà più che un motivo valido per concederci il lusso di ammettere: STAMATTINA NON HO VOGLIA DI FARE UN CAZZO.

Perché si chiama risorgimento quando Gesù, che storicamente non è mai esistito, è risorto qualche mesetto prima di tal periodo storico?
La storia ci pone sempre grandi dubbi sui quali riflettere.

Per questo esiste l’eroina; l’eroina è una risposta a nessuna domanda.

Alla mezzanotte termina la missione nato; trovate armi nucleari.
DITEMI UNA NAZIONE CHE NON POSSIEDE ARMI NUCLEARI.
AVANTI!!!!
SU.
DITEMELA.

Il guaio è che non posso più aspettare; quand’è che si decideranno a spingere quei cazzo di bottoni magici?
Basta un dito su un bottone per porre fine a tutto questo sbattersi per nulla.
Non percepite la morte come una “tragedia”, come un “Peccato” come una “soluzione”.
Guardate la morte per quel che è, soprattutto nel fallimentare periodo storico in cui ci troviamo.

Cos’è la morte?
Necessità del pianeta terra.
O no?

Quanto tempo è che noi umani siamo sul pianeta terra?
C’è chi dice tot mila anni, c’è chi dice che eravamo qua prima del big bang, c’è chi dice che non c’è stato mai nessun big bang è che la terra s’è originata quando Marzullo proiettò nel cosmo tutto l’odio verso se stesso e una grande perversione originò la prima cellula che poi generò altri tumori che diedero vita ad un agglomerato di merda pulsante che chiamiamo TERRRA TERZO PIANETA DAL SOLE.

Comunque è troppo che siamo qui.
Anche se nonci siamo.
Che ne dite di un break?

Ricorreggendo mi faccio ancor più ridere: COS’E’ LA VITA/COS’E’ LA MORTE: ,mi sto facendo le domande che si faceva Ze Do caixao all’inizio dei suoi film di Coffin joe.
Allora sì.

Sto involvendo.
Ed è un bene.

Parliamo di “evoluzione” e gli affibbiamo una connotazione “positiva”.
Parliamo di “involuzione” e lo percepiamo come qualcosa di “negativo”.
Positivo e negativo sono solo giudizi dell’ego.

Evoluzione è evoluzione.
Se una situazione “degenera”, “regredisce”, diciamo che è “involuta”.

Non è “involuta”; è evoluta in qualcosa che non ci fa comodo, ma è pur sempre un evoluzione.

No?

Festeggiano i 125 anni della Statua della Libertà, e noi che pensavamo che la regina Semiramide fosse una pippa babilonese!!!
Quanto siamo ingenui, o poveri noi.

Mi sto piangendo addosso… sarà perché non ho il coraggio di pisciarmi addosso direttamente, che è una perversione che ci piace un po’ a tutti solo che ci sentiamo in colpa perché sennò poi Gesù piange?

Se gesù piange, si fotta.
Che impari a digerire le sconfitte della vita.
CHE CRESCA!

lunedì 24 ottobre 2011

SANGUINI COME MAI LI QUANDO L'HO POSSEDUTA


QUESTA E' LA SCENA DELL'ILLUMINAZIONE.
VAN DAMME BUCA LO SCHERMO E IL FILM CESSA DI ESSERE SOLO UN FILM, TRASCENDENDO L'ESPERIENZA



Da cosa nasce l’ispirazione?
Da dove arriva?
… esiste?

Traccerò a grandi linee l’iter di una briciola d’energia che esplode (evolve) in quella che chiamiamo “ispirazione”.

Quando ci troviamo a contemplare i primi film di Van Damme – nel dettaglio faccio riferimento a “Senza esclusione di colpi” - , sorge spontaneo un quesito egoico di forte impatto emotivo: una storia così lineare, limpida, pura, cristallina, acquacea, da dove è spuntata, per illuminarci nell’atto celebrativo del disarmante rallenti in cui Gian Claudio dà il calcio volante girato ponendosi armonicamente in simbiosi con tutte le palle che lui è - fondamentalmente (e lo sappiamo) i chakra sono le palle che tu sei, e se non sono equilibrate sono cazzi tuoi - ?

Applicare quotidianamente la filosofia vandammiana all’esistenza dona una briciola di energia karmica fortissima.

Una briciola è “briciola” perché tu la percepisci tale.

In realtà è l’oceano.

Sabbia e oceano rientrano nel campo semantico di niente, però…
Dài, che mi capisci.
No?

Se non hai capito significa che lo hai.

