domenica 25 dicembre 2011

UNA NORRISSIANA PAUSA NATALIZIA


FINCHE' CAMPA, PER GLI ALIENI NON C'E' DA PREOCCUPARSI






L'ULTIMO LIBRO DI DAVID ICKE VE LO CONSIGLIO; QUALCOSA IN LUI E' CAMBIATO. ORA E' PIU' SBARELLATO CHE MAI.
... E GLI VOGLIO SEMPRE PIU' BENE




Durante questa settimana, trascorsa piacevolmente, non è successo poi molto.

Ho suonato e letto tanto.

PACE.

Da quando sto meno incazzato i lettori aumentano; se volete andrea incazzato dovrete pagarlo.

Pagatemi e in cambio mi avvelenerò, come un dio serpente avvelenato.

Ah, l’altro giorno al bar ho sentito una bestemmia di serie A da oscar.

Il testo era più o meno: “qua non ghè un càzo. Sito màto, DIO MOSTRO”.

Per un natale coi fiocchi di neve smostrati.

Vi consiglio vivamente due libri

E venne chiamata due cuori, di marlo morgan

Il libro arancione, di Osho.

Grandi testi, grande pace.

Tanto amore.

Oggi vado a gardaland, non scrivo.

Volevo incollare qualcosa di inedito ma, rileggendo la roba che scrivevo anni fa mi è venuta la pelle di struzzo desquamato.

Così ho deciso di regalarvi, spero, qualche sorriso, donandovi il mio contributo a uno dei più grandi tormentoni della storia del web



CHUCK NORRIS FACTS




Chuck Norris osa dove non osano le aquile.
Continuamente.


I dipendenti di Sky, nonostante abbiano diritto ad uno sconto impiegati, possiedono tutti il decoder Chuck Norris con 1300 canali.
1299 canali sono dedicati alle arti marziali.
Il 1300 è dedicato al Suo culto ed è zeppo di messaggi subliminali.
Armati!


Il terreno sul quale è edificato, lo stesso Furstenhof, sono stati frutto della creazione di Chcuk Norris.
Poco dopo il miracolo, predisse che li avrebbe distrutti la notte a cavallo 21 e il 22/12/'12.

David Icke legge i libri di Chuck Norris, il quale rapisce gli alieni col suo pick up e gli presta le sue armi laser, a patto che gliele restituiscano integre.
Forse per questo gli Annunaki gli hanno donato una galassia ch'Egli usa come villino per il week end.
Con vista Nibiru.


L'universo è in continua espansione solo perché Chuck Norris chiude un occhio al riguardo.
Nessuno deve osare allargarsi come Chuck Norris.


Quando Chuck Norris vola in cielo per rilassarsi col suo jet privato, le scie chimiche starnutiscono.
Poi si ammalano.


Chuck Norris butta le pile in mare e ordina.
Lui non si inquina; si purifica.

Quando il cielo è a pecorelle vuol dire che Chuck Norris sta cantando “Nella vecchia fattoria” a suo figlio e il cielo si adegua per non contraddirlo.

La Smart di Chuck norris può portare 12 passeggeri.
8 per piano.

Il sudore di Chuck Norris può lenire al sistema immunitario del fluoro, annientandogli le ossa.

La piscina di Chuck Norris è giornalmente disinfettata coi fluidi vitali delle sue vittime.

Chuck Norris si è ammalato solo una volta.
Lo aveva deciso.
Si stava annoiando.

L'abat jour sul comò di Chuck Norris è la stella cometa.

Nel presepe di Chuck Norris tutti e tre i re magi sono bianchi, evangelisti e sono diretti al grand'hotel, a sei stelle, “Mangiatoia”, dove un certo bambin Gesù attende dal 23 dicembre dell'anno prima che il neo nascituro gli faccia una grazia.

Prima di essere approvati e cerimoniati da Chuck Norris, gli Illuminati si chiamavano Oscurati.

La borsa in pelle di serpente della moglie di Chuck Norris è ancora viva e velenosa.
Solo per i ladri.

Chuck Norris può dividere un atomo in parti uguali.
E ucciderlo.

Quando l'inconscio di Chuck Norris registra qualcosa quel qualcosa non ha più scampo.

Sugli scaffali della sua famosa libreria, J.R.Tolkien custodisce gelosamente la trilogia di Chuck Norris.
La trilogia di Tolkien, di cui Chuck Norris è in possesso, è costituita da tre libri più uno segreto, il quale non è stato mai letto dallo stesso autore.

Chuck Norris può possedere il demonio ma non lo fa.
Lo fa solo con le donne.

Una volta Chuck Norris è andato a visitare la statua della libertà.
Quand'è uscito il di lei test di gravidanza era positivo.

