lunedì 24 giugno 2013

E CHE TITOLO POSSO METTERCI?!



… nel frattempo è successo un mare di cose.
Mi sento ancora scosso come le onde dell'ocean... dell'acquario.
Perché essere epici?
“COME LE ONDE DELL'OCEANO!!!!”.

Ma vaffanculo la grandezza.
Uno degli errori che faccio continuamente – quando scrivo – è enfatizzare al 100% tutte le cose che dico. Uso una marea (scusate il giochetto acquaceo) di aggettivi per descrivere questo e quell'altro. Ma perché?
PPPPeeerrché?

Eppure, di cose ne sono successe.
Probabilmente la mia aspettativa è sempre grande, allora enfatizzo, amplifico, ingigantizzo, elevo alla nona - forse per compensare il fatto che a conti fatti mi sento sempre quello di prima, quando invece dovrei sentirmi “cambiato”.
Le percezioni umane sono quanto di più ingannabile esista, e io lo sto provando in prima persona. Potete farlo anche voi: vi basta osservare le vostre dinamiche mentali senza prendervi parte (cioè senza pronosticare, giudicare, ipotizzare, supporre ecc.).

La settimana scorsa ho vissuto 2 giorni intensi.

Venerdì ho preso il mio bel trolley con dentro una coperta (?), una ciotola per l'insalata (…?) uno sgabello (… sei andato a farti le seghe in montagna?) e un amplificatorino Roland a pile (te la fai anche con gli strumenti musicali?) e son salito sul treno per Milano.

M'ero portato l'ultimo romanzo di Stephen King (“Joyland”; consigliato) anche se sapevo che non lo avrei letto, perché quando vado in treno riesco a concentrarmi meno che mai. E poi in quella specifica occasione il tiro era molto alto.

All'inizio nello scompartimento c'eravamo io e una ragazza che stava leggendo “Vanity Fair”. Dallo sguardo calmo, posato, intelligente, ho capito che a) non dovevo giudicarla dalle sue letture b) era solo un caso che avesse in mano un giornale così, perché c) due occhi così anche in giornaletto idiota del genere (“La fiera delle vanità”... cristo...) riusciranno a trovare qualcosa che i lettori abituali non colgono. È un abilità che ho anch'io, trovare milligrammi di cioccolata tra giga tonnellate di merda.

Ci siamo sparati da Peschiera del Garda a Brescia in reciproca/finta indifferenza. Ogni tanto lei guardava me, e viceversa. Nulla di sessuale (da parte mia). È normale che prima o poi gli occhi si posino su un essere umano che ti si è seduto a neanche un metro dal grugno.

Quando siamo arrivati alla stazione di Brescia ho visto che stava per salire un fottio di gente, mi sono allarmato, non volevo nessuno tra le palle; il sedile di fronte e quello alla mia destra erano liberi. Spazio vitale. Se arrivava qualcuno era un casino. Avevo tra le palle (letteralmente) la chitarra (che prima mi sono scordato di menzionare, dando per scontato che tutto il mondo faccia l'associazione *amplificatorino = chitarra acustica) e il piccolo recinto sarebbe diventato ancora più stretto.

Se ciò che è successo – fino all'anno scorso - mi avrebbe fatto piacere, quest'anno N-O.

Arrivano 3 fighe stratosferiche (le avevo già notate tra la bolgia; iper appariscenti, le signorine).
Si siedono rispettivamente alla mia destra, di fronte e l'altra un po' più in là sul lato del finestrino opposto a dove ci sono io, che mi sono fatto piccolo piccolo per permettere alla signorina di allungare i piedini senza che la chitarra interferisca con le sue ovaie.

Partiamo.
Le pollastre indossano oscuri occhiali rigorosamente oscurati che le anonimizzano ¾ della parte superiore del viso. Praticamente si vedono bocca, mento e un pochino di guance (non che sia tutto questo peccato, visto che, a quanto pare, sono di quegli esserini [tipo me] che da tanto hanno divorziato col sorriso).

Scambiano quattro chiacchiere sul caldo, sulla crisi economica, sull'assurdità di certe leggi (“Il dentista dice che per legge mi devo cambiare i guanti ogni volta che c'è un paziente, e che mi devo sempre lavare le mani, ma io non posso cambiare i guanti, lavarmi le mani cento volte al giorno” [cosa siamo, un paese di cariatidi?!?!? Cento volte al giorno = 100 clienti al giorno; una nazione di carie con dentisti miliardari]), infine parlano se sia il caso di rifarsi le unghie. Quella di fronte dice che lei, puntuale, se le fa ogni volta che va in vacanza, che le tiene due settimane poi le toglie, perché a lavoro sono scomode e non sono igieniche.

Una tira fuori il telefono. Le altre la imitano.
Si son fatte Brescia/Milano messaggiando con persone altrove.
Ognuna poteva contare su 2, ben due interlocutori presenti lì fisicamente, eppure hanno preferito dialogare per iscritto con chi non era lì con noi, stipato come sardine o.g.m. in sedili zozzi e malconci.

Piuttosto che farmi il mio bel monologone accusatorio sull'alienazione, l'inconsapevole sudditanza psicologica predominante nell'attuale dittatura tecnocratica e minchiate varie, ho preferito concentrarmi sul panorama fuori dall'oblò (niente male), cercando di non pensare troppo a che pezzi suonare (non mi sono preparato la scaletta).

Arriviamo a Milano, un putiferio di anime in ritardo, in fuga. Incazzate. Rimango incantato. Mi sembra di essere il personaggio di un videogame della Playstation3 difettoso in cui le persone si muovono a velocità x4 mentre io sono a x1,3 (non fossi stato agitato avrei detto x1).

La stazione è mastodontica. E massonica: simboli astrologici ed esoterici ovunque, persino una statua di Bacco e una di Prometeo, incastonata in alto.

Sono sulla scala mobile, e sono l'unico a guardare in alto anziché dritto col paraocchi per estraniare i lati.

Due tossiche vistose (una si sta facendo Crest; cazzo, come me ne berrei una anch'io, con tutto 'sto caldo), parlano di come sia stato “stronzo il figlio di puttana che le ha messo le mani addosso e gli sbirri non hanno detto un cazzo, cioè, no, ma ti pare?, sbirri bastardi”.