… cosa?

Appunto.

L’ispirazione non è quando immetti aria, ne quando la crei per proiettartela all’interno dell’apparato respiratorio.

Ispirazione è quando van damme vendica il suo maestro.

Estro armonico.

Non sono drogato, ne in uno stato di coscienza alterato - sebbene sia una testa di cazzo, comprendo appieno gli esiti positivi che Gian Claudio ha apportato al mio modo di percepire l’esistenza in questa gamma di frequenze che chiamiamo “vita terrena”.

L’energia non si crea ne non si distrugge.
Si vandammizza.

Non vi sto introducendo alla strada di Chuck norris.
Sto solo portandoti per mano nell’universo senza esclusione di colpi.

Quel film è la metafora della vita.

Tutti abbiamo un amico da vendicare.
Tutti vorremmo degli addominali da mostrare.
Non tutti abbiamo un ematoma sul (nel) lato sinistro della fronte di cui vantarci come lo ha Van Damme.

Ci proviamo.

Anche se non abbiamo sbattuto.

Leggendo un libro di Osho che non ho avuto il coraggio di leggere ho pensato: e se l’avesse scritto van damme sotto convincente pseudonimo per tirarci dentro anche gli occidentali in sovrappeso emotivo?

Per me è più che ragionevole come ipotesi.

Fondamentalmente, Van Damme sta a Osho come il karma sta a uno della soka gakkai.
Ci sta, ma anche no.

Il tabaccaio ha esposto le maschere di halloween perché siamo vicini al periodo di.
C’è la maschera di Scream (per identificarla, ormai “L’urlo” di munch è sorpassato).
C’è la maschera di Pippo (non è sorpassata; farsi pippe è il passatempo primario d’ognuno).
C’è la maschera di merda (è sorpassata anche la canzone che Elio NON canta).
C’è la maschera di Hello Kitty (roba anni 70 che evidentemente si è sorpassata ma, non si sa il perché è ancora qui).
C’è la maschera di Darth Vadre (altra roba anni 70 che non passa; prego perché avvenga).
C’è la maschera di Nanni Moretti (ci provano; fortunatamente ce la siamo abbondantemente scordata, come una chitarra lanciata dal finestrino a 160Km\h).

C’è la maschera di te stesso (basta accorgerti che vieni riflesso nella vetrina del tabaccaio).

Non c’è la maschera di van damme.

L’ho vissuta come un chiaro abuso di potere delle multinazionali.

La maschera è una metafora dell’ego.

Senza van damme illuminarti avviene più difficilmente.

Studi condotti in Tibet ( prima metà del 1400) dimostrano che la linfa grezza delle piante si elaborava nell’istante in cui van damme decideva che ciò sarebbe dovuto avvenire.

Vale anche per te.

TU decidi quando il cambiamento deve avvenire.

Il tuo corpo non ti appartiene, la visione che hai di te è niente.

Van damme è la vetrina di ciò che non sei.
Vorresti esserlo ma non lo sei.

Accettalo.

Senza ascia.

Gioiscine con moderazione.

L’abbondanza porta abbondanza di distrazione.

Per questo devi studiare “Senza esclusione di colpi”.

Ti diro come fare.


ADESSO.
Gira, gira, MUOVITI, possibilmente lasciando in pace internet (anch’esso necessita di quiete).

Per smuovere tutte le energie deve essere una ricerca fisica, anche se ho appena detto che il corpo non esiste, per lo meno come lo intendi tu.

Gira, gira, MUOVITI e…
Prima o poi una videoteca vecchio stile la troverai.

Diffida dai dvd, dai dvx, dagli mp4.

Procurati una videocassetta (è il nome delle VHS che esistevano, anche se non esistevano, fino a una decina di anni fa) della pellicola “Senza esclusione di colpi” o, al limite “Kickboxer – il nuovo guerriero”, da non confondere con “Kickboxer: vendetta per un angelo”.

I titoli italiani sono fuorvianti, denigrano il valore delle opere; in “Vendetta per un angelo” il protagonista vendica suo padre, che è uno stronzo, figuriamoci se è un angelo, in più van damme si vede poco e fa pure il cattivo, di fatto ti ho detto di non confondere il primo kickboxer (che cronologicamente è questo) con il secondo (che è quello che devi procurarti in vhs SOLO IN ALTERNATIVA, se non trovi “senza esclusione dei colpi).