Con Mastercard Chuck Norris può comprarsi, a piacimento, altri anni di vita.
Gratuitamente.

Il pianeta terra non è altro che il punch ball su vasta scala di Chuck Norris.

La settimana scorsa hanno obbligato un microchip a farsi trapiantare un Chuck norris.
È esploso.

Durante il solstizio d'inverno il sole sembra fermarsi per tre giorni. Non si ferma sul serio; si prende il lusso di andare a lavorare nella serra privata di Chuck Norris, dove crescono 100 baobab.
Al minuto.

I tatuaggi hanno cominciato a farsi Chuck Norris.
E lui li annienta.
Nessuno può farsi Chuck Norris.
Nessuno.

Al collo Gesù porta un Chuck Norris d'oro, intento a tirare un calcio volante a girare, che lo osserva.
Aspetta una sua mossa falsa.

Tutti i tesori del Vaticano sono scarti della vasta collezione dei giocattoli d'infanzia di Chuck Norris

Quando il Titanic è affondato, dall'altra parte del mondo Chuck Norris stava giocando a battaglia navale.

Quando un cavallo della scacchiera di Chuck Norris invecchia Chuck lo sopprime.
Potrebbe farci delle bistecche; ci fa degli hot dog, mischiando all'impasto base frattaglie di Lassie, Rin tin tin e Beethoven.
All'occorrenza anche l'omonimo musicista.

I pesci rossi dell'acquario di Chuck Norris hanno branchie scolpite, pinne definite e si cibano prevalentemente di carne di squalo.
Vivo.

Una sera Allah, in visita dal suo guru Chuck Norris, decise di donargli 90 vergini per il suo harem.
Qualche istante dopo decise di farsi esplodere in nome suo.
Chuck Norris apprezzò il gesto talmente tanto che, mentre si scopava 89 vergini gli disse: - Toh, va', questa è per te.

La piramide di Keope fu costruita 2000 anni dopo quella di Chuck Norris, realizzata da Donald Trump.
Personalmente.
Con le sue mani.

Una volta ad una festa Chuck Norris si è ubriacato. Per scherzo lo hanno chiuso in una vergine di Norimberga autentica contenuta nella sala delle torture del padrone di casa.
La mattina seguente fu immediatamente ribattezzata “Donnaccia della Germania”

Quando hai un dubbio potrebbe essere Chuck Norris.

Chuck Norris ha peli sulla lingua e sa come usarli.

Chuck Norris ha torturato Patrick Bateman.

L'area 51 è il pied à terre di Chuck Norris; la leggenda se l'è inventata lui per non farsi disturbare.

lunedì 19 dicembre 2011

NON SEI UN CASCATORE, NON PUOI PERMETTERTELO; NON CI CASCACRE, TI FARAI MALE








Stiamo sprofondando in pieno trip prenatalizio.

Riemergiamone.

Ho sentito un cinese del mercato lamentarsi con una signora perché il tizio sei bancarelle dopo l’aveva copiato!

Vendere scarpe in un mondo di senza gambe è un insulto a sé stessi.

L’energia natalizia è distruttiva.
Non caschiamo nel trip delle energie.
Le energie non esistono, come non esiste niente.

Esiste dio?

Se non esistiamo neanche noi, perché dovrebbero esistere 3 lettere che identificano una cosa che ci siamo inventati noi… che non esistiamo?

Se una cosa non esiste come fa a inventarne un'altra che non esiste?

Ci sto cadendo.

Un grande filosofo ottomano, Platone, una volta profetizzò: “Un giorno sarò l’incubo di miliardi di studenti.
Ci azzeccò.
Maledetto.
Maledetto lui.
Che non esisteva.

Se tanto mi da tanto, cazzo faccio a fare le addizioni?

L’anno nuovo è alle porte, buttate via tutto, tutto il vecchio.
Buttate via ogni cosa con la quale potete identificarvi.
Una volta fatto, identificatevi con la persona migliore che è stata fica perché ha buttato via tutto.
Rifate il giro di boa.

Ritornare sui propri passi è essere perversamente nostalgici.

Stiamo suonando del buon, vecchio blues.
È roba buona.
È roba forte.
Ti stona.

Per allinearvi con lo spirito natalizio in maniera appassionata e del tutto deducibile dalle tasse, consiglio di guardarvi 3 grandi film.

Zaitgaist, di pìter Joseph (sì, proprio pietro Giuseppe), poi rocki ddue, di silvestro stallone, infine esseoesse fantasmi di non so chi ma con bill marrei.

Se mi manca un regista all’appello, è perché stamattina si è svegliato tardi e ha perso il pullman.

Se ci manca un regista, perdonatemi.

