domenica 26 dicembre 2010

STORIA DI NATALE 2010: FINALMENTE. COPIA E INCOLLA SU DOCUMENTO PERCHE' QUI' E' ILLEGGIBILE E... AUGURI UN CAZZO!!!


L'APPROPRIATO RITRATTO DELL'INCONSCIO DI VARIE GENERAZIONI.
QUESTA E' PER NOI






TUTTA LA VERITA', I FATTI SONO REALMENTE ANDATI COSI'.
CI HANNO ILLUSO COL SORRISO, POI DATO UNA MASSICCIA DOSE DI UCCELLO NEL CULO. E NE ASPETTIAMO ALTRO. CHE MAIALONI INSAZIABILI!











NATALE 2010: LA VENDETTA DEI CADUCHI







Rod evolvette in un istante, come perforato dal folgorante mutamento, trascinandosi lo spessore dei vecchi dèi. Guardò dietro sé, constatando gli esiti dell'estinzione. Fumò una Pall Mall dedicando anelli di fumo a ognuno dei Padri. L'entrata in scena dell'uomo dal mantello viola elettrico lo paralizzò. “Cosa vuoi da me?”. Un cavo dell'alta tensione si spezzò in due, piovve una tempesta di schegge luminose sopra le pozzanghere di acqua grigia incastrata nelle aperture createsi sul manto stradale, rischiarando il crepuscolo di sole a mezzanotte. “È il momento”. Una serpe attraversò la distanza tra Rod e l'uomo del destino colmandola di certezza. “Vibro di stelle”, disse Rod facendo spallucce, scendendo dal bidone della raccolta differenziata dov'era seduto dall'inizio della fine.
“L'energia delle stelle ti rende invincibile. Ti desidera, il Firmamento?”.
“Solo metà della scelta è mia. Baderò al Volere. Erano pur sempre i nostri Padri”.
“Staremo a vedere. Io e te. Mi servi”.
Scostò il cappello di feltro, uno strattone sprezzante, come fosse uno degli altri scomparsi. Rod ammirava le scintille scendere dal cielo. “Sognavo un mondo diverso. Ci credevo”. L'uomo del destino sedé sul bidone affianco.
“Sopravvissuto. Sei sopravvissuto. Merito Loro?”.
“So come ci si ripara dalle tempeste”.
“Mi stai ingannando. Il tuo petto sta vibrando”.
“È l'ansia dell'Ultimo”.
“Non puoi saperlo”.
“È già successo ad altri. Vivono in me”.
Il mantello risplendé, ora che la corrente aveva cessato di essere uno spettacolo elettrizzante. La città era una macchia scura, confusa col cielo depredato dalle stelle. Un'esplosione di luce indefinita tirò il sipario sulla nebbia, riversandosi nel corpo di Rod. “Come pensavo. Vivi per Loro. Esisti grazie a loro”. L'asimmetria della sua testa s'intonava al buio predominante in ogni direzione di ogni dove.
Era reale.
Stavolta nessuno l'avrebbe ascoltata.
Il cielo s'aprì all'energia di una forza misteriosa. Bagliori nel buio. Per un tratto tutto parve tornare come prima.
Il portellone si aprì, l'indistinta figura scese sulla terraferma.
“Astronave Madre. Ci servi”.
Non c'era più l'uomo del destino. Poggiati dov'era seduto erano rimasti cappello e mantello.
“Sali a bordo. Astronave madre”.
“Io?”.
“Salire a bordo astronave Madre”.
“E no, su. Dai”.
“ASTRONAVE MADRE”.
“Essù, dai. Io? Perché proprio io?!”.
Sono diventato un professionista nel salto in lungo. Quando ancora ero un principiante senza speranza cadevo dal letto, bestemmiavo il primo dio dell'elenco, andavo a fumare una sigaretta, mettevo il ghiaccio sulla ferita o ematoma e fine dell'incazzatura. Senza esagerare, oggi posso dire di essere giunto a livelli da competizione agonistica interregionale. Le dita mi odorano di spezia dolciastra. Non ricordo d'aver consumato prodotti contenenti cinnamomo. La puzza emessa dalla cannella mi disgusta quanto l'odore degli sternuti altrui (a ognuno piace il suo). La cannella odora di catarro inzuppato con la saliva contaminata da Rhinovirus. Per praticità lo chiamiamo “raffreddore”; un tonfo giù in strada. Bestemmiano, al posto mio. L'auto diagnosi può aspettare, non ci credo ai germi di Pasteur. Faccio spuntare la testa dalla finestra intimorito, non capendo bene perché gli occhi percepiscano l'ambiente come un'ampolla di vetro innevata senza uscite. Cazzo, ha nevicato. Neve a natale. E io volevo smettere di imbottirmi di medicinali per il cervello.
Quattro anni fa il dottore mi disse, in sostanza, che dovevo curarmi il cervello. Ubbidii per convenienza. L'apatico abbandono donato dagli psicofarmaci è un bunker antiatomico brevettato, certificato. Non devi fare attenzione a cosa dire, le parole sbagliate semplicemente non compaiono. Farcito di medicine anti psicosi come un panino dell'Autogrill non hai bisogno di scegliere con cura argomentazioni, timbri vocali, selezioni per interlocutore ecc.
Sì.
No.
Sì e no.
Non puoi errare sui sentieri di chi ha errato arando un campo d'infanzia misofelice, piantato di “Vieni ad aiutarmi! Aiuto! Perché non fai niente, esci, mi sono rotta una gamba”.
Comportarsi da eroe non è indicato sul foglietto illustrativo. Miseriaccia birichina di una peripatetica passeggiatrice infestata puttana spanata persino nelle orecchie, non ho letto gli effetti collaterali. Superman, Spiderman, Fantaman, Sant'Antonio: paranoidi sotto severa cura farmacologica? Intravedo un buco interdimensionale, s'allarga a perdita d'occhio, luce, inizio a muovere un piede, poi l'altro, camminarle incontro, è la volta buona, abbandonerò questa dimensione di merda. Sorrido, porgo la mano. “Aiutami ad alzarmi”. Non capisco, forse sono davvero uno stupido. “Ti prego. Mi fa tanto male la gamba”. Perché proprio io?! “Aiuto, aiuto, aiutatemi”. Digrigno i denti, la musica di uno vibrafono suonato con da sega circolare. Un gruppo di persone si è fermato. Non intervengono. Aspettano il popcorn? Mi giro verso loro, cercando di essere teatrale quanto basta a smuovere le voyeuristiche coscienze di quattro gas anali paesani. “Perché nessuno aiuta la signora, poverina?!”. Due se ne vanno, atri cinque rimangono immobili.
“Aiutami. Perché non mi aiuti”.
“Le ho porso la mano”.
“Aiutami, non sento più le gambe”.
“Cazzo vuole? Ha rifiutato la mia caritatevole mano”.
“Gioventù, ai miei tempi rispettavamo gli anziani”.
“Mancavate d'originalità. Ora è meglio andarsi a ubriacare”.
“Non vuoi aiutarmi”.
“Vede quella gente là, sull'altro lato della strada? Stanno facendo la fila per salvarle la vita”.
“Mi spiavi dalla finestra. Sei sceso. Sei qui, continui a guardarmi ma non vuoi aiutarmi”.
Frugo in tasca, tasto il tabacco, cartine, filtri, chiavi del portone, chiavi della macchina, chiavi dell'inferno, tic tac, ancora niente, un fogliettino (lista della spesa del 14/12), un laccetto per capelli trovato a terra dopo aver vomitato sabato sera giù al Velvet con Tommaso...
TOMMASO, CAZZO, È LA VIGILIA DI NATALE!
Dolorosamente volto il capo, c'è lo spigolo del comodino a distanza ravvicinatissima, un incontro del quinto tipo tra uomo e legno di nulla fattura. Non distinguo più i sogni liberi dall'attività onirica gestita dallo stato e dalla polizia (servono la bandiera, il proprietario, coalizzati contro il cittadino ritardato che li stipendia aspettandosi giustizia e protezione), spacciata per vita vera, poi sentenziano, “Sei matto, questa è la realtà, non è un sogno, le illusioni sono altre, te le fai tu”, e mentre cerco di farmi capire, pur sapendo di avere 0 possibilità annuisco, inghiottisco un'altra caramella targata Rockfeller, spariscono i timori. Anche nel sogno volevo dare un calmante alla signora. Era caduta a terra, non voleva rialzarsi ed incolpava me di non averla aiutata.
Non ho imparato niente da nessuno dei due sogni...
... se anche ora stessi...
Mi do un pugno al lato della bocca. Capisco di essere perfettamente sveglio mentre ci metto sopra la borsa del ghiaccio e faccio il numero di telefono del bastardo, per vedere se è disposto ad onorare le Nostre tradizioni.
Tradizioni... sì. Combacia. Tradire la Natura per rifugiarsi nella confortevole illusione di sistematici atti reiteratamente ripetuti per tenere lento e lineare l'apparato più famigerato (il colon non dà tutti quei problemi). Eppure sono tradizionalista. Senza noi, senza il potere ridimensionante dei Giusti, la gente potrebbe anche credere di essere nel giusto. La gente pensa, cosa pensa la gente, cosa crede la gente.
NAUSEA.
Dobbiamo orchestrare le loro esistenze, celebrare le nostre, così vibreremo di stelle come il Rod Serling di due sogni fa.
Poi... estinzione?
Prima vedo che ne pensa mamma.
“Mamma?”.
“Cosa vuoi figliolo?”.
“Cambia registro, non siamo borghesi degli anni '70”.
“Non siamo neanche qui”.
“Ecco perché non mi odi”.
“Sogni il mio affetto. Mi piaceva saperlo”.
“Mi sottovaluti. Miro alle stelle”.
“Cosa vuoi, sto cucinando per oggi, per domani e forse giovedì”.
“Volevo chiederti se sei d'accordo con l'estinzione”.
“Se analizziamo quanto l'odierna società sia stata influenzata dal pensiero retrogrado dei filosofi del tardo ottocento ... oh, mi si sta bruciando il sugo. Fa' come ti pare, basta che non sporchi”.
E sia.
La spina del trasformatore sembra rovinata, le avevo detto mille volte di starci attenta. Inutilizzabile. Non mi ascolta nessuno, condannato ad ascoltare tutto di tutti. È karma in ribasso, pagare colpe delle vite passate. Non sono tesserato coi buddisti, non dovrei essere soggetto al giudizio, alle decisioni degli dei altrui. Il mio dio è Steven. Rispondo solo a lui delle mie azioni. Devo contattarlo per chiedergli cosa ne pensa.
“Pronto Stevie, sono io”.
“Uomo senza nome, ancora tu”.
“Sto meditando per l'estinzione”.
“Sei troppo duro con te stesso, per questo disprezzi gli altri. Specchi esseni”.
“Non sono troppo duro. Hai spezzato braccia a migliaia di persone”.
“Faceva parte del contratto. Rispettavo i miei nemici. Rompevo per denaro, tu esageri”.
“Una volta hai disgregato la faccia di uno colpendolo con una palla da biliardo nascosta nel fazzoletto solo perché aveva venduto droga a tua nipote. Poi io sarei lo stronzo”.
“Attento a usare maleparole, m'irritano l'aura”.
“Scusa Stevie. Ricominciamo. Domando, rispondi”.
“Spara”.
“Sono contro le armi”.
“Il tempo stringe”.
“E soffoca. DUNQUE, sei d'accordo? Li mettiamo a tacere?”.
“Opera come credi. Nella prossima vita la pagherai”.
“Ormai è una vecchia, sorpassata storia. Nuova incarnazione prigione concessa per scontare la precedente? Sarò più bastardo di prima. Comportandomi peggio non pagherò mai nessuna colpa, lasciando l'inconveniente al prossimo”.
“Ti disprezzo. Lo dico a Buddha”.
“Come ti pare. È il tuo datore di lavoro”.
“Hai ragione. Anch'io ho da imparare da te”.
Ricapitolando: mamma e Steven Seagal sono d'accordo. Ho il benestare del mio peggiore nemico, la benedizione del mio maestro spirituale. Inattaccabile, invincibile come un eroe mitologico, nessuno potrà fermarmi.
“Attento, non vedi?, ho passato lo straccio”. Mi fermo cinque minuti, contando le gocce d'acqua sul pavimento delle scale. Deve asciugarsi, altrimenti non posso passare. Farmi fermare da una vecchia è l'antitesi dell'immagine dell'eroe imbattibile. Spicco un vertiginoso balzo, fuggendo da ninja professionista. Fuori dal palazzo, sotto la neve serena, volano lame ingiuriose contro la mia persona, ferendomi allegoricamente le spalle.
Passa lo straccio e zitta.
Sono teso perché è successo tutto all'improvviso e non ho potuto capire, accettare, somatizzare. Tutto si sta accelerando, il corpo agisce da solo, evidentemente più preparato, pronto e reattivo agli stimoli di quanto fosse nelle generazioni passate. Ero in cucina a casa di nonna, le ho fatto notare quanto sia preferibile iniettarsi una dose d'eroina, anche tagliata male con veleno per i topi, piuttosto che passare l'esistenza a vedere quella massa di ipocriti bastardi che cantano e ballano senza sapere fare ne l'uno ne l'esistenza in generale. “Cazzo ballano?”, ho detto ridacchiando. Nonna è rimasta interdetta. Avevo il sospetto che fosse la classica vecchia rincoglionita parcheggiata di fronte alla tv tutto il giorno in attesa della mistica falce tuttavia, appurando che, come un tenero gattino sotto la copertina, nonna guarda le immagini muoversi senza capirne i significati (parlare di significati televisivi è molto simile a voler spiegare la legge dei ritorni accelerati a un ribosoma strafatto di crack), ho riflettuto sul (non)senso della vita. Vale la pena ostinarsi a esistere all'interno di una società come la nostra, mentre quelli vengono pagati per mal ballare e vomito cantare, scosciandosi di tanto in tanto, per la gioia dei vecchietti più arzilli che poi li ritrovano morti d'infarto nel cesso dell'ospizio con l'uccello in mano e la foto di padre pio caduta nel piscio versato a terra dal bavoso andato a cagare dieci minuti prima?
Tornato a casa, senza un motivo (ce ne sono trentacinque, in realtà) mi sono abbassato, ho dato una testata allo spigolo della maniglia della porta di camera mia. La nascita crescita del bozzo è stata immediata. Viola e immediata. Per festeggiare ho tentato di dare un pugno al muro senza fare rumore. Il dolore ti fa sentire più vivo, diceva qualcuno. Se vuoi morire, perché dovresti sentirti vivo? Mentre raccontavo di aver “accidentalmente” sbattuto contro il mobiletto del computer, sotto il quale m'ero abbassato per aggiustare dei cavi che non facevano contatto (cazzo significa?), si è accorta del sangue dalla mano ed ha optato per non guastarci le feste di natale.
Forse è come sentenzierebbe il classico psicologo: io sto cercando di attirare la sua attenzione perché le voglio bene e, se lei stesse attenta a me, io potrei gioire dell'attenzione, fin quando non mi sentirei osservato, poi seguito, poi sarà la volta delle manie di persecuzione, della paranoia. Delle droghe, della violenza. Dei figli abbandonati nei cassonetti.
Signori psicologi, siete davvero convinti che esistano bambini bisognosi delle attenzioni dei genitori? Mi puzza come il culo d'un lemming investito su un'autostrada del deserto da un pick up con le ruote incrostate di merda del coyote investito mezz'ora prima di fronte allo sfasciacarrozze col cane malato di “PRONTO, PRONTO, PRONTO, SMETTILA, SMETTILA SMETTILAAAA”
“Cazzo vuoi, Tommaso?!”.
“Sei peggiorato”.
“Ti sei laureato di recente, non lo sapevo, posso chiamarti dottore, fantastico”.
“Non prendermi per il culo come fai con te stesso”.
“Ed estimatore di Osho! Non volevo regalarti quello schifo di libro ma era l'unica via a due euro”.
“Ah, così ai tuoi occhi valgo due euro”.
“E quindici, con la busta”.
“Bastardi. Gli fai pubblicità gratis e tu devi pagare loro”.
“Roba da matti”.
“Ancora a sfotterti?”.
“Finiamola. Dobbiamo darci una mossa, il tempo stringe”.
“Ommerda, hai parlato di nuovo con Sensei Seagal”.
“Ci ho provato: dottore, se mi togli il Seroquel sei un barbaro, gli ho detto”.
“Stavolta avevi ragione”.
“Come sempre”.
Ci guardiamo per un istante infinito. Capiamo che un istante infinito non è più un istante ma una serie interminabile di... giorni. No? Se leggi un libro di Tolle capisci che è sempre Adesso, il tempo è un'illusione. Nell'immenso potere dell'ora, qui, ADESSO, ordiniamo due long island potenziati e mettiamo a punto il piano.
“Non per essere invadente... che ti sei inventato? Tre anni fa mettemmo fuori posto i citofoni di mezzo paese e gli ultrasuoni fecero impazzire tutti i cani che fecero un casino coi fiocchi. L'anno dopo ci truccammo da rettiliani, poi ci ritruccammo da umanoidi e, quando il malcapitato iniziava a farci domande fastidiose ci strappavamo la faccia per mostrare la nostra verde vera natura di Grigi provenienti dal pianeta Nibiru. L'anno scorso ti sei riempito di medicine e sei rimasto nel letto a fare amicizia telepaticamente coi maialini cuciti sul lenzuolo. Quindi?”.
Spartizione dei compiti.
Rassicurazioni.
Altri tre giri scaccia ripensamenti.
Ripensamenti.
Punto della situazione.
Linea della situazione.
Rette infinite che passano per il punto.
Niente da perdere.
Facciamo?
Lo facciamo.
Prove sorriso.
3.
2.
1.
...
-1
-2
-3
-4
“Basta countdown”.
“Tommy, Tommy, Tommaso. Non avessi te...”
“Ti rimarrebbero 199 amici immaginari”.
“I numeri dispari portano sfortuna. Tu sei un ottimo 200esimo”.
“Fottuto sia natale, coglione”.
Ci abbracciamo per separarci.
I negozi sono deserti di tartaro, catapecchie addobbate per nessuno. Riescono ad arrivare a fine mese senza reali guadagni e hanno anche denaro per ulteriormente imbruttire la strada; la tabaccaia ha installato un babbo natale meccanico a grandezza naturale in mezzo al marciapiede. Si dimena (il babbo) suonando un sassofono di plastica, Jingle bell versione afro funky soul yeeea, mi chiedo/chiedo alla voce nella testa come fa a sudarmi la fronte, ricordo quattro long island guerrieri, combattono il freddo di fine dicembre senza scomporsi. Mi fa male un gomito, sono un bimbo impulsivo, non posso continuare, basta, prendere a pugni (gomitate) parti anatomiche della casa, ci devo dare un taglio, devo darci un taglio, devo darmi un taglio in faccia per sembrare più cattivo (non ne ho bisogno, la cicatrice sotto l'occhio li fa scappare tutti), giocherello con le cuffie del lettore mp3, seleziono la playlist Sons of Anarchy per agire, morire da motociclista (mai avuto nemmeno il Ciao), elaborando il piano per farlo brillare oltre le vette luminose del sapere tramandatoci dai nostri antenati morti in cattività, far apparire opzioni come un piano di fuga se qualcosa va storto, non sono più lo stronzo di tre anni fa, sono inquieto al cubo, altro che quieto, è l'ultimo scherzo che posso permettermi, manco costasse soldi, il bancomat è pieno da che venni al mondo, la moneta più cara che c'è, peggio del dollaro, più aggressiva della sterlina, agghiacciante come l'Euro dopo 11 anni di debito pubblico compulsivo (ho spento il gas?), entro nel panificio, compro una pizza coi carciofi, sanno di cetriolo sotto aceto balsamico, sotto i sensori ottici speranzosi della bionda panettiera gnocca, dipendente di un'attività semi commerciale da pochi scontrini al giorno (in basso a destra c'è scritto “ricevuta fiscale numero 23; sono le cinque del pomeriggio). In vetrina del negozio di giochi c'è un cartellone pubblicitario monodimensionale da far accartocciare la pelle, una famiglia assemblata dal fotografo, felice e disonesta, telecomandi Wii impugnati da manuale, saltano ballano disputano gare di macchine anni '50 cantano le canzoni di Grease con l'omonimo videogioco saldato nella consolle, la tristezza sferza flemmatiche coltellate all'altezza del fegato, “Ci vuoi il ghiaccio?”, “No, liscio”, “Un long island senza ghiaccio ti viene otto euro”, “Più tequila, meno vodka”, “Sei a 5 alle cinque del pomeriggio”, “Tanti drink tanto lavoro”, “Sfotti?”, “È entrato qualcuno, a parte me, oggi pomeriggio?”, “Vigilia di natale, tutti a casa coi parenti, chi ce li ha”, “Gli altri anni facevi il pienone”, “Le cose stanno cambiando”, “Mi cambi un biglietto da 50?”, “Non ce li ho”, “Come pensavo. Vabbè', ciao, auguri di buon fallimento”, “Vaffanculo”, “Felice anno nuovo pure a te”.
Sto per suonare il campanello; suono il campanello. Me ne sto per andare, non c'è nessuno, però la porta si apre, odore di marijuana da 20 al grammo, le cose non quadrano, è odore di sugo, signora, dove hai comprato le spezie, al parco?
“Desidera?”.
“Il potere di dio. La parola del signore. Oggi è la vigilia. Di cosa? Perché festeggiare se non è successo niente?”.
“No, guardi, non ci serve niente, siamo cristiani, non ci interessa”.
“Il vero unico dio è Jebediah Springfield”.
“Chi?”.
“Il fondatore di Springfield”.
“Cos'è Springild?”.
“La terra promessa, la fabbrica di Duff”.
“Senta, ho da fare, è uno scherzo”.
“Il diavolo fa scherzi. E pure i coperchi. Io porto la parola del signore. Mi lasci entrare. Tre minuti, solo tre minuti per parlarti di me. Tre minuti, solo tre minuti per fidarti di me”.
Un carlino sonnecchia bavoso sul divano coverizzato da una trapunta rosso elettrico, un pugno a uno stomaco impreparato e dolente. “Bel cane”, mentre mi guardo intorno come un agente immobiliare all'ultimo stadio della psicosi da venditori di nulla. Mi siedo, si siede.
E adesso cosa mi invento?
“Devo usare il bagno”.
“... in fondo a sinistra”.
“Immaginavo”.
“...?”.
“L'ultima casa... oh, lasciamo perdere”.
Il bagno sembra uscito da una rivista. È il bagno di una rivista. Non esistono riviste che vendono bagni, casomai sembra un bagno uscito da un catalogo di bagni. Cerco ispirazione tra spazzole dentifrici al bicarbonato (denti più bianchi? Il bicarbonato di sodio corrode lo smalto dei denti). Tiro l'acqua mentre lei è seduta a braccia conserte affianco all'aborticino stravaccato sul peggior divano della storia dei cataloghi di divani.
Una sbirciata in cucina.
“Cosa doveva dirmi? Ho fretta”. Tiro su col naso, temporeggio con gli occhi, faccio far loro giro girotondo, poi li connetto ai suoi e siamo una cosa sola. “Senta... è il mio primo giorno”. Si rimette a braccia conserte. Forse è una maestra delle elementari, o una della municipale; sono le movenze di chi ha sempre da riscuotere.
“Sei un venditore, lo immaginavo”.
“Sì. Vendo un prodotto indimostrabile gratuito”.
“Gli altri... oddio... perché ti ho fatto entrare?”.
“Stai cercando la salvezza. L'anima degli smarriti gioisce con gli uomini di Jebediah”.
“Non ho mai sentito parlare di questa... religione?”.
“Siamo la chiesa del solo dio unico padre dell'uomo”.
“Lo dicono tutti”.
“Noi abbiamo ragione”.
“Lo dite tutti”.
“Noi siamo più tutti di tutti. Uno a zero, toh!”, detto col classico gesto di tiè.
“Maleducato, scostumato”.
“Non la sentivo dalle elemen... fai la maestra? Sei una maestra”.
“Tu... per favore, fuori di qui”.
Bastarda infarcita d'istruzione da quattro soldi. È andata male, sono un impreparato idiota megalomane fallimentare onanista mancato per handicap. Sto per dare un calcio al portone quando sento una porta chiudersi. “Dove sta andando?”.
“Stavo per uscire anche prima”.
Bingo!!!
Non ho forza, un buco nello stomaco, torride ascelle infestate da detriti primordiali simili a pelle deceduta. Un big bang di schifezze condensate nella parte superiore del corpo. Chissà sta andando a Tommaso. Dopo la morte dei genitori si è svegliato, la crisalide è divenuta zucchero filato multi gusto. Non è più il timidone stronzo pezze al culo sempre zitto e mosca (diceva la madre: “appena nato neanche piangeva: attendeva ordini). Per questo gli ho assegnato il compito più loquace, lontano da me, dalla mia preziosa inestimabile compagnia.
Un degno successore. Lo promuoverò.

