venerdì 21 dicembre 2007

POST NATALIZIO
















Buon natale, figli miei.
We are the world, we are the children.
Se “siamo i bambini”, perché ieri sera stavo al night, ubriaco lercio (e mi sono pure addormentato) ?
Il night, per chi non lo sapesse, è come un McDonald (di qualche paese dell’est, vista la varietà di carne proveniente da suddette nazioni).
L’unica differenza che intercorre tra i due, miei piccoli “no global” che non disdegnano, di tanto in tanto, un noleggio da Blockbuster, è che al night, il corrispondente di un Big Mac menu, costa dai trecento euro in su.
Non scherzo.
Siamo entrati barcollando, come patetici esseri della notte che, per vedere un po’ di fica, hanno bisogno di spendere venti euro.
Poesia economica.
I buttafuori sono sempre pelati e muscolosi; con un buttafuori con i capelli, la situazione potrebbe essere diversa, ma questo non è l’argomento del post.
L’argomento è… non lo so’; scrivo perché la tristezza che mi ha divorato in quel posto di merda, è arrivata nel midollo spinale infangandolo, e travolgendo quel poco che andava bene dentro di me.
Al night (oh,cazzo, non sono abituato ad andare in ‘sti posti!!!), ogni uomo ha la fede al dito.
È una sorta di mantra/talismano portafortuna.
Hai una famiglia che ti ama.
Splendidi bambini e una vita soddisfacente (o più probabilmente è il contrario); mentre ti fai fare una sega, da una che potrebbe essere tua nipote…
Serve a non farti sentire in colpa.
È un gesto che ammiro, roba del calibro di: - Ok, ti do’ il malloppo (pari a tutta la tredicesima),
succhia bene, ingoia come se fosse il nettare degli dèi, ma non farti venire strane idee, eh!?!?!?! Sono un uomo sposato; niente complicazioni sentimentali, ok baby?
… e ancora non capisco perché dei cantanti italiani si ostinano a dire “bèibe”.
Siamo l’unico paese al mondo che, porco dio, ancora non ha imparato l’inglese; in tutto il globo l’inglese lo si conosce meglio della “lingua madre”.
Da noi, la lingua madre è il russo… anche se non lo parliamo.
A me, le donne magre, statuarie e zoccole, non tirano molto.
Sì, sono belle da vedere e rispettano tutti i canoni di bellezza CEE che la tv ci ha insegnato ad amare, ma non è roba per me.
Prefazione; non sono uno di quelli che si arrapa soltanto se gli cagano in bocca (poco ci manca!!!), ma vedere quella carne da macello, sculettante a pagamento, mi mette tristezza.
Le luci del night hanno del marcio incorporato.
Tutti vanno lì come se fosse una cosa epica, da tramandare ai posteri. Gasati, felici, pompati, entrano come a dire
“cazzo, stasera gli faccio vedere io alle zoccole di ‘sti paesi comunisti, come si mangia la pastiasciutta”.
Si siedono, si guardano intorno, come avvoltoi di memoria waltdisneyiana, puntano la preda, si gonfiano e…
Pagano.
Col denaro, tutti abbiamo il cazzo grosso, gonfio di vita.
La zoccola arriva, ti seduce con lo sguardo, ti dice qualcosa, sgrammaticando in maniera grottesca, ed è fatta.
È tua man; respect, muthafacca!!!
… ora anche tu sei entrato nel fantastico mondo del gangsta rap.
Bastano poche centinaia di euri.
“Euri”, per chi non lo sapesse, è un neologismo che sta ad indicare il plurale del sostantivo “euro”. Siamo in Europa, ok!!, ma a me sembra che il fulcro di tutto siano la Russia e la Romania.
In Romania ci stanno gli zingari; ci hanno dato Vlad Tepes III (al secolo “Dracula”) e i Gipsy King, immancabile colonna sonora di ogni capodanno che si rispetti (con trenino e cotechino con le lenticchie etc etc).
In poche parole: un contributo, degno di un cesto di affettati e bottiglie di svariata natura, da regalare sotto le feste che, guarda caso, stiamo per subire/sorbirci.
La Russia ci ha dato Lenin, Stalin, Rasputin e il quarto cugino di campagna, del quale non ricordo il nome (mi pare quello con la parrucca cotonato/bionda) ma non disperate; provvederò a colmare tale terribile lacuna.
Un privè costa parecchio (e non è manco sicuro che ti fanno smanettare liberamente).
Autoerotismo un cazzo; farsi una sega è come pugnalarsi senza lama (per chi non lo sapesse, il “lama” è un mammifero tagliente, frutto della mente perversa di quelli della Gillette (e le lamette (cuccioli femminili del lama) “Mach3” tagliano pure la croce di Cristo).
Non so’ se le parentesi dentro le parentesi si possono fare; saranno corrette grammaticalmente?
Boh, ma se puoi spenderti lo stipendio per entrare dentro alla corrispondente (dell’est) di tua nipote, che vuoi che siano due grafemi dentro un altro agglomerato di grafemi?
Puzza di più l’ombelico o il buco del culo?
… e la gente, quando va dai maghi, si ostina a chiedere fortunamorelavoro.
Gli interessa veramente?
Secondo me no; è solo un passatempo tra una scopata e l’altra.
Perché tutto questo accanimento?
Perché porco dio siamo una nazione di analfabeti che campa di rendita e stiamo a fere i megalomani; Sì, se non ci fosse stato il "rinascimento", i turisti non sarebbero venuti a portarci soldi.
Immaginate una bomba nucleare su Roma e Firenze (pari alla distruzione di tutto il nostro “patrimonio culturale”).
Ci ritroveremmo senza entrate.
Nel giro di due anni ci sperpereremmo tutto il malloppo.
... e ci ritroveremo in Senegal, a vendere i Cd fuori dalla Coop (che da loro si chiamo “Goob”)
Nella convinzione comune, i negri parlano come se fossero dei raffreddati perenni.
“Negri”.
Sì, avete capito bene.
E se mi date del “razzista” sparatevi.
“Negro” deriva dall’aggettivo “negroide”.
“Nero” è razzista; “negro” è diventato razzista da quando Mtv ha cominciato a mandare in onda i video di 50Cents e Puff daddy.
Quello si che è nero; ho sconfinato.
Fuck you muthafacca.
Ok, smetto di scrivere; i miei lettori vogliono tutto e subito.
… ora che ci penso… invece di perdere tempo a leggere ‘ste cazzate, perché non ve ne andate al night pure voi?
Perfetto; ora pubblico la mia immortale storia di natale, il mio “canto di natale” dickensiano, happy refrain di ogni natale che si rispetti.
Lo inserisco; se lo leggete bene… sennò buon natale lo stesso.
Vado a farmi un paio di tiri di trielina… ci avete mai fatto caso che, se tiri la trielina birettificata scoreggi il doppio di quando tiri quella pura???
Mistero della fede; annunciamo la tua morte signore.
Proclamiamo la tua resurrezione.
Nell’attesa della tua venuta.

A pagamento


SANTO NATAL

Adoro il Santo Natale, Cristiddio.
Chi non lo ama?
Fino a qualche anno fa pensavo cose molto tristi e negative riguardo a questa meravigliosa e secolare festa. Ci sono bambini, nei paesi sottosviluppati, ai quali uno non si sentirebbe di raccontare roba tipo “alla cena di natale ho mangiato fino a scoppiare”.
Quei poveri stronzetti non mangiano neanche metà cenone in un anno intero.
Solevo anche riflettere su babbo natale; il natale o parte di sé, muore con la scoperta di una delle più dolci e tristi bugie, raccontate dai genitori ai propri figli.
Uno si impegna a fare il buono tutto l’anno, sa che babbo natale porterà tutto quello segnato sulla lista.
Poi un giorno ti svegli, e i tuoi genitori dicono di doverti parlare.
Alcuni la prendono alla larga.
Altri “
babbo natale siamo io e la mamma”.
Figli di puttana senza cuore.
Dopo questa cosa vergognosa, l’unico dettaglio rimasto a bruciare, nell’ormai affievolito fuoco del natale, sono le vacanze scolastiche.
Inizia la scuola, a settembre.
Come ci si fa forza?
Ci si proietta a tre mesi dopo, il periodo delle vacanze (già non è più il “periodo di natale”).
Finita la scuola, il disastro è completo, il fuoco si spegne sotto una doccia gelata, apri gli occhi e
“benvenuto nel regno delle responsabilità, benvenuto nel mondo degli adulti”.
In base alla professione svolta, si ha diritto a delle ferie.
Se fai il cameriere, col cazzo che Natale lo passi a casa.
Natale lo passi a sorridere a gente a spasso.
“Prego”, “grazie”, “non c’è di che”: grazie a voi, patetici stronzi, il natale lo passo da servo ma con i due euro guadagnati, potrò scolarmi una buona bottiglia per dimenticare questa sudditanza di merda, e ad ogni brindisi, una macabra dedica nei Vostri signorili confronti.
Vi venga un tumore, vi venisse un intossicazione alimentare, possiate andare a sbattere contro una madre con la carrozzina, e possa morire solo il bambino, e all’alcool test lo sbirro pronunziasse le fatidiche parole: - Signore, col suo alito potrebbe andare a Taiwan a gonfiare i palloni, nonostante sia un compito TASSATIVAMENTE riservato ai bambini di età inferiore ai tre anni - .
E si torna sempre a fare i conti coi paesi sottosviluppati
Controlla il dizionario: paesi dimenticati.
Dunque, non c’è speranza; passi per strada, facce sorridenti, musica ovunque e neanche un briciolo di quella gioia e quell’atmosfera di quando aspettavi il momento in cui scartavi i regali sotto l’albero, con la coda dell’occhio scrutavi i genitori sorridenti e stavi attento a non tradire nessuna emozione, perché eri grande e i grandi non sorridono per le sciocchezze come quelle.
Tutt’al più, i grandi bestemmiano e picchiano i bambini, che pesano solo venti chili.
Per le partite alla tv.
Quello che voglio fare quest’anno è molto semplice: voglio ritrovare l’allegria e lo spirito perduto dei natali passati, un po’ come in “Canto di natale” di Dickens.
Per far cambiare idea a quell’emerita testa di cazzo di Scroodge, ci sono voluti tre fantasmi per farlo cagare addosso.
Scroodge era il capo avido, era vecchio e viveva solo.
Il suo impiegato no.
Voleva metterlo in culo a quell’uomo, che non desiderava altro che tornare a casa, mangiare come un porco, mettere il Valium nei bicchieri dei figli, aspettare che il medicinale facesse effetto e pomparsi la moglie fino all’ora in cui il sole fosse sorto (e l’effetto del farmaco finito).

