mercoledì 28 maggio 2008

SAGGIO SU FRANCO E LA CATARSI CHE NON NE CONSEGUE


Siccome oggi mi hanno ridato il pc posto come un pazzo.
Leggetevi - sempre se vi va!!!- anche la storia dopo.
Veniamo a questo bruciatissimo saggio; ovvio che se conoscete Franco vi divertirete di più ma penso che un po' in tutto il mondo ci siano di questi fantastici posti.
Enjoy.
Franco è un piccolo alimentare situato in quel di Porto d'Ascoli, ridente cittadina costiera. Tutt'intorno è una serie di locali e bar. Come in tutte le località balneari l'estate si comincia a pregustarla in anticipo; diciamo che già ad aprile ti viene voglia di andare in spiaggia e tuffarti nella meravigliosa seppur putrescente acqua radioattiva.
In molti hanno fatto sì che Franco sia costretto a chiudere alle nove di sera. Giustamente vi domanderete: "se è un alimentare, grazie al cazzo che deve chiudere. Anzi, le nove è troppo tardi."
Per anni Franco, d'estate, è rimasto aperto tutte le sere, anche fino alle tre di notte.
Le sue birre andavano forte tra i giovani nativi della zona.
In effetti, una heineken fresca che costa 1,50€ (bottiglia da 66Cl) è un forte segnale sociale, riguardante degrado e turbe giovanili, ma questo è un dettaglio che andremo ad analizzare successivamente, sempre che questo sole non finisca di fottermi il cervello perchè, come dicevo prima, è da un po' che dormo con la finestra aperta, quindi figuartevi che razza di caldo tropicale sono costretto a combattere, armato solo di crema solare e un misero paio di pantaloncini acquistati due settimane fa ad una svendita di Piazza Italia, il negozio dove morti di fame come me vanno a comprare economici stracci sintetici dal sapore pecoreccio e vagamente cafon terronesco.
I ragazzi, fino a qualche anno fa, andavano da Franco, si compravano una birra (o qualche bottiglia di super alcolici) e si posizionavano liffuori, ove soavi panchine e un muretto di cemento chiedevano soltanto di essere sedute da fantastici sederi adolescenti. I giovani cominciavano a bere e, non avendo niente da dire, parlavano di quanto prendesse bene stare liffuori a Franco. Addirittura alcuni, inorgogliti dal'onirico amniotica situazione, non aspetavano altro che essere chiamati al cellulare per rispondere, col petto possente, proteso in avanti: - Come do' sto!? Sto quà a FFranco.
Da noi si tende a raddoppiare le consonanti.
Per tutta la sera, in quei tre metri di marciapiede regnava una sorta di pace tantrica, dove tutti esaltavano la propria condizione sociale, ovverosia ribadire il concetto di quanto sia impagabile passare una barocca serata di fronte a quel meraviglioso tempio di attività ludiche e bagordamente crapulose che è Ffranco.
Ovviamente non sono mancati guai con le forze dell'ordine; in giro si era sparsa la voce che Franco faceva concorrenza a tutti i locali circostanti, e se vi fate due conti è più che plausibile; un giovane, con pochi soldi, va laffuori a Ffranco, si fa due tre birre, poi va in uno di questi locali concorrenti e:
A) Consuma soltanto una patetica birra piccola
B) Entra nel locale, presenzia, si dilegua
C) Non va a presenziare da nessuna parte.
La drammaticità del punto C consiste in una non corretta fluenza dell'economia regionale, futura causa di malcontento generale, tossicodipendenza e prostituzione preoccupante ad ogni angolo residenziale.
Una sera è arrivata la guardia di finanaza lì a Ffranco e gli ha detto: - A voi vi pia bbè a sta liffuori a franco, - nonostante si trovassero direttamente sul luogo del delitto, - allora qui non ci potete stare perchè è pieno di genete di merda.
Nonstante ciò, l'attività di Franco è continuata indisturbata, tra fantastiche serate liffuori, dove tutti i giovani oltre ad essere presi bene, erano ancora più entusiasmati dal poter, ancora una volta, enfatizzare la propria condizione di avventori abituali dell'esercizio più in voga tra i giovani della costa.
In molti hanno dedicato alti tributi artistici (saggi, canzoni) al locale di Franco. Sì, "locale" perchè non si può definire un semplice alimentare, è molto di più.
Poi è arrivata la droga.
Gente andava liffuori a Ffranco chiedendo cartine.
Non trovandole si sono messi a scroccare i soldi per telefonare al tizio che vende le cartine. In molti si sono chiesti: - Ma se non hai portato un cazzo per farti, che cazzo ci vieni a fare quaffuori a Ffranco, - e ora che ci penso me lo chiedo anch'io. Addirittura tizi, aventi smarrito gli occhiali durante una "botta" da acido (o in seguito a una pantagreulica ingerita di alcool) si sono messi a scroccare occhiali, nonostante fossero le 23 di un'afosissima serata di luglio, dove il buio non era vera e propria tenebra ma le donne avevano optato per inquietanti pantaloncini che nulla lasciavano all'immaginazione, anzi, la annichilivano totalmente, proiettando gli inermi spettatori in un quantico vortice di orrore post adolescenziale, dal sapore dolceamaro, tipo quelle delle commedie italiane che non fanno ridere nessuno e non si capisce per quale motivo le venerano all'estero.
