domenica 17 ottobre 2010

UN SABATO EMPIO


FILMINI, METAFORINE SOCIALI; UN CAZZO.
IL FUTURO E' QUESTO.
GUARDATE QUESTO FILM COME SE STESTE VEDENDO UN DOCUMENTARIO AFFIDABILE SU NOSTRADAMUS.
PREPARATEVI A RISPARMIARE I SOLDINI, COSI' AVRETE LO SCHERMO PER GIOCARE PURE VOI.









QUANDO BESTEMMIATE DIO PENSATE A LUI COL NASO SUINO.
LUI E' IL VERO DIO, ESISTE, HA 60 ANNI ED E' UN NAZISTA MEGALOMANE DI MERDA.
PRESTO LO AMERETE, LO ADORERETE COL SUO NOME.
RAY KURTZVEIL.









Per alcuni popoli del mondo, perennemente in lotta tra loro, Gesù è stato lo storico salvatore dell'umanità.

Non mi domando chi li ha salvati prima della sua venuta.

Erano condannati a essere condannati per mancanza di salvatori al momento disponibili?.

Comunque.

Ha fatto un sacco di miracoli, sfamando gli affamati, curando gli ammalati, integrando i disadattati.
Esso poteva tutto e potendo, avendone il potere e la benedizione di sé stesso, ha fatto quello che ha fatto.

3 giorni, 3 chiodi... e l'hanno NEU-TRA-LIZ-ZA-TO.
Annientato.

Per preparare la pasta al forno per due persone mia madre ha esigito 1000ml di besciamella.

1 litro di besciamella per due persone.

1 Kg di besciamella.

Una pinta di besciamella.

½ litro a testa.

Gesù è stato lo storico salvatore dell'umanità, tutto poteva e quel che ha potuto, in suo potere, ha eseguito.
È stato neutralizzato da tre chiodi.
Non hanno usato neanche un etto di chiodi.
Non so quanto pesassero ma la leggenda è labile, le religioni sono inverosimili.

Rimane il fatto che, sulla carta, e gastronomicamente parlando, mia madre è più pretenziosa di Gesù e l'ha superato.

Fa la pasta al forno utilizzando ingredienti in quantità superiore a quelli impiegati nell'atto della crocifissione.

... la classe non è acqua.

... un ginocchio non è lo sternocleidomastideo.

Oggi mi divertirò parecchio, col mio cervello.
Per farlo, devo riportarlo (il cervello pesa niente) alla giornata di ieri, sabato l'abito.

Venere la cenere.

Giove le ove.

Mercole le nesopole.

Marte le scarpe.

Lune la fune che fine non avrà.

Va la Rosina bella al mercà'.

Trecentomilalire annue, spese durante i tre anni obbligatori, per gli obbligatori testi, per poter frequentare le obbligatorie scuole medie hanno portato a questo.

Ci impararono quella canzone.

Mentre la intonavamo, mi affascinavano gli ipotetici milleusi che avrei potuto fare con la fune di lune.

Lo psichiatra mi tarpò le ali, così smisi di fantasticare.
Mi convertii alla religione che venera il Ritalin in una ghiacciata serata di fine agosto.

Siccome ieri era sabato, non c'era un cazzo da fare e Camillo mi aveva già avvisato il giorno prima, quello della cenere, quello di Jason Vhoories, ci siamo recati al lussuosissimo Palacongressi di San Maledetto del Tronto, provincia olivafritta di Ascoli Piceno (AP).

Sì, provincia “di” dove vivono quegli esaltati sgrammaticati ignoranti dalle microscopiche vedute viventi nel medioevo, celebranti tale stile di vita facendo la Quintana ogni fottuta estate.

Office segna errore sia “sternocleidomastideo” che “esigito”.
Quintana no.

Softwareuncolo fascista ignorante.

Ma soccombo.

Nonostante i suoi quarantanni, Camillo si è comportato correttamente, ha avvisato i genitori che non sarebbe rincasato per l'ora di pranzo.

La madre gliene fu eternamente grata, girando una pagina della settimana enigmistica, cercando di non pensare a suo figlio da solo in un mondo di perdizione e droga troppo cara.

Entrando dalla porta principale (solitamente entriamo dalle uscite di emergenza per non pagare) ci siamo proiettati in un mondo estraneo al nostro particolare modo di concepire la vita.

Per usare una metafora eufemistica del cantautore Samuele Bersani, “succhiamo la vita dagli angoli”, cosicché ella non ci denuncia per “Molestie da risucchio abominevole”.

Mastodontica la reception d'arazzi carezzata, tutt'una con l'ampia sala d'attesa pianoforte munita.
Mi sarebbe piaciuto assaggiare la poesia di tal' grazioso strumento, eppure desistei, conscio che in certi ambienti l'arte, quella vera, e i vari campi semantici attigui, fungono esclusivamente a scopo ornamentale, utilizzarli sarebbe un insulto contro il conformismo voluto dall'ottusità conservatrice caratteristica/caratterizzante alberghi di un certo livello stellare (**** per essere scientificamente giusti).

Come se adesso vengo a casa tua, vedo una poltrona e la rovino sedendomici.
Ma siamo matti?

La voce impostata del mio amico regista ci ha fatto subito accettare a tutti gli effetti come due del settore, sicuri e fieri, mentre salivamo le scale senza curarci della risposta del receptionist, il cui eco della voce, dietro le nostre consapevoli spalle, ricordava vagamente un “la conferenza è al secondo piano”.

Noi sapevamo.

La richiesta era una pura, mera formalità per restituire il colpo di non esserci potuti musicalmente trastullare con l'oggetto dell'odio di ogni allievo di Shopen.