Ora mi sento a casa. Tra laureati a Oxford in “buone maniere” come me sento il profumo di caminetti, di minestrone, di serate in famiglia

Prendo la Metro per un soffio e in due soffi sono a piazza Duomo.
Salgo le scale dopo la scritta Exit sapendo lo spettacolo che troverò (c'ero già venuto una volta da bambino). Mi sembra quella bellissima scena a rallenti de “Il Gladiatore”, quando Commodo pugnala Rasselcrò prima del combattimento finale, poi l'elevatore li porta dal sottosuolo alla superficie, bombardata da un sole oscenamente picchiante.

Il Duomo: imponente costruzione secolare, frutto di una scuola architettonica virtuosa caratterizzata arazzi, ghirigori di maestosità e...
Sì, vabbene, nce ne frega 'ncazzo.
Aò, io devo suonà e non so manco dove mi devo mettere, figurati se mo mi metto a contemplare la bellezza di 'sta minchia.
… ciò che si chiama “egoismo ansiogeno architettonico”.

Il comune di Milano mi ha accordato il permesso (che ho dovuto implorare un mese fa, sennò col cazzo che potevo suonare su un “suolo pubblico” di proprietà di privati ed s.p.a.) in cui c'è scritto che posso esibirmi dalle ore 17 alle 20 nella postazione C3.

C3?
Ok, pensai, quando arriverò a Milano capirò dov'è/com'è fatta una postazione C3. Magari ci sono posticini strategici evidenziati, recitanti, delimitati da strisce colorate come nei parcheggi numerati, e quando leggerò C3 dirò “Sì, ecco, questo è il mio C3”.
Col cazzo.

Ho tentato di chiedere informazioni a un ritrattista giapponese. L'espressione zen con cui stava pennellando mi ha fatto desistere.
Ho chiesto a dei mastini ipertrofici stipati in un furgone.
Hanno detto che la postazione era ubicata dalla parte opposta.
Dalla parte opposta c'è una camionetta di carabinieri inquietantissima. Mi avvicino, parlo all'autista. Dalla reazione è come se parlassi una lingua arcaica e schifosa. Aggrotta la frotne. – Chiedi al collega. - Circumnavigo la camionetta verso il collega, che mi dice che è là, sotto i portici, in direzione della statua.

Monto l'attrezzaturina a 3 metri dall'ingresso della libreria Mondadori, dentro la quale entreranno si e no cinque, sei persone durante le 3 ore di permanenza.

Mi faccio una biretta nell'attiguo bar gestito indiani. Quello dietro al bancone parlava nasale e squillante, come se gli avessero strappato le palle con una tenaglia, in senso di devozione a una divinità sadica.

Mancano 30 minuti all'ora X.
E io comincio lo stesso; male che va mi scassano le palle.

Decido di iniziare con un mio arrangiamento (in fingerstyle) di “Eye in the sky” di Alan Parson, poi un altro arrangiamento di “Mamma Mia” degli Abba, poi parto con un po' di improvvisazioni arpeggiate, cercando di tradurre lo spirito del Duomo in suono.

Un uomo poggiato sulla colonna alle mie spalle da un quarto d'ora. “Sbirro in borghese?”, penso mentre lo scruto scrutarmi. Si rivelerà l'unico in tutta piazza Duomo che mi ha degnato di considerazione. Apprezza il mio lavoro al punto da farmi scivolare 0,50 centesimi (due pezzi da venti, uno da dieci) nella ciotolina dell'insalata che ho deciso di usare al posto del comune cappello.

Saranno gli unici soldi della giornata.

Suono suono; forse non risuono. Mi passano di fronte come se non esistessi, come se non ci fosse nessuno seduto, con una chitarra in mano, praticamente in mezzo alla strada.

Alle 19:45 mi sono già bello che rotto i coglioni; non mi si incula nessuno.

Non ero felice ma non potevo nemmeno lamentarmi, conscio di aver suonato benissimo con grandissima disinvoltura.

Metro, stazione, corsa al binario 11.
Ce l'ho fatta per un pelo.

Arrivo a casa che sono distrutto, maciullato, come se avessi scalato tre montagne coi pesi nelle scarpe.

Mangio, cazzeggio, poi vado a nanna.

Mi sveglio alle 6:30.
Doccia, vestizione, preparazione.
Entro in macchina, corro a casa di Simona.

Dove stavamo andando?

Be', se uno va a suonare in piazza Duomo, in mezzo alla totale indifferenza, dove può andare qualche ora dopo?
Ma a Garda, in un hotel dove Gurunath terrà un seminario sul krya yoga che durerà fino alle 20:45.

L'esperienza meriterebbe un saggio a sé.
Quanto vissuto in 12 ore andrebbe divulgato.
Per chi fosse interessato, consiglio di vivere l'esperienza in prima persona.
Sono di quelle cose che ti cambiano la vita che neanche il più grande scrittore potrebbe anche solo suggerire.

Un piccolo appunto: il krya yoga non è uno stile di yoga contorsionistico tipo quelli che siamo abituati a vedere in tv.
Si fa da seduti, respirando.
È una meditazione basata sul respirare attraverso i chackra e la colonna vertebrale, lungi dal toccarsi la punta degli alluci con la lingua.

Gurunath è... cosa “non” è!
Vi dico soltanto, a voi, utenti del web invaso da complotti, alieni, maghi, stregoni e roba varia.
Vi sarà mai capitato, almeno una volta, di leggere del fenomeno dello “Shape shifting”, no?
Quel fenomeno (imputato ai “rettiliani”) che consiste nel “Cambio di forma” di una persona.

Ci sono tanti filmati della regina d'Inghilterra, di giornalisti, di personaggi dello spettacolo che cambiano faccia, cambiano forma.
Modificare un filmato è roba da niente.

Io quella roba l'ho vista dal vivo, sabato, insieme ad altre 60 persone.

Il maestro ha detto: - Adesso vedrete quello che sono.

Con questi occhi ho visto un uomo - seduto a tre metri da me - diventare Leonardo da Vinci, Attila, Mosé, un leviatano, Pierino/Alvaro Vitali con tanto di berretto (non sto scherzando, anche se dire una cosa simile vi da il diritto di mandarmi affanculo in questo e nell'altro continente), poi una figura indistinta fatta di luce accecante che vibrava e abbagliava, come se avessero messo una forchetta bagnata dentro un forno a microonde.