Non mi abbottono il cappotto, vista l’abolizione dell’inverno da parte del buco nell’ozono, un buco grosso come quello che la gente comune si ritrova nel cervello. Esco di casa e dalla porta dell’appartamento di fronte al mio, si ode un cd di sacri canti di natale… sottofondo alle bestemmie e ai pugni, scagliati ripetutamente in maniera ossessiva, sul muro.
È il mio vicino e sta maledicendo Dio e suo figlio che “ha rotto i coglioni con quella cazzo di musica di merda e se non si sbriga a fare i compiti si toglie la cinta”.
Questa è la vera atmosfera, lo spirito giusto per apprestarsi a trascorrere le sante feste.
Scendo le scale e noto dei fantastici componimenti di arte moderna sul muro.
Sangue rancido dal naso su marmo”.
Diciotto per dieci.
Il catarro deve provenire da dei bronchi in avanzato stato di decomposizione.
- Ma che fai, sei scemo? Non vedi che ho dato lo straccio? Mi sono proprio rotta i coglioni di fare le scale, pare che vi mettete d’accordo per non farmi finire mai, - gracchia la simpatica nonnina natalizia del primo piano.
- Mi scusi e buon natale, - rispondo.
Anche al bar sotto casa, natale è una festa importante, che non va presa tanto alla leggera.
“Natale con i tuoi, pasqua con chi vuoi”.
A pensarci bene, non sono dei trasgressori, mica è detto che la "famiglia" debbano essere necessariamente “la moglie e i figli”.
C’è anche la famiglia del bar.
Con chi si passa il Natale?
Si passa con la famiglia
; sulla carta costituzionale dei “patti lateranensi”, non è specificato “quale famiglia”, (ndr.).
Qual’ è l’attività principale della santa festa?
Mangiare
.
A parte il divieto di consumo di carne, tuttavia, non viene specificato quali tipi di pesce la Bibbia proibisca di friggere, (ndr).
Cosa si fa dopo la Cena?
Si gioca coi parenti.