Ma andiamo ora, dopo questa illuminante introduzione, a snocciolare il concetto madre di questo saggio sull'alimentare di Franco (che pia bbè): IL FALLIMENTO.
Stando tutta la sera liffuori a Ffranco si inizia progressivamente a fallire.
Fallire per tutta la sera.
Ma: cos'è il fallimento?
Quand'è che inizia?
Quando finisce?
E' cedibile?
E' cumulabile?
Che effetti ha sull'organismo di un essere umano medio?
Apriamo il dibattito dicendo: molta gente, dopo aver passato liffuori a Ffranco tutta la sera, dopo svariate ore di prendimento di bene, torna a casa soddisfatta, adagia le proprie stanche membra sul letto e, guardando con aria sognante il soffitto, comincia a fantasticare su quanto gli ha preso bene stare liffuori a Ffranco a fallire tutta la sera.
Il fallimento vero e proprio, ovverosia quello che ti fa prendere bene e ti rende una persona temporaneamente migliore, sopra alle righe, comincia nel momento in cui si arriva in prossimità del bidone dell'immondizia posto di fronte alle cabine telefoniche che la gente usa per telefonare al tizio delle cartine. In un primo momento non si avverte il cambiamento; miosina e citosina continuano a svolgere le proprie funzioni in maniera impeccabile, seppur è riscontrabile una momentanea accelerazione della produzione di adenosintrifosfato (potenti Mysuring sono stati installati su cavie umane da laboratorio). Nel momento esatto in cui si passa oltre il campo magnetico del bidone (spesso e volentieri veicolo di scambio di sostanze illegali varie) avviene il processo di demistificazione quantica. Sempre tramite Mysuring si è misurato un calo del 75,45 % del quoziente intellettivo, precipitante verso il vuoto, dell'adolescente da laboratorio. Ma il momento cruciale del fallimento, l'attimo di realizzazione assoluta, avviene al contatto col fresco e corroborante marmo del blocco di cemento (fungente da panchina) posto liffuori a Ffranco. A questo punto neanche il Mysuring più avanzato riesce a riportare correttamente i parametri della produzione di sostanze da parte del cervello, senonchè, stranamente, il livello di endorfine schizza alle stelle, estasiando e ottenebrando temporaneamente le facoltà mentali della cavia che, con un'escursione termica corporea da guinness dei primati riesce a scordarsi un buon 43,55% delle basi grammatico logico temporali apprese nel corso degli anni. In poche parole il paziente dimentica, senza aver possibilità di recuperarle in un futuro successivo, tutte quelle conoscienze assimilate durante il corso della propria vita. Oltre a casi di depersonalizzazione e disturbo dissociativo della personalità psichica si sono verificati casi di amnesia temporanea; dei pazienti addirittura hanno scordato l'ubicazione del proprio domicilio, costringendo volontari (o forze dell'ordine) a dover indagare per ritrovare l'abitazione del giovane e riportarlo a casa sano e salvo.
Dopo ciò va detto che una quantità (mai inferiore al 5,46% ) di serotonina viene prodotta alla vista del mitico stappabottiglie attaccato,con antica corda,all'inferriata che costituisce il cancello del magazzino di Franco dove,in molti,pensano che si produca birra clandestina dal sapore notevole ma dagli effetti devastanti, come se per creare zombie ci sia bisogno anche di bere. Molti pazienti, in seguito ad allucinazioni mistiche affermano di aver visto non uno ben due stappabottiglie, quel che si chiama amore per l'esagerazione.
Scatta ora la fase della conversazione prematura e ingenua dove il paziente è convinto di intrattenere una conversazione concreta con gli altri avventori,quando invece dalle sue labbra escono soltanto lodi rivolte al locale e al suo simpatico seppur baffuto gestore. Ad esempio un ragazzo avrebbe voluto esprimere un apprezzamento nei confronti di una prosperosa e sanissima ragazza ma dalla bocca sono usciti fonemi sconnessi che, dopo un'accurata traduzione (tramite Traslator P 500/X , il più potente sul mercato),sono risultati questa sequenza di graemi: - PIJA BBE' STA QUAFFUORI A FRANCO, QUAND'è CHE ARRIVA MATANI?
Matani è la mascotte del bar, baldo giovane di dubbia provenienza.
Successivamente alla fase "conversazione prematura e ingenua" avviene il fenomeno della sublimazione psichica. La cavia, nonostante abbia già ingurgitato ingenti quantità di birra, avverte una tremenda arsura che lo costringe ad alzarsi e a recarsi all'interno dell'esercizio per acquistare altro materiale liquido. Nel momento in cui si alza, il distaccarsi dalla panchina (che ormai ha reso il giovane un vero e proprio satellite) provoca nel paziente un temporaneo, ma breve, senso di sgomento inspiegabile, in quanto i parametri di rincoglionimento non rimangono nella media, superandola abbondantemente. Non si è mai riusciti a spiegare scientificamente questo fenomeno; a molti piace identificarlo col nome "trauma temporaneo d'abbandono". Ora è la volta di "immutata variazione dei parametri alfa". Per dirla in parole semplici, il livello di fallimento non cambia, facendo rimanere il paziente ad alti livelli umorali, come un cane in autostrada, come in cerca della roba, avere la visione della morte.