Lo scrivo come cazzo mi pare, d'accordo?
... vabbè, non mi ricordo come si scrive Chopin, 'mporta 'n fico, tanto è SOLO un blog, siamo in rete, l'ignoranza è stata accettata, perdonata, integrata, ora anche pluri premiata, in quanto strabordato dilagata, perciò sbrigati a girare la rotellina del mouse, avanza la pagina verso il basso dabbasso, senza troppe domande.

L'Ignoranza è Forza.

Alla seconda rampa, colto da un micidiale fiatone, ho incrociato (Gesù?) lo sguardo con un'anziana signora di vent'anni, finita, vecchia dentro, morta inconsapevole, viva per miracolo stipulato in comune accordo con le superate antiquate leggi della mortalità fai da te.

Grazie ai computer si è arrivati a poter patteggiare col nostro destino.
Non lo sapevate?
Andate su wikipedia, cercate “Come morire senza sporcare troppo”.

Vistosamente segnato dall'esperienza intrasensoriale, per smorzare i toni lugubri dell'infausta salita Camillo m'informa che oggigiorno, se non sei nessuno e vorresti diventare regista, anziché il canonico 10% il tuo agente ti si ciuccia il 40 senza contrattazioni fattibili.

Ti devi adeguare come alle orge di superdotati, anche se sei visibilmente sotto la media del comitato sanitario.

... puoi sempre comprare i libri di Macro Edizioni per rimetterti apposto l'autostima in un secondo, terzo momento.
Occorre solo grande forza di volontà e cieca fiducia nel personal coach Roy Martina.

1 Dvd 1000 speranze.

... e siamo parecchio al di sopra la messianica media dei 3 chiodi; ecco cosa vuol dire “la progredita razza umana si è ulteriormente evoluta”.

Arrivati di fronte al portone dell'infernale sala conferenze (stronzo, abbassa quella cazzo di radio, abbiamo capito che hai lavorato gli ultimi sei anni solo per comprarti un impianto stereo a norma Nasa; non ce lo fa' pesà a noi, e che cazzo!) Camillo ha risfoderato il tono baritonale da manager della galassia per persuadere la feroce vigilanza, atavici walkies talkies munita (anche gli english plurals li scrivo come mi pare).

Per essere un convegno di editori era un posto molto controllato.
Molto sicuro.

Due boing747 contro il WTC, un aereo contro un'ala del pentagono, un quarto aereo contro il distretto di Somerset non sono riusciti a bloccarli.

Noi rischiavamo di essere stoppati sul nascere.

Quattro edifici, dieci buttafuori e siamo ancora sopra la media del Signore.

Visto?

Col tempo, ciò che ci stupiva ha persino perso valore.

Entrati, ci assalgono imponendoci di registrarci. Subito penso “Già che mi devono incidere, a saperlo prima mi portavo dietro la chitarra”, in quanto mancino per vocazione, non per scelta, impossibilitato d'utilizzo di strumenti destrimani.

È stata la rima volta in vita mia in cui mi sono firmato Rod Serling.

E la prima di quel giorno; alla galleria d'arte subita la sera stessa mi sono firmato Rod per una seconda volta, dopo aver notato che tutti partecipanti firmavano prima con l'indirizzo mail (o myspace), poi con nome cognome in stile semi/per nulla leggibile, tipo gli scarabocchi del dottore.

Una laurea in medicina serve a questo: conferirti il potere di inventarti che uno scarabocchio sei tu, nome e cognome su carta non riciclabile.
Alla faccia dell'ambientalismo.

Come a scuola, da buoni birboni escogitatori di succose marachelle, abbiamo preso posto in fondo alla sala, addobbata di quadri di dubbissimissimo gusto, di inesistente valore, tendente al rasoterra umano, eccetto un delizioso finto trittico acrilico del dio Zeus intento a lanciare una palla (il globo?) contro un'imbarcazione, in quell'esatto momento in cui si svolgeva la vicenda navigante proprio sotto il giaciglio sul quale egli, epicamente muscoloso s'ergeva, vigorosamente battendo ai punti il concetto di concretizzazione/razionalizzazione/messa in atto pittorica delle proporzioni umane esistenti.

Ma egli ERA (parlo al passato in quanto divinità caduta in disuso, eccetto a Capodanno quando viene invocata da bambini e adolescenti piromani) un dio.

Se lo poteva permettere.

In penultima fila, di fronte ai miei rossi vitrei occhi di sonno, un panciuto rampante manager semi obeso sulla cinquantina. Di tanto in tanto si girava sorridendoci, nel tentativo di instaurare un rapporto tra la vecchia guardia e le venture neo nuove generazioni da educare e preservare, riuscendo nell'impresa con risultati simili a quelli ottenuti dal volere far passare un cammello geneticamente modificato attraverso la cruna di un ago senza l'ausilio di un nano assemblatore.

Non è stata indolente indifferenza da parte di Camillo o scortesia da parte mia; la mia attenzione viaggiava sulla lunghezza d'onda della nota musicale bianca, un'illusoria imperfezione di cotone formatasi per caso dietro la giacca di suddetto rampante, prossimissimo alla morte da esplosione del miocardio, cravattato, automa in cerca di giovanili attenzioni.

Una nota senza taglio addizionale.
Il tizio era uno che sa ciò che vuole anche quando non si sa di preciso cosa il menu abbia da offrire.

Non fosse stata per un'innocente gomitata elargitami dal mio compagno d'avventura sarei rimasto a fissare quella macchia di pelucchi da errato lavaggio a secco cercando di comprenderne la tonalità (mentalmente l'avevo già collocata all'interno di un fruttuoso pentagramma).

Non per questo scrivo libri sulla musica come Maurensig.