Stamattina, verso le dieci e mezza, un'insolita foschia ha sovrastato il lungomare, riverberava nei miei occhi, rimbalzava sulla strada scivolosa e i raggi del sole erano definiti, distinguibili, tanto che ho dovuto mettere gli occhiali da sole, incapace di guidare con lame fotoniche negli occhi. Tuffandomi nel tunnel di luce, al suono di Beatles mai così natalizi, il suono delle onde che si infrangevano sugli scogli, scagliandosi con naturale violenza, ho provato sensazioni diverse dalle solite. In tutto saranno una decina, a rotazione. Ogni natale ho il batticuore per la storia delle visite a sorpresa. L'idea di non farla franca supera il tasso di stress comune. Non può sempre andarci bene. Sono incapace di contraddirlo, voglio troppo bene al mio giovane matto pazzo scoppiato amico senza cazzo. È stato un coglione ingenuo quando se lo distrusse contro il ferro del letto per aver dato retta a quell'idiota, che poi è anche finito in carcere per una decina danni. Ho deciso di avere un rapporto mai avuto con nessun altro in uno dei miei pochi sprazzi di istinto puro. Trasparenza e onestà sono le fondamenta. Parlare saltuariamente. Per non mentire bisogna limitare le parole, sceglierle con cura. Pare un incubo, poi diventa meccanico come tutte le altre azioni comuni. In giro non c'è onestà perché oggi non può più esistere, il castello di cazzate crollerebbe se solo quelle fottute 150 persone ai vertici del sistema mondiale iniziassero a dire la verità, svelare i trucchi della manipolazione di persona, in diretta televisiva. Questa è fantascienza. Dick, Asimov, erano solo futurologi intelligenti, travestiti da romanzieri per motivi ignoti, le loro “profezie” si sono avverate, si stanno avverando sotto i nostri occhi annebbiati dall'ultimo modello di telefonino tostapane frigorifero tutto insieme installati in un dispositivo da cinque pollici. Ho esagerato? Diamogli qualche mese, a questa patetica “evoluzione” , poi staremo a vedere cos'è la fantascienza. M
i stupivo di rado; non mi hanno stupito i loro rantoli quando mi supplicavano come bambini annegati in un lago di sangue pieno d'odio e pesci carnivori. Ne ho avuto abbastanza, anni e anni sulla stessa strada, stessa direzione. Ho cercato di parlarci, di aprirgli la mente; hanno continuato a utilizzarmi con lo stesso scopo a cui è servita la mia nascita. Sono un bidone dell'immondizia empatica per scaricare fallimenti, colpe degli altri, in particolar modo le sconfitte di mio padre e mia madre. Durante gli anni maledetti ce l'ho messa tutta, senza neanche un accenno di risultato. Di un felice epilogo. Il coltello è partito da solo, neanche mi ero reso conto d'averlo impugnato dalla parte sbagliata. L'ho capito alla fine, quando sono spirati soffocati dal loro schifoso viscido sangue e la mano mi bruciava tanto che l'ho dovuta ricucire con dieci punti. Neanche questo mi preoccupa. Sono le visite. Sarà un anno decisivo per me, per il mio amico, per gli abitanti di questo dannato paese vuoto a perdere. Mettersi a tavolino per discutere non è poi così difficile, eppure tutti hanno ragione, il signore è dalla loro, io io io io io me me me me me. Sono esploso e ho capito una banalità. Non è propriamente una banalità; avevo sopravvalutato la vita, sottovalutato l'ignoranza. Quando le parole non sono comprensibili, prive di efficacia, deve inesorabilmente innescarsi un meccanismo violento che travolga i colpevoli della disarmonia. Fa parte dell'evoluzione: anticamente sopravvivevano i più forti, i deboli venivano annientati. Il paradigma sociale si è stabilizzato contro natura, i mal messi sopravvivono grazie alla diavoleria chiamata denaro, la selezione naturale ha fatto un balzo verso il vuoto, andando a eliminare non più i deboli, bensì gli ignoranti. Se non capisci come stare al mondo e non vuoi che te lo insegnino, al pianeta servi ancora meno di ciò che servi: a un cazzo di niente. Prima del nostro massiccio avvento invasivo distruttivo, la madre Terra se la passava benone, in completa armonia, godendo dei suoi venti, dei suoi oceani, vulcani, rocce, animali.
Nessuno è innocente, siamo tutti colpevoli, nessuno merita una lacrima. Dobbiamo operare al posto della natura perché lei ha fallito. L'abbiamo resa ridicola, l'abbiamo smontata e lei non funziona più, non si ricorda cosa deve fare.
Ho paura pure se so che è una programmazione di vecchia data, inculcatami nel tempo con grida e schiaffi. Nulla può essere peggio di questo schifo. Le sbatto la testa contro il termosifone e crolla come una pera cotta. La lego, la imbavaglio, rimodello i parametri poi passo all'appartamento seguente. Per strada c'è il gelo della morte; ho caldo, tanto caldo. Spengo i riscaldamenti, faccio due chiacchiere di circostanza e quando mi offre completa fiducia, baciandomi con le labbra raggrinzite, la colpisco dietro la testa stordendola. Guardo i documenti con ribrezzo. Ha 70 anni, ne dimostra cinquanta. Un cassetto pieno di medicinali vari. Il paradiso di ogni tossicomane è in questo appartamento ai confini della realtà. Vede la vecchiaia come una malattia da sconfiggere, pazza schifosa omologata al pensiero comune dell'essere di mezza età medio. Gli infilo in gola un pugno intero di caramelle tossiche a casaccio, aspetto che soffochi nella sua paura di tutto, sperando che almeno punto di morte capisca una sacrosanta verità. Alcolismo, teledipendenza, assuefazione a persone insignificanti, terrore d'invecchiare, non sono malattie, solo uno strumento per misurare il valore d'una vita senza senso. Siamo la malattia di noi stessi e ci vogliamo eliminare per guarire. Le nostre cellule dovrebbero aver paura di noi. Forse già ce l'hanno, per questo invecchiano più rapidamente o impazziscono in sfavillanti tumori su tutto il corpo. Putrescenti ammassi di cancri attendono di essere riposti in una cassa di legno. E quel che è successo nel frattempo lo si chiama “vita”. Chiacchiere, chiacchiere, è un dono se sai farle fruttare, come in questo caso. Diffidenza spaventata, perciò immagino che mi lascino entrare perché ispiro fiducia col mio bel sorriso, il quale rimane stampato anche quando finisco di spegnere le loro vite spente. Piangere, implorare, non attacca. Se solo potessero entrare nella mia testa, provare una motivazione così determinata, il senso di totale giustizia, probabilmente tacerebbero, acconsentendo con profonda complicità, totale arrendevolezza all'evolversi dell'evoluzione. È ancora presto per parlare di tecnologie capaci di leggere il pensiero; in questo campo, basta uno sguardo per trasmettere mille concetti, diecimila parole, dodici bottigliate in faccia, un sorriso stupido aperto da guancia a guancia del macho dio patria famiglia sotto i miei piedi indolenziti a furia di pestargli le palle contro il pavimento decorato con mille schegge rilucenti sotto un patetico neon di un signor nessuno anima e corpo modificati per apparire più integrati agli occhi degli altri inutili esseri vuoto a perdere non riciclabili. Non credo che dalle nostre bottiglie di plastica ricavino qualcosa, devo vedere coi miei occhi, perciò sciolgo una bottiglia di Tè al limone negli occhi di madre e figli, ricavando una bruciatura sulla mano e la conferma della mia legge sull'inutilizzabilità dei sapiens sapiens.
Di nuovo in strada sento felpati passi dietro me, come se mi stessero seguendo, come se sapessero cosa abbiamo in mente io e il mio decerebrato amico rotto in culo. Gli consiglierò di eliminare i suoi genitori come ho fatto io. Sto meglio, mi è passato il mal di testa, non ho più quel senso di nausea esistenziale che mi ha accompagnato negli ultimi tre anni.
Meglio di ogni altra medicina.