Il perdono è un ottimo escamotage natalizio per non sentirsi in colpa dell’inchiodato zombie che ritora ogni anno come laura freddi crugher di naitmer di ues creven, da non confondere con ues mongomeri che quello è negro e suona la chitarra, mica la cinepresa.

La vita è di per sé post moderna; gente che vive in un film, guarda film, poi un giorno si accorge che i film sono cazzate, che la vita è un film, e si sente importante perché pensa ecco, sono il personaggio di un film che guarda film e, rendendomi conto di guardare un film guarderò sì film, ma me li gusterò da un'altra ottica perché, sebbene ne faccia parte, so che non sto guardando film, non sto vivendo film, in quanto non esiste nessun film, tanto meno film nei film.

A meno che non stiamo guardando un fumetto di alan moore, o leggendo tòmas pìncion, che li è pieno di storie nella storia, di film nei film, solo che difficilmente in pincion qualcuno capisce di essere il personaggio di una storia che guarda film vivendo in un racconto ed esce dalla carta e se ne compiace e può godersi i film di noi umani.

Nel nostro grande piccolo siamo tutti preti e condanniamo la masturbazione.

La masturbazione è peccato.

Però poi ci caschiamo senza rendercene conto, vivendo giornate che sono pure e semplici masturbazioni mentali.

Che te le spari con le mani o con la mente, le seghe te le spariamo nel circoscritto, ristrettissimo campo dell’illusione.

E ci crediamo!


-Credi in dio?
-No, credo in me stesso.
-Quindi cambi il nome dei fattori ma il risultato è lo stesso.
-No, non è vero
-So solo che ti ho posto due domande e hai iniziato le risposte negando.
-No, non è così.
-E siamo a tre.

Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità.
Eppure quel giorno stavano tutti sul divano di fronte alla tivvì con la paura della ti bi cci.

Quando lo rimproverava, il padre di un mio grande amico gli diceva sempre: - E porta rispetto. E porcoddio non rìde.

Un giorno tutti saremo famosi per 15 minuti, solo che non ci accorgeremo dell’istante in cui la celebrità avverrà, ci sentiremo scontenti, e chiederemo alla vita di più, sempre di più.
Non è confortante?
È una di quelle sconfitte che vanno addolcite con un bel pranzocena da mecdònald.

Da mecdònald non ci si deve mangiare perché i stanno gli ogiemme.
Nei ristoranti normali non ci si può mangiare perché ci stanno i cibi che creano muco.
Dove cazzo dobbiamo magnà?

E chi ha detto che dobbiamo magnà, la scienza?
La medicina?
Il nostro cervello?

No figliolo.
L o dice la coop.

La coop sei tu.

Sei tu con sei miliardi di euro in meno.
Ma sei tu.

La coop sei tu.
Devi pagà le tasse, ma la coop sei tu.

La coop sei tu.
Devi dichiarà quanto guadagni all’anno, ma sei tu.

Proprio l’altro giorno analizzavo il nome di alcune marche di prodotti alimentari, slogan di catene alimentari e relativi nomi.

Catene alimentari… dal produttore al consumatore…
Mi sono sentito il lucchetto posto sull’ultimo anello della catena alimentare.
Ero felice: chiccazzo si mangia il lucchetto?

Sono strano perché sto leggendo i romanzi di Don DeLirio.

”Tao II la vendemmia”, ”Rigore stanco”, “Merdopòlis”, “Anderdòg”, “Bodipirsìng”, “Reining blòd”, “Grèit gions prìst”, e “L’uovo del cane”.

I romanzi di Don deLirio andrebbero studiati nelle scuole, perché nei romanzi di Delirio c’è tutto il necessario per delirare.

I romanzi di Don DeLirio vanno letti.
Sono meglio dei balletti di Don Lurio il lurido e ancora meglio delle tastatine extra parrocchiali di Don Giacomo (chi sa mi capisce ma, nello stesso tempo, chi sa farebbe meglio a dimenticare).

Una mela al giorno ti toglie di torno.

Babbo natale ti porta regali se stai alle sue condizioni.
Babbo natale è un manipolatore, framassone del 33esimo grado.
Una personalità pericolosa.
Ed è pure comunista.

Alla luce dei fatti, quest’anno dormirete un sonno tranquillo la notte del 24, sapendo che un tizio con un curriculum simile, e relativa fedina penale, farà ingresso a casa vostra mentre siete indifesi?

Come fa a entrare senza che voi ve ne accorgiate?
Essendo massone, dispone del paspartù di tutte le serrature del mondo.
E di potenti anestetici per agire alle vostre spalle addormentate.