“Lo vedi quello lì, quello due file avanti?”.
Non capivo.
Per intuito intuii che si riferiva alla sorta di hamburger umano molliccio collocato nella fila più triste e meno variopinta di tutta la sala.
Ricurvo su se stesso, come sacralmente impegnato a riversarsi sull'anima di sé stesso, l'omuncolo scrutava i frutti di anni di sbagliata alimentazione, rimirandosi il prominente pancione, apparendo agli occhi dell'osservatore poco attento come... un hamburger umano.

È un hamburger, non per questo la società gli ha proibito di avere una possibilità per farsi strada nello spietato mercato della vita.

Il tizio era (“E'”, se non è morto nel corso della notte) un antropologo sposato con una minuta signora tailandese non presente in sala.

Anni fa si recò in Polinesia per studiare una tribù Maori rimasta agli albori della sudicia ipertechnopsycho industrializzazione in voga sul pianeta.

Passò sei mesi in compagnia di quel popolo sottoponendosi a una moltitudine di “prove di dignità”, così da potersi accaparrare la fiducia, il consenso della tribù per farsi esaminare al microscopio.

Sei mesi di lotte con bestie feroci (hamburger lotta con la tigre?!), infinite traversate nella giungla selvaggia (hamburger nell'insalata?), test di resistenza fisica (hamburger sofferenti?) e niente, nulla, i maori non trovavano quel feeling necessario a concedergli il lusso di vivisezione.

Big Mac viviseziona tribù maori.

Già vedo i titoli dei giornali!

Scoraggiato, l'antropologo creato in laboratorio al Mc Donald (non sono bravo a trovare metafore/similitudini appropriate per indicare in maniera stilisticamente accettabile l'hamburger a cinque metri da me) stava per andarsene per sempre dall'isola di non ricordo il nome quando...

Un segno degli dei.

Un segno dagli dei

L'antropoburger ha potuto esaminare al microscopio, sezionare minuziosamente la tribù maori, le sue primitive abitudini, col completo benestare del capo tribù dopo un chiaro, inequivocabile atto manifestante la volontà del signore dei Polinesiani.

Seduto sotto una palma, l'antropologo si è sentito scoppiare la testa, quando una noce di cocco gli è caduta in testa.

Era il segnale con cui il signore del tatuato popolo dava il Suo di benestare, affinché il progresso dei centri commerciali invadesse la ridente tribù di Once Were Warriors più primitivi di Jake “la furia”.

Un anno di vita coi maori non è servito a farlo dimagrire, anzi, chi lo conosceva prima dell'esperienza sostiene che fosse un prestante, nerboruto Indiana Jones de noantri.

... poi dicono che l'abbondanza è riservata al razzista popolo d'occidente...

I conferenzieri erano un pugno di rappresentanti delle più prestigiose case editrici italiane.

A una manciata di maori metri dal mio naso gocciolante di moccio generato dall'assunzione reiterata di derivati da graminacee (il muco non è sono batteri, Pasteur è superato, mettetevelo in testa o nell'hard disk che vi hanno impiantato nella corteccia cerebrale) c'erano i portavoce di Minimum Fax, Mondadori, Einaudi ecc.

Con una semplice bomba artigianale potevo mettere fine all'editoria spazzatura d'Italia solo che al momento non ci ho pensato, stavo facendo l'associazione Pianoforte al piano di sotto/maori di fronte a me.

Lezioni di piano è un film da rivalutare.

Oh, sarò l'unico maschio Alfa al mondo che ha sognato, si è commosso con Holly Hunter recitante la muta spastica malinconica che attaccata al suo pianoforte, si lascia andare giù, in fondo all'oceano dopo essere stata mutilata dallo stronzo che faceva l'agente Smith in Matrix, irato a mille per i rapporti extraconiugali tra sua moglie e il finto maori cattivo tenente Harvey Keitel che anche stavolta mostra l'uccello (ne andrà fiero) ma non me ne vergogno.

Pensate che a casa di Sara non esiste più televisore in sala da pranzo (motivi economici) e, al posto di essa, risplende rigogliosa la copertina della Vhs proprio di questo magnifico film.
Infonde un po' di pace alla burrascosa condotta esistenziale dei genitori della mia ragazza fidanzata amica vicina di casa (una persona può essere TUTTO per un'altra persona, è possibile, lo penso quando mi sento solo e non ho i fazzoletti per ripulirmi il petto sporco di figli miei mai nati).

Le vecchie, antiquate voci si susseguivano in loop nella pessima acustica della sala semi vuota, caso editoriale dopo ricerca di marketing editoriale.

Dopo cinque minuti capii che, se l'editoria è in mano a gente del genere, tanto vale offrirsi come cavie per i già in corso esperimenti sull'impianto di nano tecnologie negli esseri umani.

Questo, più una sensazione di nausea da indolente banalità perpetrata a terzi.

Nessun secchio per riversare il cibo del giorno precedente.
Ho resistito con grandi sforzi.

Putridume, trivialità, criptica ambiguità (uno parlava a 1byte al minuto, arrivava in differita di tre secondi senza l'intralcio del microfono), pressappochismo, ignoranza sulla condizione umana.

Non dirò nulla di ciò che ho sentito.
Il risultato è che ho capito come ci percepisce la classe dirigente.

Da casa, coi computer, pensano di capire/comprendere il mondo al di fuori delle proprie abitazioni, e decidono il da farsi, arci convinti di essere altamente qualificati per sapere cos'è meglio sapere e cosa è meglio lasciare nascosto in polverosi angolini dell'immaginario collettivo.

IL 55% DEGLI ITALIANI NON LEGGE MAI.

L' 11% LEGGE UN LIBRO AL MESE.

IL 2% LEGGE 30 LIBRI L'ANNO.

IL RESTANTE VIVE NELLA FABBRICA DI WILLIE WONKA.