Il contatto diretto con lo sguardo di Franco innesca un meccanismo di difesa chiamato "paura da sbagliato resto in euri" dove il paziente paga una birra con una banconota da dieci euro e si vede tornare troppo poco resto. In realtà, in seguito all'introduzione dell'euro, il cittadino medio si è ritrovato straniero in terra straniera, non riuscendo più a quantificare correttamente il valore dei soldi. Se paghi una cosa che costa poco con dieci euro (che per l'italiano medio sono 20,000 delle ormai ataviche lire) e ti vedi tornare indietro una miriade di monete, la cosa ti puzza, pensi che non sia possibile, che si debba essere verificato un errore nei meandri psichici dell'unico salumierebarmancassiere d'italia e soffri. Questa piccola falla sinaptica è dovuta allo scompenso di acido adenosindifosforico (da non confondere con l'acido adenosintrifosforico; ATP). Questo piccolo inconveniente si risolve quasi sempre in pochi secondi perchè Franco, avvalendosi dell'alta tecnologia della sua potetente calcolatrice Colorado Jack a energia solare, mette a tacere vari disguidi creatisi, aggiungendo bonariamente un: - Da quann ci stanno ssì cazzi di euro nci si capisce più gniente.
E si sorride; piccole quantità di morfina vagano nell'organismo del paziente, ora rincuorato e pronto per tornare a sedere sopra al suo (provvisorio) organismo ospite, al secolo "muretti di llà a FFranco".
Nel frattempo all'esterno dell'edificio possono essere cambiate molte cose; una macchina parcheggiata che prima non c'era o una donna che prima non c'era e adesso passa. Nove pazienti su dieci tendono a registrare oftalmicamente, in maniera fredda e digitalmente fotografica, la scena del momento. Lo shock traumatico di fronte ad un così repentino e inaspettato cambiamento, rende il paziente irritato e leggermente tremante, il che lo costringe a rialzarsi una seconda volta per dirigersi nelle vicine cabine telefoniche dove potrà contattare l'unica persona in grado di sedare i suoi dolori.
In molti pensano che l'uomo delle cartine sia un'invenzione dei potenti, per farci avere paura e controllarci come pecore. Alcuni sostengono addirittura di averlo visto ma, dei giovani che frequentano Franco non ci si può fidare più di tanto, in quanto tendono a crearsi un personalissimo universo parallelo, dove non esistono dolori, non ci sono orologi, il cielo è semper più blu e la vita sembra essersi fermata agli anni cinquanta, dove Happy Days non era un telefilm ma realtà nuda e cruda dove non avevi bisogno di una moneta per fare partire il juke box perchè bastava un pugno di Fonzie.
In seguito si è scoperto che Chuck Norris, con un pugno meno potente di quello del Fonzarelli, era in grado di fare partire i concerti a San Siro.
Ma questa è un'altra storia.
Le ore scorrono con la velocità di un treno abruzzese modificato, dalla rumorosa marmitta bucata e riempita di nitroglicerina, rendendo un comune Nos un patetico diversivo blando.
Lo shock provocato dalla chiusura della serranda di Franco, il relativo rumore di ferro su marmo, annichilisce la giovane caiva, facendola tornare (in parte) coi piedi per terra, distruggendole una grande quantità di neuroni.
N.B.: allegate al. presente saggio, lastre di abituali frequentatori; noterete come le zone centrali del cervello sono vuote per centimetri e centimetri.
In molti, non in grado di subire tanti shock filati, rimangono a sedere fino alla mattina successiva, quando Franco tornerà per riaprire, infondendo gioia nel cuore del paziente (seppur una presa di bene minore del 27,54%).
Andiamo ad analizzare la fase forse più importante: la DEFALLIMENTAZIONE.
Non sono uno di quei medici che usano paroloni fini al cazzo di chi se li è inventati per poi dire tutt'altra cosa; si chiama defallimentazione perchè, appunto, altro non è che il processo inverso della FALLIMENTAZIONE.
Il processo di necrosi avviene quando filamenti di guanina e citosina si allungano e l'adenosintrifosfato non viene più prodotto. E' per questo che l'organismo, dopo un paio di giorni dal decesso, comincia a putrefarsi. La defallimentazione è lo stesso processo della necrosi ma avviene quando il paziente è ancora in vita. L'unica differenza tra i due processi sta nell'organo colpito: la necrosi riguarda tutto l'organismo mentre la defallimentazione colpisce soltanto il cervello (in particolare la zona del lobo temporale). Ciò avviene nel momento in cui il paziente poggia la suola della propria scarpa al di là del marciapiede di Franco. Più si allontana dal lugo di perdizione, più il cervello è come se si autoimpacchettasse in una scatola nera di terrore e rifiuto della realtà oggettiva, dove un cane è un cane e non una bella figa cecoslovacca che si guadagna da vivere facendo la badante russa di un settantenne calabrese ricco.
Ora il danno è totale; il cervello ricomincia a registrare le cose per quello che sono (dopo che si era abituato, per svariate ore, a fare il contrario); potrebbe scattare un meccanismo di shock anafilattico, seguito da crisi epilettiche e intossicazione alimentare (quando la birra ingerita è scaduta da qualche settimana; non è vero che la birra non scade, fidatevi).
