lunedì 12 dicembre 2011

NATALE S.S.






Si sta avvicinando il santo natale.
È un periodo un po’ così.
Un po’ acccazzzo.

Se andate su wikipedia rimarrete sorpresi che non è un neologismo.
Acccazzzo singifica niente.

Andate a controllare.

Siete andati?



… proprio il genere di lettori di cui ho bisogno.

Non dovete MAI fidarvi di ciò che vi dicono.
Soprattutto se lo dice il sotto-scritto.
Cioè, uno che si scrive sotto, o che si sottoscrive, che persona può essere?

Dicevo che il natale è un periodo in cui nell’aria vibra un energia particolarissima.
È il motore di questo mondo, perciò dire che vibri “solo” a natale è una stronzata come il 99% delle cose che dico.

In tale periodo, esattamente questa e le due settimane che verranno, il senso di colpa radicato in ognuno entra in sintonia con quello degli altri al punto da rendere il globo una prigione vibrazionale che manco Clint Eastwood, dopo essersi sparato gli ormoni del conte di Montecristo, riuscirebbe anche solo ad avvicinarsi alla porta con su il cartello “uscita”.

“Natale” non è un nome proprio di persona maschile terrone singolare.

Natale è uno stato mentale, come il Texas di Lansdale.

Uno stadio mentale dove suonano rock star psichiche.

È il periodo in cui si soffre la colpa per la morte di Gesù, deceduto per salvarci dai nostri peccati (quali? Che so’ fatto? Personalmente, all’epoca, che ricordi, io non gli chiesi niente, tipo “Ti prego, muori per me, muori per noi”… non so voi…), il periodo in cui si fanno i bilanci, si tirano le somme.

Si tirano i grilletti… non quello della vostra fidanzata.

E si tirano montagne di coca.

COSA HO CONCLUSO QUEST’ANNO?
QUANTO HO GUADAGNATO?
SONO STATO ABBASTANZA BUONO?
HO RAGGIUNTO I MIEI OBBIETTIVI?

Realizzato che gli esiti sono stati più o meno negativi, in concomitanza con la colpa scaturita dal non aver mosso un dito per difendere il povero jesus inchiodatus cristus, gli effetti sono devastanti come un disaster movie di ultima generazione.


Aggiungeteci che ci shtà la crisi e ngì shtanno i soldi pe’ ffa i regali (il metro per misurare l’amore che riceviamo\proviamo per lo esprimiamo in pacchetti col fiocco)

Avevo pensato di scrivere un “Manuale per uscire illesi dal S. Natale”, poi ho pensato che devo mettere il MIO di culo in salvo, perciò i miei segreti li tengo per me.

E per chi me la da.

O per chi mi paga in contanti.
Pagamento anticipato.
E non osate insinuare che sia un fottuto avaro materialista.

LO SONO, PUNTO!

Però, visto che è natale, anch’io sono un semi umanoide, il senso di colpa già attanaglia la ciste che ho al centro del petto (proprio sul chakra della coglionaggine), voglio condividere con voi qualche piccolo escamotàj (si scrive così escamotage, no?).

Innanzi tutto (significa “davanti a ogni cosa”, per essere chiari e concisi come una guinness con le cisti ovariche infiammate) bisogna individuare sotto quale maschera l’ego cela il vostro personale senso di colpa.

TUTTO E’ COLPA, soltanto che ognuno la vede in maniera diversa, pensando che i suoi problemi siano unici, che nessuno (o quasi) possa capirlo, bla bla bla obladì ciucciaquà.

Mettiamo che il vostro simpatico ego vi faccia stare male perché…

Non avete abbastanza soldi per fare i regali alle persone a cui vorreste farlie, soprattutto, i regali che dovreste fare alle persone verso cui vi sentite “obbligati” per vari motivi tra cui… senso di colpa!!!

Dovete focalizzare nella vostra mente un mazzo di banconote da cinquecento euro l’una, alto una decina di centimetri.

Per raggiungere la felicità, uccidere il senso di colpa, il mantra che dovete ripetere è: “Coddio, quelli so’ miei, fanculo tutti”.

È il primo esercizio per elevarsi, riconnettersi col Padre.

Talvolta l’egoismo aiuta.

L’egoismo e l’eco terrorismo.

E il turismo (il terziario va rilanciato).

PROMEMORIA PER ME.
COMPRARE CARTA FORNO.

Scrivevo?
Ah, sì.

Mettiamo che siete preoccupati perché sta finendo l’anno e non avete raggiunto gli obbiettivi che vi eravate imposti, più o meno di questo periodo l’anno scorso, tra cui dimagrire, aumentare il fatturato, scoparvi la cassiera mora della Coop, quella col dente storto che vedreste un gran bene appoggiato al vostro glande, comprare una macchina nuova più veloce, ridare i soldi allo zingaro che vi ha incendiato l’auto vecchia come avvertimento per il secondo ritardo sul prestito fattovi per portare a cena la cassiera (che non ve l’ha data) per la quale avete tentato (fallendo) di farvi il fisico in palestra (entrando nella spirale dei beveroni proteici che vi hanno fatto guadagnare 10kg di tutto fuorché massa muscolare).

Dovete focalizzare (stavolta richiede un po’ di sforzo in più, e so che dopo tutta quella palestra parlare di sforzi, ancora sforzi dev’essere frustrante) una specie di quadro post moderno.