Fossi in voi, ogni volta che mi recherei in ferramenta guarderei il negoziante con sospetto; se lui può fare una copia delle vostre chiavi di casa, e può creare una chiave che apre tutte le porte, quale condotta morale potranno mai avere le mutandine di vostra figlia, considerando che sicuramente è complice in contumacia di babbo anale?

Il presepe è ciò che si trova prima della serpe.

L’albero di Natale è un albero che non è tuo.

Che Natale se lo venga a riprendere, con quel nome pretenzioso che si ritrova.

Ok, la colpa è dei genitori, i quali gli diedero quel nome megalomane.

Però, evitate di tenere in casa roba che non è vostra.

I jete alla messa di natale.
Chiedete perdono.
Il perdono arriverà.
Ma non vi sentirete meglio.

Trovate un bravo astrologo, fatevi fare l’oroscopo per il 2012.
E dimenticate.
Se vi dice che andrà male, menatelo.
Solo così potrete avere problemi più interessanti di quelli che già vi siete creati.

lunedì 12 dicembre 2011

NATALE S.S.






Si sta avvicinando il santo natale.
È un periodo un po’ così.
Un po’ acccazzzo.

Se andate su wikipedia rimarrete sorpresi che non è un neologismo.
Acccazzzo singifica niente.

Andate a controllare.

Siete andati?



… proprio il genere di lettori di cui ho bisogno.

Non dovete MAI fidarvi di ciò che vi dicono.
Soprattutto se lo dice il sotto-scritto.
Cioè, uno che si scrive sotto, o che si sottoscrive, che persona può essere?

Dicevo che il natale è un periodo in cui nell’aria vibra un energia particolarissima.
È il motore di questo mondo, perciò dire che vibri “solo” a natale è una stronzata come il 99% delle cose che dico.

In tale periodo, esattamente questa e le due settimane che verranno, il senso di colpa radicato in ognuno entra in sintonia con quello degli altri al punto da rendere il globo una prigione vibrazionale che manco Clint Eastwood, dopo essersi sparato gli ormoni del conte di Montecristo, riuscirebbe anche solo ad avvicinarsi alla porta con su il cartello “uscita”.

“Natale” non è un nome proprio di persona maschile terrone singolare.

Natale è uno stato mentale, come il Texas di Lansdale.

Uno stadio mentale dove suonano rock star psichiche.

È il periodo in cui si soffre la colpa per la morte di Gesù, deceduto per salvarci dai nostri peccati (quali? Che so’ fatto? Personalmente, all’epoca, che ricordi, io non gli chiesi niente, tipo “Ti prego, muori per me, muori per noi”… non so voi…), il periodo in cui si fanno i bilanci, si tirano le somme.

Si tirano i grilletti… non quello della vostra fidanzata.

E si tirano montagne di coca.

COSA HO CONCLUSO QUEST’ANNO?
QUANTO HO GUADAGNATO?
SONO STATO ABBASTANZA BUONO?
HO RAGGIUNTO I MIEI OBBIETTIVI?

Realizzato che gli esiti sono stati più o meno negativi, in concomitanza con la colpa scaturita dal non aver mosso un dito per difendere il povero jesus inchiodatus cristus, gli effetti sono devastanti come un disaster movie di ultima generazione.


Aggiungeteci che ci shtà la crisi e ngì shtanno i soldi pe’ ffa i regali (il metro per misurare l’amore che riceviamo\proviamo per lo esprimiamo in pacchetti col fiocco)

Avevo pensato di scrivere un “Manuale per uscire illesi dal S. Natale”, poi ho pensato che devo mettere il MIO di culo in salvo, perciò i miei segreti li tengo per me.

E per chi me la da.

O per chi mi paga in contanti.
Pagamento anticipato.
E non osate insinuare che sia un fottuto avaro materialista.

LO SONO, PUNTO!

Però, visto che è natale, anch’io sono un semi umanoide, il senso di colpa già attanaglia la ciste che ho al centro del petto (proprio sul chakra della coglionaggine), voglio condividere con voi qualche piccolo escamotàj (si scrive così escamotage, no?).

Innanzi tutto (significa “davanti a ogni cosa”, per essere chiari e concisi come una guinness con le cisti ovariche infiammate) bisogna individuare sotto quale maschera l’ego cela il vostro personale senso di colpa.

TUTTO E’ COLPA, soltanto che ognuno la vede in maniera diversa, pensando che i suoi problemi siano unici, che nessuno (o quasi) possa capirlo, bla bla bla obladì ciucciaquà.

Mettiamo che il vostro simpatico ego vi faccia stare male perché…

Non avete abbastanza soldi per fare i regali alle persone a cui vorreste farlie, soprattutto, i regali che dovreste fare alle persone verso cui vi sentite “obbligati” per vari motivi tra cui… senso di colpa!!!

