domenica 3 luglio 2011

POVERI BAMBINI. SUL SERIO POVERI, POVERI LORO


ELEMENTI COMICI DELLA FOTO: "MAESTRO DELLA GIOVENTU'" la dice lunga sulle abilità sessuali del pretuncolo, più la didascalia triste, nascosta da un muro degno di un lager.









... ALMENO "TU" SI DIVERTE










Esprimere gratitudine per soldato testa di cazzo col cervello lavato, morto per gli interessi di un paio di figli di puttana ben vestiti è classico del politico italiano.

E a sentir la tartaruga sifilitica napoletana c'è da commuoversi.

L'unica cosa presente in Napolitano che è capace di commuoversi sono le vesciche colme di pus.

Berlusconi ringrazia per lo sforzo.

Grazie a quei poveri stronzi morti eroicamente spappolati i nostri call center saranno più sicuri.

Non aspettavamo altro.

Come diceva uno, saggio per finta: “Fatti le pere o prega dio”.

Io prego dio di darmi il coraggio di farmi le pere, almeno mi divertirei una manciata di anni.

IL BICCHIERE LO VEDI MEZZO PIENO O MEZZO VUOTO?

Fabio Volo, Andrea de Carlo, tutta questa gente/scrittore indirizzata al pubblico di casalinghe in cerca di evasione (visto che sei in gabbia, troia?) ci propina tale stronzata finta pseudo zen per solleticare il clitoride della nostra anima sepolta sotto tonnellate di false credenze e inesistenti valori di merda.

Guardatela da un ottica realista.

Il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto?

Se lo vedi mezzo pieno sei ottimista.
Complimenti: la tua droga è la cocaina.
Buon viaggio.

Se lo vedi mezzo vuoto sei pessimista.
La tua droga è... avere rapporti umani con gente che fa uso della tua stessa droga, cioè avere rapporti con gente che confermi il malessere, il pessimissmo da seconda media che è la caratteristica unica della tua vita.

Dove arriva la liberazione?

Quando arriva?

Perché?

HAI UN CAZZO DI BICCHIERE RIEMPITO A META'.

Mezzo pieno o mezzo vuoto?

MEZZO, PORCO DIO!!!

Abbiate le palle di guardare in faccia la realtà senza apporre etichette e giudizi (“mezzo pieno ba ba ba mezzo vuoto bu bu bu).

Fatevelo un cazzo di esamino del sè (l' “esame di coscienza” è passato di moda e poi, se proprio lo volete sapere, si teneva a giugno insieme all'esame di maturità, perciò siete irrimediabilmente in ritardo, come la tisana che di là, sul fuoco, sta ustionando le mura di casa, farei bene ad alzarmi e farmi io un esamino della bolletta del gas; se conviene, quasi quasi mi attacco alla canna, risparmiandmi altri anni così).

Oggi sono tornato il velenosetto adolescente arrabbiatello di una volta perché su certe cose non posso passare, come disse la madonna all'uomo semi nudo rivestito in pelle disteso al centro del pavimento del bagno del club per scambisti bolognesi (per fortuna io lì non ci sono stato).

Venerdì ci siamo recati nella distruttissima città de L'Aquila.

C'era un atmosfera tipo “the road” o peggio.

A quei figli di puttana che si spacciano di destra o sinistra, invece di spacciarsi per spacciatori ESSERI UMANI, consiglio di fare un giro da quelle parti, per vedere cosa NON ha fatto il presidente e, IN CIMA ALLA LISTA, cosa NON ha fatto un cazzo di nessuno, siano banche o figli di puttane che campano con le nostre tasse fittizie.

Ci siamo incespicati fin liggiù perché dovevamo presentare il nostro spettacolo che, quest'inverno, abbiamo portato per 15 scuole a circa tre migliaia di studenti, dalle elementari alle superiori alle professoresse che mi sarei fatto sulla cattedra mentre venivo bocciato col frustino (ahhhh, sìììì, vienimi in faccia adesso ma tornami dietro a settembre, ti do un debito sull'uccello, ahhhhhhhhhhhhh).

Ok; mi sto lasciando trasportare.
Come disse il rabbino Joel.

Sì, questa era di cattivo gusto come la tua vita in generale, solo che quella era una battuta, non l'esistenza di un esssere umano, perciò zitto e ascolta.

Ero ignaro di dove saremmo andati a montare la scenografia, i nostri potenti mezzi di amplificazione (la cassa del portatile attaccata alla cassa di frutta di grande puffo).