Barcollo e mollo una scoreggia passando tra due signore indignate per la volgarità della natura (se ha progettato intestini accumula gas... insinuate che sia colpa mia anche stavolta?). “Cazo uaurdate”, trattenendo conati di vomito (ho esagerato coi long islblaaaaaaaa) senza successo, inzuppando una pelliccia di vera volpe. Rido di cuore mentre scappo lungo la strada, sotto lampioni sempre accesi, sentendomi un vendicatore da fumetto di serie A. Lei, schifosa patetica vecchiaccia tanto stupida quanto ricca, anche se indirettamente, ha fottuto la volpe, l'ha eviscerata privandola della vita e io le ho lasciato addosso l'odore dell'orrore di essere vivi a discapito di innocenti.
Gli altri animali non hanno colpa.
In queste condizioni non posso fare niente.
Architettato da me a mia insaputa per non arrivare fino in fondo? Buona ipotesi. Non ne sono pienamente sicuro bluaaaa, contro la vetrina di un negozio che più chiuso non si può. Mi metto a sedere poco lontano dai preziosi long islblaaaa sprecati, in vista dell'ondata paranoica di ogni volta che bevo troppo oltre tanto per non occuparmi delle responsabilità ma va bene così, ci pensa Tommaso. Il mio piano funzionerà, anche senza il mio appoggio.
Potrei far ricad...
Un pugno in faccia per tornare sulla strada dei giusti. Forse un po' troppo forte. Male alla mandibola, incapacità di apritura e serratura fauci. In piedi. Fontana. Testa, polsi sotto l'acqua gelata.
Lucido.
Lucida follia.
Odore di gas.
Tutto questo è troppo per me. Sovraccumulo di dati, troppi dati tutti insieme, il cervello sembra traballare, surriscaldandosi come un transistor prossimo alla fusione. La prima cosa che desideri dopo il primo passo mosso oltre la linea del punto di non ritorno è tornare indietro. Putrido e infantile come giochetto mentale; succede. È così. Una fanciullezza prolungata tutto l'arco della vita. Mi piacerebbe andare a vivere in Florida. La prescrizione di farmaci non è sorvegliata o limitata da nessuna legge. Essere in cura da una dozzina di dottori, farsi prescrivere tonnellate di pillole contro ogni dolore immaginabile (e inventato), strafarsi, stramegarifarsi, tirando avanti coi soldi ricavati dallo spaccio del surplus.
Se è possibile che si abbiano a disposizione farmaci “in più” rispetto a quelli che vorrei spararmi dentro.
Mi metto a giocare con un bastardino nero a chiazze grige in via Tasso. Scarto una caramella, gliela metto di fronte al muso. Abbassa la testa, va via. Una tipologia di animali abituata a mangiare la merda nei cassonetti rifiuta una golosa e deliziosa caramella. Magari non è così buona come pensiamo. Se hanno i sensi amplificati, probabilmente fiutano schifezze precluse al nostro limitato olfatto.
I sensi mi fanno senso più della vita.
Un'altra tirata di ossicodone, non sentire dolore.
“Chi è ”.
“Sono l'uomo dei sogni, baby”.
Entro per un pelo, era quasi riuscita a sbattermi la porta in faccia, mandare a monte tutto il lavoro. Tecnicamente c'è riuscita, guarda che taglio, brutta bastarda di una testa a noce. “Chiamo i carabinieri”, corre verso il telefono con la grazia di un caimano privo di ossa.
“Parla più piano e nessuno sentirà”.
“Cosa vuole da me?”.
“Sistema di merda. Diamo sempre per scontato che gli altri vogliano qualcosa da noi, nessuno fa nulla per niente, chissà che tempo farà domani, la mia squadra ha perso, la benzina si è alzata, bla bla bla”.
“Un pazzo è entrato in casa mia e...”
“Calma, tranquilla, porca puttana, voglio solo parlare”, strappando il filo del telefono con una strattonata pazzesca. Mi sono fatto male alla mano. Oggi è una giornata... guarda tu!
“Sei felice della tua vita?”.
“Cosa vuole?!”.
“Basta, hai rotto con questo ritornello da sceneggiata stupida”.
“Cos...”
“Dillo un'altra volta e ti stacco quella testa di cazzo”.
“...”
“Bel modo di parlare”. La invito a sedersi sul suo divano, in casa sua.

Non sapevo se ridere o tuffarmi giù dal balcone quando ho scoperto che esistono tappi per le orecchie laser. Alla fine li ho comprati per niente. Dovevo portarmeli dietro, i dannati tappi per le orecchie, manco dio riceve tante suppliche in un solo giorno, snervate e triste insieme come la discografia di Guccini. Non vogliono arrendersi eppure non lottano. Incredibile! A un certo punto ho iniziato a parlarci per capirci un tassello in più, anche se non ho molto tempo. Si era ripetuto più volte, “velocità” per conseguire la vittoria. Mi concedo una domanda a persona prima di spaccare, fracassare, martellare, pugnalare, soffocare, iniettare, sgretolare... supplicare. Avete rotto, non vi sopporto più, smettetela, vi supplico io, la sovrapposizione delle vostre voci del cazzo fa soffrire, mi rende sofferente, lo so, non c'entrate niente, non è colpa vostra, se non state zitti, non fate cazzo di silenzio, io non posso riuscire a spiegarvi per quale motivo sia colpa vostra, colpa, colpa, le vostre colpe, quali colpe sono, perché dovete pagare, nessun martire, nessuna gloria, i santi li fa la chiesa, non è la natura a condannarli, anche i santi vivevano da peccatori, erano colpevoli, tutto quello che gli succedeva lo meritavano, non era mai troppo per fare giustizia, alla faccia del karma, non credevano...

Mi sveglio di soprassalto con la gola piena di rocce appuntite, quasi mi viene un infarto quando decifro un carabiniere nella stanza, un cagnesco cane idrofobico ammaestrato dalla dittatura statale, pronto a manganellare un pensiero oltre il limite consentito. Un altro dannato sogno. Sogni nei sogni.
Dev'essere un sogno anche questo: palazzi in fiamme, gente si dispera strappandosi i capelli, rovistando tra mattoni, gridando a squarciabudella, urlando assassino, criminale, bastardo, tirandomi i capelli, lanciandomi pietre in faccia, sputandomi in bocca, sul vestito sporco di vomito, mentre lo sbirro mi spinge a tutta birra dentro il blindato, con tanto di logo e finestrelle a buchini, per portarmi nel loro amato quartier generale di minorati sgrammaticati. Tanto vale fare due chiacchiere anche stavolta. “Tommaso? L'avete beccato? Dov'è Tommaso?”. Poi mi metto a ridere di loro perché non conoscono Tommaso, non sanno chi sia, cosa provava per i suoi genitori sventrati a coltellate, dove abita, cosa fa per vivere. Solo io e Tommaso lo sappiamo. Gli voglio bene anche se è un fottuto traditore. Non posso prendermela con lui, no. Ci ho pensato anch'io a scaricare la colpa su di lui. Tommaso ha agito per primo. Ha aperto i pomelli del gas di tutte le cucine utili e ha innescato un bel falò paesano, il più grande barbecue umano a cielo aperto che la storia conosca.
E adesso se ne sta nascosto da qualche parte nella mia testa, attendendo il momento per tornare su e farmi compagnia.



domenica 19 dicembre 2010

UN VIAGGIO PSEUDO NARRATIVO TRA LE NOSTRE MENTI MALATE. PENSI SIA GRATUITA ESAGERAZIONE?MMMM, MI SA DI NO


SIAMO DISPERATI.
MIA CUGINA HA QUATTRO ANNI ED E' SPACCIATA.
SI PIAZZA DI FRONTE AL TELEVISORE, SCHIAFFA I BARBAPAPA' NEL LETTORE E SI ECLISSA. MIA ZIA LE HA PROVATE TUTTE PER FARLA DISINTOSSICARE, LE HA PERSINO OFFERTO UNA DOSE DI EROINA PURA AL 90% MA NIENTE. PREFERISCE I BARBAPAPA'. MI HA GUARDATO STORTO, HA DETTO: - SE SOLO TI AZZARDI A TOCCARE IL DVD TI CASTRO A MORSI, POI MI TAGLIO LA GOLA E FACCIO RICADERE LA COLPA SULLA TUA FOLLIA.
COI BARBAPAPA' NON SI CAZZEGGIA.

PS: QUELLO ROSSO ("SFATTINO"; QULCUNO SA PERCHE') E' IL PIU' TENERO DI TUTTI.
... EBBENE SI'... ANCH'IO HO DEI SENTIMENTI.
OVVIO, VERSO I BARBAPAPA' E TUTTE LE COSE CHE NON ESISTONO!










QUESTA MI HA FATTO PISCIARE SOTTO DAL RIDERE: GUARDATE QUELL'UBRIACONE LI' IN MEZZO. ERA CONVINTO CHE FOSSERO DEI TAXI DI LUSSO.

SE NON HAI MAI LETTO QUESTO BLOG MAGARI PENSI CHE SONO UN IGNORANTE.
CI HAI AZZECCATO IN PIENO!
PRENDI LA TUA STORIA APPRESA TRA I BANCHI DI SCUOLA E INFILATELA DOVE E'NATA INSIEME AL LIBRO CUORE.
SE LE COSE NON CAMBIANO, E NON SONO MAI CAMBIATE, CAZZO SERVE MITIZZARE IL PASSATO?
MASTURBIAMOCI IPOTIZZANDO IL FUTURO... ANCHE SE NON SI PUO'; LA SINGOLARITA' TECNOLOGICA NON E'FACILE DA IPOTIZZARE...








HO UTILIZZATO UNA MACCHINA DEL TEMPO PER ANDARE NELLA ROMA DEL 2015.
APPARIVA COSI'.
A CHIUNQUE HO MOSTRATO LA MIA FOTO E' PIACIUTA.
SONO RIMASTI TUTTI SODDISFATTI.
LA MORALE E': ITALIANO MEDIO MAMMONE TIMOROSO DI DIO E DELLA CHIESA, CONTINUA AD AMARE LA DITTATURA, ROSSA O NERA CHE SIA.
L'UNICA COSA CHE PUOI SCEGLIERE NELLA TUA VITA E' IL COLORE DELLA DITTATURA CHE TI GOVERNERA'.
DIFFICILE RAGIONARE CON LA PROPRIA TESTA, EH?
NON C'E' PROBLEMA, C'E' IL DITTATORE AMICO PER RISOLVERE I TUOI PROBLEMI.
NON E' MERAVIGLIOSO?
AMO LA VITA SEMPLIFICATA.








Avevo promesso di pubblicare la storia di natale ma sta venendo più lunga e ambiziosa di quel che pensavo, perciò rinvio alla settimana prossima.
MA: è meglio una storia lunga o 11 ministorie brevi?

A voi la scelta.

Grazie per aver scelto la ditta odiotarantino e buon viaggio.

C'E' UNA QUINTA DIMENSIONE, OLTRE QUELLE CHE L'UOMO GIA' CONOSCE. E' SENZA LIMITI COME IL DEBITO PUBBLICO, E' SENZA TEMPO COME UN GIORNO SENZA VODKA. E' LA REGIONE INTERMEDIA TRA LA LUCE E IL BUIO DELL'IGNORANZA, TRA LA SCIENZA UFFICIALE E LA SUPERSTIZIONE MERIDIONALE, TRA L'OSCURO BARATRO DELLA DIPENDENZA TELEVISIVA E LE VETTE LUCROSE DELLA CLASSE DIRIGENZIALE. E' LA REGIONE DELL'IMMAGINAZIONE, UNA REGIONE CHE ORMAI SI TROVA... OLTRE I CONFINI DELL'IRREALTA'.

Ero andato in ufficio per recuperare una penna stilografica regalatami da mia madre prima di morire. Dovevo assolutamente buttarla nell'immondizia. Volevo scordarla, coi suoi chili di troppo nella pelle e nel cervello. Sentii delle grida disperate che mi fecero accapponare la pelle tanto da potervi praticare un piercing con un semplice utensile (una penna stilografica, per esempio). Con le spalle al muro, silenziosamente, mi diressi verso lo strazio. Fui scoperto all'istante. C'erano una ventina di dipendenti in ginocchio su pezzi di metallo a forma di croce, il tipo di chiodi speciali per bucare gomme speciali di nemici speciali. Rotule scavate, un fiume di lacrime mischiato a un oceano di sangue. Brandelli di carne, dita, orecchie mozzate. E grida. Involontariamente mi unii al coro, incapace di sopportare tutta l'atroce disumanità creatasi nella stanza. “Perché, figlio di puttana, perché?!”. Il boia si tolse lo scarlatto cappuccio, rivelando a me, ai torturati l'identità operante dietro al massacro. “Salve, Nardinocchi. Non pensare male. Non mi sto divertendo”. Rimasi pietrificato come un villaggio western depredato da zombie indiani. “Come potete fare...”. Il boia cadde in ginocchio. “Ci shtà la crisi. Stiamo facendo tagli al personale”.
Convenni sulla crisi che ci shtava. Preso un sacchetto formato extra, raccolsi ciò che rimaneva dei miei colleghi. Quel natale potei permettermi un cenone del tutto rispettabile, a costo zero.
Fu così che potei uscire indenne dalla crisi.
Fin quando non venne il mio turno.
Per farmi le seghe ho bisogno di qualcuno con mani e dita.
Ora sono un cane.