È stato lì che ho esaminato l'idea di recarmi al bagno per masturbarmi (espellere debolezza) oppure visitare le incustodite stanze dell'hotel (il palacongressi dispone di 110 camere, neanche una ben abitata).

Succube figlio della MTV generation quale sono, ho optato per il passivo, perpetuo stato di quiete, non spostando il culo dalla sedia manco d'un pico millimetro.

Parlavano, parlavano, articolavano frasi senza senso, banalità dopo atrocità, il tempo s'era cristallizzato e, passata la fase contemplativa di tale fenomeno scientifico/spettacolo cronologico, ho assistito al processo di deterioramento e ammuffimento dell'orologio biologico del mio organismo arreso alle leggi naturali.

Intanto passavano la parola “a”...

Non fossero state le alte scarpe dal tacco 72 di una bionda brufolosa avrei abbandonato la sala gridando all'attentato bomba terroristi fate qualcosa inoffensivizzatevi le bocce per l'amor di dio negato annegato!!!

Ci vuole poco per tenermi buono.

Un tizio gustava la scena, me che squadravo i circensi trampoli della bionda.

Una triade malsana al centro di una sala esotericamente marcia.

Al momento del congedo, in preda alla commozione (cerebrale) ho prodotto uno spontaneo applauso partito dal cuore, sentitamente donato ai miei aguzzini per avermi risparmiato altre due ore di monologhi non filosofici sul concetto di nulla assoluto in contrapposizione al vuoto cosmico.

Il centro dell'atomo è vuoto, la realtà è un'illusione creata dal cervello/spedita agli occhi che la percepiscono come reale e al resto del corpo, il quale la registra e accetta come tangibile, solida, grazie al nostro personale software che sarebbe l'acido desossiribonucleico (“DNA”, se lo cercate su facebook per chiedergli l'amicizia o se semplicemente vi piace questo elemento).

Tanta consapevolezza, niente più sorprese, eppure sono rimasto allibito di fronte a tanto inquantificabile vuoto, mi sono sentito come Silver Sufrer perso tra milioni di galassie, appiccicate all'elettrico manto stellato dell'universo.

Senza neanche un distributore del caffè.

Ecco perché poi Silver Surfer si è ammalato, la sua corazza ha iniziato a putrefarsi insieme all'organismo (fuso tutt'uno con essa) ed ha cessato di esistere in questa dimensione, adagiato su di un letto posto al centro del suo amato Zenn-La.

Scappati dal centro nevralgico del potere nullo ci siamo recati al self service della Coop per sedare l'angoscia, la frustrazione, l'insoddisfazione, con un'abbuffata pantagruelica.

Il cibo è diventato la versione “naturale” degli psicofarmaci.

Prendiamo pillole per sorridere.
Assumiamo burro per serotonizzarci e sintonizzarci su frequenze cosmiche benevole, così da poter sopportare, sempre se il sistema ce lo consente, altri 30 anni in un call center o nel nostro amatodiato ufficio.

Ufficio?
Ufficioso di cosa?
Mi state/vi state prendendo per il culo?

Bene, continuate pure, tanto sarà ancora per poco.

Camillo ha optato per uno strategico bombardamento alle transaminasi, immettendosi nel piatto ben 644g (pesato da competente bilancia digitale) di olive ascolane fritte (“quintana”, “ignoranza”, “olive fritte”; dietro a tutto questo scorgo un complotto di proporzioni infinitejestiane, perché “bibliche” mi pare troppo piccolo, sopratutto ora che abbiamo appurato quanto mia madre, in termini di besciamella e non, riesca con nonchalance a battere i record del Signore), crocchette di patate e verdure fritte.

La parte riguardante una sana, coscienziosa pulizia della coscienza risiede nel contorno, cotto a vapore, di piselli e carote di plastica.

Anche questo è un tema che ritornerà nel corso del post, sempre se perseverate nel leggere i cazzi miei, amabilmente spiattellati sotto gli occhi di miglia di curiosoni voyeuristici amanti di snuff moviesi socialmente accettabili.

Personalmente, ho optato per una sana dose (525g) di verdure cotte al forno di Bergen Belsen, per bilanciare l'apporto calorico proteico di un organismo dedito a massicci consumi di alcool a livello Eurospin (medio basso rasentante il suolo).

Masticando, guardavo intorno a me rigenerandomi, reinterpretando l'apatia generale dei commensali rivolti verso lo schermo Lcd 12000 pollici che raccontava cosa succedeva nel mondo.

Un tizio voleva flirtare con me, non so cosa significhi “flertare” perciò gli ho fatto capire che avremmo potuto fare insieme tutto ciò che voleva a patto che tenesse i pantaloni alzati, nel frattempo Camillo si giustificava dicendo che a casa sua mangia “normale” per questo, quando si trova a consumare pasti esterni al/dal nucleo familiare, è propenso ad abbondare di consolatori eccessi fritti.

Lo capisco bene.

Utilizza il fritto come io utilizzo le triplo malto.

Saliti in macchina, diretti a casa mia per darmi modo di espellere gli scarti del processo di sintetizzazione del cibo (dovevo cagare di brutto), abbiamo gustato la sana arte tecnotronica dei buoni, vecchi, amati Prodigy in quel capolavoro senza tempo che è “Il ciccione della terra”.

Da sobrio non tollero la drum&bass; i Prodigy sono un libro a parte, Fat of the land ne è l'unico, formidabile capitolo da 52 min – 21 s (quello che ho io, originale, dura così, poi non so il vostro e non mi interessa).

Arrivati sul lungomare abbiamo goduto del prelibato nascondino del sole, nemico non indicato per cianotici, rettiliani come noi.

Sono per il letargo ragionato.