Gira di qua, gira di là, rimani il patetico zero di sempre, arriviamo in una zona abbastanza devastatella (palazzi dalle mura distrutte, abitazioni rimaste in piedi per lo 0,7% dell'originale interezza), pargheggiamo in una via desolata, con sampietrini – una volta erano il manto stradale - sgretolati in ogni dove, ammutoliti in un silenzio da far accaponare la pelle a un cappone obeso.

Ero ancora illeso, nel senso sì, ero turbato però vabbe, uno ha gli anticorpi per le disgrazie capitate agli altri.

No?

Sì, dai siete insensibili anche voi

Sorpassiamo la temibile cancellata dove mancava solo l'effige ARBAIT MAT FRAI (in ebraico significa “come brucio il mio popolo e do la colpa ad altri cattivi), entriamo in un mondo fatto di campetti da basket, campi di bocce, campi di tappeti elastici per saltare e la faccia della madonna incastonata nel muro guarda storto.

Tenete presente che non ero drogato, non stavo “in botta” come usano dire i giovani con un quattro, tre anni meno di me.

Erano crollate tutte le mura tranne il muro con la madonna di pietra incastonata.

Siamo entrati in un mondo fatto di campetti da basket, campi di bocce, campi di tappeti elastici per saltare e....

CAMPO DI CONCENTRAMENTO.

Un Lager Kolchoz Sovchoz per bambini.
Tutto sponsorizzato dal clero.

Era una comunità di recupero culi neonati vergini da riconvertire a santa prostituzione per il fondo monetario della santa chiesa apostolica nazista intitolata a nome del famigerato massone pedofilo Don Bosco tra le cosce di Suor Maria Assunta in nero.

Prendente un pezzo di carne di pollo, lo passate in una farina collosa che indebolirà i vostri organi, lo strusciate in un oceano di pane grattuggiato assassino e anche in un bel po di uovo.

Lo mangiate chiamandolo COTOLETTA , anziché Aborto di gallina passato su pane e carcassa decomposta.

Poi vi chiedete se il cazzo di bichciere e mezzo pieno o mezzo necrotizzato...

Ciò che ho visto mi ha dato il voltafegato.

Un esercito di bambini zombie si “distinguevano” tra loro per mezzo di cappellini colorati (“io sono della squadra blu, tu dei rossi: per tutta la vita saremo DI-VI-SI- in eterna competizione pur prendendo l'assoluzione dalla medesmia verga”), rigorosamente made in Indonesia da operai che vanno dai 3 ai 7 anni, per 1$ al mese, ci guardavano strabiliati con una visibilissima punta d'iceberg d'odio svaporata negli occhietti resi vaporosi a causa dell'aspartame contenuto nelle merendine che venivano erogate dall'infernale distributore ubicato nel tendone stile Fides Vita sotto il quale ci siamo esibiti al suono del braccio meccanico che, puntuale come uno stupro in confessionale, roteava ogni due minuti esibendo la sua infausta mercanzia targata Coca Cola.

All'inizio ho pensato che ci percepissero come “diversi” perché percepivano un minimo di blasfema materia grigia nei nostri cervelli consumati dai rimproveri della società e dall'alcool dei commercianti pedagogisti, e poi perché non indossavamo un cazzo di berretto da imbecilli.

Senza berretto sarai maledetto.

Meglio maledetti da dio che molestati dai suoi dipendenti.

Non sempre lo staff di un azienda è qualificato al benessere psicofisico dell'acquirente.

Non sempre ci si può lamentare di un posto dicendo “è freddo, non è abbastanza caloroso”, perché il problema può essere l'inverso (sono tutti in calore).

Ero in mezzo a un esercito di bambini stile “villaggio dei dannati” (non la porcata di Carpenter) che ci odiavano immobili mentre montavamo l'attrrezzatura.

Io sorridevo, perché non avevo nessuna arma con me.

Sul più bello ci hanno fatto smammare; dovevano celebrare un rito proprio lì lì dove dovevamo montare la scenografia, a un passo dal braccio meccanico e a mezzo passo dal membro di Don Dio (il nome del prete non lo ricordo; non scorderò i complimenti che mi ha fatto dopo; proseguite nella lettura, scoprirete di cosa parlo).

Usciti da un tendone siamo entrati in un altro, ove un politico di destra , il classico figlio di puttana “vero” come il cristianesimo, falso come il senso di colpa dei dirigenti delle multinazionali, ha parlato per più di due ore dicendo le solite cazzate che sparano i politici di ambedue le fazioni della dittatura chiamata democrazia.

È sempre di gran moda parlare del “futuro dei giovani”.