Trovato Bloodsport in vhs (è il titolo originale di “Senza esclusione di colpi”), rimarrai di stucco appena spinto Play (non usare il telecomando, spingilo analogicamente sul videoregistratore; mantenersi in esercizio è essenziale).

Trascorsi i primi 5 minuti ti accorgerai che qualcosa in te sta cambiando.
Basterà la musichetta iniziale per innescare in te il processo di guarigione.

Godine a braccia aperte, senza sentirti in colpa, ignorando il dolore dell’acido lattico (molti di noi non sono abituati a stare a braccia aperte troppo tempo tuttodifila).

La fase in cui van damme , usando l’escamotage della doccia accesa per confondere il soldato che è venuto a prelevarlo, è dura da digerire.

Fa parte del percorso, come ne fanno parte la ricerca della vhs, il senso di colpa e l’acido lattico.

Fallo, senza ingannarti.
È una caratteristica prettamente cristiana pensare che bisogna per forza passare attraverso privazione e sofferenza per raggiungere l’obiettivo.
Liberati della paura, abbraccia Jean Claude.

È una cazzata bella e buona sentirsi in colpa perché si sta cercando l’Essenza, non sta in piedi, come non lo sta Chong Li quando a conti fatti implora “Matè” e parte l’altra musichetta che segna il finale del percorso vandammiano, con van damme che ha vinto il kumite (un torneo che si chiama “combattimento” non poteva che essere una stronzata occidentale, ma se chiamiamo “super mercato” un posto che no n c’entra un cazzo con un grande mercato tutto è lecito).


Superata la fase dell’escamotage\doccia accesa il film appare (tramuta) più chiaro, come il lago di Garda alle prime luci dell’alba estiva.

Da qui in poi è tutto un regalo che ti stai facendo.
Lo hai creato tu.
Siine orgoglioso.

Ora apri gli occhi, sorridi.

Ti sei illuminato.

Grazie van damme.

Ora posso dire di aver vissuto.

lunedì 17 ottobre 2011

SINCRONICITA', VALORE SOCIALE E ALCOLISMO RAGIONATO


Siccome sono impegnatello, pubblico qui ora un saggio scritto mesi fa.
I hope you enjoy




La velocità di un cervello biologico è di circa 100, 120m/s, una lentezza mostruosa paragonata alle macchine di computazione attualmente disponibili sul mercato, in continua via di sviluppo esponenziale.
Teniamo conto che la velocità con cui esse sono arrivate a evolversi,reingegnerizzarsi, ogni anno aumenta del doppio. Stiamo parlando dell'esponente che si eleva a un'altra sempre più inimmaginabile potenza.

Presto non riusciremo ad andare dietro a simili cambiamenti, veloci e complessi da non poter essere decifrati dai nostri limitati organi di computazione biologica.

Tuttavia ho avvertito il ragionevole bisogno di intralciarmi cervello, renderlo meno operativo degli abituali standard, ponendolo nel bel mezzo di un complicato percorso ad ostacoli, riscontrabili sottoforma di collegamenti inter neuronali resi temporaneamente difettosi, incapaci di comunicare, non pienamente capaci di comprensione e codificazione.
Tutto ciò per puro amore della scienza e dell'abbattimento della linea di confine dei nostri
orizzonti (perimetro del sapere accessibile).

Voglio spiegare e dimostrare la mia teoria secondo cui gli esseri umani “rallentati” da sostanze esterne (siano alcooliche o psicotrope) siano maggiormente vigili e acuiti dei simili della medesima specie (homo sapiens sapiens) non potenziati, non addizionati con additivi, tanto da far avvenire accadimenti ritenuti finora impossibili. Infine sfatare un mito molto in voga nell'epoca in corso (la quarta, a due ere dalla singolarità tecnologica), il quale vuole l'umanoide Addizionato posto uno o più gradini di funzionalità sotto il non addizionato.

Davvero gli ubriachi sono meno efficaci dei sobri?

L'esperimento partito prima dell'ora di cena (alle ore 18:00 a.m.), iniziato con un test diretto, atto a misurare i reali effetti della fusione di due sostanze ideali, appartenenti alla radice dell'etanolo (formula bruta C2H5OH, numero Cas 64-17-5) nell'organismo umano. Il primo ½ litro di sostanza consisteva in birra di frumento (definita dai produttori tedeschi “Weiss”) di marca ignota.

L'esperimento s'è tramutato in impellente necessità solo successivamente, quindi basato su dati mnemonici più che su esiti registrati passo per passo. Per il valore qualitativo della teoria che voglio dimostrare, tuttavia non sono necessari riscontri diretti; ho deciso di indagare nel fondo dell'animo umano, delle soggettive reazioni in situazioni di svago, il tutto lontano da strumenti di misurazione intracerebrali.