La sopracitata costituzione, non specifica “quali parenti” o “quali giochi”, (ndr.).
In poche parole: un allegra banda
(famiglia)
di persone di tutte le età, pronte a passare un “non conventional christmas”, come recita la pubblicità di una nota ditta di bigiotteria per ragazzine sceme.
Un cane mi si struscia sulle gambe e vorrei tanto dargli un osso, ma se lui lo mangiasse, i ben pensanti mi fulminerebbero.
Il mio quartiere è pieno di cani randagi. Nessuno li vuole, tutti li detestano.
Controlla sul vocabolario: “carità cristiana”
Controlla sul vocabolario: “fare delle offerte ai poveri”
Controlla sul vocabolario: “elemosina”
Baldanzoso, mi sto dirigendo a casa di Filippo, per l’ ”aperitivo della vigilia”. Questa è una tradizione nata molti anni fa, sgorgata dal bisogno di doversi sballare e nutrire, prima che le sopracitate cose avvengano.
Odiamo il pesce sotto qualsiasi forma esso si manifesti.
Non giochiamo a tombola.
Avremo pure il diritto di nutrirci e divertirci, durante la notte più lunga dell’anno, no?!?
Abbiamo il diritto/dovere di uscirne illesi.
Non è colpa nostra.
- Pronto, allora? - , mi fa Filippo, battendo le mani. Ha gli occhi lucidi, deve aver cominciato senza di me. È un ragazzo molto sensibile. Lo so: stasera soffrirà più lui che io.
Controlla sul vocabolario: “catarsi”
Controlla sul vocabolario: “autopunizione premeditata
Controlla sul vocabolario: “ischemia cerebrale”
Controlla sul vocabolario: stato comatoso neurovegetativo”
Controlla sul vocabolario:
“rimozione del soggetto”
- Anche quest’anno è giunto il santo Natale, - recito con una voce che dovrebbe essere quella del “fu” babbo natale. - Cosa ti ha portato babbo natale? - , svaccando tutto; Babbo Natale sono io, e se non so “io”, che cazzo gli ho portato, devo essere proprio fulminato.
- Un atrofia sulla punta del prepuzio - .
Controlla sul vocabolario: “alta sensibilità”
Controlla sul vocabolario: “psicosomatico”
Controlla sul vocabolario: “
neuroni indipendenti”
- Te l’avevo detto che, se non ti davi una calmata, finiva in merda. Tanto è stato, - lo ammonisco. Nel cuore ho il senso di gioia/vittoria, provato da tutti quelli che sono in condizione di dire, o almeno pensare, “Te l’avevo detto!!!”.
Un modo sintetico per dimostrare al prossimo i propri poteri di preveggenza.
Questa è la parola magica.
- Penso proprio che sarà un natale meno più meglio degli altri, - sgrammatica l’ignorante.
- Non si dice “più meglio" - .
Controlla sul vocabolario: “te l’avevo detto”.
L’ho solo pensato, non gliel’ho detto.
- Dai, su, non ti scoraggiare, - gli abbono, come se lo stronzo col pisello da buttare, fossi io. - Siamo noi, a farci troppi problemi. Siamo noi, a far camminare il cervello, - in realtà lo sto dicendo a me stesso per convincermi. - Quanto dura tutto? Non più di qualche ora. Adesso ce ne andiamo tranquillamente in prognosi riservata con queste magnifiche flebo, - agitando le boccette di liquore che ho in tasca, - Dopodiché saremo in grado di affrontare il demone del parentado, ok?
Ok.
Al quindicesimo campioncino, la realtà comincia a fluttuare, come se vivessimo nell’ampolla del pesciolino rosso che, anno dopo anno, abbiamo vinto al luna park.
E poi e morto.
Certo non di cirrosi epatica
Controlla sul vocabolario: “ulcera perforante”
Controlla sul vocabolario: “delirium tremens”
Controlla sul vocabolario: “dialisi”
- Ho avuto una visione, - sussurro come lo sciamano dei sofficini Findus.
- Dobbiamo compiere una buona azione, è pur sempre natale, no? Mi sistemo le basette: - Tutto quello che i randagi di questo quartiere ci chiedono, è solo una scintilla, una piccola scintilla che doni loro coraggio - . Le parole che sembrano, all’incirca, uscire dalla bocca di Filippo sono: - Ghe cazzo dici, broprio non di capisco quando stai di fuori - .
Sciatto pagano senza coglioni.
Dall’alto del trono del mio sapere, continuo il discorso interrotto: - I randagi non vincono perché non sono uniti. Hanno bisogno di un leader che li conduca al palazzo della libertà, - e sorprendo Filippo accasciato al suolo.
- Dobbiamo fare insorgere i cani, dobbiamo farli impazzire. Solo così, potranno farsi valere, dopo anni di fame e schiavitù, - ed è qui che Filippo comincia a collassare producendo, ai lati della bocca, della schiuma da Tennent’s 0,5 alla spina. - Eecome pensi di fare, li dici:
impazìte, fàte casìno?
In un'altra circostanza, lo avrei fatto impazzire io, ripetendo all’infinito
“Come? Non ti capisco non ti capisco non ti capisco non ti capisco non ti capisco”.
Non è il momento.
Controlla sul vocabolario
: “incomprensione”
Controlla sul vocabolario. “autolesionismo”
Controlla sul vocabolario: “ignoranza”
Senza spiegare, a chi non vuol capire, qual è il mio piano, prendo di peso il mio amico alcolizzato e lo trascino alla fontanella dove lo faccio rinvenire con dell’acqua ghiacciata come i monti da cui proviene. Lo obbligo ad effettuare gargarismi degni di una lavatrice all’ultimo grido e gli dico: - Adesso vieni con me, non una domanda e stai al gioco. Ci penso io.
Già, ci penso io.
Controlla sul vocabolario: “training autogeno”
Controlla sul vocabolario: “programma formativo per manager”
Controlla sul vocabolario: “megalomania da parrocchia”
Din don, faccio fare al campanello, con la forza di una sola falange.
Dio, che bella la tecnologia.
Dallo spioncino si vede l’occhio dell’anziana signora Cervantes. Ci ragguaglia sulla propria situazione economica, aggiungendo che non le serve niente.
L’enciclopedia ce l’ha già.
Le dico che siamo soltanto un coro di natale, giriamo di casa in casa per esibirci.
Cede e ci apre. Potrei spaccarle la testa con un martello, come si sente al telegiornale, e rischiare l’ergastolo per 50 € di pensione.
Controlla sul vocabolario: “vandalismo indotto da tossicodipendenza latente”
Controlla sul vocabolario:
“gioventù allo sbando”
Controlla sul vocabolario: “coro natalizio formato da due persone”
Non è nelle mie intenzioni fare del male a qualcuno.
Almeno per adesso.
Ci esibiamo in due classici natalizi, che la signora applaude e ci fa sedere per una tazza di tè.
Questo volevo, entrare in casa.
La signora va in cucina a mettere il bollitoresul fornello. Mi dirigo alla vetrina degli alcolici.
Vi siete mai chiesti come mai i vecchi, astemi e non, abbiano una vetrinetta che vanta immancabili presenze super alcoliche del calibro di “Vat 45” “Creola Baldoni” e l’intramontabile bevanda “spiritosa” alias Varnelli, quando a casa, un ubriacone come me, non possiede neanche la coca cola?
Io sì.
Sbrigandomi, mi riempio il gargarozzo con metà bottiglia di Varnelli.
Filippo è in stato comatoso sul divano.
Sospiro, cercando di trattenere un potente conato di vomito all’anice e vado al citofono. - Bravi, bravi. Siete stati davvero bravi, - ci sorride la signora. - I giovani di oggi non se ne importano del natale e delle tradizioni. Sto per risponderle “verissimo”, quando Filippo emana del gas dal di dietro, quasi mandando in fumo la nostra copertura.
- Il tuo amico, come hai detto che si chiama?
- Filippo, - e non l’ho mai detto.
-… che cosa gli è successo?
Più scale un musicista conosce, meglio improvvisa.
- Siamo studenti e non abbiamo i genitori. Sono morti, - azzardo.
La signora mi si avvicina, gli occhi umidi dalla tristezza.
Proseguo per la mia strada.
- I miei e i suoi erano amici, sin dall’infanzia. Sono andati sempre a scuola, tutti insieme. Mio padre, mia madre, suo padre e sua madre. Fecero anche la prima comunione insieme, e si sposarono lo stesso giorno, nella stessa chiesa. Andarono a vedere, sempre insieme, dei mobili per arredare la nuova casa. La ditta prometteva, a chiunque spendeva oltre le trecento mila lire, un giro sull’elicottero aziendale. Dopo cinque minuti, inspiegabilmente, il carburante finì, facendo precipitare l’elicottero, e arrostendo le nostre due famiglie, più un pilota aziendale.
Controlla sul vocabolario: “onora il padre e la madre”.
- Così dobbiamo lavorare per pagarci i corsi universitari. Lavoriamo in una torre di controllo e passiamo le notti ad osservare dei radar. Filippo non dorme a sufficienza da un mese, fa anche del volontariato alla “Caritas”, e ora si trova così come lo vede. La signora si alza e mi abbraccia. Mette mano al portafoglio e mi elargisce una banconota da euro venti, consigliandomi di non essere imbarazzato, “me li merito”. Accetto, sentendo un po’ di disagio, subito svanito nel pensiero di una bottiglia di scotch reale, non quello schifo dei discount.
Controlla sul vocabolario:
“Master John’s”
Controlla sul vocabolario: “Old country”
Controlla sul vocabolario: “nomi nostalgici da patrioti irlandesi alcolizzati”.
Alzare dal divano lo stronzo, non è facile; riusciamo comunque a telare via.
Nell’appartamento a fianco, ci apre questa simpatica signora.
- Vi ho sentiti cantare prima. Avete delle belle voci, anche se il tuo amico qui, mi sembra un po’ su di giri, - mi fa, indicando Filippo che ammicca un sorriso da foto ricordo per la lapide.
La performance è la stessa, il compenso un po’ meno. Per entrare, mi invento che adoro visitare le case; sto facendo una ricerca, per l’università, sulle
case popolari comparate a dimore storiche settecentesche appartenute a divi del cinema muto.
La signora abbocca e posso portare a termine la mia missione anche qui in casa Sapori.
Controlla sul vocabolario: cognomi italo americani in Abruzzo”
Controlla sul vocabolario: “veridicità nazionale
Abbiamo ancora molte case da visitare; in questo palazzo abbiamo finito.
Le case nelle quali dobbiamo ancora portare il nostro mirabolante show, altro non sono che quelle poste sul perimetro della piazza.
Il tempo per un goccio lo trovo, così andiamo al bar.
Ricordate?
Il bar della “grande famiglia speciale”.
Intanto Filippo si è ripreso; ora la recita può andare avanti senza intoppi.
Astro del ciel, pargol divin, e un'altra casa è fatta.
Per strada già si odono i frutti del mio piano.
Ora, ad aprire è un uomo sulla cinquantina, brizzolato e muscoloso.
Avete presente il padre palestrato/sinistro del timido ragazzo membro dei Wanderers?
Quello lì.
- Io non so cosa cazzo vi siete messi in testa, ma non azzardatevi a cantarmi qui sul pianerottolo, - proprio come nel film. - Ci scusi, signore. Noi non vogliamo soldi, - e mi pento per aver detto la tipica frase di chi è in cerca di gente da rigirare come un calzino. Arriccia il labbro, sta per esplodere: - Quindi che cazzo volete?
Tento un percorso oscuro e tortuoso.
C’è una teoria, la Mia, che dice:
“quando sei nella ragione, o vuoi averla a tutti i costi anche se non ce l’hai, sii invadente, strafottente, e fai pesare agli altri il tuo immaginario passato triste e torrido, facendoti strada, a furia di insulti, nel cuore della gente”.
Inizio: - Senta, noi siamo qua, fa freddo, - (ci saranno trenta gradi!!!), -… senza una casa, senza una famiglia da cui tornare, senza una tavola alla quale sederci e deliziosi pranzi gustare, - per poi venire interrotto bruscamente: - Checcazzo vuoi dire, siete venuti qui a chiedermi se vi posso ospitare a cena, insieme alla mia famiglia? Inquadrato il quoziente intellettivo nullo, zero al quoto, di questo orango palestrato pronto a pestare qualsiasi cosa respiri, camminando sul filo del rasoio con le piante dei piedi imburrate, azzardo l’ultima stronzata, quella decisiva, che forse mi salverà dall’imminente pestaggio.
- Dovevo soltanto andare al bagno -
- E hai montato tutto questo cazzo di casino solo per andare a pisciare?
- Sì, anche se la storia è vera.
- Entra, poi subito fuori dalle palle.
L’appartamento è un tempio del fitness: medaglie, coppe e poster di divi del body building e del pugilato. Sento una mano grande come una pala sulla spalla.
- Aspetta, - dice la voce.
Mi squadra, soffermandosi sui pettorali e le braccia.
- Quanto alzi alla panca?
- E’ già tanto se, una volta che mi ci sono sdraiato, riesco a risollevarmi.
- Non è la risposta che volevo sentire.
Odore di guai, odore di ormoni.
- Non mi piaci, comincio a pentirmi di averti fatto entrare. Senti un po’, - cominciando ad accarezzare in maniera inquietante, uno dei mille manubri sparsi in giro per la stanza, - adesso mi fai vedere quanto riesci a sollevare, e poi potrai andare al bagno.
Mi sono messo nella merda.
Tento un approccio diplomatico: - Non posso. Ero un patito del body building, - mettendomi eretto come un palo, come a voler accentuare un fisico mai avuto. - Un giorno, in palestra stavo alzando, proprio alla panca, cento venti chili. Ho sentito come uno strappo proprio quì, - battendomi un pugno sullo sterno, - e se non era per il mio compagno che mi stava seguendo, sarei morto col collo spezzato dal pesantissimo bilanciere, all’epoca, poco più che una manciata di piume, per me.
In silenzio sepolcrale, il sangue si ferma nelle vene, forse l’ho convinto.
- E che cazzo era successo?
Oddio, che mi invento?
Faccio mente locale, entro nel mio vocabolario medico mentale, della lunghezza di sei righe circa, e me ne esco: - Insufficienza di acido adenosintrifosforico.
Speriamo che non sia uno di quei palestrati che hanno l’impudenza e la presunzione di informarsi sugli effetti che hanno tutti quegli sforzi sovrumani… sul corpo umano.
Tace.
Col braccio destro indica la via del bagno.
Non mi segue più come un segugio.
Missione compiuta.
Altra casa altre cose.
“jingle bells, jingle bells, jingle all the way, oh what fun it is to ride in a one horse open slaight”…poi l’assurdo.
- Entrate, cari.
Quella che ho davanti, è una delle più belle donne mai viste.
Zoccole televisive comprese.
Alta all’incirca un metro e settanta, capelli neri come la notte più splendente della storia del creato.
E il sorriso, la sua luna.
La mia.
Entriamo sbalorditi, Filippo è concentrato come salsa di pomodoro in tubetto.
L’appartamento è simile ad una di quelle ville settecentesche di cui millantavo poco fa, annoverandola tra le mie ricerche universitarie virtuali. - Prego, sedetevi, - ci fa il serafino incarnato.
Controlla sul vocabolario: “te l’avevo detto”.
Non capisco; una così bella ragazza, non può vivere da sola, è anticostituzionale.
Infatti…
L’uomo comparso magicamente sulla soglia che divide il soggiorno, dal resto dell’appartamento vittoriano è, (fa che sia il padre!) un uomo di media statura, leggermente stempiato, capelli neri, occhi fieri ma benevoli, vestito in maniera impeccabile.
Il sosia di Daniel Craig (quando compirà sessant’anni).
C’è un attimo di silenzio, cerco di non guardarmi troppo intorno, potrei dare l’idea di un ladro che si intrufola, come gli zingari, a casa della gente.
- Ciao, ragazzi. Io sono Samuele, e lei è Babele.
Non per creare pregiudizi, ma la gonna blu a pari di ginocchio di Babele…no, voglio dargli una possibilità.
- … mia moglie. Prego, accomodatevi.
Ho inteso; è guerra sia.
Si siede, negli occhi lo sguardo di chi la sa lunga, le movenze decise che ti insegnano al corso “lava cervello” svolto durante le adunanze.
Cento a uno questi sono testimoni di Geova.
Siamo qui perché lo ha voluto il destino.
Siamo qui per capire la verità.
Mi trasformo nel Dio Marte.
- Ho sentito che intonavate dei “classici” canti di natale, - e sulla parola “classici” reprime un risolino saccente del cazzo, da professore di Teologia Vaticana. Cerco di rimanere impassibile, Babele comincia a sembrarmi più un’esca, anziché un essere umano. Così bella solo per poter abbindolare, ai ragazzi, l’idea che un giorno, in paradiso (sulla terra!!!) i leoni giocheranno coi bambini.
- E’ natale, giusto? - fa lui ancora più spavaldo.
Sono contento che Filippo non apra mai bocca, il ruolo di suppellettile gli si addice.
Controlla sul vocabolario: “automa”
Controlla sul vocabolario: “
soprammobile”
- Perché devo aver bisogno di aspettare “natale”, per poter dimostrare ai miei cari quanto tenga a loro, facendogli dei doni? Tutto l’anno, è buono per fare dei regali. Nessuno ve lo impedisce. Fa una pausa e io lo metto a suo agio, facendo trapelare dal mio sguardo, come della comprensione e dell’insicurezza nei “banali dogmi” con i quali sono cresciuto, torta di compleanno dopo torta di compleanno…
Pagana.
Ok, ora crede di avermi in pugno ma voglio divertirmi un altro pochino.
- Signore, - sfotto dal basso della mia giovine età, - Ha ragione. Perché cedere alla consumistica e banale tradizione volgare di donare, ai propri affetti, scontati gingilli di vanità, - e quasi stavo per tradirmi, tirando fuori un aggettivo tabù come “pagana”.
Non posso farmi scoprire, devo fargli abbassare la guardia, farlo stancare e poi metterlo nell’angolino.
- Quale religione professi?
Cazzo, arriva subito al sodo. Di solito i suoi colleghi, che ti vengono a svegliare alle sette e mezza di domenica mattina, ci girano intorno molto più a lungo.
Sparo la fatidica carta, quella che gli darà il via libera per stuprare il mio “cervellino da giovine” come meglio vuole.
- SONO ATEO.
A-T-E-O, mica cazzi.
È diventato uno scontro di calcio.
Sono cristiano non praticante; in questa situazione mi trasformo in un hooligan della curva nord del Jerusalem football club.
Azzardo: - Però mi sono sempre fatto un sacco di domande su molti argomenti riguardanti le religioni, - sto vincendo (inizia ad essere mio) : - Ad esempio: i vostri comandamenti sono uguali ai nostri? - facendo tremare la voce, denotando insicurezza da interrogazione dove non si è studiato assolutamente.
Sorride: - Sì, i comandamenti sono identici, però la vostra Bibbia non è l’ originale. Sto bruciando come una fiamma ossidrica su metallo: - In che senso? - rispondo, mettendomi a sedere in perfetta posizione eretta, da studente di aramaico antico. Tamburellando con le dita sul poggia gomiti della poltrona, mi illumina: - Nelle nostre sacre scritture, ci sono dei particolari omessi dalle vostre, in quanto alla chiesa facevano e fanno scomodo.
Vittoria! A vedere le sue movenze, l’ho messo a disagio, iniziando a percorrere sentieri oscuri.
Dico: - Quali?
Abbassando la guardia risponde: - Molti. La salvezza è soltanto nel regno di Geova, - che vuol dire che non sa più che cazzo si deve inventare.
Delle ricerche molto accurate, hanno dimostrato che il novanta percento degli aderenti a questa setta da due soldi, non sono altro che ignoranti ad alti livelli, convertitisi al testimonidigeovaismo(.com), in un momento di forte dolore. Molti non hanno superato la terza media; non che il titolo di studio faccia la differenza, ma qui da noi, se sai qualcosa. è perché sei stato obbligato a marchiartelo a fuoco nel cervello, durante le ore di scuola, badate, non per cultura personale ma soltanto per moda.
Che te ne fai di una cultura quando hai Sky?
Così li fanno vestire in giacca e cravatta (le donne con gonne da festival della birra bavarese), e li mandano casa per casa a predicare un verbo di cui non sanno niente… manco sapranno “i verbi” in generale. Così, ad ogni domanda specifica, come quella che ho appena fatto, la risposta, esplicita, o sottintesa, è: ”E’ COSI’ PERCHE’ E’ COSI’”.
Provate a negarlo; vi sarà capitato almeno una volta nella vita…
Parto deciso, dall’alto della mia cattedra filo teologica conseguita presso la Sorbona di Ripatransone: - Dunque, lei mi sta dicendo che, per secoli e secoli ogni singolo foglio della vostra bibbia è rimasto insieme ai suoi fratellini cartacei, senza perdere un briciolo della propria originalità? Può essere che neanche un misero fogliettino sia andato perduto o sostituito durante spostamenti o che so io?
- Sì -
- Allora devo presumere che all’epoca avevate già i floppy disk.
Ha iniziato a sudare, ha abbassato la guardia e finito le cartucce al suo MK47 mistico.
- Sei per caso venuto qui per insultare?
- Veramente pensavo fosse stato lei ad invitarmi ad entrare. È solo che non ci vedo molto chiaro. Capto che vorrebbe interrompere subito la conversazione; orami è obbligato dal sacro vincolo della “Torre di guardia” a continuare.
Vedi anche: “Svegliatevi”
- Su cosa? - fa lui.
- Beh, stavamo parlando dei comandamenti e lei ha deviato il discorso su “questa religione è meglio di quest’altra.
Non sa più che dire.
- Non le sembra che ci sia qualcosa di strano in “Non desiderare la roba d’altri”e “Non desiderare la donna d’altri?”. Non le sembra un comandamento troppo dettagliato? Allora avrebbero dovuto scrivere milioni di comandamenti per regolare ogni singolo caso giuridico/teologico: “Non desiderare il cane di Saul, oppure “Non desiderare l’odalisca di Nabucodonosor e così via…per non parlare dei comandamenti “baby”, riservati ai più piccini. “Non desiderare la bicicletta di Mauro”o” non desiderare il Liquidator di Luigino”. Il punto è che il comandamento mancante è “non adorare false icone”. Mi alzo in piedi, sembro Orson Welles nel finale della signora di Shangai (un giustiziere onnipotente).
Indico, come un avvocato in aula di tribunale, nel momento della massima auto celebrazione, il crocifisso affisso alla parete.
- Quello, cos’è ? È una preziosa reliquia scesa dal cielo per portarle fortuna? Lei si deve inginocchiare innanzi ad essa e pentirsi? Di cosa? Quella lì è la creazione di un artigiano, non di Dio o chi che sia. Lei l’ha pagata del denaro. Quel denaro è andato alla Unicef for Jerusalem? No…forse quell’artigiano, con i soldi ricavati da quel terribile gingillo terrestre, c’è andato a puttane, nonostante abbia moglie e figli, di cui, uno affetto da carcinoma vissinticus, e l’atro nato con un caso terminale di osteoporosi babtica.
Adoro inventarmi paroloni, di fronte a dei cazzo di ignoranti che si sentono in dovere
(diritto)
di insegnare agli altri, quando loro stessi sono i primi a non sapere.
Babele è corsa in un'altra stanza, distrutta dai singhiozzi. Samuele (il Sig.) rosso in faccia, ci caccia fuori, sparandoci addosso che i giovani di oggi sono “
degli ignoranti senza dio e senza rispetto per nessuno”.
Gli ignoranti siamo noi…
Missione compiuta egualmente.
Altra tappa al bar, mi sento carico ed energico.
Forse lo spirito del natale mi ha conferito dei poteri da ridimensionatore di esseri umani…un guerriero natalizio.
Altro inaspettato.
- Ti rendi conto delle cazzate che hai sparato?
Uscendo dal coma, Filippo mi allieta con la sua presenza. Cominciavo a preoccuparmi, pensavo che fosse davvero riuscito a staccarsi la spina del cervello.
- Neanche voglio risponderti… piuttosto, continua il tuo lavoro.
- E quale sarebbe il “mio lavoro”?
Controlla sul vocabolario: “suppellettile”
Controlla sul vocabolario: “statua d’argilla”
Controlla sul vocabolario: “guardia svizzera”
Controlla sul vocabolario:
“Filippo”
Non rispondo; gli do una pacca sulla spalla, dicendogli che lo sto prendendo per il culo.
Guardo l’orologio; inizio ad avere il cervello sovraccarico. A furia di interpretare tutti quei personaggi ( l’orfano sfigato, il ragazzo del coro natalizio, il palestrato alla deriva e il ninja di Dio), inizio ad avvertire, dal profondo del cervelletto, una scossa di richiamo.
Controlla sul vocabolario:
“disturbo dissociativo della personalità psichica”
Controlla sul vocabolario:
“personalità multipla”
Controlla sul vocabolario: “schizofrenia”
Controlla sul vocabolario:
“Xanax”
Devo resistere, è rimasto solo un appartamento.
Poi, penso possano bastare.
Le scale di questo palazzo sembrano quelle di una zigurrat infinita.
Verso il cielo, vicino alle stelle.