Dovete focalizzare nella vostra mente un mazzo di banconote da cinquecento euro l’una, alto una decina di centimetri.

Per raggiungere la felicità, uccidere il senso di colpa, il mantra che dovete ripetere è: “Coddio, quelli so’ miei, fanculo tutti”.

È il primo esercizio per elevarsi, riconnettersi col Padre.

Talvolta l’egoismo aiuta.

L’egoismo e l’eco terrorismo.

E il turismo (il terziario va rilanciato).

PROMEMORIA PER ME.
COMPRARE CARTA FORNO.

Scrivevo?
Ah, sì.

Mettiamo che siete preoccupati perché sta finendo l’anno e non avete raggiunto gli obbiettivi che vi eravate imposti, più o meno di questo periodo l’anno scorso, tra cui dimagrire, aumentare il fatturato, scoparvi la cassiera mora della Coop, quella col dente storto che vedreste un gran bene appoggiato al vostro glande, comprare una macchina nuova più veloce, ridare i soldi allo zingaro che vi ha incendiato l’auto vecchia come avvertimento per il secondo ritardo sul prestito fattovi per portare a cena la cassiera (che non ve l’ha data) per la quale avete tentato (fallendo) di farvi il fisico in palestra (entrando nella spirale dei beveroni proteici che vi hanno fatto guadagnare 10kg di tutto fuorché massa muscolare).

Dovete focalizzare (stavolta richiede un po’ di sforzo in più, e so che dopo tutta quella palestra parlare di sforzi, ancora sforzi dev’essere frustrante) una specie di quadro post moderno.

Focalizzate uno zingaro palestrato con un mazzo di banconote in una mano, uno Zippo e benzina nell’altra che sta tentando di tastare il culo a una cassiera mora che dovrebbe mettere l’apparecchio ai denti, al quale ha rinunciato perché s’è sputtanata quel denaro, destinato a rimettersi in sesto tutti e 32 i denti (di cui 3 deceduti, causa carie adolescenziale), in borse, scarpe e per abbonarsi alla Tonic, così da apparire più attraente agli occhi del vostro migliore amico (è a lui che vuole darla, non a voi).

Il mantra è: TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE. QUESTO CORPO NON ESISTE, NON PUO’ PROVARE IL DOLORE DELLE FIAMME, IL DOLORE DELLE COLTELLATE ALL’ADDOME, IL DOLORE DELLE PUGNALATE SENTIMENTALI AL CUORE.

Poi prendete lo zippo, la benzina e fate il resto da soli.
A quel famoso monaco servì.
… è finito sulla copertina del primo meraviglioso album dei Rage Against the machine.

Seppur piccola, sempre una vittoria, no?

In effetti, se non puoi goderti onori simili da vivo… ora che ci penso non è poi tutta ‘sta vittoria.

Come maestro spirituale sono una frana tipo L’Aquila.

Mettiamo che le paranoie natalizie nascano dal fatto che sarete costretti a presenziare a una micidiale cena\pranzo riunione coi parenti TUTTI, dalla prima alla sesta generazione, vecchi, decadenti, tristi, denutriti, avvelenati, sconfitti, arresi, inermi, impotenti, che però non hanno rinunciato al piacere di continuare a giudicare voi, le vostre azioni, per il gusto di farvi soffrire.

Focalizzate (senza dargli fuoco) la stanza dove il presunto ricevimento punizione avverrà.

Stipulate la lista di tutti gli ipotetici partecipanti, poi fissateli attentamente negli occhi come l’incantatore aggancia il serpente e ipnoticamente gli ordina: “Ti prego, non mordermi, ci faccio una figura di merda coi telespettatori”.

Li avete fissati uno a uno.

Al centro della sala riunioni dove avverrà l’infausto meeting, collocate un barile di altezza non inferiore al metro e mezzo.

All’interno c’è un liquido verdastro.

Poggiateci il polpastrello del dito indice della mano destra.

Ai ai ai.

Brucia?

Per forza, è acido.

Andate verso la tavola dove gli invitati sono seduti e stanno ridendo di voi, raccontando aneddoti come quello in cui avete raccontato che il polso che vi ha rotto lo zingaro del pizzo era una distorsione subita in palestra mentre facevate il curl art.