In questo calderone di finte palme mal nutrite e scarichi fognari sfocianti nel nostro bellissimo mare da bandiera azzurra (infatti l'acqua di Martinsicuro è azzurra anche quando la si estrapola dal contesto marittimo per riporla ad esempio in un bicchiere; chi ha detto che “l'acqua non ha colore, è trasparente e il mare è blu perché riflette il cielo”? Venite, ve lo dimostro. Ricordatevi le maschere anti contaminazione nucleare, altrimenti nisba, non voglio passare guai per voi) Camillo ha illuminato sulle scoperte di un personaggio ancora da inquadrare bene.

Avete presente Ozymandias di Watchmen?

Esiste.

Ha 60 ed è un perfetto stronzo.

È un dio reale.

Crea, distrugge, trasforma a suo piacimento.

Ray Kurzveil è un tipo vagamente somigliante a Enrico Ghezzi.
La differenza tra i due risiede nel contributo dato all'umanità.
Il secondo la fa ridere e riflettere.

Il primo la ristruttura plasmandola in stampini.

In pillole riassuntive (e cibarie; lo stronzo si nutre di capsule come vederemo di seguito).

Ray Kurzveil, da buon fascista, ragiona per ventenni.
Vent'anni dopo vent'anni.

I proprietari della nostra vita (Stephen Jobs, Bill Gates etc. etc.) gli fanno una telefonatina quando sono insicuri sul da farsi.

Ray è un esperto DI TUTTO, scienziato e inventore.
Con perfezione matematica riesce a predire ciò che succederà.

Sapete perché?

No, non se la tira perché si è letto tutti i libri di David Icke, o perché sente di averlo più grosso di Roy Martina o perché possiede tutti i “figli illeggittimi”, cartacei e video, di The Secret (e ho qui terminato tutti i luoghi comuni sulla nuova pseudo ACCERTATA ONNISCENZA circolante/acquistabile on line).

Egli prevede PERCHE' EGLI CREA.

Avete presente quegli orribili cartoni animati degli anni sessanta dove c'era uno stronzo che infilava un mattone ( o qualcos'altro) in una macchina di metallo che scoppiettava, saltellava qualche secondo, e poi BUM uscivano scarpe, automobili, televisori e oggetti simili?

Il nano assemblatore è una delle cose a cui Ray sta lavorando.

Così, per dirne una.

“Predisse” che avrebbe creato un computer in grado di sconfiggere l'uomo a scacchi.

Fatto.

Kasparow a casa, con la coda tra le gambe.

Sta testando su se stesso nano tecnologie auto senzienti.

Hai un cancro?

Ti basta un'iniezione.

Le nano cellule si recano da sole, senza “accompagno” umano, dov'è situato il carcinoma, se lo magnano eliminandolo e poi, una volta finito di svolgere il lavoro, senza neanche una lettera di licenziamento, vengono espulse dall'organismo con una bella cagata.

Prostitute robot?

Oggi ce ne sono poche e imperfette, riservate solo ai facoltosi uomini d'affari dalla vita disastrata; utilizzando quei soldi, gli scienziati sotto il controllo di Ray faranno in modo di continuare la ricerca, fin quando ne potranno produrre in massa, a prezzi economici, affinché tutti noi ne potremo possedere uno, come già succede in Corea con cani e gatti meccanici REALI, sempre di sua invenzione, fin quando il mondo sarà popolato (mi pare che questo l'ha “predetto” per il 2020 e non è uno stronzo che sbaglia!) da esseri umani e macchine umane senzienti dotate di sentimenti.

Quando guarderemo una persona ci chiederemo se è un originale o un taroccato.

FANTASCIENZA?

Vi dico la mia.

Da quello che ho potuto appurare, ciò che definiamo “Fantascienza”, “scienza fantastica” in realtà è quella scienza che, nel momento in cui viene ipotizzata, scoperta, risulta troppo complessa per essere compresa, messa in pratica, apparendo esagerata, se non ridicola.

Perciò è “scienza fantastica”.
Sci-Fi.

Perché non si chiama “Scienza impossibile”, “Impossible Science”.

Prendete un australopitecus afarenesis: parlategli dei caratteri mobili di Gutenberg o di microchip RFID impiantati negli esseri umani.

Vi risponderà con una clavata, seguita da un UH UH UH che, tradotto dal linguaggio scimmiesco al linguaggio umano significa...

FANTASCIENZA.

Cazzo, stiamo qui a grattarci i peli delle ascelle scimmiesche, a stordire le femmine con clavate in testa, cercando di capire come scheggiare una pietra per ucciderci così per passare il tempo e tu non solo mi dici che i nostri pensieri possono essere messi per iscritto, prima con disegnini del cazzo, poi con grafemi, stampati in grandi quantità e divulgate al mondo talmente evoluto da doversi difendere da sé stesso assicurandosi pure il buco del culo, ma anche che dio non esiste?????

Be', per una domenica mattina nel pleistocene è un pochino ino troppo.
Dici fandonie.

Ora, se permetti, vado a vedere se mi è possibile creare un aratro.

... qualche passettino più in là, l'umanità è a questo livello, perciò non stupitevi di niente.

Dick, Gibson (no Mel, quello è un cristiano fascista di merda) Huxley, Matheson, Serling, non erano visionari dalla fervida geniale immaginazione che “ci hanno azzeccato”, ne le fonti d'ispirazione dei progettatori, costruttori di mondi e realtà.

Era gente che sapeva guardare avanti senza la tanto millantata VISIONARIETA' CLASSICA DEL CAZZATARO SCRITTORE DI FANTASCIENZA.

Così come Orwell.

Per il 2040, al massimo 2050 ognuno di noi avrà (altro che microchip; 'na pippa) un hard disk nel cervello e, come in Johnny Mnemonic del già citato Gibson saremmo delle cazzo di chiavette USB ambulanti.