Si sono fatte le sette e mezza ma ne è valsa la pena. Grossomodo abbiamo visitato tutte le case che mi occorrevano.
Missione compiuta.

Ps: Qual è la morale di questa storia?
È’ che non esiste la morale; se la sono inventati una massa di ignoranti impauriti dalle proprie scelte e dalla propria (appunto) ignoranza. Vi pare giusto che, uno venuto dal nulla, vi dica cosa è giusto e cosa non lo è?
È giusto massacrare l’arte censurandola?
Sono “gli altri”, in grado di sapere cos’è meglio per noi stessi?
Sì, e il solo modo che hanno per esprimerlo, e a furia di cinghiate (per i bambini) e guerre (per i bambini un po’ più grandicelli).
Mi raccomando, non fate vedere ai vostri figli il sesso e la violenza.
Picchiateli, così cresceranno sani forti e di pii principi come voi.
Per un futuro migliore.
Il mondo è intorno a te, Life is now

Pps: Vi è mai capitato di non rimettere il citofono correttamente al proprio posto?
Se la risposta è “no”, vi posso assicurare che gli ultrasuoni prodotti da questo terribile strumento, possono avere decorso apocalyptico.
Le onde sonore prodotte da un citofono riposto scorrettamente, sono devastanti.
Tutte le dimore, poste lungo il perimetro del quartiere
(quelle da noi visitate)
sono colpevoli dell’armonia mono nota, che ricorda un diapason impazzito, prodotto da quintali e quintali di decibel, fastidiosissimi per l’uomo.
Insopportabili per i cani.
Nessuno ha ancora rimesso a posto il proprio citofono, nessuno deve essersene accorto, o più probabilmente, nessuno associa quel casino al citofono.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHHIHIHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHIHIHIHIH
Classico, nella natura umana:
“C’è casino? Io non sono stato, stavo tranquillamente seduto in poltrona”.
Sicuramente, l’ululare di tutti i cani, nel giro di cinque quartieri, deve dare un pizzico di fastidio.
Tutti sono affacciati alla finestra, nessuno capisce cosa stia succedendo.
TUTTI SI LAMENTANO, SCONTENTI, ANCORA UNA VOLTA, DELLE PROPRIE VITE.
Sono solo un ragazzo, buono ma senza una lira; non per questo volevo rinunziare al regalo di natale “perfetto/adatto” a tutti.
L’unico regalo che mi potevo permettere.
L’unico che vi meritavate.
Eccovelo.
Merry Christmas to you, Martinsicuro.

lunedì 17 dicembre 2007

SONO TORNATO DAL MIO ROMANZO





























Cazzo, è un po' che non ci si sente, eh?
Ho preso seriamente il mio romanzo, accantonando questo fantastico blog.
Grazie per le visite; so' tante.
Movente di questo nuovo post, sono gli haiku, e gli infelici che li compongono.

