domenica 4 dicembre 2011

EGO GEO






Durante gli ultimi stette giorni ho sottoposto il mio culo a una serie di azioni che sarebbero culminate nel rito svolto ieri sera, alle 21 circa, in una zona identica allo scenario delle simpatiche gesta del compianto Pietro Pacciani (se siete psico paranoidi come me, convinti che dietro a quei delitti ci fossero i Rosacroce, come sostiene il buon vecchio Paolo Franceschini non importa, a noi interessa il cazzo di scenario, non il pancione di Pietro o l’occhio sulla piramide dei Rosa).

Il pre-rito consisteva nello scrivere su di un foglio, per settanta volte: IO ANDREA PERDONO TE, MAMMA, PERCHE’ e, di getto, senza pensarci, dovevo schiaffarci delle cose che in passato mi hanno frizzato, tipo “sei stata cattiva”, “non mi hai voluto bene” e i vari bla bla bla che siamo convinti siano/siano stati la causa dei nostri mali.

Sette giorni di quella rottura di coglioni incredibile da toglierti il respiro.
Arriva un certo punto (a me è successo il secondo giorno) in cui, come svegliarsi da un sogno idiota, capisci che sono una massa di stronzate che al tuo ego faceva comodo che TU credessi vere, affinché ti tenesse incatenato alla “piccola folle idea” secondo la quale esiste la separazione, la divisione.

È stato parecchio scoglionante, anche perché, per quei venti minuti al giorno, ti devi mettere a tavolino per mischiare un calderone di merda che non vorresti vedere neanche a 10km di distanza col binocolo.

Nello stesso tempo è comico, mentre si scrive, rendersi conto delle perversioni che la mente partorisce pur di tenerti in uno stato di infelicità.

L’ho detto parecchie volte, lo ribadisco in questa sede: IO SONO FELICE, IO SONO POSITIVO, IO VOGLIO SOLO COSE BELLE, IO VOGLIO STARE BENE, sono cazzatelle che ci fa piacere dire a noi stessi, agli amichetti, ai collegucci di lavoro, per convincerci di ciò che è falso.

FALSO FALSO FALSO

STRONZATE STRONZATE STRONZATE

Bramiamo stare male, è la più meravigliosa tra le droghe legali che esistono, e ne siamo pienamente dipendenti.

Desideriamo rotolarci tutto il giorno nella merda della nostra merda e preferiremmo mille volte questo piutto sto che mangiare il nostro piatto preferito o farci una bella scopata.

Cerchiamo complotti, alieni distruttori di pianeti, genitori che non ci amano, crisi di governo, TUTTO PUR DI POTERCI METTERE NELLA CONDIZIONE DI: CAZZO CHE VITA DI MERDA, E’ UNO SCHIFO, NON POSSO FARE NIENTE, POVERO ME, NO, VI PREGO, LASCIATEMI SOLO, SOLO COL MIO DOLORE, VOGLIO STARE SOLO.

… un vaffanculo, no?

Che ti piaccia o meno, ogni azione che compi è finalizzata a stare male, a sguazzare nel letamaio di te stesso, a crogiolartici per sprofondarci ancora un pochino più giù verso il fondo e amorevolmente raschiarlo.

Ok, non sempre sempre.
Fai conto, almeno il 97%dei casi.

È cushì!!!

È parola di dio, è cosa buona e giusta, cosa buona e giusta!!!!!!

Ieri è successo un miracolo vero e proprio.

A confronto, le cazzatelle che si attribuiscono a quella mai esistita figura storica chiamata “Gesù” sono rancidi salatini dell’Eurospin serviti a svogliati ospiti radical chic presenzianti a una festa di serie –Z con tanto di quadri concettuali (scarabocchi) alle pareti color crema (pus).

Immerso nel poster di Pacciani, sono stato guidato in una piccola meditazione, poi ho dato fuoco ai fogli, separandomi dall’idea che “mia mamma di qua mia mamma di là”, mettendolo letteralmente in culo al mio ego, cioè alla vocina che hai nel cervello e che credi di essere Tu.

La vocina che chiami “sono i miei pensieri, io sono questi”.

Tutti ce l’hanno; se non l’avessi non saresti su ‘sto pianeta a guardarti tutta ‘sta merda.

Mentre venivo introdotto in uno scenario onirico sempre più astrale (a un certo punto ero in una bolla, sospeso nel vuoto, dalla quale vedevo la Terra dall’alto… ero fottutamente sobrio) avvertivo dapprincipio una sorta di malessere, poi esploso sottoforma di inutili, banali pensieri che mi stavano allontanando dal tempo presente.

Dovevo restare lì, fare ciò che stavo facendo, eppure l’ego escogitava sistemi per deviare la mia attenzione su questioni ridicole (cosa mangio stasera? Che ne sarà di me? E poi? E se non funziona? E se domani? E se madonna puttana?)

La prima “fase” di questo miracolo è stata che, nel momento in cui l’ego ha capito che stavo facendo sul serio, da piccole distrazioni buttate lì, ha iniziato a partorire vere e proprie schifezze deliranti, facendomi vivere sensazioni altrettanto deliranti.

Pur di non farmi essere lì, in quell’ADESSO.

A METTERGLIELO NEL CULO UNA VOLTA PER TUTTE.

Finito il rito ho provato un grande malessere; mandare ‘affanculo in blocco tutte le tue assurde convinzioni, tutto “ciò che sono” non è una cosa da niente, è come ammettere IO NON SONO QUESTO CORPO, IO NON ESISTO, TUTTO QUESTO E’ UN ILLUSIONE, NON C’E’ NIENTE DI REALE, NE QUESTI VESTITI, NE QUESTO MONDO, NE QUESTO UNIVERSO.