Focalizzate uno zingaro palestrato con un mazzo di banconote in una mano, uno Zippo e benzina nell’altra che sta tentando di tastare il culo a una cassiera mora che dovrebbe mettere l’apparecchio ai denti, al quale ha rinunciato perché s’è sputtanata quel denaro, destinato a rimettersi in sesto tutti e 32 i denti (di cui 3 deceduti, causa carie adolescenziale), in borse, scarpe e per abbonarsi alla Tonic, così da apparire più attraente agli occhi del vostro migliore amico (è a lui che vuole darla, non a voi).

Il mantra è: TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE. QUESTO CORPO NON ESISTE, NON PUO’ PROVARE IL DOLORE DELLE FIAMME, IL DOLORE DELLE COLTELLATE ALL’ADDOME, IL DOLORE DELLE PUGNALATE SENTIMENTALI AL CUORE.

Poi prendete lo zippo, la benzina e fate il resto da soli.
A quel famoso monaco servì.
… è finito sulla copertina del primo meraviglioso album dei Rage Against the machine.

Seppur piccola, sempre una vittoria, no?

In effetti, se non puoi goderti onori simili da vivo… ora che ci penso non è poi tutta ‘sta vittoria.

Come maestro spirituale sono una frana tipo L’Aquila.

Mettiamo che le paranoie natalizie nascano dal fatto che sarete costretti a presenziare a una micidiale cena\pranzo riunione coi parenti TUTTI, dalla prima alla sesta generazione, vecchi, decadenti, tristi, denutriti, avvelenati, sconfitti, arresi, inermi, impotenti, che però non hanno rinunciato al piacere di continuare a giudicare voi, le vostre azioni, per il gusto di farvi soffrire.

Focalizzate (senza dargli fuoco) la stanza dove il presunto ricevimento punizione avverrà.

Stipulate la lista di tutti gli ipotetici partecipanti, poi fissateli attentamente negli occhi come l’incantatore aggancia il serpente e ipnoticamente gli ordina: “Ti prego, non mordermi, ci faccio una figura di merda coi telespettatori”.

Li avete fissati uno a uno.

Al centro della sala riunioni dove avverrà l’infausto meeting, collocate un barile di altezza non inferiore al metro e mezzo.

All’interno c’è un liquido verdastro.

Poggiateci il polpastrello del dito indice della mano destra.

Ai ai ai.

Brucia?

Per forza, è acido.

Andate verso la tavola dove gli invitati sono seduti e stanno ridendo di voi, raccontando aneddoti come quello in cui avete raccontato che il polso che vi ha rotto lo zingaro del pizzo era una distorsione subita in palestra mentre facevate il curl art.

Oppure di quella volta che stavate accendendo il forno, vi siete alzati di scatto, avete sbattuto la testa contro lo spigolo del mobiletto e, mentre perdevate sangue e bestemmiavate tanto che i vicini, preoccupatisi per una “allarme rissa” hanno chiamato i carabinieri, per il nervoso avete dato un calcio al vetro del forno (che si è rotto) e vi siete recisi tre tendini più una vena abbastanza importante e, nel frattempo, il vostro cuginetto Luigino si è alzato in piedi mimando la patetica camminata da zoppo invalido incivile di guerra, quando stavate scappando dai carabinieri, i quali vi rincorrevano agitando i manganelli perché pensavano che eravate l’istigatore della presunta rissa che ha allarmato tutto il palazzo e, ciliegina sulla diarrea, s’alza la zia paterna e vi prende in giro, dicendo che vi aveva persino consigliato di comprarci una casa coi soldi del violento gitano, invece di abbonarvi ad vitam alla Tonic, per scoparvi operaie di seconda categoria.

Col sorriso dell’amore, dite ai parenti che vi è venuto in mente un gioco divertente, per fare qualcosa di diverso, evadere dalla monotonia natalizia.

Fateli uscire dalla sala, dicendo di entrare uno alla volta.

Finita di bruciare l’effige d’ogni parente nemico, prendete il barile, uscite in poggiolo e, ogni volta che un inquilino esce in terrazzo per assaporare le sventure della vita sottoforma di smog, rovesciategli parte del contenuto diritto in testa, scagionandovi con un sonoro “Ooops, che stupido”, urlandolo tanto forte affinché tutti lo sentano.

A questo punto, aprite gli occhi.
Recitate questo mantra.

Mamma, papà, nonne, nonni, zii, cugini miei: vi amo più da vivi che da liquidi, perciò penso che quest’anno me ne starò a casa, per il bene della vostra incolumità.

Ripetuto il mantra sei volte, prendetevi delle ferie anticipate, chiudetevi in casa, staccate il telefono.
Non mettete il naso fuori casa almeno fino al 20 gennaio.

Per il problema “fare la spesa” non disperate: è questo il momento che stavate aspettando per iniziare i digiuni purificatori di Ehret.

Non esiste momento migliore.

Non sarà facile.
Io confido in voi.

Di tutto quello che vi ho potuto consigliare, la cosa che più mi preme che vi rimanga stampata in testa è la parola ISOLAMENTO.

Il senso di colpa è forte, l’aria è satura di negatività e intemperie di molteplici nature.

Per risparmiarvi quest’immensa trapatura di coglioni, l’unico strumento di cui disponete è isolarvi dal mondo, tagliare i ponti col prossimo.

Una volta che sarete soli, in silenzio, vi accorgerete che i problemi di colpa, di denaro, di amore, lavoro e salute sono solo patetiche stronzate, confronto al digiuno di 30 giorni.

Come si suol’ dire: sconfiggi un male infliggendoti il male superiore.
Soffrirai, però potrai fare il fico con gli amici del bar.
Ovviamente dal 21 in poi.
Non prima.

… cazzo di proverbio è?
I proverbi sono da saggi.
Per questo non so formularne di narrativi.

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