È durato circa 5 minuti.

Io non ci capivo più un cazzo, nemmeno gli altri.

Una ragazza è scappata dalla sala a gambe levate. Quando è tornata il maestro le ha chiesto se era appena arrivata. Ha risposto che lei è una molto scettica, razionale, scientifica.
Era uscita perché non voleva disturbarci coi singhiozzi.
Con le sue lacrime.

E la capisco.

A parte questo presunto “gioco di prestigio” (fin quando non lo vedrete coi vostri occhi dubito che possiate crederci; non ci avrei creduto nemmeno io) che mi ha portato a rimettere in discussione tutto quello che fino a quel momento credevo “vero”, “reale”, il krya yoga è una forma di meditazione eccezionale.

E non preoccupatevi; anche se inizierete a praticare il krya yoga potrete tenervi le vostre belle facce di merda.
Non diventerete Alvaro Vitali.
Promesso.

Bene.

Ora posso tornare alla mia routine.

Devo andare a pagare le bollette.

Ci si legge settimana prossima.

O anche no.

lunedì 10 giugno 2013

APPUNTI DI CINEMA E DI ATTUALITA'

Sono stato (semi) vittima della mia suggestionabilità.
Per aver fatto affidamento ai distributori italiani che, come al solito, hanno titolato ignobilmente un film con tutt'altro titolo - e differente groove da quello che dovrebbe suggerire - mi sono negato il piacere di vedere un bel film.

I GUARDIANI DEL DESTINO: “cos'è, un'altra minchiata con elfi, spade e creature incantate (la cui unica magia di cui sono capaci è interrompere/danneggiare l'attività cerebrale del pubblico) ?

Un ora e mezza di retorica simil' new age incentrata su una visione ipocrita e standardizzata dell'amore cosmico et cazzate simili vista attraverso gli occhi di un panzone americano sotto culturato, iper nutrito, che ha letto un paio di libri di Louise Hay, un altro paio di maestri spirituali Macro Edizioni, e adesso vuole cambiare il mondo presentandoci una storia “orientale” ambientata in occidente per farci vedere che lui ha aperto gli occhi e si è risvegliato?

Una storia sentimentale tra microcefali che diventano macrocefali e poi, al top dell'embolia cerebrale pitturano il muro di cervella stile Scanners?

Anch'io ho la mia parte di colpa in questo auto sabotaggio semi presunto.
Quando sai che un film, un qualsiasi cazzo di film è stato tratto da un racconto (o un romanzo) di Philiph Dick, a meno che il regista non sia uno che nella vita doveva fare tutto tranne mettersi dietro una macchina da presa, hai la certezza matematica che (alla peggio) il film sarà una goduria.

Perché con la testaccia che si ritrovava Dick (riempita ad amfetamine e solitudine) non potevano che uscirgli storie eccezionali, sviluppate nel migliore dei modi possibili, ed è difficile rovinarle.

Riguardo la poca fiducia che nutrivo verso questa pellicola, ha giocato un ruolo di notevole spessore la scelta del protagonista. Quando c'è Matt Damon mi viene in mente “Team America” (o come si chiamava il film coi fantocci stile Thunderbirds fatot da quelli di South Park), che ritraeva l'ingrossatissimo attore come (appunto) un fantoccetto semi ritardato capace di esprimersi solo attraverso la ripetizione ossessiva del suo nome.
Ve lo ricordate?
MEDDEIMON, MED-DEIMON!!!! MEDDEMON! MEDDEIMON!!!!!!!!!!.

Per carità, il giovanotto era partito bene; “Will Hunting” era (e rimane, nonostante il passaggio dei calendari) un bel film di formazione di tutto rispetto.
Dopo l'agente Bourne (ho avuto il coraggio di vedere solo il primo film del ciclo [mestruale]), ho capito che Matt Damon, più che migliorare la sua carriera mirava a ingrossare il torace, allora ho detto, “Ok, mi tengo i miei Van Damme e Stallone che bastano e avanzano”.
Non c'è posto per nuovi action hero impostori.

“I guardiani del destino è da vedere”.
Non un film illuminante. Sicuramente godibilissimo, ricco di spunti esistenziali e narrativi (a me ne ha dati un paio per un racconto che scriverò appena finito quello che sto ultimando).

Dopo questa introduzione distaccata vi informo che sono al bar (e dove, senno?!) e ho nienteporcodimenoché “L'Arena” sotto mano.

Immagino un orda di persone in ginocchio, lacrime agli occhi, che mi supplicano: “Ti prego, non farlo, no, non farlo, nooooooo, non leggerlo, ti sono rimasti 3mm di fegato e tre neuroni, non giocarteli tutti insieme, tienili da conto”.

E... io lo faccio.

L'ARENA IL GIORNALE DI VERONA DAL 1866.
Io non credo mai a quello che mi dicono i media. Mai; mentire per creare consenso è il loro unico motivo di esistere (sapete bene che l'Informazione è tutt'altra cosa).
Però a questa scritta io ci credo, cioè che L'Arena è il giornale di Verona (perché, come specificato nel post precedente, in tutto il Veneto non si legge altro) e lo è dal 1866 (il linguaggio e gli argomenti trattati sono rimasti pressoché invariati dalla seconda metà ottocento).

In prima pagina abbiamo poco e niente; una panoramica veloce:

LA BCE DI DRAGHI SENZA BAZOOKA
Ci mancherebbe; ci ciucciano l'esistenza col debito e ora ci vorrebbero pure disintegrare? E dopo chi sfruttano? Altre specie coglione come la nostra non esistono; se ci estinguiamo a chi metteranno il microchip 'sti cazzo di banchieri, ai cani? Be', quelli ce l'hanno già.

SUB S'IMMERGE A TORRI E MUORE:
Colpa della crisi. È arrivato a prezzi talmente alti che oggi il pesce si paga con la vita. Non esistono somme di denaro in grado di coprire il prezzo/valore effettivo di un “frutto ittico”.
Mi appello anche ai vegetariani: cambiate stile di vita, mangiate più carne marina. Si fottano le insalatelle e gli spezzatini di tofu. Che ci fai con la soia quando puoi mangiarti una bel branzino? Che senso ha abbuffarsi di legumi (che inducono l'organismo a produrre un sacco di muco), quando potete depredare le uova dei pesciolini?