Pian, piano, dopo vari tentativi di chiavi sbagliate in toppe non appropriate, citofonate in case sconosciute, il paziente se ne ritorna a casa, apre il frigo perchè l'organismo gli richiede fortemente cibo solido ricco di sali minerali e vitamine (vista l'immotivata, forzata, prolungata e grave carenza autoindotta nel corso del periodo chiamato "permanenza là a FFranco").
Si spoglia, si sdraia sul letto e tutto torna come prima... fino a che non scatta un processo di ripristino parziale della memoria a breve termine, dove si rimembra lo stato di piamento di bene appena esauritosi, dopo diverse ore di vegetazione nel medesimo. E' adessso che avviene un'altro ispiegabile fenomeno di "produzione mediobassa di cellule fallimentari" dove quantità (mai inferiori al 37,22% ) di queste cellule tornano in circolo al paziente, annebbiandogli di nuovo la vista e facendogli tornare voglia di Peroni o Moretti, a seconda del livello di gradimento. Tendenzialmente, i patiti della forma fisica e della linea in generale tendono a consumare Moretti, in quanto la Peroni è talmente gassata da poter gonfiare una mongolfiera e farla volare da San Benedetto fino alla limitrofa Albania.
Il paziente si addormenta, per poi svegliarsi, distrutto e spaesato, parecchie ore dopo.
Ricomincia il conto alla rovescia, nell'angosciante attesa delle 23:00, ora ideale per tornare llà a FFranco e ridonare all'organismo la giusta dose di piamento di bbe' e una soddisfacente quantità di fallimento rigenerante.
Il presente saggio è stato scritto per dimostrare ai giovani di quanto sia dannnoso, nonostante pii strabbè, andare liffuori affranco a fallire tutta la sera, tornare a casa e pensare a quanto ha preso bbe' fallire liffuori affranco tutta la sera.
Quest'ultimo fenomeno è chiamato "METAFALLIMENTO"; è come il metateatro pirandelliano, ma meno palloso (suppur nocivo il 23,43% di più).

venerdì 23 maggio 2008

CAZZO SCUSATEMI

Porca troia ho ancora il computer a puttane e non posso aggiornare il blog... e c'è molto da scrivere.
C'è uno che, qualche post fae, mi ha detto di andare a lavorare .
Deve stare molto attento perchè io ho lo scudo di capitain america e insieme ad iron man andremo a casa sua a fargli il culo in nome della giustizia, della bandiera e di quelle zoccole che mai ce la daranno, dando il via a una catena senza fine di sms minatori dal carattere totalmente infantile seppur postmodernamente inquietante, come quella volta che ci scordammo come ci si siede e ci ritrovammo al prontosoccorso con le gambe dietro alla schiena e la gente non riusciva a capire ma divertita scherzava sul fatto che quell'autunno dell' 80 i joy division annullarono il concerto perchè ian curtis stava già tramando un metodo per togliersi di mezzo alla svelta, permettendo ai suoi familiari di incassare milioni con i 97 album registrati che, uno alla volta, ogni anno invadono le librerie ebree del bronx, il che fece sorridere anche l'architetto, intento a giocare con un dreidel rubato al negoziante di un negozio specializzato in menorah di seconda mano, lucidi e vitali in tutto il loro essere contortamente, seppur palesemente, dei pistoni della tromba, la stessa con la quale miles davis riscriveva le leggi basilari della musica, donandoci il be bop, genere musicale che pochi ascoltano e nessuno capisce, miles compreso che, dopo una corroborante cena in paradiso con pastorius e zappa disse: - A chi negro di merda? Ok, ora vi faccio vedere se pago il conto, - alchè i commensali si ritrovarono nella merda sul serio perchè il Dorsia, si sa, consta un occhio della testa di un polifemo qualsiasi, tradotto in trentaquattro lingue solo in Italia, e se ci pensi è divertente perchè l'italiano medio non parla una vera e propria lingua ma sproloquia dialetti, rendendo la nostra fantastica grammatica un guazzabuglio odiontoiatrico e buggaronescamente lezzosesco, per tutti quelli tesserati al partito comunista e contemporaneamente alla videoteca sotto casa mia che non è vero perchè c'è una lavanderia gestita da una cecoslovacca rumena che non si capisce bene da dove venga perchè qui da noi chiamano negri tutti quelli che non vengono dalla nostra fantastica penisola dove si mette un sacco di olio dappertutto e di fatti 100cl di olio hanno le calorie di 100g di pasta e se non muovi il culo diventi un fottuto lardone e ci stamo a fare gli svelti che la cucina mediterranea è la migliore di tutte e a me fa ridere perchè mi sono reso conto che, a parte mangiare, spacciare e fare la figura dei coglioni in tutto il globo, non siamo un cazzo: solo una serie di consumatori poco interessanti e malparlanti, non riusciamo a capire neanche cosa di dice un tizio che abita a tre ore di macchina da casa nostra e siamo tutti al nord e gli altri sono tutti terroni perchè si sa che un marchigiano si sente del nord quando, se ci vai a pensare, che cazzo cambia ed è una domanda ma il punto di domanda non lo metto perchè porco dio non bisogna mettere i puntini sulle i perchè mettere i puntini sulle i sarebbe discriminazione razziale nei confronti delle altre lettere, palesemente spoglie, però c'è da dire che la Q è una O con una gamba, il che vuol dire che può alzarsi, camminare e condurre una vita pressochè soddisfacente, lontana dal tran tran routinario della misera vita dell'alfabeto, se non fosse per quei lazzaroni massoni degli uffici postali che ci imbrogliano con pacchi minatori, che spariscono nelle loro loggie, suonando la tromba senza trombare all'atto pratico, perchè dovete ricordare bene che un essere umano come me, cioè io non lego con l'ego del lego, sarebbe troppo egocentristicamente egosita, seppur sia un edonista che non disdegna un induista travestito da sudista che si fa una sega guardando un alpinista che si sniffa una bella pista e sconfinando nel rap è successo un patatrac e tu dimmi che cazzo ci aveva in testa il tizio che si è inventato un'espressione così del cazzo, e mi verrete a dire "che cazzo mi dici allora di supercalifragilistichespiralidoso" e io prontamente vi risponderei che è stato Bush a invetanre quella parolaccia, per controllarci e per non farci andare dal mc donald, comunque posso dire fiducioso che significa che i super calli, cioè quelli grossi, sono fragili e sono anche spiritosi, nel dialetto di una frazione del territorio occidentale di oxaca in Messico, dove producono il Mezcal che fa più schifo della tequila ma ubriaca una cifra di più, perciò concludo dicendo "prendete il cervello di Einstein, dategli la tecnica di Paganini, spruzzategli le sinapsi con anfetamina allo stato puro, squotete il tutto per una mezzoretta, aggiungendo sucessivamente a picere gas e nitroglicerina e otterrete Thomas Pynchon; per leggere una pagina de L'incanto del lotto 49 ci vuole una mezz'ora che però ne vale la pena.