Due anni fa è morto un mio carissimo amico (non ricordo il cognome). Incidente con la moto. Una macchina gli ha tagliato la strada, scaraventandolo con la schiena contro un palo. Una morte scontata, per il tipo in questione. Il bello e dannato circondato da femmine, perennemente drogato. Una madre gravemente malata da accudire. Molti sogni, tanti silenzi. E sorrideva. Galleggiava sul mare di merda a modo suo.
Stamattina sono andato a trovare un mio amico (non ricordo il nome). Ci sono rimasto come un idiota, quando ho trovato un bigliettino attaccato alla porta di casa sua. “Sono andato in ufficio per prendere una certa penna da buttare via”. Tornando a casa il semaforo mi ha imposto di fermarmi. Per ingannare la noia del prosaico elettrodomestico comunale a tre luci, ho mi sono dato un'occhiata intorno. C'era il pannello dove vengono affissi i necrologi, affianco al pannello delle feste organizzate dalla pro loco. La foto del mio bello e dannato amico (in questo istante ricordo nome e cognome) mi stava guardando inespressiva. L'avevo dimenticato. La foto mi aiutò a creare un collegamento macabro, sebbene fosse natale e a natale le famiglie si riuniscono per celebrare la nascita di qualcosa che verrà frustato, sputato, crocifisso qualche mese dopo, sebbene la versione ufficiale parli di 33 anni di incessante attività sciamanica. C'era la sua foto, lì, tra tante foto, affianco alla castagnata e “pesce sotto la neve” sponsorizzate dalla pro loco, perché ricorreva il secondo anniversario della sua scomparsa.
Mi sono precipitato al centro commerciale, ho sgomitato una ventina di minuti però sono stato fortunato. Era l'ultimo rimasto. Sono riuscito ad aggiudicarmi una copia della compilation commemorativa del secondo anno senza Luca Marzetti. Doppio cd più dvd del live, anche se mi è sembrata macabra, la trovata commerciale di pubblicare un live di un dead.

Seduti di fronte a un buon te al rum, musica caraibica in sottofondo, ho discusso con la follia. Le chiesi come potessi vivere con lei che continuava a cantarmi a squarciagola nella testa. Ha detto: “Non ascoltarmi”. Le ho detto: “È impossibile, non ce la faccio”. Ha detto: “Arrangiati. Ognuno fa il suo mestiere”. Ci ho riflettuto su; mi sono arreso. Ci shtà la crisi, bisogna inventarsi un lavoro originale. D'ora in poi sarò il folle del quartiere. Se siete stanchi del vostro animale domestico o se non sopportate il vostro umano domestico chiamatemi. Agisco e ripulisco per pochi soldi. Accetto anche pagamenti in cibo biologico. Non mangio lo schifo dei supermercati. Voglio vivere in eterno. Senza annoiarmi.

Mi sono allontanato dal tavolo operatorio improvvisato sul mobiletto della cucina, con una strana canzone tra le labbra. Ho preso il barattolo della formaldeide. Il gatto non ha opposto resistenza, gli ho fatto una piccola iniezione di chetamina. Ho imbalsamato i suoi gattini appena nati perché non volevano morire. Sono andato in camera. Il cane abbaiava, non capiva i gesti degli umani. Ho imbalsamato i suoi cuccioli. Si erano frapposti tra me e lei. Non sopporto di essere messa in secondo piano. Quando il calmante ha smesso di renderli docili, la cagnolina e la gattina hanno litigato. Si mordevano. si graffiavano. Hanno distrutto i mobili della sala e sono morti. Adesso sono sola. Mi faccio le pere ma non c'è sollievo. Mi sento sola, per questo ho deciso di ripulirmi, comprare un mazzo di fiori e una torta, andare a far visita a mia sorella. È un giorno speciale. Ha partorito.

Mi chiedono come faccio a fare il babysitter con tutta questa neve. Non sanno quanto i morsi della fame ti spingano in basso. Sono arrivato al campo nomadi due settimane fa. Ancora non sospettano di me; quando si le grida di una madre che non ritrova più i suoi bambini soverchiano la monotonia dei giorni tutti uguali, prendo la chitarra e intono Djobi Djoba. È arrivata la polizia, hanno strillato, fatto volare manganellate. Sono rimasto impassibile. Mi sono inginocchiato con le mani dietro la testa, ho finito di masticare l'ultimo femore. Sono in carcere. Mi chiedono come faccio a fare il babysitter sotto la neve. Accendendo una sigaretta, gli svelo il mio segreto. “Basta bollirli nell'olio condito con la maggiorana 42 minuti, non uno di più”. Ci siamo stretti la mano. Mi hanno rilasciato perché sono un uomo bianco nato e cresciuto qui. Dovevo inventarmi un lavoro, con tutta queshta crisi. Lavoro per la polizia. Loro mi indicano il campo nomadi, io vado ad accudire i bambini. Sono rispettato e ben voluto, tanto che a natale hanno fatto una grande colletta per regalarmi una Hanika Famenco ZF nuova di zecca. E io canto, canto, mastico, mastico. Quando non ci sarà più il problema immigrazione mi promuoveranno ad assistente della Caritas. Con questa crisi i barboni sono aumentati vertiginosamente. Non c'è spazio per tutti.

Siamo cresciuti insieme. Era il mio migliore amico. Ho scelto i numeri, lui la musica. Sono rimasto confinato nel mio paesino natale. Nel nostro paesino natale. Ogni suo album vende 100.000 copie una settimana prima della pubblicazione. Ha stabilito il nuovo record di prevendita. Dicono che la sua musica ha successo perché il suo manager, lo stesso di Elvis Presley, nasconde dosi massicce di messaggi subliminali in ogni brano. Chi ascolta la sua musica diventa schiavo nel giro di un lato A. Finito il lato B sono musicodipendenti irreversibili. Non ascolto la sua musica; mi sento tradito. Ha tutto ciò che può desiderare. Auto, soldi, donne, persino potere (il manager lo ha fatto tesserare a una banda di motociclisti satanisti esperti in plagio e programmazione neurolinguistica mediante musicoterapia inversa). Mi sono preso un unica, meritata soddisfazione. Quando lo incontrate, provate a chiederli un autografo. State attenti a come gli scoppiano le pupille, quando gli porgete carta e penna. Guardategli le mani. La destra gli trema. La sinistra rimane immobile, come fosse di metallo. Non so in quale materiale sia realizzata quella protesi, però la sua mano originale la custodivo in un barattolo nascosto nella cappa del caminetto dove ora sono inchiodato a testa in giù, mentre un capellone sta accendendo il fuoco che mi consumerà la fronte, i denti, gli occhi. Pensavo di essermi preso la rivincita; non ho fatto bene i conti.
Hanno ingaggiato un roadie per suonare le sue parti di chitarra.
Non ha più bisogno delle mani.

Oggi Mamma è strana Mi ha portato qui anche se ho disobbedito, non ho fatto i compiti, non ho lavato i denti prima di andare a dormire, non ho mangiato le verdure, ho disegnato sulle scarpe della zia. Dentro c'erano gocce di un liquido bianco e vischioso . Zia ha detto che in quelle gocce c'erano milioni di bambini che mai nasceranno, e io ho riso per farle piacere ma non ho capito. Poi abbiamo giocato alle bambole. Cammino sui tacchi, mi accarezzo le gambe velate delle sue calze a rete. Non mi vergogno. In mezzo ai pantaloni sento muoversi qualcosa. Diventa più grosso. La zia mi ha spiegato che non serve solo per fare la pipì, mostrandomi cosa ci si può fare. Ha detto che sono il preferito dei suoi nipoti. Nessuno l'ha fatta sospirare come me. Io ridevo; i sospiri sono una cosa da fantasmi. È venuta la mamma, abbiamo giocato al dottore, la dottoressa e la passeggiatrice malata. Mi hanno fatto entrare un bastone nel buchino di dietro fin quando l'ho sentito in mezzo ai capezzoli. Non sono riuscito più a parlare. Tornati a casa, non riuscivo più a fare nulla. Non ho fatto i compiti, non ho mangiato a cena. Non riuscivo a stringere lo spazzolino per lavarmi i denti. Ero tutto un dolore. Stamattina siamo saliti in macchina. Guardavo senza capire, la sentivo parlare al telefono. Stava dicendo alla zia che dovevano andare alle elementari in piazza Garibaldi a prendere un altro nipote. Non sono mia madre e mia zia veri. Non importa, è stata la mia famiglia preferita. Mi ha comprato i popcorn e abbiamo visitato tutte le gabbie dello zoo, poi ha detto che doveva andare a fare delle compere, e mi ha lasciato col guardiano. Si è fatta notte. Non vengono a prendermi. Fa freddo, ho paura, il leone si sta svegliando, la gabbia è chiusa, l'uomo con la telecamera non risponde, come se non esistessi. I sospiri del fantasma. Non so se esisto fuori dalla mia testa. Le guance sanguinano, il naso è per terra. Leone mastica. Cameramen ride, strilla: “Con questo film ci pago tre mesi in costa azzurra”.

Sono andata da Jenny a farmi la manicure giapponese per apparire bella sui giornali. Sarò stupida? Fotografano le facce, non ai particolari. Lo faccio per me stessa. Non bisogna mai fare le cose per gli altri.
Non ne posso più. Ogni giorno se ne sente una diversa. La crisi economica. La ragazzina ammazzata dagli amici drogati. E le influenze. Le influenze. Come odio le influenze. Ogni anno porto i bambini dal pediatra per farsi le punture. Le medicine non funzionano, mi si ammalano ogni inverno. Non fa niente. Io sto più tranquilla. Anche i bambini stanno tranquilli. Sono buoni, fanno quello che gli dico senza ripetere due volte. Vedo i figli delle mie amiche e mi sento fortunata. Non si lavano le mani prima di pranzo. Non si lavano i denti. Luigi non si siede a tavola se prima non si lava nella pentola con acqua bollente e sale. Le maestre gli chiedono cosa hai fatto alle mani tutti i giorni e lui poverino è costretto a inventare scuse perché sono delle sceme, non capiscono niente. Non capiscono i germi, i batteri. Nel nostro corpo ci sono dei metalli. Le mani vanno lavate in acqua bollente col sale per non farle ossidare. Quando ci viene la febbre ci facciamo latte e miele all'eucalipto. Non sentiamo il sapore delle cose. Fa bene. Ogni tanto ci mettiamo a scoppiarci le bolle sulla lingua. Voglio un sacco di bene ai miei bambini. Non capisco perché quel bastardo del padre è scappato. Si lavava una volta al giorno, non si copriva mai d'estate poi diceva che ero io la matta. Voglio un sacco di bene ai miei bambini, per questo voglio ucciderli io prima che lo faccia l'H1N1. La televisione lo ha detto, è molto pericolosa. Li ho fatti vaccinare due volte quest'anno anche se le medicine non funzionano. I miei fragili bambini non subiranno un'altra maledetta influenza.
E prima la broncopolmonite, poi la salmonella, poi la Sars.
Hanno le vene nere.

I clienti non mi calcolano. Sono convinti che non valgo una cicca solo perché indossa una divisa scema e devo sempre essere cortese per contratto, anche coi maleducati. Una volta uno mi ha persino dato uno schiaffo e il direttore ha detto che me lo meritavo. Prima dello schiaffo mi ha sputato. Non l'ho fatto apposta. Ho premuto la leva per sbaglio, il traspallet con cui trasportavo una pedana d'acqua si è abbassato sopra il suo piede. No, non è vero. Se l'è meritato, mi stava dando fastidio. Non ho perso il lavoro per un pelo. Mi hanno tenuto perché il cliente non ha sporto denuncia. Ho lavorato gratis tre mesi per risarcire il tizio. “L'immagine dell'azienda prima di tutto”, ha detto il direttore quando mi stava spiegando che avrei dovuto risarcire il cliente per non farlo andare dai carabinieri e finire sui giornali insieme agli scandali degli altri. Sono sempre educato; ho perso la pazienza.
Sono andato all'asilo coi documenti falsi. Le maestre non hanno battuto ciglio. Forse anche le maestre sono dipendenti dalle pillole che danno ai mocciosi per il riposino pomeridiano. Mi sono recato nella corsia fai da te, ho scartato un taglierino giallo coi bordi neri e ci ho scuoiato il figlio del direttore. Manco uno strillo. Voglio tornare all'asilo per avere quelle medicine della pace. Quando ho sfilato la pelle dal corpo del bastardino mi sembrava di spellare un pomodoro bollito. “Svlllullush” ha fatto. La pelle l'ho infilzata sull'attaccapanni così non potrà più rimproverarmi per il troppo disordine. Ho fracassato i dentini poi li ho ammucchiati in un angolo con la scopa, pulendo tutto il sangue, così vedremo se potrà dirmi che questo posto è un porcile.
Mi siedo e aspetto. Il direttore non arriva. Vado a parlare con la capocassa, bianca come un merluzzo. Dice che è successa una tragedia. Il direttore e sua moglie sono stati falciati da un pirata della strada. Cado in ginocchio disperato.
Neanche stavolta il direttore mi dirà che sono stato bravo, anche se ce l'ho messa tutta.

Riappropriati del tuo denaro. Esigi i tuoi soldi. Li hai guadagnati. Ti spettano.
Rapina i barboni, non ti succede niente. Non frega un cazzo a nessuno. Come lo vorrei...
Non è del tutto vero che non importa a nessuno dei maledetti barboni. Sono gli spazzini della coscienza dei colpevoli. Chi non si sente in colpa oggigiorno? La gente vede i sudici barboni vomitare ai bordi della strada, pensa siano morti di fame sciagurati. È una cazzata. Per caso guadagnate 100, 150 euro al giorno? Loro sì. Gli basta trascinarsi di cesso in cesso, piangere, supplicare. Sono coperti di stracci per riaccendere antichi sentimenti sorpassati. Non esistono più. Potrebbero permettersi completi di Armani; sudici ma non fessi. “La prego, ho fame, ho dodici figli da mantenere”, dicono sempre. “Mangiati uno dei tuoi stronzetti”, gli grido a denti stretti mentre gli affondo il punteruolo nelle orecchie. Mi sbellico quando si contorcono raschiando il marciapiede con le unghie sporche di piscio e merda. Fanno un suono strano, ghhhhghhhh. Prima della “pesca a sorpresa” indosso due paia di guanti. I bastardi hanno di tutto nelle tasche. Una volta ci ho trovato un biscotto masticato. Devo stare attento. Tra loro è iniziata a circolare la leggenda dell'assassino di barboni. Tremano. Ma ci osservano. Sono come una tribù. Invece di unire i loro soldi, mettersi in società, aprire un'azienda, guadagnarsi da vivere onestamente, supplicano, supplicano e supplicano. Troppo comodo. Non leggono giornali. Parlano tra loro. Si sono preparati. Ieri ho fatto un giro nei pressi della stazione. Mi sono messo i guanti, ho rovistato. Non c'era niente in tasca di quel morto di fame. Solo una siringa gocciolante. Mi sono punto ma ho non ho smesso di racimolare la grana. Sono soldi della gente perbene. Io sono uno perbene. Mi spettano quei soldi. Mia figlia vuole un I-Pad. Non posso deluderla.