Tutto questo, come al solito, con tutta la nostra benedizione.

Ipotizziamo.

Quando avremo gli androidi senzienti, più umani di noi (in Korea hanno licenziato un sacco di insegnanti d'inglese e al loro posto ci hanno messo robot... sapete perché? Perché i robot erano più pazienti!!!) figuratevi la tecnologia che avremo in casa.

Ora come ora, con detersivi e cazzi vari che hai in casa puoi fare napalm e bombe varie.

Puoi diventare un McGyver provetto.

Nel futuro, IMMAGINATELO SOLO (è solo fantascienza, come quando dissero e accertarono con estrema precisione che la terra era piatta; all'epoca credevano ciecamente questo; chi diceva il contrario veniva fottuto avanti e dietro senza godimento, se non quello eterno), quanta tecnologia ci sarà, DI QUALE ALTA QUALITA' essa sarà.

Un comune quindicenne frustrato potrebbe fare uno scherzetto costante la vita diciamo a qualche migliaio di persone.

PANICO: TUTTI POSSONO COMMETTERE UN GENOCIDIO CON UNA FORCINA PER CAPELLI!!!!!!!!!!!!!

Allarme nucleare mondiale, ALLARME UMANI IMPAZZITI.

Saremo noi a farci forare il cranio per immetterci qualche aggeggio tipo quelle stronzate di purificatori d'acqua che si installano in casa i patiti della new age per purificare l'ultra fluorizzata acqua del rubinetto, PER LA NOSTRA SICUREZZA, COME AL SOLITO.

Che c'entra la sicurezza?

Quando inizieremo a produrre pensieri anti sociali e cattivi, cioè il famoso “Psico reato” di cui blaterava Orwell in 1984 (tanto è fantascienza come la playstation3 su un rogo medievale), a sorvegliarci avremo tipo i “Precog” di Minority report, i quali cagheranno il bigliettino con su scritto “colpevole” e verremo giustiziati senza processo (se uno pensa male una volta può farlo sempre!), per il bene dell'umanità LIBERA DA OGNI AFFANNO, la quale non avrà più bisogno di lavorare, in quanto le macchine saranno in grado di lavorare auto programmandosi e...

No, non vado avanti, già mi sono dilungato oltre misura, devo continuare il racconto del sabato folle.
Ricordatevi che è tutta fantascienza, sono tutte stronzate ed è impossibile perché...

Perché lo dite voi e perché lo dico io.
Perché ci fa comodo.

Perciò guardate tutti gli elettrodomestici INUTILI che avete attorno (un frullatore serve alla razza umana come la razza umana serve alla madre terra), ridete di loro, in quanto GIA' SORPASSATI, e ridete di quei patetici operaietti degli anni '50 che avevano un solo televisore in bianco e nero ogni dieci famiglie.

Negli anni '40 era fantascienza che gli umani creassero una luminosa scatola parlante in grado di trasmettere immagini a distanza.
C'era da combattere la guerra e basta.

Negli anni '50 era fantascienza che ogni famiglia avesse in casa una Tv; c'era da pensare alla ricostruzione post guerra, che èèèèèèè meeeeegilo, come direbbe quattrocchi.

Andate da Leonardo da Vinci e ditegli: “Tu che fai tanto il capiscione, conosci i Puffi? Be', allora 'fanculo te e le tue diavolerie, barbone da best seller di Dan Brown/Gerry Scotti (se guardi la foto ti accorgi che Dan è Jerri con 2 Tera quintali di lardo in meno... e come direbbe lui, “che dio vi benedica”).

Siamo andati a prendere Sara sulle galoppanti note di Johnny Cash e un suo mirabolante greatest hits acquistato per la modica somma di diecimila lire, quand'era fantascienza possedere una macchina luminosa a intermittenza che ti fa avere gratis tutta la musica desiderata in pochi minuti.

Camillo ci ha deliziato con la narrazione del suo ultimo lavoro su commissione.

Camillo è un regista di film e del resto.

Alla porta di casa, gli si è presentata la madre superiora di un arcaico convento.
“Mi manda il fotografo”.

Camillo ha subito pensato a un complotto oftalmo/clericale (gioco di parole scemo tra il fotografo e la casta dei man in balck pedofili di clausura) ma poi s'è rincuorato quando la madre superiora gli ha consegnato le fotocopie di tre passaporti di suore filippine, cosicché avesse potuto inserire i loro nomi scritti correttamente nei vari menu del dvd, sul quale riprodotta un ora di messa cantata per celebrare l'assunzione di tre suore, appunto, filippine.

Oggi come oggi ti assumono solo in chiesa.
Lo svantaggio è un altro.
Se ti licenzi (o se parli) ti fanno il culo.

E non è bello.

Mentre era in chiesa, il popolo SI COMMUOVEVA PER LA SANTITA' DELL'OCCASIONE, visto ch'erano 46 anni che nel suo paese non celebravano un rito di tale spessore, tanto da aver scomodato un cardinalvescovocamerlengo indossatore di un cappello il doppio più grande di quelli che di solito si mette Jamiroquai, possessore di un dorato trono vescovile delle dimensioni di una Panda nuovo modello, Camillo si dedicava alla corroborante attività di doppia ripresa, DOUBLE SHOOT (non in senso pornografico), avendo intuito la reale grandiosità umoristica dell'avvenimento, avendo deciso di avere una sua ripresa personale da vedere e rivedere con gioia briosa nell'intimità della sua cameretta, lontano da vigili occhi ammonitori, per burlarsi delle medievali stronzate che i cattolici vanno facendo ancora oggi, ora che siamo alle soglie di una pan tecnologizzazione dell'essere umano, per non dire Die Mensch Maschine dei crautosi Kraftwerk.