Alla prossima; cercherò di aggiornare il blog settimanalmente.

martedì 6 maggio 2008

ESPERIMENTI AMBIGUI



Così siamo andati all’ufficio miracoli per vedere cosa combinavano. Tutti ne parlavano bene, dicevano che quel posto era come una sorta di tempio metropolitano.
In Tibet hanno i monasteri mentre qui a Roma c’è l’ufficio dei miracoli.
In breve: entri, ti metti in fila dopo aver preso il numero progressivo (mica posso fare miracoli, eh!) e attendi il tuo turno. Quando sei di fronte al banco dell’architetto ingegner stregone supremo butti sul tavolo la mazzetta con le banconote e esponi il tuo problema.
Sull’annuncio è chiaramente specificato: mazzette.
Il termine sembra losco ma non lo è; l’ingegnere, cresciuto con genitori cattolicamente castranti, ha sempre subito il fascino di quei film di gangster anni cinquanta.
Preferiva Scarface di Hawks a quello di De Palma.
Ognuno ha i suoi gusti.
Di base la mazzetta doveva essere di 500,00€ tondi, in banconote da 5€ ( per farla essere ancora più voluminosa).
Poi c’era quella di riserva. Dovevi tenerla in tasca.
Lui sapeva che ce l’avevi ma faceva finta di niente; era parte del gioco.
In base alla grandezza del miracolo pagavi.
A prestazione.
Stando in fila, in quella fila, si possono sentire le richieste più allucinanti, imbarazzanti, che possiate immaginare.
Un ragazzo che vuole di colpo il suo tunnel all’orecchio grande il doppio, senza dover procedere ampliandolo progressivamente con gli appositi tunnel.
Gente che vuole la propria Fiat 600 acchittata come una Ferrari, sia esteticamente che internamente (motore, freni, ecc.)
Una signora che è stata in fila per tre ore col gatto putrefatto in mano voleva far tornare a vivere quella bestiaccia puzzolente.
Secondo me era una tattica per fare sparire della gente dalla fila, velocizzando il processo; arrivata di fronte al tavolo dell’ingegnere ha chiesto la laurea in due mesi per la figlia, mica la rianimazione del felino.
L’ingegnere si arrabbiò e invece di ambarabàciccicoccò la fece sparire con un solo gesto.
Dopodiché prese la macchina, arrivò sul comò e si scopò le tre civette. Con le palle svuotate andò di fronte alla figlia del dottore e gli disse: - Ma tuo padre che fa, guarda? Non dice niente alla figlia quattordicenne che fa già le cose a tre?
Lei rispose: - Fatti i cazzi tuoi. A me, quel che devo fare non me lo dice nessuno.
Polverizzò all’istante anche lei così, per puro capriccio.
L’ingegnere una volta è venuto a pranzo a casa mia e sapete che mi ha detto? Mi ha detto: - Quando ascolti della musica ma non sai che cazzo di genere è, dì sempre che è musica indie.
L’ho preso in parola e da quel giorno vivo meglio.
Durante quel fantastico pranzo a base di scaloppine di vitello e porchetta salmistrata alla banana imparai molte cose. Per esempio come far fruttare le azioni in borsa e uscirne illeso con la coscienza pulita, mica come quei broker coscienziosi che alla notte non riescono a dormire perché hanno mandato in mezzo alla strada duecento persone mentre loro erano in sauna a farsi spompinare da una ventenne avvenente che faceva quel lavoro part time soltanto per pagarsi i corsi universitari perché i suoi genitori prima l’hanno fatta e poi un bel giorno le avevano sputato su quel bel musino alla francese un ARRANGIATI grande come la porchetta che stavamo mangiando, mentre mia moglie provava a intromettersi nei discorsi senza successo, perché è risaputo che le donne sono simpatiche, belle, intraprendenti, ma stupide, di fatti lei, nella sua misera condizione si era permessa di chiedere all’ingegnere un cervello nuovo e lui per farla stare zitta l’ha accontentata all’istante, donandole un cervello degno del migliore Thomas Pynchon, di fatti il pranzo è continuato tranquillamente mentre lei se n’è stata tutto il tempo a leggersi “Infinite Jest” in ucraino, diceva che le stimolava l’essere, allora ho chiesto all’ingegnere se per caso le avesse trapiantato il cervello di uno schizofrenico.