UBRIACA AL VOLANTE UCCIDE DUE RAGAZZE: ARRESTATA.
Ora che sono venuto a conoscenza questa notizia sto meglio, mi sento più consapevole, elevato, in pace con me stesso e di conseguenza con tutto il creato. Mi sento talmente arricchito (su più piani) che potrei anche andare ad iscrivermi a un corso di sub.
Così, magari ci rimango anch'io.

SEQUESTRATO PER 6 ORE DA 3 BANDITI CHE SVALIGIANO LE SLOT MACHINE
Se non altro, con le macchinette a portata di mano all'ostaggio gli è passato veloce, il tempo. Si è divertito. Chi si stancherebbe di giocare 6 ore con un videopoker? È un gioco dove conta sia la fortuna che la strategia e avere una buona mente matematica.
Poi però quando l'hanno rilasciato, di sua spontanea volontà se n'è andato al bar della stazione e si è tenuto in ostaggio da solo per 48 ore consecutive, buttando nel ventre di losche macchinette centinaia e centinaia di pezzi di carta filigrana, spendendo così il denaro destinato all'iscrizione e alle rette mensili da versare all'università intergalattica alla quale sarebbero dovuti andare i figli dei figli dei figli dei figli dei suoi figli.
Gli è preso il vizio del gioco e i suoi l'hanno ricoverato d'urgenza.
Pensare che era uno nonbevononfumononbestemmio e, per colpa dei sequestratori adesso è diventato uno slot-dipendente.
Meglio quello che il fumo, no?

BALLOTTAGGI, URNE VUOTE
… intravedo una soluzione...

Poi ci sono altre cazzatelle che, come queste altre, non meritano considerazione.
Andiamo direttamente alle altre pagine; ho dato una scrutata al resto del quotidiano; le notizie sono più o meno su questo livello zero, tolte chicchette di cui ora parleremo.

BAGNASCO: VA ASCOLTATA LA SOFFERENZA DELLA GENTE:
Appunto: invece di metterti i tappi nelle orecchie, ascoltali come strillano quei poveri chierichetti, sono ancora troppo troppo troppo, troppo piccoli per certe cose.
Non trovate ironico che la chiesa si sta sempre a preoccupare per il “futuro dei giovani”? Ma se sono loro che glielo disintegrano quando sono ancora piccoli! La chiesa li uccide dall'asilo e quando crescono figurati se gliene frega 'na mazza se non c'è il lavoro. Quando spacci il lavoro c'è sempre e lo stipendio è alto. E nel peggiore dei casi ti arrestano, il che significa vitto e alloggio gratis.
Non è poi così brutta questa società, no?
In un modo o nell'altro hai il culo parato (a parte quando sei a 90° nel confessionale).

MARONI RISPONDE A BOSSI: ORA IL SEGRETARIO SONO IO.
IO RISPONDO A MARONI E BOSSI: PER ANDARE AFFANCULO, SEMPRE DRITTO.

GRAVIDANZE: SCATTA L'ALLARME. “NEI CIBI E NEI COSMETICI SOSTANZE TOSSICHE”.
  1. Chi l'avrebbe mai detto?
  2. Sapevo che la scienza e la tecnologia sarebbero arrivati a questi altissimi livelli. Grazie, Signore. Grazie.
  3. Il pericolo è strettamente circoscritto alle gravidanze. Le donne che non sono incinta possono mangiare la solita merda del Lidl e dell'Eurospin e mettersi in faccia prodotti cosmetici che fanno venire il cancro persino al contenitore che li contiene.
  4. [Cit.] “Le donne in gravidanza dovrebbero stare alla larga da alcuni prodotti di uso quotidiano perché contengono molte sostanze chimiche che potrebbero rivelarsi tossiche per il feto”. Al feto fa male; alla madre no. Perfetto.
  5. L'articolo non riporta esempi pratici, cioè “quali” cibi e cosmetici hanno componenti tossici (anche perché, se è tossica persino l'acqua che beviamo, ditemi voi checcazzo c'è rimasto di non-tossico). Propongo a tutte le mamme d'Italia di smettere di foraggiare le multinazionali che producono cosmesi. Guardatevi allo specchio: sapete (e vedete) che in gravidanza diventate tutte più belle, piene di vita, solari, lucenti. Perciò, a checcazzo vi servono mascara e fondotinta? Lasciate perdere. Quanto al cibo: potete campare mangiando solo mele; vostro figlio nascerà col fisico di una statua greca e sarà sano più di voi e vostro marito messi insieme. Perciò, che si fottano anche gli alimenti.


MANDELA IN FIN DI VITA: LASCIAMOLO ANDAR VIA.
Che vada, ormai siamo in 7 miliardi; per uno in meno non... muore mica nessuno.

JUSTIN BIEBER NELLO SPAZIO
Alla Virgin hanno organizzato un lancio spaziale. Con 250.000 dollari potrete andare anche voi, insieme a Justin Bieber.
Una parte di me spera che ce lo lascino, lì, dove non può nuocere alla psiche di nessuno. Dall'altra ho paura; se i rettiliani trovassero un tale pezzo di scarto biologico umanoide insignificante a orbitare nel cosmo allora sì che verranno sulla terra, e ci attaccheranno distruggendoci senza pietà e noi ce lo saremo meritato in pien pieno.
So prendermi le mie responsabilità; prendetevele anche voi.

SOLO PER UN GIORNO VERRA' PROIETTATO L'ESORCISTA IN VERSIONE RESTAURATA.
Wow.
Fico.
Niente male.
Io non andrò; sono nato nel del 1984 e il film l'ho visto anch'io al cinema (a 17 anni).
Sapete perché?
Lo avevano restaurato.
Quante cazzo di volte volete restaurare l'Esorcista?
A momenti è più nuovo l'Esorcista che l-I Pod.

Quanto è triste “restaurare” i film?