Per chi non lo sapesse, l' "haiku" è un piccolo componimento poetico di tre versi, inventato da gente che voleva scopare subito, in poco tempo.
Per fare il galante con una donna, cosa fai?
Le scrivi una poesia.
Immaginatevi Leopardi; le donne cominciavano a leggere le sue cose e, al settimo verso vedevano la madonna.
... poi si andavano a far suore, lasciando il piccolo Giacomo con la piva nel sacco.
Dopo, grazie al cazzo che stava sempre depresso.
Era questo il problema; scriveva cose troppo lunghe, stufando le sue ipotetiche conquiste sessuali.
Non preoccupatevi; i giapponesi e la loro cultura minimalista hanno risolto questo problema: in quattro secondi, fai la figura del poeta.
In venti, sei già dentro.
Garantito.
Tra gli haiku degli infelici si nascondono molti sentimenti.
… e non li lasciano vedere; si impegnano a far sì che non siano neanche un pianeta remoto in un cosmo di ipotesi.
Devono saperlo soltanto loro.
Appoggiati contro al muro, la faccia corrugata in una smorfia di noia e disgusto, la certezza che nulla potrà mai più sfiorarli, figuriamoci scalfirli.
Ordinano da bere, tono deciso e dittatoriale; è così che esprimono sé stessi, senza dare all’occhio, nel senso che "una debolezza d’ego", al giorno d’oggi, significa mancata stima e considerazione.
Si fanno un bicchiere, due, tre, trecento e gli occhi rimangono sempre quelli.
Nella mente soltanto ancora voglia di scappare.
Nel cuore sangue infetto, mai pulito come prima.
La giostra va avanti.
Non c’è scampo per nessuno.
La soluzione è al bancone o dietro l’angolo.
Si siedono ad un tavolo e, quando pensano che di soluzioni non ne esistano più, un lampo di genio giunge a ravvivargli la serata oscura, che manco la selva dantesca è mai riuscita a dimostrare all’universo il vero e astruso concetto di “tenebra”.
Chiedono un foglio al cameriere che, seppur ancorato ad uno scetticismo professionale medio basso, non lascia trasparire (a sua volta) emozione alcuna, e porge block notes e bic.
L’illuminato disilluso si apparta in un angolo buio, neanche gli stimoli sonori della musica, martellante in sottofondo, possono scalfirlo, e questo gli assicura la totale anestesia nei confronti di qualsiasi cosa che abbia origine da quel calderone primordiale che è l’umanità.
E comincia a scrivere, sperando che serva a farlo svegliare senza dolori o rimpianti.
Che riesca, almeno, a farlo dormire.

Ero insoddisfatto.
Sono insoddisfatto.
Cambiare non costa.

Sull’orlo del precipizio
medito e rifletto.
Queste rocce, terranno?

Ho mangiato molto.
Ho ancora fame.
Carne umana basta.

Ho lottato
Ho sofferto
Rivoglio la mia Porsche

Il buon giorno
Si vede
Quando non vomiti

L’importante è
la salute
a pagamento

Non mi piaccio.
Forse colpa
del silicone marcio

Che ci faccio qui
mi avete rapito?
Non ricordo

Prima di venire qui
stavo bene.
Rimettimelo dentro

Il cinema è vita
me lo ha detto
quello lì

La droga
fa male
ma non smetto

Il cane
è il migliore
uomo.

Stupido è
chi dallo stupido
si fa fottere.

Un trans
è un uomo
che ha capito tutto

Si sta
come d’autunno
al camino

Volere è potere.
Scopare è malattia.
Amare è pagare.

Non sopporto
i cori russi.
So’ fascista

Tra il dire
e il fare
mi sono perso

Amor che a nulla amato
gli costa il doppio.
Le perversioni si pagano

Gli ideali
sono avanzi
di vomiti politici

Le malattie veneree
sono la prova
che l’amore fa male

Chi va
con lo zoppo
non ha amici

Una oggi
una domani
il risultato è meno due

L’informazione
nuoce
al pube.

El pueblo unido
Jamas…
A Cohelo il resto

Non penso che
il mondo…
Boh, lo spazio è finito

In Giappone
tanto tempo fa
i samurai…

Le cose più buone
sono quelle
che costano di più

Resisto a tutto
Fuorché ai
videopoker

Gesù Giuseppe
e Maria.
TERNO

Non capisco
la gente
che si ostina

La fica
è una ferita
redditizia

Il fannullone
ha la meglio
sull’ INPS

L’IVA
è la targa
dei santi

I politici
li paghiamo
per sorridere

Un sorriso
può costarti
una paresi facciale

L’ottimismo
è un voto
della seconda media

Da bambino
sognavo sempre
di avercelo grosso

I bambini
sono il futuro
delle colonie inglesi

I nativi americani
sono nelle riserve
e aspettano la chiamata

Se l’ora
è di un ora
Allora?

L’ermetismo
è una marca
di pentole a pressione

L’astrattismo
è una corrente
di estrattori del lotto

I più grandi romanzi
li ha scritti
chi prendeva di meno

Eva ha mangiato
la mela
perché si sentiva osservata

Adamo non glielo
ha impedito
perché era arrapato

Il giardino dell’eden
si trova
altrove

L’ignoranza
è un frutto
come l’arancino

La filosofia zen
ricorda tanto
un mero approccio

Il benzinaio
che ti serve
sta copulando

La madonna
piange.
Non capisco

Il riso abbonda
sulla bocca
dei politici

Duecento frustate
tre chiodi
e Jess sorride

Giuda tradisce
intasca il denaro
va alla SNAI

Il lavoro
nobilita l’uomo
masturba il proprietario

Il presepe
quasi rappresenta
il monopoli pre anno 0

L’ombelico puzza
perché una volta
era una cannuccia

Una canna sballa
un cannone spara
un cognac stona

Jim morrison
beveva sempre
perché era gratis

Non credo in Dio
l’ultima volta
non m’ha richiamato

La nebbia ha i torcicolli
l’Aulin gira
sui ceppi accesi

Nel mezzo del cammin
di nostra vita
mi ritrovai in autostrada

Una volta
un saggio disse
“Tre righe so’ poche”

Quando non sai
cosa fare…
toccati

Penso, dico, faccio.
Punto a capo.
Non me la danno

La vita è come
una scatola di
dolce Euchessina

Magnesia San pellegrino
è sinonimo
di bianche cagate

A vederlo
il cesso
piacerebbe ad una scacchiera

Le macchine di notte
da dietro
sono rane luminose

Una stella cometa
altro non è
che guai per qualcuno

Scarsa igiene
è sinonimo
di bolletta non pagata

La politica
è sarcasmo
in doppiopetto

Volevo credere
ho creduto
non me la danno

Isabelle Allende
piangeva
perché era frigida

La droga
è la risposta
a nessuna domanda

La domanda
è un invenzione
per far esistere l’economia

Il telefono squilla
qualcuno ti pensa
… e se fossero minacce?

L’amore è lussuria.
L’amore è passione;
me lo ha detto un cioccolatino

In due
senza casco
sembriamo statue

Il cimitero è
n’altro luogo
dove spendere soldi

Alla mattina
mi faccio una pippa
ma non sono Pippo

Mia madre diceva sempre
“non bere”.
Così muoio disidratato

Una volta il dottore
mi disse sorridente:
- T’è rimasto così poco… -

Pierino dice
alla maestra
- Perché sempre io?

Il Colosseo
non è altro
che un portacenere

Ma agli eschimesi
con tutto quel freddo
gli tira ancora?

La principessa
bacia il ranocchio
erotismo interspecie

Cenerentola perde la scarpa
il principe
sa già cosa farci

Il mondo gira;
neanche lui
trova un posto

Sentivo puzza di vomito
ho guardato bene;
me n’ero scordato

Quando ti gratti
e ti gratti
qualcosa non va

Dicevo:
- La tua macchina,beve?
- No; ora non più.

- Cosa ti piace in una donna?
- Che ti devo dire?
- Intanto mi tocco.

- Preferisco le mulatte.
- Perché?
- Costano meno.

Il falco va
senza catene.
È un comunista

Patria, onore
fedeltà:
l’accendiamo?