La messa consisteva in una prolungata litania dove venivano citati tutti, uno ad uno (non però in ordine di influenza, importanza, potere esercitato) e dico tutti i santi presenti nel calendario, uno per giorno, 365 (366 se bisestile), più i martiri santi apostoli e chi più ne ha più ne metta via perché ho lo stomaco pieno di bile.

Le tre sorelle filippine, spalmate sul pavimento, offrivano la propria castità al signore.

Nel contratto non era specificato “quale” buco offrire al signore confinandolo nel bieco universo della castità, e quale da adibire ad utilizzo/scopo hobby e tempo libero (anche il clero ha diritto di svagarsi, sennò poi se la prendono coi bambini; ah, già che mi ricordo, prima che mi scordo, nella società del futuro daranno (già lo fanno, non ricordo in quale paese) dei bambini meccanici per far sfogare i pedofili; pensate che HANNO LA TESTA INTERCAMBIABILE, COSI' LO STUPRA CULETTI AVRA' L'ILLUSIONE DI VARIARE L'OGGETTO DEI PROPRI ABUSI, altro che quella puttana di megan gale che sostiene che il mondo è intorno a te, col cazzo).

L'effeminato trentenne prete vecchio dentro, con fare effeminato tendente all'omosessuale a 367,45° cantava da cappone castrato ricordando l'ormai dimenticato primo cantante dei Dream Theatre, quand'ancora si facevano chiamare Majestic e scassavano le palle il triplo di adesso (anzi, fino a poco fa, Portnoy se n'è andato perché nelle sue ville non aveva più spazio per nascondere il soldi che non riusciva a far entrare nelle strabordanti banche svizzere), alzando l'indice auditel di commozione generale tanto da far venire l'idea a una navigata suora veterana di estrarre dalla propria borsetta una piccola telecamera a mano per rendere eterno l'attimo fuggente.

Qui si entra nel territorio del meta cinema.

Camillo stava riprendendo la suora regista.

Il braccio della suora fuso in una grottesca tzukamotesca craetura telecamerizzata girava, eseguendo una magistrale panoramica della sala gremita di vuoti a perdere dagli occhi gocciolanti sali minerali per Cristo, con Cristo, di Cristo e siamo a tre, più il guidatore, sul motorino mistico (manco a Napoli vanno in 4 su un motorino; visto a che serve il potere divino?) fin tanto che è finito lo spazio fisicamente disponibile ed ella s'è vista intrappola nell'obbiettivo di Camillo, puntato sulla suora che stava decodificando l'immagine di Camillo con la sua telecamera, nel quale obbiettivo giravano cinetici movimenti della tetsuoesca casta sposa di cristo, fissa a riprendere la telecamera di Camillo fissa su di lei.

Una volta rivisto il suo filmato personale, ha potuto stabilire che quell'automa fides vita dipendete è stata per ben 40 secondi, con l'espressione di un androide smagnetizzato stampata in volto a riprendere Camillo che la riprendeva.

È stato coraggioso, il mio fido compagno di scorribande, non ha abbassato lo sguardo (della telecamera) neanche di fronte al potere dell'onni(IM)potente in (non) persona, figurarsi di fronte a una sua perfida emissaria.

Libera associazione junghiana: mi dici “emissario” io rispondo “tana delle tigri”.

Ecco a cosa porta la teledipendenza in età prepuberale.

Avessi saputo...

Tramortiamo la macchina in un parcheggio di fortuna, visto che è sabato e tutte le brave pecorelle si sono recate al corso (nostra meta) a fare le vasche avanti e indietro, alternando la routine delle quotidiane visite ai/nei centri commerciali.

Lunedì centro commerciale.
Martedì corso.
Mercoledì centro commerciale.
Giovedì corso
Venerdì centro commerciale

Sabato pieno.

L'estro creativo dell'uomo moderno!!!!!!!

Ci ri rechiamo di fronte al palacongressi per visitare i molteplici stand sotto cui vari autori tentano di vendere i propri cartacei figli, i loro preziosi romanzi, le loro immortali raccolte di poesie.

15€ un libro di 50 pagine di un autore sconosciuto e quel figlio di troia di editoruncolo si lamentava che non legge più nessuno.

Perché lo fai, disperata ragazza mia?
Costa meno dell'ultimo di Pynchon.

E poi, perché ti ho conosciuto.

Detto questo debbo dire dell'invasata di Fides Vita.

Abbiamo conosciuto una folle barbona per scelta.
Ricca di famiglia.

Questa ragazza gira con uno zaino zeppo di cibarie, coperte, ricambi, per addormentarsi dove capita, quando tutti i conoscenti le negano il posto in macchina.

“Posso dormirti in macchina?”, è una delle frequenti domande da ella poste ai più, auto muniti e non.

Ci ha raccontato della sua ultima impresa, un viaggio a piedi scalzi di Km25, fioretto fatto al Signore per far sì che il suo amato tornasse insieme a lei.

Il suo amato è un gigante, esperto coi nunchaku, terrorizzato dai rapimenti ufo (in una ripresa effettuata da Camillo per il suo ultimo film, fatta in un campo di grano, il Nostro regista stava dando delle istruzioni affinché sembrasse che un ufo, virtualmente aggiunto poi in fase di montaggio, lo stesse rapendo (mentre quello agitava i nunchaku) col suo raggio laser; egli ha mutato espressione, si è rifiutato di proseguire la personale avventura nel mondo della recitazione) e possessore di vari aggeggi come il purificatore d'acqua di cui parlavo qualche cinquantina di righe sopra.

Sono stati insieme sette mesi poi lui l'ha mollata perché non ne poteva più.