Ogni bernoccolo come un broccolo, diceva sempre la buon'anima di nonno. Il mio paese è l'unico a non essere cambiato. Il “progresso” come lo chiamano, è nostro nemico. Televisioni, tostapane elettrici, telefoni cellulari. Noi no. Ne andiamo fieri. Bisogna conservare, onorare, rispettare le tradizioni. Il passato è l'unica cosa che abbiamo. Noi viviamo nel passato, gli altri l'hanno svenduto e ora sono tutti pazzi. Campano d'aria bollita. Sono diventati lenti, grassi, stupidi. Li abbiamo mandati via a calci nel culo, quando sono venuti i ragazzi giacca e cravatta delle offerte telefoniche. Noi non ci pieghiamo. Noi rimaniamo fedeli a quello che siamo sempre stati.
Salloreto.
203 abitanti fino a domani, poi saremo 202. Nonna sta male da tanto tempo, è stufa di lottare. Sa di non potercela fare. Ha perso.
Abbiamo deciso insieme.
È ora.
Chi ci conosce si chiede come facciamo a vivere così. Così come? Loro non sanno, non vogliono sapere. La nostra è vera democrazia, ognuno ha diritto di voto, persino i bambini. Loro hanno poliziotti, magistrati, deputati, senatori, presidenti e sotto, sotto sotto c'è il popolo convinto di contare, di avere voce in capitolo. Qui abbiamo un sindaco simbolico. È sindaco, barbiere e ottimo panettiere. Il suo voto vale uno come il mio, come quello di tutti. Tenetevi la finta democrazia, l'ipocrisia. Noi ci incontriamo, ci salutiamo, ci abbracciamo. Siamo tutti fratelli. Voi vi trovate nel traffico, pieni d'odio e dello schifo che provate per le vostre esistenze, vi massacrate di botte come animali, siete divisi. Vi odiate e odiate. Ognuno invidia chi sta sopra. Qui non esiste la parola invidia, non c'è ne “sopra” ne “sotto”. Uguaglianza. L'uguaglianza non ha nessun prezzo. Basta capirla. Basta volerla. Viviamo felici. Prendiamo le decisioni insieme. Ci basta lavorare poche ore al giorno per produrre il necessario a vivere, poi possiamo fare quello che vogliamo, tutti insieme. Quelli fuori ci hanno emarginati, fingono che Salloreto non esista. Non c'è nemmeno sulla cartina, hanno pagato i cartografi per dimenticarci. Non vogliono che la gente sappia che esiste un posto dove io sono uguale a te e tutti siamo uguali sempre. Ai poteri alti non piace l'uguaglianza. Facciamo festa perché è una vita festosa perché ci rispettiamo. Non esistono leggi, non ce n'è bisogno. Niente furti, niente stupri, niente scazzottate. Ognuno ottiene ciò che vuole col consenso degli altri.
Siamo eccitati oggi. Stiamo preparando la festa d'addio per nonna. Il palo cerimoniale è stato cosparso d'olio per rendere più felice la festa. Ho parlato con la nonna. È felice. Non vede l'ora. Ha detto che è stanca di vivere, il corpo le sta dando tanta infelicità.
L'olio cola dal palo, mentre salami e prosciutti sono attaccati sulla vetta, aspettando di essere presi dal bambino più svelto. È un albero della cuccagna salloretese. Andate, andate sui dizionari. Che stupido, non ho tenuto conto del vostro amato progresso. Controllate sul vostro internet. Nessuno ne parla; esiste.
Legano la nonna al palo con una corda di iuta. Siamo tutti in fila, uno dietro l'altro. A turno ci scagliamo contro di lei cercando di darle una bella testata. I primi cinquanta mirano allo stomaco. Poi è tutta una caccia alla faccia. L'olio serve per farla spostare più agevolmente. Quando qualcuno va a sbattere contro il palo ridono tutti, persino la nonna. È una campionessa in questo gioco. Puro talento. Nessuno gioca all'albero della cuccagna salloretese più di una volta. Hai una sola occasione e non puoi aver fatto pratica. Ramaso Gugli è il primo a fare centro. Nonna dice che è stato bravo, mentre sputa l'arcata dentale superiore. Altre venti persone fanno cilecca. Barbero Saugli ci ha fatto sbellicare. È inciampato, ha sbattuto una tempia ed è rimasto paralizzato. Gli hanno dovuto asportare un occhio. Capita! Varendo Migli ha fatto una finta pazzesca stupendo la nonna, quando le ha spezzato il collo con una testata montante. È una tecnica che solo pochi sanno mettere a punto di velocissima esecuzione. Quando colpite la gola dovete essere svelti a sfruttare la velocità dell'azione, alzare di scatto la testa in modo da colpire il mento come se fosse un gancio. Un colpo del genere disintegra la mandibola, spacca la carotide. Quando la festeggiata muore iniziamo coi salloretini. Bisogna maciullare il corpo a bastonate. Ci vogliono ore, accartocciare le ossa richiede molto tempo. Nel momento in cui il cadavere ha raggiunto le dimensioni di uno straccio da cucina il sindaco lo fa strusciare lungo tutto il palo per renderlo nuovamente oleoso. A questo punto i bambini si arrampicano per prendere i premi. Si strattonano, si prendono a pugni, si tirano i capelli. Qualcuno cade e si ferisce gravemente. Può scegliere se continuare a vivere o diventare il festeggiato della settimana dopo.
Amiamo il nostro paese, le nostre tradizioni e non ci importa degli altri. Quando non ci sarà più nessuno, Salloreto smetterà di esistere perché Salloreto esiste solo per noi. Il sindaco, nostro amato padre, ci ama a sua volta. Qui tutti sono suoi figli carnali e, a differenza di voi fuori, ci vuole bene per davvero.
Voi odiate i vostri figli, li obbligate a fare quello che volete come dei cagnolini scemi.
Lui ci rispetta.
È anziano, non può più fare figli e ne soffre moltissimo. Ci ha proibito di accoppiarci tra di noi. Siamo lo stesso felici. È il suo sogno. Lui l'ha creato, lui è l'unico ad avere il diritto di scegliere di distruggerlo.

domenica 12 dicembre 2010

NAPOLITANO HA DETTO:"E' UN PERIODO INTERESSANTE", E MI SONO DEPRESSO.PENSAVO CHE NON ANDASSE OLTRE IL CORTISONE E L'EROINA INVECE SI FA ANCHE DI LSD!


QUESTA NON L'HO CAPITA.
OGNUNO SI FA REGALI DA SE', A NATALE E NEGLI ALTRI GIORNI DELL'ANNO.
OGNUNO SI FA DA SE, OK, A PARTE LA PRIMA VOLTA CHE NON SI POSSIEDE MOLTA DIMESTICHEZZA CON L'AGO.
MA... E' CHIARO, NO?
LEGGENDO IL POST TROVERETE MOLTE OTTIME IDEE PER FARE REGALI A COSTO ZERO (O QUASI)











DAGLI EPISODI DI TWILIGHT ZONE SI CAPIVA BENISSIMO CHE ROD SERLING FOSSE UN ECCEZIONALE SCENEGGIATORE MA, OSSERVANDO QUEL TALENTO VIVERE SU CARTA, NON SI PUO' CHE PENSARE A UN MIRABILE SCRITTORE DI NARRATIVA IMMOTIVATAMENTE RIMASTO NELL'OMBRA (per lo meno in Italia).
DA RECUPERARE ASSOLUTAMENTE.
IL RACCONTO "SOLO UNA PASSEGGIATA" ("LA GIOSTRA" NEL TELEFILM) E' QUALCOSA DI... LASCIA PERDERE, VALLO A COMPRARE IMMEDIATAMENTE










AI MUNITI DI TANTA, TANTA PAZIENZA CHE VOGLIONO FARSI QUALCHE IDEA SU COME SARA' IL MONDO TRA UNA VENTINA, QUARANTINA D'ANNI, CONSIGLIO QUESTO LIBRO, UNO DEI PIU' INTERESSANTI CHE ABBIA MAI LETTO.
A VOLTE LEGGERE UNA PAGINA INTERA (E RELATIVE NOTE) RICHIEDERA' SVARIATE DECADI; NE VALE LA PENA.
QUANDO "CI STAI DENTRO", IL CERVELLO T'INIZIA A CORRERE VELOCISSIMO E NE VUOLE SEMPRE DI PIU', SEMPRE DI PIU', FIN QUANDO NON DIVENTI UN DROGATO DI SCIENZA. APPRENDERE, APPRENDERE,APPRENDERE, ANCORA ANCORA!!!
UN CAPOLAVORO UNICO.
UNINESTIMABILE GIOIELLO DI INTELLIGENZA UMANA ORMAI GIUNTA AL CONFINE CON L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
25€ PIU' CHE SPESI BENE.







Natale non arriva senza l'avvento di Maria.
Carey.

Natale non esisterebbe, senza la finta cortesia di chi ti disapprova perché non gli assomigli, anche lì dove gli assomigli.

Natale è colorato di rosso perché è sia diavolo che comunista.

Natale non è figlio del suo Babbo, almeno all'anagrafe e alla logica.

Natale è un buon pretesto per fare pace, dopo una partita a tombola e un buon grappolo di cluster su zone civili.

Natale è natale; non soffre di disturbo di personalità.

Stavo in fila per pagare un cd vuoto acquistato per registrarci lo score di Scott Pilgrim, quando è partita la nuova Jingle Bell del mondo globalizzato, “All I want for Christmas is you”.

Ieri è accaduto lo stesso accadimento.

Ultimamente, ovunque metta piede, la negra rifatta mi segue. Ho superato la fase dei complotti e delle cospirazioni; stavolta rischio di precipitare nella fossa degli indiziati segreti sotto triplo controllo segreto, sbarellando dietro i manganelli della manie di persecuzione amplificate.

Roba da mettersi a dondolare con le mani serrate alle ginocchia, occhi fissi su di un punto indefinito del muro, ore e ore, avanti, indietro, avanti, indietro.
E quella canzone in testa.
A rotazione.

Sinceramente, se proprio devo fare a meno del diritto primario del cittadino (essere più falso possibile con tutti, in primis con sé stesso), penso che la convenienza sia una buona cosa.

Conviene?
Sì?
Allora cosa aspetti a comprarlo?

Se conviene... vuol dire che costa meno.

Non è detto che costi meno di quanto costi in altri posti, pure quando non è in offerta. Bisogna cogliere l'attimo, poi, solo poi, acquistare al prezzo non in offerta, sia in quel posto che negli altri di abituale frequentazione.

Sorgeranno dilemmi: magari è in offerta, costa meno del solito, ma il solito ubicato lì dove vi trovate, a discapito di quanto costi solitamente meno in un altro negozio, diciamo a venti minuti di macchina.

Lì dovete stare attenti alla benzina.
Se costa meno vicino a dove vi trovate, dovrete fare questo ragionamento: mi conviene andare a godere della convenienza altrove, considerando che dovrò consumare un quantitativo di benzina maggiore?
Il problema si dimezza a sua volta, nel senso che si dirama, non che perda di peso. Da un problema ne vengono fuori due.

Considera.

La benzina è aumentata di prezzo.
Se vai a rifornirti da benzinai senza logo, ovviamente la benzina è stata acquistata dal proprietario ad un prezzo minore di quello proposto dai benzinai vincolati dal brand della propria azienda.
Il discorso di prima è permanente: conviene fare benzina qui vicino o recarmi a venti minuti di macchina per avere benzina non trattata al costo minore?

Lo so, è complicato.
Ho deciso che il blog deve trattare anche problemi pratici, roba di tutti i giorni. Scrivo “troppo difficile, troppo, troppa roba”, me l'hanno detto in tanti. Voglio andare incontro alle esigenze dei miei lettori, aiutandoli a operare scelte coscienziose quanto ragionate, pratiche quanto elaboratamente convenienti, in vista di natale, delle odissee economiche che si dovranno sostenere per far presente ad amici e parenti quanto siano in cima alla vostra catena alimentare empatica.

Scrivere il post sarà semplice; in giro non sento parlare d'altro. Consumatori che disquisiscono con altri consumatori di tutte le tipologie di consumo praticabili.

Cos'è un consumatore?
Essendo in possesso di un titolo di scuola media inferiore, non posso sbilanciarmi più di tanto affermando che un consumatore è un organismo, unicellulare o pluricellulare, che utilizza beni di consumo materiali o biologici a seconda della propria natura/possibilità (i pollici opponibili servono a questo).

Perciò riformulo, in base alle mie doti medie inferiori: UN CONSUMATORE E' UNO CHE CONSUMA.
Fin qui penso che ci siano arrivati anche i meno abili e i diversamente efficienti.

Chi si può definire consumatore?
Tutti, ovvio.

Il punto è: sappiamo quanto siamo consumatori, considerando “massiccio consumo” anche le attività biologiche all'interno del nostro organismo?

Non è importante.
Basta vedere se è in offerta.

Non sto scrivendo a caso, è un ragionamento lineare, segue un filo preciso (comprato a Castorama).
In offerta, of course.

Mi piacerebbe conversare assieme altri consumatori, comparare le nostre aspirazioni.
Io, ad esempio, non spendo più di quanto possieda (100,00€ in posta, di cui almeno 90€ destinati al consumo di bevande alcooliche o psicotrope, a seconda dell'offerta del mercato paesano).
Conosco molta gente spinta dall'ego, mossa dall'auto gratificazione nel vedere le persone felici grazie al proprio contributo, fare di tutto pur di ottenere ingenti somme di denaro da investire in beni “auto convertibili” in valore affettivo (o sessuale).

I beni “auto convertibili” sono una categoria di beni strumentali polarizzabili, a piacimento del ricevente, il quale può invertirne la natura, riconvertendola in endorfine, dopamina o altri neurotrasmettitori fondamentali perché la nostra vita continui a procedere sul terzo pianeta dal sole.

... per citare Bill Hicks, il “terzo centro commerciale dal sole”.
Bill era troppo pessimista, non come me che vedo la morte in ogni molecola d'aria.
È natale, non sento il richiamo della natura, ho bisogno di consumarmi consumisticamente, consumando comuni, considerevoli quantità di benevoli beni da benestanti per scordarmi in che guaio ci cacciammo 60 anni fa, fuggendo dalle campagne per infognarci in città invivibili.

È natale, SCI'!!!, ma ci sthà la crisi.
Dobbiamo operare una scelta.

Quanto possiamo fare felici i nostri cari, tenendo conto di una ragionevole scarsità economica?

Ho messo a punto un piano infallibile per non rinunciare ne alla botta d'autostima prodotta dalla corteccia cerebrale al momento della scartatura dei regali, ne al lodevole sorriso dei parenti, capace di riallineare il vostro monotematico punto di vista riguardante l'affetto in concomitanza a tutti i classici film di natale grazie ai quali vi siete fatti una chiara idea di cosa significhi voler bene al sangue del vostro sangue.

Se siete vampiri, vi consiglio di investire in emoglobina.
Con la saga di Twilight nessuno si farà una sega.
L'adolescente medio è preso da quella roba adolescente vampira; l'adolescente medio vampiro non sa che farsene.

Se fate una piccola indagine di mercato vi accorgerete che nella nostra amata nazione TUTTI i settori sono in catastrofico declino, eccezione fatta per le RICARICHE TELEFONICHE.
Consultando un grafico logaritmico dello sviluppo di tal' settore, vi sorprenderete per l'esponenziale crescita in corso.
Oltre il gomito della retta, la crescita diventa vertiginosa, arrivando a svilupparsi in maniera verticale!!!

Mi rendo conto che vi rendete conto che i vostri parenti, i vostri amici sono vuoti, privi di reali contenuti, fatta eccezione per i surrogati degli argomenti trattati in questo umile post.
Anch'io mi sono chiesto come sia possibile che un POPOLO INVOLUCRO VUOTO A PERDERE, senza niente da proporre, figurarsi “aggiungere”, investa spasmodicamente in un settore “teoricamente” basato su contenuti reali.

Se nessuno ha un cazzo da dire, perché si consuma tanto credito telefonico?