E sapete che mi ha risposto?
“La risposta è soffia nell’aria”.
Da quel giorno comprai, volta per volta, tutti i vinili di Bob Dylan, anche i bootleg registrati con una penna a biro a trecento chilometri da dove si stava svolgendo il concerto, in nome della pace, dei bambini morenti e della figa che se la tiene stretta senza dar possibilità alcuna a nessuno di poter sbirciare dentro anche solo per un educato seppur fugace saluto di cortesia.
Alla fine, “vita sociale” è anche questo.
E la fila scorreva e mi chiedevo cosa volesse tutta quella gente. Il ragazzo dietro di me aveva un occhio solo; l’altra orbita era vuota ma sapevo che era andato a cercare qualcos’altro, tipo uno Zippo originale della prima guerra mondiale, quello talmente grande che sembra un portafoglio e più che sigarette potresti accenderci tranquillamente la fornacella che oggi come oggi è diventata barbecue.
Ma scusate, perché i nomi delle cose sono cambiati?
Barbecue.
Operatore ecologico.
Tour operator.
Account.
A volte mi sembrava di vivere in qualche altra parte del mondo, ma poi guardo il Colosseo e sospiro, convincendomi che non sia il portacenere di dio o di qualche colonia aliena che ha portato vita sul nostro pianeta, come recita il manifesto “Dianetics” di Scientology, religione alternativa per menti sveglie.
Una volta sono stato a una loro riunione.
Sono uscito da lì con lo scalda pane della Tupperware.
E un portachiavi.
Il mio turno si avvicinava ma la diarrea mi faceva pensare ad altro.
Willie Wonka e la scena dove si vedono le cascate marroni.
Gli svizzeri multati per una carta buttata a terra.
I compagni russi che arrivano in Italia, prendono il cestello prima di entrare nel supermercato, si fanno un giro, pensano “alla faccia di quello stronzo di baffone” e il loro cuore si apre quando si accorgono che una barretta di cioccolato non costa niente.
E allora spendono dieci euro in cioccolati di terza categoria.
Un popolo che si nutre di cioccolata, non è una buona alternativa per votare Berlusconi?
Mentre questo concerto interplanetario aveva luogo tra le mie sinapsi, ecco che arriva il mio turno.
- Salve ingegnere.
- Salute a lei, Herr Doctor. In cosa le posso essere utile? A proposito, la porchetta di quel fantastico pranzo svoltosi a casa sua due settimane fa era delizioso, anche se per tirare fuori dall’organismo quella porchetta ci ho impiegato un paio di bravi giorni.
- Si vede che era talmente buona che il suo organismo non ha voluto lasciarla andar via.
- Un po’ come due amanti alla stazione: lui sta per partire per il fronte e lei non gli lascia la manica.
- Bel paragone… anche se il confine tra servizio militare, merda e porchetta di mia moglie (ora cattedratica) non è così labile come si pensi.
- Sa che mi ha fatto riflettere su un argomento davvero intrigante dal punto di vista medico scientifico?
- A cosa allude?
- Si immagini: una porchetta ancora viva che caga, bacia la sua dama alla stazione e parte per il fronte, senza comprare cioccolata a sua figlia russa e declamando qualche nota divertente, presa da Infinite Jest, a sua moglie… non le sembra strano?
- Da quando ho scoperto che il mio vicino di casa, dopo soltanto due settimane di corso parastatale di yoga stipendiato, è riuscito a ciucciarsi il cazzo da solo, l’aggettivo “strano” mi ha perso parecchi punti.
- Di quale scala? Mercalli?
- Direi più la minore armonica.
- Quella di Malmsteen?
- Vuole dire che non conosce altri grandi chitarristi che la usano?
- E va bene, sono un nostalgico degli anni 80.
- Appunto: Jason Becker, David T. Chastain: ‘sta gente dove me la mette?
- Mai sentita.
- Ecco perché quando siamo andati al cinema a vedere “Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare” ha preferito avere un rapporto orale con la sua cagnetta Elisabetta.
- Lasci stare, che pensavo fosse un tumore invece mi grattavo perché quella deliziosa scrofetta mi ha attaccato le pulci.
- Guardi il lato positivo; non sarà mai più solo.
- A me bastava la gazzetta del venerdì.
- Ne è proprio sicuro?
- Sicuro come che il papa dà la paghetta settimanale a Bill Gates.
- Ne è sicuro?
- Ecco la ricevuta. Venti euro; gli ha anche detto di farseli bastare per tutta la settimana perché i soldi mica piovono dal cielo.
- Non piovono dal cielo ma il cielo è la scusa per farli piovere dalle tasche dei fedeli.
- Proprio l’altro giorno stavo guardando il telegiornale; la popolarità di padre pio è in ribasso, di fatti lo hanno riesumato, rifacendolo salire in cima alla top ten.