Da tener presente che oltre me, anche le cavie non erano al corrente della propria condizione; cavie ignare, guinea pigs in cattività fuori da un ambiente controllato.
La birra è assimilata in contemporanea con la lettura del numero di Maggio 2010 della celebre
rivista pseudo scientifica Forum, per aumentare il livello di dopamina. Tra le varie possibilità di apertura semi intellettuale, ho scelto di far mie informazioni contenute in un articolo riguardante il cervello di assassini seriali in relazione al rapporto con l'alcaloide benzoilmetilecgonina (nome bruto “Cocaina”, Codice ATC N01BC01). Ricordo di aver letto la media di 30 parole per sorso.

Considerando che trasportavo in me almeno 2L di alcool assunto il giorno prima, non opportunamente smaltito, che l'articolo era di 1063 parole/6436 caratteri circa, posso dire di essermi elevato al livello Ubriaco in 10 minuti primi e 23 secondi.

In un primo momento notavo che le parole assumevano una forma a me ignota. I concetti si
accavallavano tra loro seguendo uno schema preciso e incalcolabile.

Terminato il ½ litro di Etanolo di tipo “Weiss” ho aggiunto la seconda componente, ricavata
dalla fermentazione del frutto della vite, appartenente alla specie Vitis Vinifera. La versione di questo prodotto assunta era una chiara sintetizzazione di tal' sostanza, addizionata ad additivi di origine sconosciuta. Posso affermare con ragionevole certezza, ch'era formata dna artificale modificato.

La velocità di assunzione era adesso diminuita, alternata a conati di emesi (nome bruto
“Vomito”, numero Cas variabile a seconda delle parti da cui l'amalgama è costituita) creati dal sapore della seconda bevanda contrapposto al sapore della prima, versata sull'amalgama del giorno precedente (2/12/'10). Il senso d'estraniazione provato dal corpo era diametralmente opposto al diverso ambiente creatosi all'interno della scatola cranica, in particolar modo nella zona dell'ippocampo e dell'amigdala.

Contrariamente al mio volere, le molecole d'aria ossigenanti l'ambiente dov'è avvenuto
l'esperimento erano sollecitate da note musicali, propagate da alto parlanti (modello Sony)
traducenti in ordinato suono semi sensato un compcat disc contenente una raccolta dei migliori brani del popolare musicista afroamericano James Brown (Get 'appa: the best of James Brown, produzione Polidor, codice a barre 7/31454/32622, made in Italy).

A questo punto ho deciso di aumentare la posta in gioco, sottoponendo l'organismo a un
accessorio sforzo su multi livelli, iniettandomi una quantità di fumo pari a quanta ne può essere ricavata da 2,7mg d'estratto lavorato di Nicotiana misto a carbonio e ossigeno. Gli organi oculari si sono fatti incerti, vacillanti in una danza incerta simile a quella caratteristica della fase Rem, in questa occasione vissuta in stato di semi veglia.

Con uno degli umanoidi intenti a fallire all'esterno del locale, ho intrattenuto una ovvia
conversazione sull'economia della nazione Italia, sul suo altrettanto esponenziale debito
pubblico. Quando ho avvertito colarmi dalla corteccia cerebrale le lacrime e il sangue dei
neuroni scoppiati per il troppo sforzo commesso per sopportare la voce dell'interlocutore, sono scappato a casa, dove ho assunto 120g di Pizza margherita con broccoli e zucchine tagliate alla julienne, andando ad aggravare il già danneggiato organismo, non privandolo del piacere di un supplementare ½ L di birra modello “Ceres”.

Dopo la visione di 1h07m del celebre film “Blade Runner”, tratto da un complesso romanzo,
basato su ben 16 piste narrative differenti, dello scrittore Philip K. Dick sono uscito per
proseguire l'esperimento, 'ove potevo liberamente avere accesso a sostanze facenti parte della famiglia dell'etanolo.

Ho assunto una quantità ignota di succo distillato di melassa (nome bruto “Rum”) fabbricato
dalla multinazionale Cubana “Havana Club” (fatturato annuo medio 5,5 miliardi), mischiato a
una bevanda massicciamente composta da anidride carbonica ed estratto di pianta di Coca
privato dell'elemento alcaloide (nome Brutto “Coca Cola”).

Di qui in poi i dati si fanno ancora più incerti, vaghi, discordanti.