Non sono domande da farsi.

Il bene vostro, dei vostri cari, prima di tutto.

Come primo regalo della lista propongo un dispositivo per le comunicazioni regionali. È un piccolo apparecchio elettronico di facile realizzazione (basta munirsi di N°7 relè, N°1 schermo, N°1 tastiera N°23 minorenni asiatici privi di codice fiscale).
Creato l'apparecchio, assemblato un server casareccio di facilissima realizzazione (basta munirsi di N°456 minorenni asiatici privi di impronte digitali da collegare ai cavi dell'alta tensione più N°100 bobine di nastro isolante per attaccarli mano nella mano così da renderli ideali, economici buoni conduttori di corrente) sarà facile per voi e i vostri cari, i vostri cari amici, i vostri amici meno cari, le vostre care fidanzate, tenervi in contatto A COSTO ZERO.
Immaginate che sballo:
“Amò, do' stai?”.
“Sto qua a Francesca”.
“Che stai a fa'?”.
“Televisione, popcorn, burro”.
“Guarda che dopo ingrassi”.
“A natale zia mi regala la liposuzione”.
“Vabbe', ricorda di farti ridare il grasso, così a zia gli regaliamo il sapone per natale”.
“Se ne accorge”.
“È il pensiero quello che conta”.

Di fatto, sapete perché il pensiero è importante?
Perché più nessuno sa come generarlo, nessuno sa come utilizzarlo, riconoscerlo, di conseguenza, come tutte le cose uniche e rare, acquista valore di anno in anno, quotandosi in borsa molt'oltre le aspettative dei broker cocainomani ai quali il pensiero è arcano ignoto da bandire dal Nasdaq.

Torniamo alle idee regalo.
Quella degli apparecchi per comunicare gratuitamente è una genialata che soddisfa le esigenze di tutta la popolazione ma non tutti dispongono del tempo necessario per effettuare i vari passaggi (reperire tutti quei bambini richiede almeno 2 ore, se abitate al sud come me).

Un'altra cosa che va forte sono i televisori col digitale terrestre incorporato ladddddentro.

Sì, se dico “incorporato” è inutile aggiungere l'ubicazione del decoder, visto ch'era insita nel significato del termine stesso (incorporata a sua volta). Mi rendo conto di avere a che fare con gente che ha incorporati piercing nel cervello. Con tutte le radiazioni presenti nell'etere (non l'utero della vagina) stiamo diventando “antenne biologiche cinetiche”, poi si chiedono perché tutta quella gente va a sbattere sabato sera.
Vorrei vedere loro con le voci, pari a mille canali televisivi simultanei, nel cervello per tutto il giorno e la notte!

Creare a casa un televisore con tanto di decoder incorporato (significa “laddddentro”) è molto più complicato di procurarsi i bambini conduttori d'energia.
Scartiamo questa ipotesi.

Cos'è che ci attira di un televisore ad esponenziale definizione munito di decoder abilitato a decodificare migliaia di canali tutti uguali?
Vi sono tanti aspetti (4).
Ognuno è attirato da una di esse in base alla propria originalità, assodato che tutti noi, belli e simpatici e un po “TrPp P4zZrLl1 ke L0vv14M0 L4 N0Str4 B1lL4” siamo esseri diversi, unici, capaci di decisioni originali, razionali, MAI bisognosi dell'aiuto/consenso di una figura da noi percepita come “superiore” rispetto alle nostre sovrastimante capacità.

Elencherò 4 tipologie di programmi televisivi, i più seguiti, analizzando i concetti che li rendono più appetibili ai nostri semi socchiusi occhi acritici.

(1) PREMIO = VITA MIGLIORE.
Immenso piacere scaturisce nel vedere gente comune, gente simile a noi (avvocati, ingegneri spaziali, salumieri con QI a 12 cifre) sbancare i quiz a premi, vincere esorbitanti somme di denaro che gli permetteranno di migliorare la qualità della vita, evolvendola da “miserrima” a “semi pietosa”.
Immedesimandoci col tizio che ha vinto tutti quei soldi ci gasiamo, e da subito iniziamo a far programmi, cioè tutto ciò che potremmo fare NOI con quella somma (televisori, telefoni cellulari, macchina grossa veloce; l'acquisto di tutti i beni in grado di soddisfare gli indiscutibili bisogni PRIMARI dell'uomo moderno; siamo uomini moderni, mica “della pietra” , le aspirazioni si sono evolute insieme alla specie, vero? VERO???).

2) SPORT = VITA MIGLIORE
Molti di noi (95%) sono stregati, posseduti dal sogno di avere gran parte dei propri (intellettualmente) simili inginocchiati al proprio cospetto, in completa adorazione mistica reverenziale.
Tutto ciò grazie a successi conseguiti nel campo dello sport.
È risaputo che gli atleti possiedono tutte le donne più belle e quotate, tanto potere (cioè... sono belli), e tutti i comfort esistenti. Guardando una partita di pallone, uno scontro tra pugili, un match di tennis professionistico, quelli là che che scopano con la scopa veloci il ghiaccio per fare andare più lontana la “caciotta” (cazzo di sport è, come si chiama?!), facciamo planare la mente oltre le vette della ragion pura, crogiolandoci nella pratica più amata da ogni sapiens sapiens: “sognare di...”.


3) NATURA CONTROLLATA INNOCUA = VITA MIGLIORE
Dietro consiglio di un prezioso baluardo della televisione onirica (Pino Scotti), molti vengono attratti dall'idea di spiare le abitudini degli animali inferiori a noi.
Gustarsi due leopardi che copulano è più gratificante di vedere un'asiatica vomitare nell'ano di una caucasica.
Ci riporta alle nostre origini.
Guardiamo i documentari sugli animali perché inconsciamente sappiamo benissimissimo di “essere dei loro”, di essere animali, non lo schifo che siamo diventati, pieni di stupide regole, pensieri fini a loro stessi. Sperimentiamo la libertà negataci/auto negataci grazie a canali come National Geographic, segretamente desiderando di tornare alle origini, strapparci i vestiti, fottercene il cazzo di tutti i beni materiali UNICI CARATTERIZZATORI della nostra esistenza vuoto a perdere nel cosmo.

4) INFORMAZIONE = RAGIONEVOLI RAGIONI PER MAGGIORMENTE DESIDERARE LA MANIFESTAZIONE DI UNO DEI TRE PUNTI PRECEDENTI.
Guardiamo/gustiamo i telegiornali del cazzo che ci raccontano di futili tragedie quotidiane CAPITATE A TERZI per avere l'illusione di avere una vita “meno di merda degli altri”.
Non possiamo fare a meno della morte, dell'omicidio, dello stupro, del rapimento, dell'inghippo politico.
Sono più del cacio sui maccheroni: sono la Barilla.
Senza di essi saremmo costretti a fare i conti con noi stessi, capire quanto le nostre “vite da cittadino” siano sprecate oltre lo spreco. Fate conto di essere dispersi nel deserto da tre giorni, a digiuno, senz'acqua. Dal cielo piove una bottiglietta d'acqua, voi l'aprite, ve la versate in testa e: “Ngula se faceva caldo”.
Coi telegiornali è assicurato un sempre più “nuovo” circolo vizioso onirico; morte, distruzione, mondo di merda bla bla bla. Grazie a loro potremo fare l'unica cosa che amiamo fare: SOGNARE CHE LE COSE MIGLIORINO.
... neanche che le cose CAMBINO.

Onnipresente caratteristica in comune tra questi 4 “concetti che rendono la televisione più appetibile ai nostri semi socchiusi occhi acritici” è la componente onirica.

Sogni monotematici monodirezionali: avere successo in qualche settore (giochi a premi, sport ecc.) per avere soldi per avere donne, sudditi, e stare lontani dalla fabbrica dove siete cresciuti/dove non vi pensionerete mai, dalla cattiveria del mondo che si droga, emigra, rapisce le ragazzine, se le scopa, le butta nel pozzo senza manco tirare l'acqua.

INDIVIDUATE LE 4 MAGGIORI PERVERSIONI POTREMO FACILMENTE RENDERE FELICI I NOSTRI CARI SENZA SPENDERE PIU' DI TANTO.

Nel primo caso, proporrei di regalare un bel dvd contenente il gioco “Chi vuole essere milionario?”.
Sarà doppia felicità.
I vostri amati cari potranno illudersi nell'illusione. Una meta illusione per passare un natale indimenticabile. Giocando in prima persona, potendo interagire con la voce pre registrata di Jerry Scotti, saranno a un palmo di naso dal sacro milione. Garantite tante, tantissime ore di divertenti illusioni. Voi sarete soddisfatti ed empiti dal grande potere vibrazionale dei sorrisi parentali. I parenti vi saranno enormemente grati.
Fin quando non si accorgeranno che il proprio conto in banca, anziché aumentare, è sceso sotto lo zero, a causa del pagamento degli psicofarmaci assunti per ammortizzare il duro colpo del licenziamento avvenuto dopo 4 giorni di assenze ingiustificate, causa eccessiva esposizione al gioco “Chi vuole essere milionario?”.
Torno a ripetere che è il pensiero quello che conta, anche più dell'effettivo conto in banca.
Non è un'occasione ragionevole?

Nel secondo caso proporrei di regalare un oggetto che sproni il parente/amico/ a intraprendere una qualsiasi carriera sportiva, reale o fittizia. Se vostro nonno ha più di 60 anni, sarà difficile renderlo volenteroso di andare a correre tutte le mattine alle 6:00, dopo aver bevuto 5 uova crude (gli verrebbe un ulcera perforante in 48 h).
Il vostro cuginetto sogna di diventare Tiger Woods, il Tiger Woods pre mille amanti che, dopo averlo succhiato gli hanno succhiato il conto in banca?!
Regalategli una mazza da golf.
La vostra cuginetta sogna di diventare una velina?
Sotto l'albero fatele trovare un cazzo di gomma e il libro: “Come manipolare il maschio Alfa con il minimo dello sforzo”.
Ecco la parte migliore: non è importante che i destinatari arrivino al loro scopo. L'importante è che continuino a sognare, sognare, sognare.
Mantenete vive le illusioni dei vostri cari.
Solo così il sistema, il commercio internazionale potranno andare avanti.
Altrimenti saremmo spacciati!

Nel terzo caso dovreste regalare qualcosa di inerente alla Natura quanto immediato. Un abbonamento di 2 giorni alla rivista “National Geographic” non sarebbe d'impatto. Che se ne fanno di un biglietto con scritto “buono valido abbonamento 48h morti di fame”?
Prendete per mano il sangue del vostro sangue, i vostri amici. Portateli allo zoo. Una salutare gita allo zoo come si faceva un tempo. Un regalo del genere vale più di quanto potete immaginare, sia voi che loro.
Il regalo avrà il giusto peso, l'importanza che ha, solo se farete accuratamente notare il vero scopo della gita.
Abbiamo detto che “amiamo” gli animali vuoi perché ci ricordano ciò che siamo sotto i vestiti e litri di profumo da cestone tutto a 1€, vuoi perché sentirsi superiori a qualcuno o qualcosa è la nostra principale vocazione.
Scatta il fulcro della vicenda.
Appena usciti dallo zoo dovrete disporre il parentado in cerchio e fare più o meno questo discorso:
Avete visto? Tutti quegli animali, tanto forti quanto inferiori a noi umani. Noi umani siamo riusciti a domarli perché la natura vuole gli inferiori al cospetto dei superiori. Vi ho portati qui per farvi apprezzare la nostra totale libertà. Non ci sono sbarre intorno a noi. Possiamo dire e fare ciò che vogliamo. Non siamo in una gabbia. Essere liberi è bello, ricordatevelo quando vi sentite giù. Ricordatevi di me che questo santo natale vi ho portato qui per farvi notare questa cosa, tanto semplice quanto fondamentale. Siamo liberi: perché non gioire?

Se non se la bevono sono cazzi vostri.
Comunque, per la maggior parte delle persone la cazzata regge.
Un regalo alla buona con tanto di (ri)valutazione mnemonica posticipata.

Nel quarto e ultimo caso ci sono varie sub opzioni.
Talvolta appariranno agganci con gli altri 3 casi.
Opzioni che racchiudono parti delle altre.
Lo so, è troppo complicato e domani, dopodomani, e tutto il resto della vita dovrete lavorare, lavorare, non è il caso di pensare... però ascoltatemi, ascoltatemi, cristo di dio!

È ancora valido l'abbonamento a qualche quotidiano, oppure un abbonamento telefonico che faccia ricevere ogni ora messaggi contenenti le nuove news dal mondo.
Se avete un pochino di soldi in più potrete organizzare tutto voi!
Spiego brevemente come funziona.

Siamo a una passo dalla fusione tra la realtà virtuale e quella “reale” percepita dai nostri 5 sensi.
La realtà dei media, fittizia quanto quella “reale”, viene da noi percepita come “reale più della reale”. Eppure il concetto di musica live non è ancora morto. Ci piace assistere agli eventi dal vivo.
Se la persona a cui volete fare questo regalo è importante, be', penso che un paio di centinaia di euro possiate dedicargliele, no?

Recatevi al bar, al parco, in pineta, alla stazione, al bar della stazione. Individuate le persone che vi sembrano potenzialmente più pericolose delle altre e il gioco e fatto.
Capito?
No, non sono stato chiaro.
STO PARLANDO DI CRONACA NERA IN 3-D!!!
Con l'avvento delle tecnologie 3-D sarà ancora più spassoso, gustarvi il piacere dei vostri amati.

Assoldate un paio di dozzine di tossici che si iniettino la media di una dose di eroina tagliata male col veleno per i topi ogni ora, quattro paia di marocchini che rapiscano una ventina di bambine malate, mutilate, coi genitori separati e alcoolizzati ogni mezz'ora, una manciata magrebini che spaccino droga ai bambini che compiono rapine a manine armate a rotazione, che rubino i motorini ai pazzi psicotici che si stanno scopando il cadavere putrefatto della nipote, appoggiato contro i puzzolenti sacchetti dell'immondizia sparsi ovunque, all'interno dei quali celati feti abortiti illegalmente dai preti pedofili abituali celebratori di messe nere e sacrifici umani, insieme a centinaia di fascicoli contenenti i segreti di tutti i leader mondiali E FATELI AGIRE TUTTI CONTEMPORANEAMENTE SOTTO IL BALCONE DEI VOSTRI CARI: POTRANNO ASSISTERE A TUTTE LE NOTIZIE PIU' SALIENTI IN TEMPO DIRETTO, 24h AL GIORNO, POTRANNO GUSTARSI UN'ESPERIENZA TOTALE, IN 3-D, COMODAMENTE SEDUTI A CASA, SCRIVERANNO ARTICOLI DA PREMIO PULITZER, DIVENTANDO ACCLAMATI GIORNALISTI, GUADAGNARE UN SACCO DI SOLDI, CORONARE TUTTI I LORO SOGNI IN UN COLPO SOLO GRAZIE A VOI, VOI, VOI SIETE LA STAR, DIVERRETE IMMORTALI, SARANNO SEMPRE GRATI ALLA VOSTRA INSOSTITUIBILE PERSONA CHE A NATALE 2010 GLI REGALO' TANTO BEN DI DIO!

Dovete stare molto attenti a cosa regalate a chi. Mi è capitato di ricevere regali schifosi, inutili e rattristanti. Ho subito pensato: “Allora questo/a stronzo/a pensa di me ciò! È terribile quanto poco mi stimi e mi consideri”. Il regalo si tramuta in atto d'accusa, le persone scadono, lo stereotipato gesto del donare diventa solo un altro pretesto per generare odio, fomentare il desiderio di battaglia.