… pesantuccio, eh?

Ho pianto qualche minuto.

Tendevo a reprimere, poi ho capito che le emozioni represse diventano risse con l’automobilista davanti se non, nel peggiore dei casi, i famosi cancri che poi attribuiamo alle sigarette, alle radiazioni o ai panini di quello stronzone obeso ogm di McDonald.

Mentre tornavo a casa ho avuto l’illuminazione.

Cioè, non mi sono “illuminato” altrimenti, invece di stare qui a scrivere, alle quattro del mattino, sarei in giro a elargire perle di saggezza previo compenso economico a folle di amorevoli disperati.

Via via che i piedi acceleravano, in me si instauravano visioni sempre più tristi, sofferenti, melodrammatiche, un po’ troppo melodrammatiche, quasi da soap opera da casalinga frustrata e…

A – AH: TI HO BECCATO, BRUTTO PEZZO DI MERDA.

Voglio spiegarvela con un episodio dei Simpson; la spiego con un linguaggio che conosciamo tutti.

In una puntata dei simpatici portatori sani di epatite (il loro essere gialli non sono mai riuscito a spiegarmelo diversamente) in sintesi succede ciò: la famiglia Simpson si trova a dover affrontare una serie problemi e nessuno da più attenzioni (importanza) agli animali di casa, ul cane e un gatto.


Durante i primi giorni di quarantena affettiva, per riaccaparrarsi l’amore dei padroni, i frustrati animaletti si giocano la carta “senso di colpa”, lanciando micidiali occhiate languide (puntualmente ignorate).

Sull’orlo della disperazione i teneri pulcisi arrivano addirittura a suonare il pianoforte, a fare i giocolieri.

Arriva la parte bella.

Verso la fine dell’episodio, in abiti umani, si mettono a camminare su due zampe, dicendo con una voce cavernosissima: - VI VOGLIAMO BENE.

N.B. Uso cane e gatto per dare un volto familiare all’Ego, cosicché possiate focalizzarlo in un forma “concreta”.

Come nell’episodio dei Simpson, mentre tornavo alla maison, nell’istante in cui il “mio cane e il mio gatto” hanno capito che non me li stavo inculando di pezza (equivale a isolare i pensieri)… che hanno fatto?

SI SONO MESSI ABITI UMANI, HANNO CAMMINATO SU DUE ZAMPE E HANNO DETTO: TI VOGLIAMO BENE.

In sintesi:
smascherato l’ego l’ho visto per quel che è: un pietoso scemo senza senso che fa di tutto per attirare la tua attenzione.

Io, tu, TUTTI crediamo di essere il nostro ego.

Una volta che lo individui, gli dai un nome, inizi a percepirlo come “entità separata” crei una sorta di barriera tra ciò che sei (chiamatela “essenza”, chiamatela “anima”,fate come cazzo vi pare) e ciò che credi di essere (appunto, l’ego).

Più vai avanti nello smascherare l’ego, più crei separazione.

Arriva un momento, nel mio caso è stato ieri, che sei talmente lontano dall’ego che puoi vederlo in tutta la sua interezza: una cazzata!

Un bambino scemo, cattivo e viziato che fa di tutto purché tu gli dia retta, affinché possa manipolarti, facendoti fare ciò che LUI dice, contro la tua volontà.
Mamma mi compri il gelato? No? ECCO LO SAPEVO, SEI CATTIVA, NON MI VUOI BENE, BLA BLA BLA… sensi di colpa a mille; è l’unico modo di “punirti” che l’ego conosce, quando non soddisfi i suoi infantili capricci.

È stato sconcertante vedere come si arrampicasse sugli specchi, camminasse su due zampe, facesse il giocoliere, bestemmiasse patetici capricci pur di GUARDAMI, GUARDAMI, GUARDA COME SONO BRAVO, GUARDA COME SONO INTERESSANTE, IO SONO TE E TU SEI ME!!!!!

Ho pensato a tutti questi anni in cui sono stato schiavo di questa cazzata.

Ho pensato a questo mondo, a come cazzo lo abbiamo creato e ridotto… grazie a quel bambino scemo.

Poi ho riso.

E mi sono sentito fottutamente meglio.

Tendo a precisare: fin quando saremo incarnati in questo corpo fisico non potremo mai, MAI DISTRUGGERE DEFINITIVAMENTE L’EGO, neanche illuminandoci come un maestro.

Perché è ciò che siamo: ego incarnati in un corpo fisico che crediamo reale.

L’unica cosa che possiamo fare e prenderne le distanze, guardarcelo, farci una bella risata e poi diventarne alleati.

L’ego non è proprio merda merda; è come dinamite.

Puoi usarlo per creare o per distruggerTI.

È pura energia senza polarità; sei tu a polarizzarla in “positivo” o “negativo” e a usarla a tuo vantaggio/svantaggio (anche se odio questi aggettivi tipo “positivo e negativo”, perché sfociare nelle puerili pippe niueig dei miei coglioni è facile e rende tutto iper sminuito).

Se non altro, venerdì sera ho visto a teatro monsieur Antonio Rezza (lo spettacolo era Pitecus).

A spezzoni, su iutubb, avevo visto praticamente il 90% di Pitecus, ma è stato incredibile lo stesso.

Divertentissimo.

Se vi capita, andatelo a vedere, anche solo per sentire la sua voce e godere di come occupa lo spazio sul palco.

Ora vado a rimettermi a letto; avevo bisogno di buttare su carta tutta ‘sta robina.

Buonanotte.

Anche a te, mamma.

Ti voglio bene.

E te ne vorrò sempre.

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