Con appena 1€
fai felice
un bambino morto

La necrosi
è uno stadio
di serie C

L’oroscopo serve
soltanto
ai chiromanti

Perché lo fai
disperata ragazza mia?
Perché t’ho conosciuto

Hanno ucciso l’uomo ragno
chi sia stato
è uno d’ ò sistèma

Sul cesso
ho letto
una merdalogia

La scarpetta
non si fa
solo col pane

All’asilo
la suora
odorava di candeggina

Il computer
è l’alternativa
al preservativo

A Scientology
non sanno
ch’esiste Pictionary

Le persone
che mi interessano
odorano di mestruo

Gli inglesi
bevono solo
Tè indiano

La mucca pazza
è una grassona
separata e con figli

Il millennium bug
è una canzone
di Alan Parson’s


Ormani
di Beatles
ne restano due

La gotta
nuoce gravemente
al macellaio

Le telenovelas
sono la flebo
di ogni nonna

L’anno prossimo
vado in Spagna
e ammazzo un toro

Le malattie
se l’è inventate
Bush

Gli americani
altri non sono
che OGM

Da grande
voglio fare
il proletario

Mi lavo;
la puzza
è kitsch

I tedeschi:
sandali, calzini
d’estate

Al corso
e gli altri
Poeti beat

3, 2,
1
BUON ANNO

mercoledì 21 novembre 2007

LUNAR PARK E ALTRI DELIRIIIII

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lunedì 29 ottobre 2007

DURI SEMPLICI CIARLATANI E CIALTRONI






















Guardateli bene; alla fine della lettura capirete "chi"è "cosa"
Il mio buon amico, nonché ottimo sceneggiatore Tristano (in inglese “sad ass”) Vagnoni, tempo fa, dopo anni ed anni passati a studiare i comportamenti degli esseri umani, è arrivato ad una conclusione… anzi, ad una classificazione.
Si è accorto che, seppur siamo sei miliardi e passa, uno completamente diverso dall’altro, possiamo venir catalogati “semplicemente” in 3 categorie.
Tommaso Labranca, autore di fantastici saggi, scrivendo il divertentissimo “Chaltron Hescon”(200pag. Einaudi), ha dimostrato che esiste un'altra categoria.
Gli esseri umani si dividono in:
-Duri
-Semplici
-Ciarlatani
-Cialtroni
Partiamo dalla figura del duro: il “duro” è una persona tutta d’un pezzo. Parla poco e agisce, fa i fatti. Alla fine ottiene sempre ciò che vuole. E’ rispettato e anche un po’ temuto. Non deve essere necessariamente una persona che “mena”; può anche, ma la caratteristica principale è “fare i fatti”. Molti, spesso, identificano il “duro” come “uno muscoloso, sempre incazzato, di cui tutti hanno paura”.
Il confine tra “duro” e “semplice” è molto labile.
Per fare un esempio di “duro”, possiamo prendere in considerazione la figura di “Steven Seagal”. Certo, avevo detto che il duro non doveva necessariamente menar le mani e Steven Seagal è uno che le spezza anche (e quante ne ha spezzate).
Occhi di ghiaccio, filosofia zen anche quando va a pisciare (ha vissuto per molto tempo insieme al Dalai Lama!!), espressione monolite, agisce e ottiene sempre quel che vuole.
Tutti lo temono e alla fine riesce sempre ad arrivare al suo scopo.
Giustizia.
Si stima che, durante la sua vita cinematografica, abbia perso la bellezza di 57 famiglie.
Tutte vendicate correttamente, a norma di CEE e Cosa Nostra.
Una vita passata a ripulire il mondo dalla corruzione, dalla droga, dalla delinquenza. Spaccando arti e rompendo nasi.
E' riuscito a spodestare dal trono, il re delle vendette familiari; Charles Bronson, in 5 giustizieri della notte, ha dovuto vendicare ben 5 famiglie.
Steven una moltitudine.
Sembra quasi che mi sia rimangiato quello detto prima, ma trovare un buon esempio di duro è difficile, dato che molti di quelli che sembrano duri in realtà sono dei semplici o addirittura dei cialtroni.
Eventuali spiegazioni a dopo.
Proseguiamo col “semplice”. I semplici sono il buon 70% della popolazione mondiale. Sono quelle persone che vivono con l’onnipresente sorriso di inebetita rassegnazione stampato in bocca. Frase clou di codesti esseri è “Che ci vuoi fare?? Tanto la vita è questa”.
Sono persone, il più delle volte, con un quoziente intellettivo molto basso e la capacità culturale di un portabagagli di una micromachine.
Il semplice basa tutto sull’apparire e agisce poche volte. È uno di quelli che va a messa, sfoggiando l’ultimo capo firmato e passa tutto il tempo a guardare se si vedono le tette della compagna di panca, in chiesa. Non dico che chiunque vada in chiesa sia un semplice ma… potete negare che quel posto non sia pieno di semplici, gente che si lascia ammaliare da quattro stronzate??
Il semplice addirittura può essere ambizioso e ricoprire cariche importanti.
Un esempio di semplice (questa è ancora più difficile, visto che ci sono miliardi di esempi che si potrebbero tranquillamente fare!!) è “il mago Helios”.
Chi mi sa dire cosa c’è nella testa di quell’uomo??
Un cazzo; già direte “è frocio, quindi è normale che abbia quel pensiero fisso”. Non sto dicendo che gli omosessuali siano dei semplici ma Helios se ne passa.
Lui ti consiglia, ti rimette sulla giusta strada, ti dice se tuo marito si sta scopando la segretaria o se il tuo cane ha i calcoli renali. Già sa se/quando troverai un lavoro e conosce l’istante esatto nel quale ti innamorerai.
Sa anche il tuo segno zodiacale… però prima devi dirgli quando sei nata.
Eh!!
Sta persona è vuota come un buco nel muro, non ha niente da dire e non pensa nulla che vada oltre i cazzi degli altri a pagamento. È presuntuoso, schizzinoso e se ti prende in antipatia ti pronostica un futuro che definire “di merda” sarebbe fare del sarcasmo minimalista.
Bene, questo è un vero semplice; non sa niente di niente e ha la presunzione di fare un lavoro dove ha in mano la responsabilità di molte vite.
Sì; se credi ai maghi, sei un semplice e puoi facilmente essere suggestionato/manipolabile.
Uno con quella faccia, che cazzo ne può sapere di un perfetto sconosciuto e della sua sorte??
Il semplice dà i soldi a sti semplici, travestiti da santoni, mandando avanti l’economia dei quattro poveracci sottoculturati che, invece di lavorare, rovinano la vita di altri poveracci che non hanno nulla da perdere, se non il fantastico piacere di sapere in anticipo “chi” sarà “la prossima” che si scopa Costantino.
Da eleminare, per un perfetto funzionamento del pianeta.
Andiamo ora ai “ciarlatani”; decisamente la categoria migliore.
I ciarlatani sono pochi ma ci sono.
Il ciarlatano è l’imbonitore dei popoli, il mistificatore, uno che ti ammalia con le parole, con i gesti. Si veste(appunto) da ciarlatano: camice hawayane, occhiali e tutto il resto devono essere vistosi. Non è per fare lo stravagante o per attirare l'attenzione. E' il suo biglietto da visita, che dice "Guardate che cazzo di soggetto che sono", tutto ovviamente in maniera ironica.
A cavallo tra l'autoridicolizzazione e autoironia.
Guardate Stallone nella foto e capirete!!
E’ l'artista dell' illusione, che riesce a trovare il lato ironico di tutto, morte e malattia in primis.
Il ciarlatano non è cattivo, anche se, in qualche caso, lo può diventare, strumentalizzando e plagiando i semplici, per puro divertimento.
Il ciarlatano è un burlone: tutti i semplici lo prendono per deficiente e fessacchiotto… lo "scemo del villaggio", tanto per capirci. Ma alla fine, anche il ciarlatano fa i fatti e ottiene quel che vuole, proprio come il duro. Sta col sorriso in bocca, lo sottovaluti, abbassi la guardia e lui ti colpisce.
La maggior parte dei ciarlatani ha una buona preparazione culturale ma non vuol dire che un analfabeta non possa essere ciarlatano.
Certo, è molto difficile ma tutto può essere.
Molti illusionisti sono ciarlatani; non confondiamo gli illusionisti coi maghi… e che maghi. L’illusionista incarna perfettamente la figura del ciarlatano perché vende fumo.
No, non è uno spacciatore che ha l’ufficio nel bar sotto casa mia.
La gente va ad uno show di David Copperfield e paga per cosa?
Per vedere un pirla che fa sparire le cose.
In Italia, questo spettacolo puoi vederlo gratuitamente e ad ogni momento, in ogni posto.
David Copperfield ride sempre, è affascinante, ti ammalia, muove le mani in maniera ipnotica, devia il tuo sguardo altrove e intanto ti fa sparire un rene, anche se non è un cinese.
Diciamo che fanno affari insieme.
Questo personaggio, oltre ad essere talentuoso, è un genio; ha basato la propria vita sul “prendere per il culo” il prossimo e, invece di essere rimproverato o screditato, è l’idolo delle masse.
Un imbonitore dei popoli.
Dicevo che “il duro non è necessariamente muscoloso”; il ciarlatano muscoloso d.o.c. è Sylvester Stallone.
Stallone è “gruss”, taglia la pizza con le forbici, prende un coltello militare qualsiasi e lo fa diventare il coltello di Rambo e può autocitarsi/autocelebrarsi in ogni film (su “Tango&Cash” uno gli chiede, “chi ti credi di essere, Rambo?? Lui risponde, “no, io sono meglio”).
Ciò che si chiama “superomismo”, il totale superamento dell’uomo che si migliora, innalzandosi a livello di divinità-
Stallone è un’icona senza tempo, un punto di riferimento per molti (me, in prima fila). Riesce a farsi amare, a diventare eroe, pur interpretando sempre il ruolo del perdente, del fallito… tutto ciò che la società ti ha insegnato a schifare e ad evitare.
Ciò che la mamma non vorrebbe che tu diventassi.
Stallone fa i fatti; i semplici e soprattutto i cialtroni, lo bollano, dicendo “tutto muscoli/niente cervello”.
E Sly se la ride.
Attore magnifico, grande sceneggiatore, discreto regista e romanziere mancato(ha scritto “taverna paradiso” e basta).
Chi è che nella vita non ha involontariamente voluto emulare quest’uomo?
Chi non ha urlato “Adriana” almeno una volta?
Chi non ha mai detto “chi è quello, Cobra”??
Stallone, insieme ad Orson Welles, sono i ciarlatani per antonomasia.
L’ultima categoria, l’ho scoperta qualche giorno fa, in seguito al consiglio di un amico, nonché regista magnifico e parecchio ciarlatano.
Ho letto “Chaltron Hescon” e ho avuto la rivelazione.
Il cialtrone è un semplice con ambizioni culturali.
Si crede un intellettuale perché quel che ascolta/legge/fa/sperimenta/compra/scopa è l’unica via.
La via del migliore, la via dell’assolutismo.
Il cialtrone è assolutista; ciò che è minimalista gli fa schifo. Ama le cose complesse, perché soltanto la complessità può essere artistica/intellettuale/stimolante/vera/giusta.
Sulla fronte è dotato di una “vite”, che il buon vecchio Tommaso ha denominato “vite dell’iperconvinzione”. Questa vite è quella che assicura al cialtrone l’onniscienza omnia.
Sa tutto di tutto, nessun settore gli è sconosciuto e in ognuno di essi può spadroneggiare con le sue altissime doti di intellettuale e buongustaio.
Erik Satie fa cagare perché fa solo due accordi e quattro note.
Giovanni Allevi è il Mozart del nuovo millennio.
Questo, un perfetto esempio di iperconvinzione; Giovanni Allevi(e questo l'ho scoperto grazie ad un altro mio carissimo amico, nonché sceneggiatore/scrittore/regista/musicista), in passato ha fatto due dischi da dio.
Nessuno se l’è cagato perché, come tutte le cose belle, è stato gettato nel tritarifiuti.
Quando si è messo a fare porcate che uno studente di conservatorio, frequentante il secondo mese di “composizione”, farebbe meglio, è diventato il profeta che riempie gli stadi e domina le folle.
Questo perché un "signor X", d’alto livello cialtronico, lo ha venerato con qualche critica positiva.
Il cialtrone si lascia influenzare dal “Magnetismo cialtronico”; onde negative e anticulturali emanate da un essere cialtrone di rilievo, una persona considerata lettrata/intellettuale/completa.
Il più delle volte, è un misero presentatore televisivo, vedesi Maria De Filippi e soprattutto e tutti Maurizio Costanzo, fascistoide e falso moralista.
Di/su qualsiasi argomento, il cialtrone pensa:“se lo ha detto lui, deve essere vero per forza”.
Così, il cialtrone vive nel suo piccolo mondo fatto di certezze assolute.
Ogni cosa che fa è epica/unica/irripetibile.
E assolutamente giusta.
È dura dire “chi” sia meglio tra “semplici” e “cialtroni”. Sono due facce della stessa medaglia soltanto che il semplice è rassegnato e ignorante, mentre il cialtrone “campa” soltanto per farti pesare tutto il suo sapere, passando la vita a interrogare(non “interrogarsi”) e cercando di ammaliare gli altri esseri, autocelebrandosi, quando da celebrare non c’è nulla.
I più grandi cialtroni sono la maggior parte dei critici italiani(critici d’arte, letteratura e quel che si voglia) e i Vip.
Martina Colombari(chi cazzo ti credi di essere?) è andata a Milano alla “festa della creatività”, lo hanno detto al telegiornale.
Se c’è andata lei, devo assolutamente andarci anch’io; è una festa di “design” per le automobili.
... e la considerano creatività: delle porcate di plastica a quattro ruote, che si acquistano per fare i fighi con gli amici o con la speranza di cuccarla, la figa.
ITALIA: SANTI POETI NAVIGATORI E COLOMBARI.
Preferisco i semplici; almeno non ti rompono i coglioni.
Se però organizzassero un vernissage e avessi voglia di mangiare salatini scadenti e vino acetoso, mi metterei a conversare coi cialtroni che, analizzano/criticano/discutono/vivono l’arte della quale si sono circondati.
Il più delle volte, patetiche cagate.
Un altro mio caro amico, nonché musicista e ciarlatano, mi ha detto che un “artista” ha fatto morire di fame un cane, in una stanza di un museo.
Serviva per dimostrare tramite "atto artistico", la condizione disastrata dei paesi del terzo mondo.
Non sto dicendo cazzate, cercate su google.
Questo bastardo è solo un criminale.
I cialtroni lo acclameranno, proclamandolo “artista concettuale”.
“Artista” è una parola che diventa sempre più stretta e “asignificativa” , col passare delle lune.
Sta diventando una parolaccia.
Un altro mio amico, nonché pseudo musicista/scrittore, mi sta dicendo che, anche questa volta ho scritto troppo.
Voi direte “ma quanti cazzo di amici ci hai?”
E soprattutto:“Che cazzo di gente frequenti?”.
Frequento solo ciarlatani.
Come diceva il grande Orson, alla fine del suo bellissimo e purtroppo misconosciuto “FforFake”:”Cosa vuole signora, sono un ciarlatano”
Ok, ora tornate a guardare le foto e fatevi due risate.