Prima di agire, pensateci bene.

GRAN FINALE: CONSIDERAZIONI OLTRE L'IMMONDIZIA PSEUDO UMORISTICA.

Quando scrivo sviscero un sacco di sentimenti e idee nascoste. Riesco a ragionare meglio quando lascio che i pensieri prendano vita sullo schermo. Mi aiuta a comprendere meglio ciò che sono nel momento in cui sto scrivendo. Ciò che provo.

Da quanto scritto in questo post, mi sono reso conto di quanto siamo vuoti, privi di originalità, di un qualsiasi effettivo valore.
Non siamo esseri umani, solo dei cittadini infantili e avvelenati contro noi stessi, incapaci di migliorare, capaci di dare la colpa agli altri SEMPRE.
Se ci radunassero in blocco e ci sterminassero con una bomba atomica non ne verrebbe fuori un infinitesimale di molecola scaturita dall'entropia generata dal concetto di “danno”.
Siamo sulla Terra solo per inquinarci, inquinare in tutti i modi possibili, su multi livelli, e rompere i coglioni all'ecosistema.

L'umanità è un tumore nato per auto infettarsi e torturare l'Ospite (in passato “Terra” ora “Centro commerciale pluri accessoriato).

Chi mi vuol bene mi regali un PACCHETTO ESTINZIONE che abbia l'opzione: “Ultimo a morire”. Quando tutti saranno morti, gaio passeggerò tra i cadaveri, farò un bel respiro profondo. Mi commuoverei di tanto silenzio. Comprenderei realmente il motto “Ordine dal Caos”, poi mi spegnerei come merito.
Come giusto che sia.

GRAZIE A QUANTI HANNO SEGUITO FIN QUI (non tanti riescono a leggere il post intero).
La settimana prossima pubblicherò un'altra storia di natale; è il nostro modo di dirvi Grazie.
Thanks George Carlin, R.I.P.
,

domenica 5 dicembre 2010

L'ACCELERAZIONE DELLA CULTURA, DELLO SVILUPPO D'INTELLIGENZE ARTIFICIALI SI STANNO VERTIGINOSAMENTE AUTO AUMENTANDOSI


NON LO DICO PER FARE LA BATTUTINA SUL "E' UN FILM SCHIFOSO" PER RAGAZZINI SCEMI COME SUCCEDE COL 95% DEL CINEMA ODIERNO.
ANZI.
UN FILM RIVOLUZIONARIO COME MAI NELLA STORIA.
SENZA ESAGERARE.
UN NUOVO MODO DI CONCEPIRE IL CINEMA.
UNO SCORCIO DI FUTURO.
IL FATTO CHE POCHISSIMI L'ABBIANO APPREZZATO (TENUTO AL CINEMA 3 GIORNI!!!)CONFERMA DI PIU' LA MAI IPOTESI.







NON CAPIVO LE TUE SCELTE PERCHE' SEI TROPPO, TROPPO AVANTI.
LEGGENDO IL TUO LIBRO STO INIZIANDO AD INFATUARMI.
CHE GLI DEI INIZINO AD ESISTERE SOLO PER VENERARTI.
CHE GLI DEI TI DIANO DEL LEI.
CHE GLI DEI TI DIANO DEL "VOI" QUANDO TRA LORO SI DARANNO DEL TU.











FOTO SCATTATA SOTTO CASA MIA.
PER FARVI CAPIRE CHE MACELLO C'E' SOTTO CASA AL SABATO SERA.
BISOGNA FARE QUALCOSA.
BISOGNA MANDARE VIA DALL'ITALIA QUEGLI SCHIFOSI ANGELI DELL'APOCALISSE IMMIGRATI.
SI UBRIACANO POI COINVOLGONO LA GENTE E POI SUCCEDONO COSE SIMILI








Sono seriamente preoccupato per la situazione politica della nazione che amo tanto da augurarle biblici guai.

Davvero.
Mi interessa tanto, tanto.

Ho udito le disquisizioni riguardo il complotto comunista che i fascisti stanno mettendo in atto tra i terabyte del nostro governo.

L'accadimento mi rammarica senza moderazione, ferendo profondamente la mia sensibilità acquisita di essere umano.

È stata una settimana molto dura per me.
Teoricamente ma anche praticamente sono socialmente sparito dai motori di ricerca biologici.

Le persone delle quali mi circondavo in rete non sono più in contatto con me.
Nell'ipotetico letto della mia condizione umana c'è un enorme lato vuoto, freddo come il ghiaccio sulle vette di Mercurio.

Necessito riscaldamento urgentemente.

Sono stato bannato da facebook.

Il mio account è stato sequestrato e giustiziato senza regolare processo, come la legge degli umani avrebbe voluto un tempo.

Siccome la legge delle macchine è troppo complessa perché noi riusciamo a comprenderla non voglio (non posso) interrogarmi su questioni troppo al di là, oltre il di sopra delle mie limitate capacità mentali, tenendo conto che conosco un maestro di reiki perfettamente abilitato (con regolare licenza) a rifornirmi di quanta energia egli dispone.

Quando non sei più su facebook, nell'istante in cui realizzi il fatto (nessuna mail di avvertimento) muore buona percentuale di te. Poi senti che stai pian piano sparendo, come si dileguano i pixel di uno schermo scagliato a folle velocità contro la vetrina di un centro commerciale innocente.

Avevo ben 346 amici, persone fidate, ponderate, con le quali stavo cambiando il mondo, nonostante l'esponenziale crescita accelerazione della crescita del progresso tecnologico.

Eravamo affiatati, uniti come una famiglia benevola, di quelle dove si consumano tutti i pasti insieme, a televisione spenta, e ognuno poteva liberamente manifestare i propri sentimenti senza venir rimproverato o accusato di alcun che, persino ruttare e mangiare a bocca aperta, anzi, ci piaceva vedere come il bolo alimentare dei nostri fratelli attraversava le varie fasi pre digestionali.

Quella gente mi manca.
Era la mia famiglia.

Con ognuno di loro sono cresciuto. Le prime esperienze sessuali sono avvenute sulla vetta del diametro di quel grande, mitico cerchio, il quale racchiudeva tutte le persone a me indispensabili per continuare a esistere serenamente.

Ora che sono stato privato del diritto di potermi confrontare, far amare da tutti gli affetti di una vita e di esprimere il mio piacimento verso gli elementi da loro postati, avverto una punta di rammarico partirmi dalla corteccia cerebrale e infangare, imputridire l'animo mio, facendomi ultra infelice, immotivato.

Mi sento come una stella isolata in un universo parallelo ad un altro universo dove regna l'assoluto niente, a dimensioni di distanza dalle altre stelle.

Quando mi sveglio la mattina, più trasporto nell'anima gaia il felice ritornello che mi caratterizzava.

A causa di un complotto comunista contro la mia persona interamente umana, contro le radici umane che mi ancoravano alla specie della quale, fino a 48h fa facevo parte, sento per la prima volta il serio bisogno di interrompere i collegamenti tra le trasmissioni tra i componenti del mio corpo createsi nella prima metà degli anni ottanta (1984).

Fatto presente ciò e pubblicato per il mondo interessato per il personale sfogo di una persona emarginata, messa da parte, posso iniziare a vedere di rivedere le priorità grazie alle quali mi trovo qui di fronte a fratello schermo e sorella tastiera con tante cose ancora da dire (e nessun amico con cui condividerle, taggare, spammare, linkare, copiare, incollare in bacheca).

No, lo so.

IO SO.

So di non sapere.
Senza capacità di capacitarsi di simili idee è difficile agire di conseguenza, assecondare l'ordine degli eventi contemporaneamente riuscendo a rimanere impassibile o, almeno, far figurare agli altri una figura del sé rilassato, indolente insieme coscienzioso.

Non si possono infrangere i sogni delle persone.

I sogni valgono tanto quanto i desideri formulati durante le ore di veglia semi cosciente.

È barbaro, tarpare le ali del progresso evolutivo delle consequenzialità affettive di un essere umano intelligente e sensibile.

Rivoglio indietro la mia identità.

Non posso parlare di “identità virtuale”, ormai tutti possediamo due identità, una semi reale e una reale che è poi quella in rete, la quale conta considerevolmente di più.

Non potete privare gli umanoidi della loro idea di sé.

Non potete negare agli umanoidi amici di altri umanoidi il diritto di generare opinioni riguardo la propria idea del sé altrui.

Continuando così finirete per ferire i sentimenti di persone coscienziose, laboriose, le quali stanno al mondo non per scelta eppure fantasticamente sorridenti.

State negando l'amore a persone in grado di molestare verbalmente e fisicamente chi fisicamente elimina i vostri cari.

CIO' CHE NON TI UCCIDE TI MOLESTA.

Il motto della quinta Era sarà questo.

Ma quando gli eventi diventeranno imprevedibilmente, esponenzialmente più massicci e importanti del nostro limitato sapere, sarà un'altra storia, la quale non può essere narrata ne dal sottoscritto ne da nessun altro non integrato con appendici anatomiche robotiche.

Ecco cosa farò.

Vado a piangere la media di 1h, poi torno, mi rivesto da adolescente ventiseienne arrabbiato in perenne lotta contro il sistema.

Lo stesso adolescente al quale è stato negato ogni diritto.

Mark Zuckerberg: dopo avere studiato le tue abitudini guardando per una seconda temibilissima volta quell'oscenità di perdita di tempo ipo cinematografica pseudo girata da quell'inutile monnezzaro di David Fincher che, senza lo scritto di Chucky P. sarebbe stato solo un fallito divenuto famoso per aver girato un semi thriller dall'inconsistente ritmo di una battuta di metronomo ogni sette lustri... ti verrò a cercare.

Sono tornato.

Mi è passata.

Nel frangente sto meglio.

Mi basta avventarmi contro la carcassa del topolino che ho fustigato per ben sei mesi (tenuto in vita grazie a una piccola flebo di mia invenzione; gli erogava nell'organismo un siero ideale composto da proteine e amminoacidi essenziali) e torno il simpatico vecchio mattacchione che tutti conoscete.

Sì, lo so che mi conoscete.
Tutti sappiamo come siamo fatti e come sono fatti gli altri.

Non c'è nulla di più vero.

Per questo adoro la vita su questo pianeta: il suo motto è ASSOLUTA ONESTA' OMNIA.

Al contrario di ciò che io possa aver dimostrato in tre anni di attività di bloggatore (“attività” sebbene non economicamente retribuita) nutro un profondo amore per la mia specie.

Tutti quegli insulti alla razza umana e alla razza divina (in passato ho particolarmente denotato un singolare talento nel incollerirmi con le mistiche divinità inventate e poi rese reali dalla mente dell'uomo) erano solo un trucchetto utilizzato per tentare di vendere di più.

Poi mi sono reso conto che non stavo vendendo niente, perciò tornai ad uno stato di quiete fermandomi (appunto), non agendo, lasciando scorrere gli accadimenti della vita, pur conscio della mutevole varietà degli accadimenti nel cosmo, delle leggi che regolano il destino di ognuno.

Allora voglio fare una cosa, miei fidati, conosciuti morfologicamente uno ad uno amici.

Adesso farò una cosa che non ho mai osato, in quanto non ritenevo opportuno deflagrare le barriere imposte dalla paura di non venir compreso, non venir “accettato dal branco”, se mi permettete di usare un eufemistico aggettivo obsoleto usato dai più eminenti sociologi intorno agli anni 50, quando la società globale (seppur in versione “prototipo da sviluppare”) era ancora sul punto di decidere se muovere i primi passi verso la conquista della superiorità di niente.

Mi chiamo Senzienti Paolo.

Sono nato a Pietracamela, un paesino locato tra le montagne. Amo la vita e ogni piccolo dono che essa, col suo inimmaginabile potere ci ha dato senza chiedere nulla in cambio (epidemie e olocausti nucleari a parte).

Trovo molto stimolante vedere come si evolvono le ricerche in campo musicale, attirato dalle prospettive pressoché infinite di potermi intrattenere con impulsi musicali reiterati.

Negli ultimi vent'anni ho potuto appurare, tanto da commuovermici, il progresso della musica moderna.

Essendo un purista della bellezza, di quelli consideranti il genere umano come un'ideale catena di montaggio a struttura piramidale razziale inversa, penso che la musica dei neri (nomi bruti “R'n'B”, “Funky”, “Soul”, “Gangsta rap”) sia la migliore.

Artisti anche “neri a metà” come sorella J.Lo. hanno iper potenziato il proprio karma sin oltre le vette del perimetro del confine della bellezza, rendendoci capaci di sfruttare le infinite potenzialità di un corpo smodatamente bombardato da positivi impulsi generati dall'inesauribile fonte di dopamina generabile dal nostro prezioso cervello.

Ho amato ogni singola battuta, ogni nota, ogni brandello di pentagramma della musica di Rhianna (si scrive così il nome di quella fallita?).

Quando non pensavo che la vita in questa dimensione avesse un senso c'era lei.
Solo lei.

Lei e i miei 364 amici.

Se siete arrivati a leggere fin qui, con la vostra sconfinata amorevole compassione nei confronti dei vostri simili trovatisi così, da un giorno all'altro in cattività, significa che mi amate, perciò voglio darvi qualcosa in cambio.

Voglio che adesso smettiate di esser tristi per il mio infausto fato e iniziate a gioire, perché vi darò tanti begli spunti di riflessione sugli inimmaginabili doni che ci attendono se apprezzeremo la misericordia e la santa grazia del padre celeste.

Sì, mi sono convertito.

Ora ci credo a quel fallito puerile di dio.

E grazie al mio fervido credo, penso di potervi regalare un'altra edizione del giornale dato alle stampe tre settiamane fa.


In forma ridotta; sebbene riesca a conservare un pizzico di positività le lacrime mi impediscono di scorgere ciò che ho scritto, valutare se aggiungere un'altra riga ancora.

GIORNALE UMANO PER GENTE SENSIBILE CHE NON RINUNCIA A STARE AL PASSO COI TEMPI.

LA CRONACA NERA CHE PIU' CI EMOZIONA, RIUNENDOCI IN UN INFINITO ABRACCIO MATERNO COLLETTIVO, PER UN FUTURO MIGLIORE CON MENO INGIUSTIZIE DI QUELLE CHE ORA GIA' ESISTONO DEL 58,2% DI MENO RISPETTO ALLE DECADI TRASCORSE SOTTO AL DITTATURA COMUNISTA.


ADOLESCENTE RISVEGLIATO DICE SI' ALLA VITA.

Roma, provincia di Roma (Roma).
Nannetto Sberendelli, un timido e fintamente sereno ragazzo nato e cresciuto nella capitale, ha completamente ribaltato la sua visione del mondo.
Lo Sberendelli era timido al punto da opacizzarsi, non era in grado di relazionarsi coi bulli della scuola. Gli amici lo prendevano in giro (per questo erano amici) per il suo aspetto fisico normale, troppo normale. Si burlavano dei 23 lavori che sua madre occasionalmente quotidianamente svolgeva nell'ufficio situato sul marciapiede nord della stazione Tiburtina.

Lo picchiavano perché indossava soltanto 23 piercing per capezzolo.

Solo 1 tatuaggio di un metro cubo a ricoprirgli il fragile corpo.

L'unico artista di suo gradimento, il grande uomo che lo aiutò a combattere col sorriso nel cuore tutte queste avversità risponde al nome di Pino Scotto.
Per chi non lo conoscesse (anche se sembra impossibile), la redazione riporterà una breve biografia del mitico artista.