In circolazione avevo la media di 1,5g/L sanguigno, il che rendeva i miei movimenti incerti,
ondeggianti, abbassando non solo le difese immunitarie a livello rasoterra; rendendo i miei
sensori di movimento alquanto vaghi, per non dire tolleranti, tanto da farmi urtare
un'innumerevole serie di superfici solide, generando negli avventori del locale un forte senso di malcontento e dissenso nei miei confronti, ancorato alla ragionata scelta di mischiarmi coi miei simili per studiarli in uno stato di semi incoscienza.

Ricordo poi rumori sconnessi, offese contro divinità (canonizzate, non canonizzate, remote,
ignote e persino d'origine fantasiosa soggettiva).

Verso l'esaurimento di scorte energiche, ho ritenuto opportuno arrivare in fondo al cuore
dell'esperimento, amplificando i principi sedativi delle sostanze etiliche accumulate
acquistandone altre, d'origine psicotropa. Con €7 ho ottenuto una quantità non inferiore a 0,2g di amalgama chimica solida contenente delta-9-tetraidrocannabinolo (nome fico solo in
ambienti selezionati “THC”). Ottenebrato dalla condotta di questo viaggio nella mente, ho
ritenuto saggia la scelta di custodire l'hashish nel mio pacchetto di tabacco.

L'hashish è andato perduto in un tombino presente nei pressi del locale dov'ero andato a ristorarmi.

A quel punto anch'io mi sono rivolto alle divinità, manifestando apertamente il mio dissenso
tanto da interessare tutti i presenti, accalcatimisi tutti intorno per un periodo non inferiore a 10m.

Finita la bolgia, fatta pace con gli dei, sebbene essi non m'hanno restituito l'oggetto delle mie preoccupazione, il fulcro della diatriba, mi sono chinato per cercare di recuperare i 0,2g, convinto che vi fosse la possibilità che l'hashish fosse semplicemente caduto a terra, sebbene sapevo che sarebbe stato tutto vano, in quanto il numero di persone transitate nella zona di presunto smarrimento era di svariate decine.

In quel momento è uscito dal locale un tizio di cui non posso fare il nome, un anarchico sceso a patti con l'estrema destra locale per motivi ignoti, seguito dalla sua provvisoria compagna di vita.

Lei gli stava animatamente facendo notare quanto ci fosse piattezza sentimentale nel loro sterile rapporto consumato a stanchi bocconi sul viale del tramonto. Il soggetto di sesso maschile non sembrava essere interessato al discorso in corso, tanto che l'infuriata ragazza ha attaccato a disquisire ancor più animatamente di femminismo e di bassezza morale degli esseri di sesso
maschile.

Io ero ancora a terra, avevo ripreso la mia personale battaglia contro le divinità
nemiche, aumentando il livello entropico delle bestemmie, convertendole da modalità zoomorfa
a modalità eptomorfa (in un paio di occasioni anche ignominimorfa).

È avvenuto un fatto che va oltre la teoria sulla sincronicità e delle coincidenze significative multi dimensionali.

Nella stessa precisa frazione di porzione di tempo in cui ho abbandonato la mia ricerca
personale, concluso la battaglia contro esseri soprannaturali molto meno capaci di me, la
ragazza ha cessato l'interminabile monologo sugli aspetti negativi della schiacciante fallocrazia dei giorni nostri, il ragazzo ha smesso di ondeggiare come stava facendo da un periodo non inferiore a 15 minuti.

Nello stesso preciso istante c'è stato silenzio totale anche all'interno del locale.
Il fallocrate ha detto: “Ok. Addio. Vattene via”.
Ho alzato lo sguardo pensando che noi tre fossimo entrati in simbiosi empatica. Ero fortemente desideroso di confrontare la mia esperienza con loro, soltanto che la ragazza ha iniziato un altro monologo, a sua volta dando il via a una personale battaglia contro divinità più consone e reali di quelle da me precedentemente sfidate.

Con il presente saggio posso ritenermi soddisfatto nell'aver ampiamente dimostrato quanto
l'alcool sia indispensabile, imprescindibile, integrante parte attiva della vita delle persone, tanto da far avvenire sincronicità simultanee nello stesso luogo.
Un altro passo verso la totalità dell'essere umano.

Un altro contributo allo sconfinamento nel sapere onnisciente, fino al momento in cui creeremo una macchina in grado di creare altre macchine a suo piacimento, senza l'ausilio
dell'intelligenza umana.
Il futuro è già cominciato.