Vi faccio uno dei più eclatanti esempi portando alla vostra nobile attenzione un caso di “restauro-deturpamento” di uno (che secondo me si colloca ai primi posti) tra i più bei film della storia del cinema mondiale: “C'era una volta in America”.
Uscì in dvd quando questo supporto digitale era sceso a prezzi ragionevoli cosicché tutti potessero permetterselo (i primi primi dvd [davvero pochi titoli] costavano fino a 70mila lire l'uno), quando vennero fuori anche gli “Home Theatre”, cosicché la gente smettesse di avere rapporti interpersonali, smettendo di svolgere attività caratteristiche dell'uomo moderno, come ad esempio incontrare i propri simili al cinema (e poi [sempre meno] nei Multiplex).

MULTIPLEX: Scegliete una film tra i 3253252 in programmazione; sarà facile sceglierne uno soltanto, perché l'uno vale l'altro.
Perciò rilassatevi.

Ho divagato.
Torniamo al dvd che costa poco (come il supporto per leggerli) e all'altro grande sdoganamento tecnologico: il dolby digital.

Per dimostrarci che il mondo stava mirabilmente progredendo, evolvendo, e che l'equazione “progresso = avanzamento della tecnologia” (mica progresso = acquisizione del benessere psicofisico della collettività) era cosa buona e giusta, cosa furono costretti ad inventarsi per dimostrarci che non erano soldi buttati nel cesso?

Ri-doppiarono il capolavoro di Sergio Leone, mettendoci voci vomitevoli (che nulla avevano a che vedere con le originali di Amendola&Co.) ed effetti sonori taroccatissimi, innaturali, fatti al computer.
Il tutto solo per dimostrarti quantebbello l'home theatre, così da farti inorgoglire/giustificare a te stesso i soldi investiti nell'acquisto di un impianto dobbisurraaaund.

Un capolavoro rovinato, tanto che mi rifiutai di comprarlo.
È stato come se avessero rifatto le tette alla Gioconda e le avessero aggiunto più mascara e più rossetto.
Così, per darle un tocco aggressivo e attualizzarla.
Bisogna stare al passo coi tempi.

A 'sto punto anche la cappella Sistina sarebbe tutta da rifare; i fisici di quella gente non sono abbastanza gonfi e non ci sono abbastanza nudi; se non c'è il nudo integrale e di bella presenza attualizzata/conforme ai vigenti canoni estetici l turista si rompe le palle e non va più a visitarla.

Proporrei anche un restyling concettuale, partendo dal nome: “Cappella Sistina”.
?
Abbiamo sdoganato le volgarità; prima le usavano gli outsiders e gli infelici (come me) per darsi un tono. Adesso che le cosiddette “parolacce” sono diventate parte integrante/fondamentale del nostro linguaggio, potremmo puntare in alto e ribattezzarla “Capocchia di Cazzo Sistina”, perché “Cappella” non è più volgare come venne progettato in origine, quando il pubblico era più facilmente influenzabile; a quei tempi non c'era Madonna che faceva le lesbicate su Mtv. Avevano la Madonna l'altra (il prequel), quella casta, pura, vergine partoriente, e se qualcuno si azzardava ad anche solo immaginarsela a fare lesbicate con divinità minori lo bruciavano sul rogo con un palo nel culo.

Non pensate che dobbiamo indire una raccolta firme affinché gli architetti della nostra esistenza si rimbocchino le maniche e restaurino ridigitalizzanzo tutto ciò che di antico e analogico è rimasto al mondo?

Perché non posso vedermi “Nosferatu” di Murnau o “Metropolis” di Lang in 19-D?
Sono una rottura di coglioni, visti in bianco e nero.
E poi sono muti.
Dio, che due coglioni.
Ma sapete cosa vuol dire vedere 2 film, da un ora e mezza l'uno, dove non parlano mai?

Sapete che fanno?
I personaggi parlano ogni venti minuti, e quando lo fanno lo schermo diventa nero e appaiono le scritte.
Ma vi rendete conto?
IO CHE SONO OBBLIGATO A LEGGERE I SOTTOTITOLI?
Ma dov'è la democrazia?
Perché non fanno il dvd rimasterizzato ridoppiato dal negativo originale passato nel platino con il commento del regista (che anche se è morto lo fanno fare a un altro regista che magari ha lo stesso cognome o che gli riviene parente)?

Come faccio a immedesimarmi in “Ladri di Biciclette” se, quando quello si fotte la famigerata bicicletta, la telecamera me lo inquadra dall'alto e da lontano?
Per l'epoca andava bene; oggi, se non mi fai la soggettiva in (più che) prima persona, con la steady-cam extrasensoriale al plutonio (per dare maggior effetto profondità alla rétina), come faccio a gustarmi la fuga?
E poi la fuga è breve, non dura neanche 15 minuti.
In un film d'azione se non c'è un inseguimento come si deve, che cazzo lo devo guardare a fare?

Torniamo al fisico degli attori.
Ma quand'è che faranno il remake di tutti i classici in bianco è nero?
Se decido di spendere un ora e mezza della mia vita guardando “La morte corre sul fiume”, voglio un cattivo con un torace che faccia provincia, pieno di tatuaggi, che la cosa più buona che ha fatto nella vita è squartare il ventre materno mentre veniva al mondo (talmente cattivo da fare egli stesso il cesareo alla madre).

Cosa cazzo ci faccio con Mìccium o come si chiamava? Ha dei tricipiti inesistenti. Ha quei tatuaggetti scemi “Love” e “Hate” sulle mani (neanche in faccia) che non fanno paura a nessuno. Non c'è una goccia di sangue per tutto il film e quando c'è la scena onirica in cui i bambini (che sono troppo grassi) discendono il fiume sulla zattera si vede chiaramente che il primo piano del ragno e della ragnatela è tutto palesemente finto.

Quando prendo l'autobus e l'occhio mi va sulle ruote, mi viene un nervoso che spaccherei tutto.
Perché non vola?
Dove sono i propulsori laser?
Se su “Ritorno al futuro” c'erano gli skateboard volanti, come cazzo è che nell'anno Domini 2013 dobbiamo ancora andare a ruota come gli australopitechi?

Perché devo prendere la Metro se c'è il teletrasporto?

Facciamoci valere: Svegliamoci.