Oppure di quella volta che stavate accendendo il forno, vi siete alzati di scatto, avete sbattuto la testa contro lo spigolo del mobiletto e, mentre perdevate sangue e bestemmiavate tanto che i vicini, preoccupatisi per una “allarme rissa” hanno chiamato i carabinieri, per il nervoso avete dato un calcio al vetro del forno (che si è rotto) e vi siete recisi tre tendini più una vena abbastanza importante e, nel frattempo, il vostro cuginetto Luigino si è alzato in piedi mimando la patetica camminata da zoppo invalido incivile di guerra, quando stavate scappando dai carabinieri, i quali vi rincorrevano agitando i manganelli perché pensavano che eravate l’istigatore della presunta rissa che ha allarmato tutto il palazzo e, ciliegina sulla diarrea, s’alza la zia paterna e vi prende in giro, dicendo che vi aveva persino consigliato di comprarci una casa coi soldi del violento gitano, invece di abbonarvi ad vitam alla Tonic, per scoparvi operaie di seconda categoria.

Col sorriso dell’amore, dite ai parenti che vi è venuto in mente un gioco divertente, per fare qualcosa di diverso, evadere dalla monotonia natalizia.

Fateli uscire dalla sala, dicendo di entrare uno alla volta.

Finita di bruciare l’effige d’ogni parente nemico, prendete il barile, uscite in poggiolo e, ogni volta che un inquilino esce in terrazzo per assaporare le sventure della vita sottoforma di smog, rovesciategli parte del contenuto diritto in testa, scagionandovi con un sonoro “Ooops, che stupido”, urlandolo tanto forte affinché tutti lo sentano.

A questo punto, aprite gli occhi.
Recitate questo mantra.

Mamma, papà, nonne, nonni, zii, cugini miei: vi amo più da vivi che da liquidi, perciò penso che quest’anno me ne starò a casa, per il bene della vostra incolumità.

Ripetuto il mantra sei volte, prendetevi delle ferie anticipate, chiudetevi in casa, staccate il telefono.
Non mettete il naso fuori casa almeno fino al 20 gennaio.

Per il problema “fare la spesa” non disperate: è questo il momento che stavate aspettando per iniziare i digiuni purificatori di Ehret.

Non esiste momento migliore.

Non sarà facile.
Io confido in voi.

Di tutto quello che vi ho potuto consigliare, la cosa che più mi preme che vi rimanga stampata in testa è la parola ISOLAMENTO.

Il senso di colpa è forte, l’aria è satura di negatività e intemperie di molteplici nature.

Per risparmiarvi quest’immensa trapatura di coglioni, l’unico strumento di cui disponete è isolarvi dal mondo, tagliare i ponti col prossimo.

Una volta che sarete soli, in silenzio, vi accorgerete che i problemi di colpa, di denaro, di amore, lavoro e salute sono solo patetiche stronzate, confronto al digiuno di 30 giorni.

Come si suol’ dire: sconfiggi un male infliggendoti il male superiore.
Soffrirai, però potrai fare il fico con gli amici del bar.
Ovviamente dal 21 in poi.
Non prima.

… cazzo di proverbio è?
I proverbi sono da saggi.
Per questo non so formularne di narrativi.

domenica 4 dicembre 2011

EGO GEO






Durante gli ultimi stette giorni ho sottoposto il mio culo a una serie di azioni che sarebbero culminate nel rito svolto ieri sera, alle 21 circa, in una zona identica allo scenario delle simpatiche gesta del compianto Pietro Pacciani (se siete psico paranoidi come me, convinti che dietro a quei delitti ci fossero i Rosacroce, come sostiene il buon vecchio Paolo Franceschini non importa, a noi interessa il cazzo di scenario, non il pancione di Pietro o l’occhio sulla piramide dei Rosa).

Il pre-rito consisteva nello scrivere su di un foglio, per settanta volte: IO ANDREA PERDONO TE, MAMMA, PERCHE’ e, di getto, senza pensarci, dovevo schiaffarci delle cose che in passato mi hanno frizzato, tipo “sei stata cattiva”, “non mi hai voluto bene” e i vari bla bla bla che siamo convinti siano/siano stati la causa dei nostri mali.

Sette giorni di quella rottura di coglioni incredibile da toglierti il respiro.
Arriva un certo punto (a me è successo il secondo giorno) in cui, come svegliarsi da un sogno idiota, capisci che sono una massa di stronzate che al tuo ego faceva comodo che TU credessi vere, affinché ti tenesse incatenato alla “piccola folle idea” secondo la quale esiste la separazione, la divisione.

È stato parecchio scoglionante, anche perché, per quei venti minuti al giorno, ti devi mettere a tavolino per mischiare un calderone di merda che non vorresti vedere neanche a 10km di distanza col binocolo.

Nello stesso tempo è comico, mentre si scrive, rendersi conto delle perversioni che la mente partorisce pur di tenerti in uno stato di infelicità.