- Con quale singolo?
- E quale se non Padre pio padre buono di Donatello e Gigione?
- Adoro quando padre e figlio cantano insieme; dovrebbero incidere un unplugged stile Seattle o quella roba grunge.
- Ma le vecchiette non riuscirebbero a capire l’infinita magia che esplode fuori dalle corde D’Addario appena montante.
- D’accordo, ma prima o poi tocca a tutti.
- Se hai soldi no; potrai vedere i tuoi nipotini morire di vecchiaia.
- Com’è possibile?
- Proprio per questo mi sono iscritto a Scientology.
- Come si fa ad entrare; dalla porta di servizio?
- Ha presente quando alla domenica, sul corso, ci sono quegli stand dove non si sa mai che cazzo vendono?
- Certo.
- Ecco; se va lì, novanta su cento sono di Scientology.
- E che fanno a Scientology?
- Giocano a Pictionary.
- E chi vince?
- Chi ce l’ha più lungo.
Beccato; quel geniaccio del professore aveva colto nel segno, dopo che lo aveva precedentemente seminato, perché aveva ascoltato la fantastica canzone di Lou Reed “Perfect day” dove verso la fine dice “Raccoglierai solo ciò che semini” e quel “solo” è pregno di significato perché sta a sconsigliare di raccogliere la roba degli altri.
Potreste beccarvi una denuncia e l’amputazione del membro sinistro.
Ma questa è un’altra storia.
Ero andato dall’ingegnere proprio per farmi allungare il pene.
Da molte notti mia moglie accusava una “pedantesca cefalea” (dannato ingegnere e i suoi letterati cervelli sott’olio), così dovetti accontentarmi per molte lune della mia mano destra.
Non era una cefalea.
Era il mio biribirillo che non l’aggradava più come un tempo.
Quando invecchi la disidratazione è totale, gli organi si rattrappiscono e ti senti come di cartavetrata.
- La pregno ingegnere, mi serve un pene più lungo e soddisfacente anche dal punto di vista della tozzezza.
- Ma come cazzo parla?
- Come i giovani di oggi.
- I giovani di oggi non parlano; al massimo ciucciano.
- Come sanguisughe?
- Come troie assatanate. Comunque, è per questo che ha quell’espressione totalmente non rilassata?
- Ci ha preso in pieno.
- Sono sempre stato il più ammirato cecchino del mio corso. Tuttavia, non si disperi. Vede quello là con gli occhiali? Mi ha chiesto tutti i cofanetti di tutte le stagioni della celebre serie televisiva “Magnum P.I.”
- Ma non ho mai capito di cosa parli quel telefilm.
- Niente; un baffuto che scopa le fighe e fa arrestare i cattivi.
- E la gente paga per vedere questo?
- La gente paga anche per vedere persone scoparsi pesci.
- Non mi offenda.
- Mi perdoni: che cazzo ne potevo sapere? Comunque ho firmato una petizione per la liberalizzazione del mercato e dell’erotismo interspecie.
- Davvero?
- Certo. Ho pensato: se un politico può sfondare milioni di culi, un impiegato per bene non può farsi spampinare dal suo pesce rosso?
- Parole sante.
- Come padre pio?
- Di più; come Nek.
- Laura non c’è?
- È andata via dopo aver capito di avere una letale predisposizione al cinema di Notaresco.
- Eh?
- Le autoproduzioni tutte girate alla balera “Jolly” di Notaresco.
- Ah, quegli innocui documentari sul punk in Abruzzo?
- Proprio quelli.
- Se John Waters potesse vedere…
- Lasci stare.
Ci stringemmo la mano.
Era fatta.
Mi diede il manuale per l’allungamento del pene.
È semplicissimo.
Sono una serie di esercizi giornalieri che non ti portano via più di venti minuti.
Come prima cosa: non si deve pensare al pene come ad un semplice vasodilatatore.
Il pene è un muscolo.
Cosa si fa coi muscoli?
Si allenano.
Si poggia un dito (possibilmente il pollice, che è più pesante) - indovinate dove? - e si comincia a stringere e allargare il buco del culo, facendo fare al vostro amichetto su e giù. Col tempo, il pollice non basta più perché il cazzo ha accumulato tanta di quella potenza da potersi permettere addirittura una serata in discoteca con gli amici, tra cubiste fighe dodicenni e buttafuori parlanti ancestrali lingue calabro/abruzzesi.
Il secondo esercizio è psicologico: si deve intensamente pensare al traguardo da raggiungere, desiderarlo ardentemente come il principe di ogni romanzo “Harmony” desidera la pulzella sottostipendiata di turno.
Se non si riesce bene a focalizzare l’obbiettivo, il manuale consiglia di iscriversi ad un corso formativo per manager, di quelli dove ti fanno diventare l’autostima carnivora come un predatore venuto dalla Savana, terra di negri cazzuti.
A questo punto si è pronti per entrare del vaso di Pandora.
Non mi ero mai domandato cosa ci fosse dentro.
Ora lo so.
Pandoro Melegatti, il migliore.
A proposito: che fine ha fatto quella simpatica signora coi capelli a caschetto che ha popolato tutte le seghe della mia infanzia (mi sapeva di porno segretaria col frustino), facendomi diventare un fervente appassionato di Casa Vianello (la Mondaini è anche lei una bella porca)?