È in atto un complotto contro il genere umano.
Questi signori che controllano il mondo vogliono che noi plebei facciamo tanta attività fisica, che ci mettiamo a leggere, che pensiamo con la nostra testa, che mangiamo sano e che ci accontentiamo dei vecchi film schifosi, quando loro hanno le tecnologie necessarie a ridigitalizzare in 47-D pure la croce di Cristo in Croce e farci vivere la vita più bella, ricca, comoda, felice possibile.

MORTE AL VECCHIO è il grido di battaglia.

Come tutti i grandi cambiamenti anche questo partirà da me, da te, da tutti.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”, diceva qualche maestro spirituale di cui non ricordo neanche il volto (attualmente esistono la media di 12 maestri illuminati per abitante del Pianeta).

Se vuoi che il mondo si rinnovi devi distruggere il vecchio.
Un buon modo per cominciare può essere andare di là nella stanza da letto, prelevare la nonna, collocarla nella tazza del cesso, tirare lo sciacquone e pregare che non si reincarni in un cyborg; a quel punto sarà anch'essa modernizzata e te la dovrai tenere tra le palle per sempre.

Pensaci.

martedì 4 giugno 2013

NOTIZIE DI OGGI (ANCHE SE L'HO SCRITTO IERI)

Ieri pomeriggio ho seguito una processione (pagana).
Un trenino di samba.
10 persone coi tamburi camminavano per il centro della Città (tutta sorridente, persino gli sbirri ridevano), suonando ritmi coinvolgenti.
Anch'io ridevo, e seguivo il gregge.
È stato magnifico; sembrava una rievocazione storica (involontaria) di una cerimonia maya.

Mi sono messo nei panni (nel costumino) di un azteco e ho capito che era un bel periodo per vivere, quello lì.
Era bello essere maya, fino a quando non è arrivato Merd Ghìbson per cristianizzarli (a pedate nel culo)

Non so cosa mi sta succedendo, ultimamente ho una paura fottuta.
Di cosa?
Di scrivere.
Se si tratta del blog, bene (tanto è solo uno sfogo che poi piazzo qui, sul web, e chi vuole può usufruirne, senza impegno), quando si tratta di narrativa va tutto a mignotte.

Ho paura dei miei personaggi.
Quando sono ignoranti, cafoni e sboccati mi diverte dargli vita, vedere cosa faranno.
Quando le cose si fanno un po' più serie... blocchi, dubbi, incertezze... pa-uuuu-ra.
Diopoooo.

Ma – giustamente – checcazzovenefregaaavoi, no?
Siete qui per farvi un paio di risate, no?
Vi capisco; non leggerei mai un blog che non sputa veleno.

E allora prendo il giornale e vediamo che cosa ci dicono i nostri padroni.
Proprio come tre, quattro anni fa, quando la domenica mattina mi svegliavo ancora ubriaco del sabato, andavo sul sito dell'Ansa e me la prendevo pure con la rotella del mouse del redattore.

Bei tempi.
Per fortuna andati.
E sepolti.

Alùra, c'è da fare una precisazione prima della valanga velenosa:
Abito in provincia di Verona (Valeggio sulla Minchia, per l'esattezza).
In tutti i cazzo di bar della provincia di Verona troverete solo, esclusivamente due giornali: L'Arena e la Gazzetta dello Spòrc.
Il che la dice lunga sull'orientamento antropologico culturale dei veneti; praticamente il mondo inizia dalla punta del veneto e finisce un po' prima del confine della fine (lì già cominciano a essere troppo terroni per essere considerati veneti).

Non è che ai veneti interessino solo i cazzi loro e della loro provincia; è semplicemente che, essendo questo, un mondo illusorio, i veneti sanno di per certo che al di fuori del veneto c'è solo Matrix, cioè un universo digitale illusorio, che non esiste.

Verona esiste; il resto è un illusione.
Neanche l'amore infinito è l'unica verità; solo l'Arena di Verona è reale, TUTTO IL RESTO E' ILLUSIONE.

David Icke dovrebbe cambiare il titolo del suo libro.

VAIII:

VERONA (e dove, sennò?!?!?!?), SVASTICHE SULLA SINAGOGA.
Che dire? In questa epoca del precariato, tutti possono cambiare orientamento politico, persino loro.
Questa è un modo di leggere la notizia.
Io parto sempre dal presupposto che ogni cosa può essere letta su più piani, perciò, se il giornale scrive questo titolo non vuol dire che l'articolo voglia dire solo questo, ossia che ci sono colpevoli da punire e innocenti poverini che si sono trovati i muri imbrattati; potrebbero essere stati loro a fare quei segni, e spiego anche perché.
Tutti i culti sono basati sulla venerazione del sole, non a caso Gesù è considerato un “Messia Solare”, così come tutti gli altri amichetti delle religioni organizzate dai governi per tenere la popolazione in schiavitù infantile-regressiva.
La svastica è un simbolo babilonese usato per rappresentare il sole. Che male c'è? Una croce e una svastica sono simboli diversi per rappresentare la stessa inculatura, perciò, è come se qualcuno avesse disegnato un crocifisso sulla fiancata di una croce cristiana.
Non è successo niente di grave, anzi, mi ha dato un idea: immaginate che bel vandalismo-non vandalismo sarebbe, andare in giro per negozi, centri commerciali, cinema ecc. e con lo spray nero scrivere (tipo) “Cinema” sulla fiancata del cinema, “Centro commerciale” all'ingresso del suddetto e così via. È un po' come a Milano 2 e Milano 3: c'è un laghetto? Affianco c'è un cartello con scritto “Laghetto”. C'è un ponte? La scritta “Ponte” troneggia lì affianco; magari qualcuno poteva vacillare nel dubbio.
Perciò mi rivolgo agli anarchici e ai punk (che, oltre agli scontenti politici, sono gli unici rimasti a fare i disegnini con gli spray sui muri) dicendo loro di fare questa bellissima cosa, cioè andare in giro a mettere i puntini sulle I, scrivendo con lo spray nero il nome delle cose. C'è un forno? Cazzo, l'insegna non basta; metteteci voi una bella scritta. FORNO. Scrivetela a caratteri leggibili. La gente deve sapere.
Eh.

LA RIPRESA E' LENTA CRESCONO I RISCHI (senza punti, senza virgole; fortuna che un giornalista doveva laurearsi; non sanno neanche checcazzo è la punteggiatura).