L’ho detto parecchie volte, lo ribadisco in questa sede: IO SONO FELICE, IO SONO POSITIVO, IO VOGLIO SOLO COSE BELLE, IO VOGLIO STARE BENE, sono cazzatelle che ci fa piacere dire a noi stessi, agli amichetti, ai collegucci di lavoro, per convincerci di ciò che è falso.

FALSO FALSO FALSO

STRONZATE STRONZATE STRONZATE

Bramiamo stare male, è la più meravigliosa tra le droghe legali che esistono, e ne siamo pienamente dipendenti.

Desideriamo rotolarci tutto il giorno nella merda della nostra merda e preferiremmo mille volte questo piutto sto che mangiare il nostro piatto preferito o farci una bella scopata.

Cerchiamo complotti, alieni distruttori di pianeti, genitori che non ci amano, crisi di governo, TUTTO PUR DI POTERCI METTERE NELLA CONDIZIONE DI: CAZZO CHE VITA DI MERDA, E’ UNO SCHIFO, NON POSSO FARE NIENTE, POVERO ME, NO, VI PREGO, LASCIATEMI SOLO, SOLO COL MIO DOLORE, VOGLIO STARE SOLO.

… un vaffanculo, no?

Che ti piaccia o meno, ogni azione che compi è finalizzata a stare male, a sguazzare nel letamaio di te stesso, a crogiolartici per sprofondarci ancora un pochino più giù verso il fondo e amorevolmente raschiarlo.

Ok, non sempre sempre.
Fai conto, almeno il 97%dei casi.

È cushì!!!

È parola di dio, è cosa buona e giusta, cosa buona e giusta!!!!!!

Ieri è successo un miracolo vero e proprio.

A confronto, le cazzatelle che si attribuiscono a quella mai esistita figura storica chiamata “Gesù” sono rancidi salatini dell’Eurospin serviti a svogliati ospiti radical chic presenzianti a una festa di serie –Z con tanto di quadri concettuali (scarabocchi) alle pareti color crema (pus).

Immerso nel poster di Pacciani, sono stato guidato in una piccola meditazione, poi ho dato fuoco ai fogli, separandomi dall’idea che “mia mamma di qua mia mamma di là”, mettendolo letteralmente in culo al mio ego, cioè alla vocina che hai nel cervello e che credi di essere Tu.

La vocina che chiami “sono i miei pensieri, io sono questi”.

Tutti ce l’hanno; se non l’avessi non saresti su ‘sto pianeta a guardarti tutta ‘sta merda.

Mentre venivo introdotto in uno scenario onirico sempre più astrale (a un certo punto ero in una bolla, sospeso nel vuoto, dalla quale vedevo la Terra dall’alto… ero fottutamente sobrio) avvertivo dapprincipio una sorta di malessere, poi esploso sottoforma di inutili, banali pensieri che mi stavano allontanando dal tempo presente.

Dovevo restare lì, fare ciò che stavo facendo, eppure l’ego escogitava sistemi per deviare la mia attenzione su questioni ridicole (cosa mangio stasera? Che ne sarà di me? E poi? E se non funziona? E se domani? E se madonna puttana?)

La prima “fase” di questo miracolo è stata che, nel momento in cui l’ego ha capito che stavo facendo sul serio, da piccole distrazioni buttate lì, ha iniziato a partorire vere e proprie schifezze deliranti, facendomi vivere sensazioni altrettanto deliranti.

Pur di non farmi essere lì, in quell’ADESSO.

A METTERGLIELO NEL CULO UNA VOLTA PER TUTTE.

Finito il rito ho provato un grande malessere; mandare ‘affanculo in blocco tutte le tue assurde convinzioni, tutto “ciò che sono” non è una cosa da niente, è come ammettere IO NON SONO QUESTO CORPO, IO NON ESISTO, TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE, NON C’E’ NIENTE DI REALE, NE QUESTI VESTITI, NE QUESTO MONDO, NE QUESTO UNIVERSO.

… pesantuccio, eh?

Ho pianto qualche minuto.

Tendevo a reprimere, poi ho capito che le emozioni represse diventano risse con l’automobilista davanti se non, nel peggiore dei casi, i famosi cancri che poi attribuiamo alle sigarette, alle radiazioni o ai panini di quello stronzone obeso ogm di McDonald.

Mentre tornavo a casa ho avuto l’illuminazione.

Cioè, non mi sono “illuminato” altrimenti, invece di stare qui a scrivere, alle quattro del mattino, sarei in giro a elargire perle di saggezza previo compenso economico a folle di amorevoli disperati.

Via via che i piedi acceleravano, in me si instauravano visioni sempre più tristi, sofferenti, melodrammatiche, un po’ troppo melodrammatiche, quasi da soap opera da casalinga frustrata e…

A – AH: TI HO BECCATO, BRUTTO PEZZO DI MERDA.