Il petrolio stavolta è finito sul serio; voglio vedere cosa si inventeranno per il futuro dei giovani.

Nel giro di una quarantina di secondi ho avvertito il bisogno di tumorizzarmi l'apparato respiratorio con una sigaretta, così sono uscito. Ho rollato una sigaretta, l'ho accesa sedendomi su di una panchina che non sembrava sborrata.

Dal nulla si materializza la classica ragazza lesbico repressa perché dio non vuole che si scopi con le persone del proprio sesso (lui ha fatto rinascere sé stesso da sua madre senza scoparsela, quindi se può lui possiamo tutti), coi capelli stile Travis Bickle classici della classica ragazza lesbico repressa scolpiti in testa come un arma.

- NON SI PUO' FUMARE ALL'INTERNO DEL CAMPO.

Mi chiesi a quale “interno” alludesse, visto che il lager era a cielo aperto.

Senza fare domande spensi la mia consolazione, riponendola nel pacchetto.

Debbo fare un appunto.

Omosessuali di ambedue i sessi.
Sì, froci e lesbiche, parlo a voi.

Se vi viene narrato che quel porco dell'inesistente dio non vuole che voi abbiate i gusti sessuali che avete... perché volete seguire la sua putrida strada?

Cazzo protestate in piazza per il diritto di sposarvi?
Sposarsi è una cazzatella inventata dalla chiesa; perché lottare per farvi accettare da gente che vi odia soltanto perché è terrorizzata dall'idea di non capire un cazzo?

Fatevi furbi, dite FANCULO a tutte le religioni, vivendo come vi sentite senza sentirvi in colpa.

SBAGLIATO è colui che non ha i coglioni per ragionare col SUO cervello.

Torniamo a me, spalle al muro per non venire deflorato dietro (come se già non sapeste che tre anni fa mi facevo le seghe infilandomi uno spazzolino vibrante per denti nel deretano... questo è il progresso tecnologico per cui bisogna lodare Ray Kurzveil).

Giravo meditabondo per il campo, riflettori ecclesiastici puntati sui miei vistosi tatuaggi da omino in cerca di attenzioni (ecco perché mi tatuai la spalla e gli avambracci; altre spiegazioni oltre l'invidia del pene e l'egocentrismo non me le so dare).

C'era sempre qualcuno che mi seguiva, timoroso che fumassi all'interno del campo, terrorizzato dall'idea che dessi il cattivo esempio ai chierichetti del campo.

Sono uscito dal cancello, ho riacceso il tizzone del diavolo, ho aspirato, ho fatto un giro per le macerie.

Tornato dentro, con grande sorpresa ho appreso che il livello di stima nei miei confronti era aumentato tanto da meritarmi il lusso di poter vantare ben 4 persone a guardarmi le spalle.

Il politico cantava l'elenco delle eroiche gesta del suo partito (- Bla bla bla dopo il terremoto abbiamo RICOMPATTATO 60mila persone in 48h , - ... cazzo erano carichi di merda?), mentre fuori e dentro il campo pioveva.

Lo spettacolo sarebbe dovuto iniziare all 18:30 ; alle 19:43 il futuro dei giovani era ancora in discussione.

I bambini fissavano.

Se i bambini avessero fatto “Ohhh” mi sarei difeso.

La piece teatrale è durata la metà della metà (per fortuna), la gente sembrava soddisfatta.

Don Culo mi ha fatto i complimenti, visibilmente arrapato con occhi di fuoco.

L'origine del suo torpore sessuale l'ho ricondotto alla scena in cui, attaccato con delle corde (nello spettacolo interpreto un burattino analmente indifeso) mi muovevo come se fossi stato immerso nel liquido amniotico.

L'idea di un bambino ancora non nato già attaccat a delle corde come una marionetta, indifeso avanti e dietro, ha stuzzicato l'apparato urologico del prete, il quale si complimentò con una vigorosa (e unta) stretta di mano.

Scappati da quel campo di concentramento mi sono sentito vivo per la prima volta dopo 4 ore.

Se dovete fare figli per lasciarli ai preti meglio desistere.
Se davvero “voglio bene ai bambini”, risparmiagli inutili sofferenze.

Sono stata una sciocca a non chiedere il numero di cellulare del prete; ora sarei soddisfatta, potrei fare carriera agevolmente.
In più avrei un ottimo baby sitter per i miei nipotini (figli non ne ho, sono una donna in carriera e in carriera voglio rimanere).

Sara non vuole più scopare con me.

È questo che mi turba.

È questo il chiodo della mia bara.

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