sabato 13 ottobre 2007

IL QUADRO MALEDETTO



















L'ordine delle foto non era quello che avevo pensato; con blogger ci si ragiona come con una puttana vietnamita ubriaca alle tre di notte e gravida alle sette.
Ok, detto questo: la prima foto è un particolare analizzato con luce rossa(grazie al cazzo),la figura sotto è il quadro originale vero e proprio sè stesso medesimo.
E, sotto ancora, troviamo... non so cosa sia.
State a sentire.

Sono in camera mia. L’aria che filtra dalla finestra è quella fresca del mare. La musica che esce dalle casse è quella immortale di Michael Nyman; la colonna sonora del film “L’ultima tempesta”, di quel geniaccio di Greenaway.
Basta a fare il narratore d’altri tempi; al giorno d’oggi, per scopare, ci si deve inventare ben altro.
OK, veniamo agli affari: questo post è dedicato al “quadro maledetto”, un dipinto che, alla faccia del cazzo di” suscitare emozioni”, mi ha fatto davvero cagare addosso.
Adoro l’horror, e tutto ciò che è paranormale.
A parte il film “the grudge” di Takashi Shimitzu(a vent’anni sono stato costretto, per 365 giorni a dormire con la luce accesa!!!), non mi spaventa quasi un cazzo.
Ho fissato per un minuto, dopo aver impostato codesto file come sfondo, gli occhi del bambino e ho avuto i brividi; ho spento il computer e sono uscito di casa.
NON MI SENTIVO AL SICURO.
Questo quadro ha davvero qualcosa di malvagio; affanculo le cagate cattoliche e esorcistiche dei miei coglioni.
Eppure, provateci!.
Giustamente, non dovete essere suggestionati.
Ora vi do del materiale per suggestionarvi.
Un signore di” non ricordo quale parte del mondo”, una sera si è andato a fare una passeggiata. E’ passato dietro ad una vecchia fabbrica che si trova nei paraggi di casa sua e, dietro a un bidone dell’immondizia l’ha trovato .
ALLA FACCIA DELLE URBAN LEGENDS; poco importa.
Indignato dalla blasfemia di uno spreco simile(l’arte è pur sempre arte!!), lo ha preso e lo ha portato a casa(soprattutto perché, le cose gratuite, non si rifiutano mai). Lo ha appeso in salotto, entusiasta di mostrare, alla sua famiglia, quanto “filantropica” fosse diventata la sua natura dei pater familias.
Delirio; dopo due giorni si è aperto un account su Ebay per sbarazzarsene.
Sull’annuncio, sconsigliava vivamente di comprare il quadro, che era maledetto, che i bambini non dovevano assolutamente guardarlo e bla bla bla.
Cazzate di marketing in mano a uno che pensa che il plurale di “dito” sia “mano”.
Grazie Seth.
Insomma, arriviamo a sto cazzo di quadro, il motivo per il quale siete venuti sul mio blog.
Il nome non ve lo dico; sono “IO”, che devo avere il monopolio e il monopoli delle informazioni in rete.
Subito, guardandolo di sfuggita, tutti pensano di vedere un ragazzino e sua sorella
La maggior parte della gente ha affermato ciò.
Guardando attentamente, si capisce che è una bambola.
Le sue orbite sono vuote, nere come la peggiore delle notti. Non ha sopracciglia e un’espressione amorfa cristallizzata sulle labbra, da donna anziana e decaduta, anche se senza rughe.
Veniamo al piatto forte.
Il bambino(probabilmente un macrocefalo), ti sta fissando.
Lo guardi.
Sai che è troppo cresciuto per la sua età, ne ha passate di tutte i colori. Probabilmente s’è visto i genitori venirgli trucidati sotto agli occhi o, forse, non ha i genitori non li ha avuti mai, in quanto auto generatosi da un brodo primordiale di male e malessere.
Non ha un anima; non ha gli occhi.
Come la bambola.
Oggetto inanimato.
Se fissate il bambino per un minuto, appariranno i suoi occhi.
Non è suggestione; gli occhi appaiono.
Ok, ok, ok, non mi è entrato un poltergeist nel culo e un ritardato in maschera da hockey non è venuto a citofonarmi per andare a giocare al campetto della chiesa sconsacrata.
L’orrore è proprio questo; giochi cromatici continui.
Il pittore(non si conosce il nome), è stato un sapiente alchimista di colori e profeta visionario di terrore.
Sono i dettagli, a renderlo terrificante.
Fissi il bambino, la testa comincia a deformarsi, prende vita, appaiono i bulbi e ti fissano…
Non è come la Gioconda, che ti segue con lo sguardo.
Questo ti odia, puro nichilismo londinese anni 80.
Cosa cazzo è quella cosa rossa sulla destra?? Un divano??
Be, se confrontate le due immagini, in una c’è.
Nell’altra no.
ECCO IL DILEMMA: FUORI DALLA CASA, ci sono delle mani imploranti, chiamiamole pure “anime maledette”, che vogliono uscire da quell’inferno dove sono precipitate, dopo anni di auto punitive diete dimagranti e assenteismo dalla parrocchia.
Dio vi vede.
Ok… ho detto “FUORI DALLA CASA”.
Giusto; se quello è un divano, i bimbi stanno dentro e le anime fuori.
L’originale non ha la macchia rossa.
Guardate a sinistra… sembra una maniglia… o è un campanello? Difficile dirlo.
Ci troviamo sull’uscio di un’abitazione …
… e fosse il bambino, a trovarsi fuori e, figlio di puttana, avesse imprigionato le anime dentro alla casa??
SE FOSSE LUI L’ASSASSINO??
Ovvio che no; quello è un ruolo riservato al maggiordomo.
Zoommando, e con la giusta luce, sembra quasi che vi sia una faccia, in basso a destra.
Il male viene sempre da lì… almeno nei paesi occidentali.
Cagate per pompare il cetriolo, o no, la bambina figlia del filantropo che ha avuto il coraggio di crocifiggersi sto quadro in salotto (sempre meglio che guardarsi “L’isola dei famosi”), dice di aver visto la bambola puntargli una pistola contro.
Ahhh, i giovani e le loro droghe…
Philantropher(chiamiamolo così), ha posizionato una macchina fotografica, programmata per scattare una foto ogni “non so quanti minuti”, nel cuore della notte.
Al buio.
In effetti, una manifestazione ectoplasmica è avvenuta.
Questo perché??
Perché il pirla ci ha messo il flash e, sotto alla luce, il dipinto prende vita sul serio.
Guardate la foto “rossa”, gentilmente fornita dalla ditta “Twin Peaks&CO.”, e vedrete anche voi “la pistola”… anche se sapete che è solo la vecchia Bialetti della zia Pasqualina, deceduta nel tentativo di insegnare l’aramaico antico al suo pappagallino Esigisto, suicidatosi dopo il terzo minuto di lezione e dopo un goffo tentativo di andare al bagno per scappare e farsi una vita con la setta di bikers del gabbiano Jonathan Livingstone.
La vecchia, secondo l’autopsia, è morta in seguito ad un attacco cardiaco.
“Dispiacere”, è la prima cosa che mi viene in mente; gli anziani sono molto empatici, vulnerabili e rincoglioniti, il giusto che basta per aprire la porta, dopo aver ricevuto la sensazionale notizia della vincita di due milioni in gettoni d’oro.
“Gettoni d’oro”; ma dove cazzo siamo, sull’isola del tesoro??
La bimba ha anche affermato di aver visto l’assassino piegarsi e uscire dal dipinto.
Ma è stato fermato; l’agente del macrocefalo gli ha fatto un discorso su “copyright”, “diritti d’autore” e tutte le favole d’orrore che si raccontano ai bambini, intorno al fuoco del campeggio estivo di Cristal Lake.
Il quadro è stato venduto dopo sette nano secondi che si è sparsa la leggenda in rete, lo ha comprato un simpaticone che ha usato lo pseudonimo di “Lucky Bidder”(“compratore fortunato”ndr. …spa. … srl. … abc. … 123. … trazim trazum.
Il prezzo, come il nome dell’autore, è rimasto ignoto … si vocifera che l’abbia firmato dietro alla tela.
Cazzate a parte, non mi sono inventato niente; riguardo a ectoplasmi apparizioni e movimenti del bambino è tutto “vero”.
Narrano sia andata così.
Sono tentato di crederci a questa storia, ma l’emisfero razionale del cervello, quello che uso soprattutto quando non approccio con le donne, mi dice che siano una marea di stronzate per creare ancora più mistero.
Secondo me l’ha dipinto il tizio che l’ha venduto; il guaio è che molti affermano(e spergiurano) che il filantropo non ha mai preso un pennello in mano, perché totalmente negato.
Sta di fatto, che non riesco a guardare per più di due secondi.
Brividi.