Ma: ripresa di che cosa? Cosa faranno, chiederanno più soldi in prestito e diranno che c'è stata la ripresa? Ok, ma quei soldi, come gli altri e gli altri ancora andranno pagati. E quando li pagheremo checcazzo succederà, un'altra crisi? Ma è logico, è come è sempre stato. Non cambia un cazzo di niente. Sempre la solita minestra. Il che significa che va tutto bene; finché lo status quo rimane quo, qui e qua possono farsi i cazzi loro, tanto quando tuo nonno è Paperon De Paperoni (un banchiere) puoi permetterti tante libertà più degli altri che non spacciano denaro.
Pensate che storia: è nato prima lo spaccio di denaro che quello di droga; nel senso: prima che l'uomo rendesse certe piante illegali (la natura è illegale, porcoddio!) l'oppio, la marijiuana e derivati venivano venduti /usati liberamente da un sacco di persone. Il denaro, invece, che non esiste in natura (e che è contro natura) lo spacciavano gli emissari del Re. E la gente lo acquistava. Perciò, è nato prima l'uovo o la gallina?
Secondo me è nato prima chi si fa delle domande del cazzo.

Ora c'è una notizia che non commenterò perché verrebbero fuori le mie solite cazzatelle anticlericali e sono stufo di fare l'adolescente arrabbiato.
Ma interessa riportare il titolo perché pare più una bestemmia: “GRANDE FOLLA PER LA MADONNA DI FATIMA”.
Quando ci metti di mezzo i santi sembrano sempre bestemmie, tipo, anni fa lessi un cartello: “FIERA DELLA MADONNA”; pensai “cazzo, che figata, ci vado”: mi sono immaginato che tu arrivi alla fiera, che di fatto è una fiera della madonna, e c'è tutta la gente che strilla in coro “sìììì, nguuula se prende bene, ci stiamo a divertì dibbrutto, è proprio 'na fiera della madonna, SIIIIIII”.
Come resistere a un posto così?

Adesso però faccio un piccolo “salto di campo”, perché sto scrivendo al bar e di fronte c'è un edicola che espone i titoli principali de “La Gazzetta di Mantova” e “Corriere di Verona”; di sicuro qui nel veneto non è arrivata la globalizzazione; se il mondo non esiste (tolta Verona e provincia) checcazzo vuoi globalizzarti?
Qui i veronesi dicono: - MA', il resto del mondo non esiste; se esistesse, se proprio vogliamo farlo esistere per gioco, mi immagino i polonordesi che mangiano polenta e i messicani che mangiano bigoli a pranzo e cena.

I titoli in prima pagina sulla Gazzetta di Mantova sono: il primo (lo riporto con la punteggiatura originale; mai mi permetterei di correggere un giornalista laureato): LADRI COL TELECOMANDO RAZZIA SULLE AUTO NEL PARCHEGGIO DELLA DISCOTECA.

Qualcos'altro?
Io, che sono ignorante, leggendo un titolo così scritto (e pensato), penso subito a una discoteca qualsiasi con un parcheggio pieno di auto dove però non ci sono automobilisti, soltanto un piccolo gruppo di persone che assomiglia alla banda bassotti, con tanto di mascherina nera attorno agli occhi, completamente strafatti di acido, che si aggirano per il parcheggio cercando di cambiare canale col telecomando del digitale terrestre.
Attimi di panico e frustrazione; uno si mette persino a piangere: - Capo, cazzo, perché non riusciamo a cambiare canale? Cos'è, si è rotto il telecomando o i televisori non funzionano? Guarda questo televisore a quattro ruote motrici; perché non cambia? Guarda, sto spingendo il tasto “4” e invece di Emilio Fede e il suo telegiornale spara cazzate non mi compare niente, solo un parabrezza e una carrozzeria nera - .
Manco un racconto di Ballard.
Poi: “RAZZIA SULLE AUTO”. I ladri dovevano essere inesperti.
Io farei una razzia dentro, all'interno dell'auto, perché sull'auto, SOPRA L'AUTO non c'è un cazzo, a parte il tettuccio e, toh, l'antenna della radio.
Ok, magari il proprietario si stava facendo una birra e l'ha lasciata a metà sul tettuccio della sua Mercedes, allora il ladro ruba, fa razzia degli averi del proprietario dell'auto in questione. Tolta quest'evenienza, non so che razzia si possa apportare alla parte superiore-esterna di una macchina.
E poi, questa storia dei ladri col telecomando diventa bieca; ma il telecomando era di loro proprietà? Se l'erano portato da casa o hanno rubato anche quello? E poi: il telecomando è stato “rubato”, “sottratto indebitamente” o è stato razziato? Se il titolo parla di razzia, probabilmente i ladri erano anche leghisti, di conseguenza razzisti (avendo razziato), e in più anche coglioni, perché se alla scuola di ladri gli hanno (sicuramente) insegnato che il bottino, il meglio di una macchina lo si trova al suo interno (esattamente nel cruscotto), checcazzo volevano rubare “SULL'AUTO”?
È davvero un mondo strano.

STRAVERONA, UNA FESTA IN CORSA.
Stavolta, chi ha scritto, è a conoscenza del grafema “,” (virgola), perciò il lettore, un attimino può rasserenarsi.
Per quel che mi riguardo, grazie a quella virgola, per la prima volta all'interno di un mondo giornalistico mi sono sentito capito, compreso.
Grazie.
Ma poi è normale che sorge il dubbietto: come fai a fare una festa in corsa?
Col fiatone io non riesco a festeggiare; è proprio una cosa meccanica.
Quando sono stanco non mi sento in possesso di sovrannaturali energie che mi consentano di godere appieno di una situazione festosa, in primo luogo perché mi girano i coglioni, in secondis perché alle feste io mi ubriaco, e sfido chiunque a godersi un mojito mentre corre come un dannato; è da girone dantesco: “E gli alcoolizzati erano condannati a correre in eterno col bicchiere in mano, e a non potersi godere i piaceri secondari della bevanda”.