La gerontofilia è lo studio delle malattie dei gerani.
Così eccomi qui, dopo tre mesi di duro allenamento spartano, con un cazzo che ha fatto diventare mia moglie la scema di prima (ora non riesce neanche a leggere “Novella2000” in italiano) e riportato la serenità nella vita di mia figlia (che ogni tanto viene lì e mi dice: - Mi ci fai giocare un po’?)
Non glielo permetto.
Prima deve fare i compiti.
E come in tutte le fiabe che si rispettino, avemmo l’illusione di vivere davvero felici e contenti.
Fino a che mia moglie non si fissò con le televendite di Vanna Marchi.
Doveva assolutamente dimagrire perché un mago brasiliano le aveva detto al telefono che essere alti un metro e sessanta e pesare 44Kg e sinonimo di obesità.
Così eccomi qui, con settecento flaconi di American Diet Sistem New Formula Giorno&Notte.
Mangi e non ingrassi.
Dormi e dimagrisci.
Mia moglie è schiattata di cancro.
Mia figlia si è data alla droga e ai Tiromancino.
Io mi ritrovo con un cazzo talmente grosso che non so dove metterlo.
Ma tutte le sere, verso le otto mi guardo Jerry Scotti e penso che, tutto sommato, la vita è bella, come dice Benigni e i suoi tumori.

venerdì 2 maggio 2008

ECCOMI QUA; GENITORI CON PARSIMONIA

Figli miei, non ho potuto aggiornare il blog perchè ho avuto scazzi con la rete.
Non vi ho abbandonato.
Spargete la voce: il pezzente è tornato.
Aiaiaiaiaiai, purtroppo è una cosa tristissima ma fino a che abiti sotto allo stesso tetto dei tuoi genitori è così.
Ma scusate un attimo: i genitori, quando diventano tali, cessano di essere dei comuni esseri umani?
Una volta non erano persone anche loro con sogni pregi e difetti?
Una vita passata a consigliare, insegnare, vietare… ma non eravamo tutti alla pari?
Ok; quando sei piccolo hai bisogno di una guida e il più delle volte sono i genitori. Ma arrivato a una certa età hai ancora bisogno di una guida? Forse sì; ti affidi a Cristo, Sai Baba, Osho, e tutti questi qui.
I genitori sono per sempre genitori.
Questo potrebbe anche andarmi.
Non capisco perché si ostinino a dire che vogliono “dialogare coi figli”, quando partono con la ragione nel cuore e non vogliono sentire spiegazioni.
Oggi c’è stato uno scontro con mio padre: perché mi sono fatto un altro tatuaggio.
Secondo voi, a un uomo di cinquant’anni e passa, gli posso stare a spiegare un tatuaggio, oltretutto dopo che mi ha detto che l’ho fatto perché sono un esibizionista?
Sono andato in camera e ho fatto cento flessioni filate perché l’armadio l’ho già rotto.
Non mi sento più le braccia.
Ma com’è sta storia?
Lo so, lo so, è tutta una catena.
Però, porco dio, quand’è che si spezza?
Non farò mai un figlio perché questo mondo a parte merda e nulla non potrà dargli un cazzo di conseguenza sarebbe soltanto un atto egoistico (secondo me; non dico che chi fa i figli è un coglione). Ma mi piacerebbe essere padre soltanto per dimostrare una volta nella vita che le cose possono cambiare.
Ok; questa frase l’hanno detta anche i nostri genitori e… guarda un po’ qua.
Ma loro non hanno visto neanche la metà di quel che abbiamo visto noi.
Posso capire i loro genitori: hanno vissuto la guerra e si sono imbastarditi.
Sono stufo, a ventiquattro anni, di essere ancora trattato come un bambino perché, mi trattassero sempre come un bambino me ne farei una ragione ma questi mi trattano da bambino solo quando gli fa comodo.
E allora porco dio penso che qui c’è anche della meschinità.
Muri fuori di casa.
Muri in casa.
Almeno la muraglia cinese è fica da vedere.
I miei no.
Mi raccomando: non tatuatevi perché è da esibizionisti.
Per fortuna ora arriva l’estate; st’inverno come farò che il tattoo è sulla spalla!?
Come farò a mostrarlo in giro?
A questo punto non posso che ubriacarmi tutti i giorni d’inverno, di modo da poter andare anche a dicembre in canottiera.
Se sei bello il mondo è bello.
Ricorda figlio mio: un tatuaggio è un atto narcisistico; non avere mai letto un libro in vita tua a parte l’almanacco delle squadre di calcio è pura lezione di vita.
E non esistono contratti a tempo indeterminato.
E quel figlio di puttana di politico mi viene a dire che “i ragazzi italiani sono mammoni e abitano in casa fino a 40 anni”.
Spero di abitarci anch’io fino a quarant’anni a casa perché senza la mia famiglia, a mostrarmi il cammino in un mondo che neanche conosce, non posso stare.
Pensano di conoscere il mondo.
Poi mio padre mi chiede: “Cos’è l’mdma? Cos’è un piercing?”
E allora mi viene in mente un mozzo che insegna al comandante come si calcolano le rotte.
E mi rimetto a fare le flessioni; l’acido lattico distoglierà la mia mente da questa tristezza perpetrata ad libitum.
Fortuna che esiste la patente a punti!!!!!!!!!!!!!!!!!1