mercoledì 3 ottobre 2007

VISIONATO PLANET TERROR!!!!




PREFAZIONE: PURISTI DEL CINEMA CHE VALUTANO I FILM IN BASE A STELLETTE E PREGIUDIZI DI LAUREATI CHE VEDONO I FILM COL CULO ANZICHE’ COL CUORE, ASTENERSI.
Bene; ora che mi sono giustificato, come in ogni cosa che faccio nella vita, passiamo a questa cazzo di recensione.
POST PREFAZIONE: SONO DUE PAGINE DI ROBA; 1046 PAROLE.
10 MINUTI DELLA VOSTRA GIORNATA
Che dire??
Rodriguez è un regista che ci ha stupito con “el mariachi”; un film di serie A, fatto con due soldi e parenti tutt’altro che attori… e le pistole provenienti direttamente dal baule dei giocattoli del cuginetto filìpo conchito papìto romiro Rodriguez di cinque anni.
Ci ha deliziato col suo seguito, “Desperado”; lì erano arrivati i soldi, così il simpatico protagonista dell’episodio si è evoluto a livello Antonio Banderas, alla faccia di un qualsiasi cazzo di super sayan in circolazione(non mi piace dragon ball ma il livello trasmigratorio è stato degno di goku).
Ci ha deluso con gli orribili Spy kids… un po lo si deve capire; la tequila non piove mica dal cielo.
Qui il vecchio rob ha toppato; si è fatto schifare dall’universo e ha perso punti e credibilità.
Una meteora… addio Rob.
…e quando si pensava che tutto fosse perduto…
… ci ha fatto strillare come degli ossessi, facendoci godere di piacere, col bellissimo Sin city; ricreare perfettamente l’atmosfera di un colosso del fumetto mondiale, come quello di Miller, non è da tutti… Diciamo: E’ UN LAVORO DA AUTORE.
Di qui in poi, Rob si porta sulle spalle il “fardello” di autore; la gente gli starà col fiato sul collo.
Una piccola imperfezione e tutti gli romperanno il cazzo in maniera esponenziale… suggestione e cultura dell’autolapidazione.
Planet Terror è la sua seconda prova come autore; non può permettersi neanche uno sgarro.
LA tensione è a , mille; se il film andrà male, gli austriaci domineranno l’Italia.
Poi si parlerà il tedesco.
A me sta bene; ho i lineamenti di un SS impegnato a ripulire il mondo grazie alla Luftwaffe.
Ma questa è un'altra storia.
Inizio: Trailer fittizio del film “Machete”; questi due minuti da soli, valgono tre volte il prezzo del biglietto.
Non vi rovino la sorpresa; solo tante risate col cuore.
Un mito.
Parte il film vero e proprio; la figa di turno(sappiamo che da lì a poco, si ritroverà con un mitra, che farebbe cagare sotto il cugino eretico di Doom, trapiantato al posto di una gamba; è quello che ci fa stare all’erta sulla qualità del film), sta facendo un ballo sexy.
Le inquadrature sono degne di uno che, di figa ne ha, ma mai abbastanza.
Abbondanti inquadrature di piedi; il piede è la figa del nuovo millennio.
Musica tex mex potentissima alla faccia del cazzo di Stevie Ray Vaughan.
Inizio davvero bello; potrebbe sembrare tarantiniano ma non è così.
Rodriguez è l’autore; il tarantola è un abile mixatore di greatest hits cinematografici.
Si guadagna da vivere facendo compilation di musica pop da rivendersi per guadagnare due soldi sotto il periodo di natale.
Forse, qualcuno capirà.
Ellissi temporale
Passiamo alla parte dei militari solitari.
NO FERMI TUTTI; NON VOGLIO RACCONTARE UN CAZZO, NON VOGLIO SVELARE NIENTE.
IL FILM E’ FATTO PER ESSERE GUSTATO COI PROPRI OCCHI.
Passo direttamente alla mia opinione: questo film è un capolavoro.
Dopo questa osservazione, dovrei saldarmi le chiappe, prima che qualcuno venga a casa per infilarmici, nel mezzo, tutta la filmografia di Welles, Fassbinder, Pechinpah, Bergman e si potrebbe andare avanti fino all’alba, citando altri registi “da cinque stellette Merenghetti”.
Certificati e approvati dalla sacra scuola di hokuto.
Mica cazzi.
Questo film è la prova che esistono persone davvero in grado di omaggiare senza copiare, anzi, mettendo la farina del proprio sacco, in primo piano, spiattellandola allo spettatore(perché no??) con un colpo di bazooka proveniente dalla gamba di una figa messicana.
Le musiche sono superlative, degne di un b movie degli anni 80(e di carpenteriana memoria).
Gli attori sono credibili, per quello che serve nel film(e nel contesto), i dialoghi belli e assolutamente non presuntuosi, e la pellicola(materiale)… SPETTACOLO.
Gente indignata che scappa dalla sala, chi si lamenta che ha dolore agli occhi, che il film si vede troppo male, che lo hanno comprato dal marocchino…
Non hanno capito un cazzo.
La grandezza di questo film sta nella sua totale “CAMPOSITA’”.
Non preoccupatevi, questo aggettivo non lo trovate neanche su google perché me lo sono appena inventato.
Il labile confine tra “Trash” e “Camp”.
Dunque: trash è un aggettivo del cazzo, coniato da coglioni laureati a vuoto, per sminuire il lavoro fatto con pochi soldi e poche idee, di qualche poveraccio.
Il trash non esiste; esiste “uomini e donne”.
“Camp”: è quando l’autore, nonostante le sue capacità arrivino alle stelle, si sforza di imbruttire alcuni particolari della propria opera, per renderla banale e caciarona.
TUTTO IN NOME DELL’IRONIA E DELLA PRESA PER IL CULO, STRUMENTALE, DEL PUBBLICO.
Ci sono, in Planet terror, degli strascichi di dialogo che rasentano il patriottismo americano di un bambino ritardato di sei anni, fino a frasi “da maglietta” , e scene d’azione alla “Matrix contro la notte dei morti purulenti”.
Ed è tutto voluto; Rob, ci mostra di che pasta è fatto, e poi ci prende per il culo… e come ha fatto sicuramente Tarantino(questo gli si deve concedere!!), in sala montaggio, se la rideva come un maiale pensando alle facce da cazzo indignate di quei coglioni giacca e cravatta che gli bastonavano il film.
VOTO/VALORE PERSONALE(e senza stellette): 10
VOTO/VALORE CINEMATOGRAFICO: 7
Da vedere assolutamente, è una goduria. Un film pregno di atmosfera e qualcosa che non so spiegare; odio i film caciaroni dove, un manipoli di sboroni esaltati, salvano il pianeta dai cattivi, sfidando leggi di gravità e buon gusto; ieri sono stato per tutta la durata del film, con una luna dentata marchiata sotto al naso.
Andatelo a vedere e mandatemi pure affanculo… non picerà quasi a nessuno… di fatti non sta incassando neanche una lira…
Poi, vai a vedere che, chi decide la sorte dei film, è gente che va al cinema per dimostrare alla propria ragazza che il “loro rapporto non si basa solo sull’anal, ma che è pienozeppopregno di sentimenti come l’opera omnia della Walt disney” e dici; va bè.
Quando Costanzo ce lo concederà/deciderà, l’arte tornerà cool.
Ps. Leggete il post qui sotto… più che altro guardate almeno il secondo filmato.
ADRENALINA E DEMENZA PURA