Voglio spiegarvela con un episodio dei Simpson; la spiego con un linguaggio che conosciamo tutti.

In una puntata dei simpatici portatori sani di epatite (il loro essere gialli non sono mai riuscito a spiegarmelo diversamente) in sintesi succede ciò: la famiglia Simpson si trova a dover affrontare una serie problemi e nessuno da più attenzioni (importanza) agli animali di casa, ul cane e un gatto.


Durante i primi giorni di quarantena affettiva, per riaccaparrarsi l’amore dei padroni, i frustrati animaletti si giocano la carta “senso di colpa”, lanciando micidiali occhiate languide (puntualmente ignorate).

Sull’orlo della disperazione i teneri pulcisi arrivano addirittura a suonare il pianoforte, a fare i giocolieri.

Arriva la parte bella.

Verso la fine dell’episodio, in abiti umani, si mettono a camminare su due zampe, dicendo con una voce cavernosissima: - VI VOGLIAMO BENE.

N.B. Uso cane e gatto per dare un volto familiare all’Ego, cosicché possiate focalizzarlo in un forma “concreta”.

Come nell’episodio dei Simpson, mentre tornavo alla maison, nell’istante in cui il “mio cane e il mio gatto” hanno capito che non me li stavo inculando di pezza (equivale a isolare i pensieri)… che hanno fatto?

SI SONO MESSI ABITI UMANI, HANNO CAMMINATO SU DUE ZAMPE E HANNO DETTO: TI VOGLIAMO BENE.

In sintesi:
smascherato l’ego l’ho visto per quel che è: un pietoso scemo senza senso che fa di tutto per attirare la tua attenzione.

Io, tu, TUTTI crediamo di essere il nostro ego.

Una volta che lo individui, gli dai un nome, inizi a percepirlo come “entità separata” crei una sorta di barriera tra ciò che sei (chiamatela “essenza”, chiamatela “anima”,fate come cazzo vi pare) e ciò che credi di essere (appunto, l’ego).

Più vai avanti nello smascherare l’ego, più crei separazione.

Arriva un momento, nel mio caso è stato ieri, che sei talmente lontano dall’ego che puoi vederlo in tutta la sua interezza: una cazzata!

Un bambino scemo, cattivo e viziato che fa di tutto purché tu gli dia retta, affinché possa manipolarti, facendoti fare ciò che LUI dice, contro la tua volontà.
Mamma mi compri il gelato? No? ECCO LO SAPEVO, SEI CATTIVA, NON MI VUOI BENE, BLA BLA BLA… sensi di colpa a mille; è l’unico modo di “punirti” che l’ego conosce, quando non soddisfi i suoi infantili capricci.

È stato sconcertante vedere come si arrampicasse sugli specchi, camminasse su due zampe, facesse il giocoliere, bestemmiasse patetici capricci pur di GUARDAMI, GUARDAMI, GUARDA COME SONO BRAVO, GUARDA COME SONO INTERESSANTE, IO SONO TE E TU SEI ME!!!!!

Ho pensato a tutti questi anni in cui sono stato schiavo di questa cazzata.

Ho pensato a questo mondo, a come cazzo lo abbiamo creato e ridotto… grazie a quel bambino scemo.

Poi ho riso.

E mi sono sentito fottutamente meglio.

Tendo a precisare: fin quando saremo incarnati in questo corpo fisico non potremo mai, MAI DISTRUGGERE DEFINITIVAMENTE L’EGO, neanche illuminandoci come un maestro.

Perché è ciò che siamo: ego incarnati in un corpo fisico che crediamo reale.

L’unica cosa che possiamo fare e prenderne le distanze, guardarcelo, farci una bella risata e poi diventarne alleati.

L’ego non è proprio merda merda; è come dinamite.

Puoi usarlo per creare o per distruggerTI.

È pura energia senza polarità; sei tu a polarizzarla in “positivo” o “negativo” e a usarla a tuo vantaggio/svantaggio (anche se odio questi aggettivi tipo “positivo e negativo”, perché sfociare nelle puerili pippe niueig dei miei coglioni è facile e rende tutto iper sminuito).

Se non altro, venerdì sera ho visto a teatro monsieur Antonio Rezza (lo spettacolo era Pitecus).

A spezzoni, su iutubb, avevo visto praticamente il 90% di Pitecus, ma è stato incredibile lo stesso.

Divertentissimo.

Se vi capita, andatelo a vedere, anche solo per sentire la sua voce e godere di come occupa lo spazio sul palco.

Ora vado a rimettermi a letto; avevo bisogno di buttare su carta tutta ‘sta robina.

Buonanotte.

Anche a te, mamma.

Ti voglio bene.

E te ne vorrò sempre.