Ora lei lo spia, lo segue a distanza, si mette a dormire fuori il portone di casa sua e svolge maratone a piedi scalzi per compiacere lo sconfinato potere del nostro buon dio, affinché compia un incantesimo che faccia tornare l'ufofobico nerboruto ninja tra le sue cattoliche braccia.

Con questa non si scherza; a dei carabinieri che volevano interrompere un concerto, lei ha chiesto se disponessero dell'opportuno decibelometro; dopo un quarto d'ora loro scappavano mentre lei correva dietro alla volante urlando insulti.

Finito di sentire le Sue di litanie, riguardanti l'adorazione del praticante new age, siamo andati in una piccola galleria d'arte dove esponevano gli ineccepibili capolavori di non ricordo il nome, quello che crea composizioni di ortaggi realizzati in poliuterano, li mette dentro una teca di plastica e li vende a 22.500,00€ (quelli grandi), 10.000,00 quelli piccoli.

Appena entrati si ha subito l'impressione di soffocamento, vuoi le minutissime dimensioni della sala, vuoi l'inutilità della prima opera a balzare nel campo visivo di questo “purtroppo compreso” artista.

I sassi del maestro.

Prima di pranzo abbiamo fatto una ripresa, dall'esterno della galleria, di quest'opera battezzata appunto “I sassi del maestro”.

Io fungevo da voce fuori campo, decantandone le inesistenti virtù, mentre tre muratori napoletani ci guardavano in cagnesco, chiedendosi a che ora di preciso saremmo sgattaiolati lì dentro per fotterci 'a mercanzhiijia d' 'o maèstr.

Di tutte le teche quella che mi ha colpito di più era quella coi cavolfiori.

Erano sei.
Uno che sembrava l'occhio onniveggente presente sulle banconote da un dollaro americane (non dico “L'occhio degli Illuminati” sennò poi mi andate a leggere di cospirazioni, diventate paranoici, mi perdete tutti i capelli e venite a cercarmi col revolver perché prima di leggere quelle stronzate convivevate pacificamente sia coi rettiliani di Nibiru che coi Venusiani di Venere.... ancora cenere).

La mostra è stata un successone per tutti noi e nove gli spettatori.

C'erano le immancabili patatine al sapore di formaggio artificiale, le pizzette a forma di cacatoio per le coltissime mosche gravitanti nell'angusta saletta adibita a galleria d'arte mondiale, e la fecola di patate/nuvolette di drago malato.

C'erano i Crodini ma quelli li hanno boicottati tutti (l'arte è SEMPRE alcolica) e c'era il Berlucchi.

È stato a lui che ho dedicato tutta la mia attenzione, dopo essere emerso dalla trance ipnotica generata dal piacere di guardare un'insalata da 22.500€ attaccata al muro.

Mi sono fatto mezza bottiglia di Berlucchi dopo essermi bevuto altrettanti litri di birra in un bar dove m'ero recato per pisciare, per non dire essere scappato, dopo che la fidesvitiana, non si sa come, ci ha raggiunto in galleria, ridendo come... una matta... è il caso dirlo.

Camillo l'ha intervistata mentre io ho deciso di fare un'altra intervista.

In un angolo (la stanza era tutta un angolo) c'era una scrivania, alla quale seduta la figlia della direttrice della galleria (lo scoprii solo svariati minuti dopo).

Al centro del tavolo da lavoro (per non scrivere “scrivania” due volte di fila; non sta bene) c'era una sorta di portacenere adibito a porta caramelle.

Mi sono seduto, ho fissato la figlia della direttrice e le ho detto: “Facciamo una cosa. Guardando le caramelle mi è venuta in mente la mia infanzia, quando andavo dal dottore e lui mi pungicava con la siringa del vaccino e poi mi dava le caramelle; facciamo così. Tu sei la dottoressa e mi chiedi cos'è che mi fa male, così io ti rispondo come in un'intervista, il contrario di quella che sta facendo Camillo”, indicando proprio Camillo telecamera munito.

Devo aver risvegliato in lei qualche trauma sepolto in oscure scatole nere ai confini della psiche, incubi fatti di zii dai gusti particolari con propensione per il “giochiamo al dottore?”.

Si è fatta bianca in volto: “NO, QUESTO GIOCO NON LO VOGLIO FARE”.

Prontamente ho risposto: “Non è un gioco”, poi ho fatto il collegamento e sono stato zitto.

Che è meglio.

Verso l'ora di chiusura, di nove che eravamo ne rimanemmo in tre, con le pive nel sacco, per citare la poetica maxpezzaliana d'altri tempi.

La giornata è terminata in un tristissimo bar dove mi sono fatto un'esame di coscienza e ho capito che non ero io il bisognoso di analisi, bensì tutti gli altri morti giovani vuoti dentro brindanti il non so che/non c'è motivo di brindare/non si prospetta nessun futuro alcuno.

E fissando i fondi di caffè di questa umanità, portavo alla mia bocca amari bicchieri.

“Amari bicchieri” non era una metafora; al barista ho chiesto un cocktail a piacere e quello stronzo mi ci ha infilato il bitter.

Bashtardo.

Così, si conclude questo tour de force della domenica mattina.

Sono le 13:46. Sto inchiodato qua dalle 10:29 (lo so di preciso perché al cesso c'era l'orologio).

Ora mi tocca ricorreggere tutto.

Non sarà facile ma penso ne sia valsa la pena.

Scrivere della giornata di ieri mi ha fatto capire che la vita di ognuno di noi, se viene analizzata per quello che è, risulta talmente complicata e piena da farsi fare le pippe da una sceneggiatura del calibro di “Fuori orario” o “Ore 11:14 destino fatale”.

Siamo ciò che mangiamo.

Per questo siamo dei cilindri fecali viventi.

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