MALTRATTA LA MADRE E FINISCE IN CARCERE.
Forse hanno coniato leggi che mi sono perso, nel frattempo. Nel 98% delle famiglie succede il contrario, i genitori maltrattano i figli, li stuprano-castrano psicologicamente; e nessuno va in carcere.
Quando succede l'inverso vai in galera.
Di nuovo conferma che la legge è uguale per tutti quelli appartenenti a una determinata fascia di reddito basso-bassa.

Adesso torniamo all'Arena, alle sue fantastiche notizie padano-centriste.

Ci sono due notizie (in prima pagina) il cui titolo inizia con “Mezzo”: “Mezza Europa sott'acqua” e “Mezzo secolo fa la morte del Papa del concilio”.
Mezzo + Mezzo = due mezze notizie, sommate insieme, danno una notizia di merda.

MEZZA EUROPA SOTT'ACQUA: è la teoria darwinista all'inverso: i batteri che diventano pesci che diventano rettili che diventano scimmie che diventano australopitechi che diventano commessi e operai che poi alla fine il ciclo involve, gli spuntano le branchie e tornano a vivere in ambienti idrofili; qualcuno ha deciso di immergerci nell'acqua, così, per farci stare più comodi nel nostro nuovo habitat naturale.

MEZZO SECOLO FA LA MORTE DEL PAPA... mezzo secolo fa?
50 anni fa?
Ma a me checcazzo me ne frega di uno che è morto cinquant'anni fa?
Il giornale non dovrebbe dare le notizie del giorno?
Ok, era un giorno anche quello, e quel determinato giorno i giornali scrivevano “Oggi è morto il Papa”. Stiamo tornando indietro nel tempo (poi dicono che la macchina per viaggiare indietro nel tempo è una cazzata). C'è già, la macchina del tempo: sono le menti dei giornalisti che ci fanno vivere nel passato. Io non dico di vivere il presente - sarebbe una cosa troppo zen e a noi non ci piace - però, cazzo, almeno vivere nelle prossimità cronologiche del periodo che stiamo attraversando direttamente in prima persona sarebbe carino.
Così, tanto per... no?

UNO SCIAME D'API IN CENTRO MOMENTI DI PAURA IN VIA ROMA.
Sti cazzo di veneti, sono diventati razzisti pure con le api; adesso ci hanno paura pure di loro. E di cos'hanno paura, che le api gli rubano i posti di lavoro nei call center? Che le api si ciulano un po' di telecomandi e te le ritrovi nei parcheggi delle discoteche a fare razzie sulle auto?
Se le api decidono di andare in centro a fare un po' di shopping, non è anche un loro diritto? Se vanno in centro, che cazzo te ne frega a te? Perché devi avere paura? Sono cittadini del mondo, come te. Se tu non gli rompi le palle loro ti lasciano nel tuo brodo. Anzi, sei tu che vai a ciulargli il miele e sulla “Gazzetta dell'alveare” mica stanno a piangere “Umano in centro della piazza della regina fa razzia sull'alveare 50 grammi di miele ciulati”.
Certo che siamo dei bei stronzi, noi umani, la specie più evoluta.
Evoluzione e paura non possono coesistere; se hai paura sei involuto.

FUORI STRADA IN MOTOCICLETTA GRAVI DUE VERONESI.
Da quando in qua fabbricano fuoristrada-motocicletta?
Cos'è, una moto con quattro ruote motrici?
Allora non è più una moto, è un veicolo che si eleva al rango di automobile, se ha quattro ruote.
Poi: “centauri”. …? Dove cazzo siamo, in un poema omerico? I centauri esistono solo nella mitologia. La mitologia si svolge nell'antichità; se in passato avevano le motociclette, e ci andavano in giro i centauri, allora è vera la storia che tecnologie aliene furono donate agli esseri umani.
Un altro modo di leggerla è: FUORISTRADA IN MOTOCICLETTA.
Prima c'erano i gay, persone che si accoppiano con persone del proprio sesso.
Poi sono arrivati i trans, donne che però hanno il cazzo e scopano gli uomini.
Adesso persino le creazioni tecnologiche si ibridano.
Ma è un loro diritto, perdinci: un fuoristrada lavora sodo tutta la settimana, macina km e km di asfalto e la domenica che fa? Si va a fare in giro in moto. Cazzo, cammina tutti i giorni, cammina cammina fino a tarda sera, poi si sente stanco. La domenica, per andare a farsi un giro (magari va a scambiare un paio di chiacchiere con le api, in centro), salta in sella alla sua bella Honda (sempre se il centauro che già c'era sopra glielo permette) e va a vivere relazioni meccaniche. Un po' come noi.
Che razza di tempi: prima il diritto di voto alle donne, adesso addirittura permettono a un veicolo di possedere un veicolo da usare come vuole.

Poi, andiamo alla prima pagina dopo la prima pagina, che sarebbe la seconda pagina.

DIFESA DI BERLUSCONI: RUBY MENTE, SOLO SCENE.
Tralascio la parte grammaticale e arrivo subito con un appunto personale, smaliziato.
Ci vantiamo di essere adulti e vaccinati (cioè coglioni; se ti fai vaccinare è come se vai da un dottore e dici “Mi eutanasizzi, la prego”).
Crediamo di non credere più a babbo natale.
Perché diamo ascolto, perché perdiamo tempo a pensare a queste cazzate.
Allora: io Ruby me la chiaverei. Molti se la farebbero; non é proprio un cesso da buttare via.
Lei, Ruby, passa una notte col presidente del consiglio, Berlusconi, una persona che è in grado di scoparsi 60 milioni di persone CONTEMPORANENAMENTE e... secondo te una bottarella anche a lei non gliela da?
Non raccontiamoci palle.
Comunque, anche fosse, checazzo me ne frega a me chi si scopa Berlusconi?! Saranno cazzi suoi?
Forse ho capito.
È la sindrome da tradimento, classica negli umani.
Quando uno scopa con te (o ti si scopa) scatta subito il trip del possesso: Lui/lei è mio/a.
Se la nazione si è sentita sedotta e abbandonata da quel latin lover pluri ottantenne, adesso è gelosa perché invece di scopare me, te, questo e quell'altro, lui se ne va con un'altra.
Spero solo che dopo Ruby non vada a scoparsi un centauro mentre uno sciame d'api gira il filmato abusivo da mettere su youtube.
A quel punto penso che berlusconi se la prenderà con l'ape regina comunista che è contro di lui.