Pino Scotto, di razza napoletana, è stato un egregio cantante di una grande band di RACCHERROL, neo genere musicale da esso battezzato negli anni 80'.

Pino Scotto ha lavorato per oltre vent'anni in fabbrica e si serve quotidianamente di questo espediente per motivare/giustificare le sue illazioni contro le persone che volontariamente gli si inimicano per passare un pomeriggio diverso dal solito trantran intrinseco nella monotona routine.

Ieri pomeriggio, sabato 4/12/'10 a.S., lo Sberendelli ha perforato il bulbo oculare destro di sua madre, dopo averglielo strappato col dorso di un pacchetto di biscotti dell'Eurospin, consumato dopo averlo cotto al sangue, condito con umor vitreo marinato in umor acqueo.

Il fatto è avvenuto a causa di una spiacevole presa di coscienza del giovane, accortosi che il suo eroe era in realtà una delle maggiori cause della morte del genere musicale prediletto.

Nannetto Sberendelli ha inviato un sms alla redazione del programma del suo beniamino, DATABASE, ponendosi di fronte alla prospettiva di dire, per la prima volta, le cose come stanno sul serio.

Riportiamo ora il testo del messaggio.

GRANDE PINO!
SI', LO SO, SONO UN FALLITO.
Sono un pezzo di merda e prometto che mi darò fuoco al più presto anche se non mi spedirai un euro per comprare la benzina, come solitamente ragguagli i tuoi accusatori.

Sono uno sbarbato che ancora puzzava di latte quando tu insegnavi al mondo il potere del rock e dell'amore, spodestando i potenti e i tiranni, facendo riappropriare le popolazioni del proprio diritto alla libertà.

Mi rendo conto di essere un pezzo di merda, ora datosi fuoco e con la madre troia.

Merito di andare affanculo.

ORA, CHE HO UTILIZZATO TUTTI I LUOGHI COMUNI CON CUI PRENDI LE DOVUTE DISTANZE DALLE PERSONE CHE TI PRENDOONO PER IL CULO PERCHE' NON DOTATE DI CERVELLI ABILITATI A ESCOGITARE PASSATEMPI PIU' SANI, PORTATORI SANI DI REALE VALORE, VOGLIO PORTI DI FRONTE A UNA REALTA' TALMENTE COMPLESSA DA NON POTERSI ESSERE INSINUATA TRA I TUOI UMILI COLLEGAMENTI SINAPTICI, E LO SO, PERCHE' SE TI FOSSI RESO CONTO DI UNA COSA SIMILE TI SARESTI GIA' INCENDIATO L'ORGANISMO DECADI FA.

Negli anni 80, quando è iniziata a venir fuori tutta quella “musica di merda”, per usare un tuo basso, irragionevole eufemismo, era chiaro che il rock era una moda andata, superata.

Sulla terra non c'erano più motivi perché ci fosse il piacere di illudersi di un mondo libero pieno d'amore al suono di fuzz e diavolerie architettate dall'equipe di Robert Fripp e soci.

Da allora il vero “rock” è morto, rimpiazzato dal suo vergine aggressivo figlio, l'heavy metal.

Hai sempre suonato quella musica semi metal del cazzo, sbandierando al mondo il tuo per il rock.

È una grave contraddizione ma vabbe', sorvoliamo.

Ho accuse molto più pesanti.

Negli ultimi trent'anni non c'è stato neanche un VERO gruppo rock .

La musica che gli “artisti” creano è influenzata dall'ambiente circostante com'è sempre stato.

Non siamo più negli anni 60, non c'è più l'atmosfera dei figli dei fiori, perciò “fare rock” al giorno d'oggi sarebbe come giocare a pallone sulla luna senza tuta spaziale e senza incazzarsi quando la palla prende e vola via verso l'infinito.

I discografici coi quali te la prendi tanto non hanno ucciso il rock.

Ce lo hanno semplicemente nascosto, per darci in pasto altri generi più appropriati per il decennio in corso.

E relative mode.

I DISCOGRAFICI NON HANNO FATTO ALTRO CHE PRENDERE UN VECCHIO ANIMALE MORTO E METTERLO DA PARTE PER NON FARCI SOFFRIRE CON GLI OCCHI PUNTATI SULLA SALMA PUTREFATTA.

Ora arriva la notizia bomba.

E' LA GENTE COME TE CHE HA UCCISO IL ROCK.

TU E I VECCHI FALLITI COME TE HANNO UCCISO IL ROCK.

Ma non senti che musica plastica, vuota, insensata, pseudo produci?

Con i Firetrails suonavi musica annacquata, sembrava che volessi giocare a impersonare un bambino ritardato che tenta di emulare Malmsteen mentre si stava schiantando con la Ferrari.

COSA PENSI: BASTA UN DISTORSORE E QUALCHE ACUTO PER FARE DEL ROCK?

La tua musica è dotata di senso quanto i ritmi di Lady Gaga sono dotati dell'innato dono di curare un cancro subliminalmente, in maniera diretta, anche se l'incontro tra suddette note e il carcinoma colpevole avvenga in un momento in cui si possa definire “all'ultimo stadio”.

Parossismo.

Testi insensati, negativamente scimmiottanti l'universo creatosi anni anni anni anni fa.
Devi smettere di fare il rocker.

Il rock è morto.

L'hai ucciso tu.

Troppo comodo prendersela con gli altri.
La colpa è sempre degli altri ma voglio dirti una cosa: colpa o non colpa non è importante.
Sono i cadaveri, quelli che puzzano.

L'omicidio della madre dello Sbrandelli, Annetta Scolspastri (di anni 98) è avvenuto dopo la lite avvenuta per il pagamento della ricarica del cellulare atta a permettere al giovane frustarto di far sapere al suo beniamino ciò che pensava.

Dopo un messaggio del genere (3499 caratteri, spazi inclusi) i dirigenti Tim sono andati a farsi di cocaina il triplo rispetto al solito, intasando le arterie delle strade cittadine.

Dunque, da questa notizia viene fuori che il rock è satanico e fa male, perciò facciamo un appello alle madri dei ragazzi che ascoltano rock satanico.

Date una compressa di Ritalin ai vostri adorati figli almeno due volte l'ora. Non permettetegli di uscire fuori di casa, negli ambienti “aperti”.
Il mondo è cattivo, corrotto, pieno di pericoli.
Potreste perdere un figlio.
Non permettete alla morte di invadere la vostra quiete familiare.
Ora che abbiamo sconfitto la morte, perché eccedere nell'eterno trapasso?!

DIAMO LA PAROLA ALLO SPONSOR, SENZA IL QUALE QUESTO GIORNALE NON POTREBBE ESISTERE, SE NON IN MANIERA EMBRIONALE, IN PORZIONI DI ARDUA LOCALIZZAZIONE NELLA TESTA DEL GIORNALISTA.

MMMMMMMMMMMMMMMMMMMM, HAI SENTITO DI PINO SCOTTO?
DOPO UNA NOTIZIA DEL GENERE MI VIENE QUEL GENERE DI APPETITO CHE SOLO IO E TE SAPPIAMO, CARA. A QUEST'ORA, DOPO 12 MINUTI CHE NON CONSUMO CIBO NON CI VEDO PIU' DALLA FAME. NO, NON E' PROPRIO FAME. SI', CARA, HO PRESO LE PILLOLE PER DEBELLARE L'INDECISIONE, DI FATTO SORRIDO PERO' ASPETTA, RIFORMULO.
ZITTA SENNO' TI METTO IN CANTINA CON GLI ALTRI.

SAI, NON E' PROPRIO FAME, E' PIU' VOGLIA DI QUALCOSA DI
BUONO CHE NON SIA L'INTESTINO CRASSO DI UN FETO ALL'OTTAVO MESE.

Stanchi di mangiare sempre le solite cose?
Stufi della limitatezza dell'ingegneria genetica in campo alimentare?

Perché privare il vostro bambino di pasti sostanziosi?

Gli esperti consigliano di mangiare poco e spesso, 50g di prodotti ogni 20/25 minuti, così da tenere il metabolismo accelerato quel tanto che basta a sovraccaricare il sistema di computazione biologico che abbiamo installato nel cervello, fare stragi, ammazzare bambini, spappolare i muscoli facciali di un perfetto sconosciuto solo perché questi ha suonato il clacson quando non doveva.

COSA NUTRE DI PIU' DI UN BARATTOLO DI NUTELLA CARAMELLATA AL BURRO DI ARACHIDI FRITTA NEL GRASSO DI PISTACCHIO IMPANATA NEL PANE DI BURRO DI SALAME?

Mamme, è uscito oggi il nuovo gustosissimo PORK SNACK.

PORK SNACK.

I vostri bambini non potranno farne a meno, e mica perché gli scoppierà il fegato e diverranno dipendenti dal prodotto vita innatural durante solo dopo averlo annusato, figuriamoci morderlo!!!

TUTTA ROBA GENUINA DA AGRICOLTURA BIOLOGICO MACROBIOTICA!

Diffidate dagli ignoranti comunisti no global che ci parlano male dietro le spalle addormentate.
Il prodotto è certificato, sano, preparato con amore, seguendo un'antica ricetta segreta tradizionale del popolo dei Chrom, un'antica civiltà di cyborg vissuta quarantasette miliardi di anni fa sul pianeta di Astromordt.

PORCK SNACK: GRUNF GRUNF MAIALINI..

E ORA SU, A NANNA, CHE SENNO' PERDI L'APPETITO.

PORCK SNACK: COSA VOLETE DI PIU' DALLA VITA?
UN LUCANO?
E SE POI TI RITIRANO LA PATENTE?

PORCK SNACK: IL FEGATO NON SCOPPIERA', IL PALLONCINO NON SUONERA'!!!

Ora ci spostiamo in un paesino di 32 milioni di abitanti nella provincia del comasco.

GLI SCOPPIA IL NANOASSEMBLATORE E VIENE RISUCCHIATO IN UN BUCO NERO PER OVER ACCUMULAMENTO DI ENERGIA INTELLIGENTE.

La tragedia si è consumata in una piccola cittadina da 32 milioni di abitanti, di cui 31,5 milioni sono robot senzienti, anche se sono gli umani a comandare.

Rodolfo Giletti, sindaco del paesino, è umano al 100% e garantito per 6 anni da Mediashopping.

La vittima è un umano, Gilberto Adanferrieri, di anni 60, non abbastanza capace di manovrare le nuove modeste, iper avanzate al cubo tecnologie.

L'Adanferrieri era una persona semplice, rispettato su facebook da tutti i 499'000 umani residenti nel cyberpaesino.

Una giornata come le altre gli è costata il privilegio del progressivo procedimento biologico.
Dopo aver recepito un programma televisivo sui benefici apportati dai nuovi nano assemblatori messi in commercio appena 54 anni fa, il povero Adanferrieri si era convinto di poter abbattere il muro della solitudine impiantandosi nanotecnologie, generate da un nano assemblatore caricato con inchiostro di technoseppia e una scarpa da muratore, negli atomi delle cellule all'epoca presenti nel suo organismo.

L'energia propagata dalla veloce evoluzione ha generato spirali interdimensionali tra la terza e la quarta dimensione, causando l'apparizione di un buco nero di diametro ignoto.

Il povero ragazzo, sessantenne all'epoca dei fatti (l'altro ieri, venerdì 3/12/10 a.S.) è stato risucchiato per tre quarti.

Ora ha un aspetto terribile.
Sono rimasti due terzi della gamba destra, un mezzo di lobo frontale, e 12 ventesimi del testicolo sinistro.

Gli scienziati stanno duramente lavorando per rimetterlo in sesto ma non sono tanto ottimisti.
Abbiamo intervistato il primario del polimulticlinico “Gemelli siamesi omozigoti” con sede ovunque.

“Abbiamo tra le mani un caso disperato. Non sappiamo con precisione quali saranno gli esiti della ricostruzione semi permanente dell'apparato endocrino. Fiduciosi per quanto riguarda il ripristinamento di almeno 69 giga su 900 di dna spazzatura riciclata ma, per il resto dell'organismo non ci metteremmo la mano sul fuoco, anche perché ce la ustioneremmo reversibilmente, il che costerebbe alla troupe medica la perdita di preziosi cinque minuti e ventisette secondi di tempo necessari alla rigenerazione delle cellule del tessuto epidermico sovrastante, operato in pre pre emergenza”.

Amare, dure composizioni fonetiche, quelle del primario.
Gilberto, siamo con te.
Nella realtà e nel cyberspazio.
E nel buco nero infra dimensionale dove ora, speriamo, riposi in quiete.
Amen.

LO SPONSOR CI IMPONE UN'ALTRA GUSTOSA INTROMISSIONE.
GLI CEDIAMO LA PAROLA.
SI.
ANCHE LO SPONSOR E' DIVENTATO SENZIENTE.
VIVE DI VITA PROPRIA, RAGIONA DI AUTO INTELLIGENZA AUTO POTENZIANTE.

Stanchi di vedervi portare via i vostri cari dalla bieca mietitrice modello V132.232/212*4#27?

Non riuscite a somatizzare il suicidio del vostro bambino, di soli cinque anni, per insufficienza di motivazioni esistenziali non quantificabili?

Stufi di piangere lacrime rischiando la disidratazione letale?

Le intelligenze artificiali più iper sviluppate ci hanno permesso di potenziarci quel tanto che basta da lanciare sul mercato il nuovo, economico, pratico, FEMTOSITE.

FEMTOSITE.

RIPETILO TRENTASETTE MILIARDI AL QUADRATO DI VOLTE.

E' FACILE!

FEMTOSITE

I migliori robot erboristi massaie hanno tratto ispirazione da un'antica ricetta di 45 eoni fa, e hanno creato questo nuovo sistema di criogenizzazione parziale vi da il potere e il diritto di congelare il processo d'invecchiamento dei tessuti ricoprenti lo scheletro ipo umano.

Non è meraviglioso?

Il Vostro feto non invecchierà di un minuto.
MAI.
Potrete gustarvi il Vostro prototipo di bambino ancor prima che inizi a svilupparsi tanto da iniziare ad ascoltare la musica satanica e fumare la droga e ripudiarvi, dopo i sacrifici che NON avete ancora fatto per farlo studiare nelle più prestigiose università di Nettuno.

I vostri cari vivranno per sempre senza il pronosticabile inconveniente di arti funzionanti che gli permettano di fuggire dal vostro soggiorno, dalla vostra cantina, dalla vostra camera da riposo diurno, da dove riterrete opportuno conservarli per potervi gustare il piacere della loro compagnia eterna.

FEMTOSITE: PERCHE' IO CI TENGO AI MIEI CARI, ANCHE QUELLI CHE DEVONO ANCORA STRUTTURALMENTE FORMARSI!

Connettiti con noi ORA e ricevi l'omaggio, il nostro modo per ringraziarti: VIBROSBOHR, il simpatico vibratore eiaculante allungabile fino a 13 metri, allargabile fino a 80cm cubi per farvi godere, o da usare come tunnel per allargare i piercing del vostro cagnolino.

COSA ASPETTATE, CHE LA MORTE DIVENTI ANCH'ESSA SENZIENTE TANTO DA RISPARMIARVI???


Due notizie, due sponsor.
Due piccoli passi per l'uomo.
Due grandi passi da gigante per l'evoluzione verso la singolarità tecnologica.

RAY KURZVEIL: TI AMO.

... non è che potresti mettere una buona parola per farmi ridare il profilo facebook?

Dai, ti prego.

Stanotte voglio dormire tranquillo.