domenica 2 maggio 2010
TANTA CARNE SULLA BRACE? MANGIA E ZITTO. VUOI DIGIUNARE? MI SA CHE HAI FATTO L'UNICA SCELTA SAGGIA DA SAGGIO SAGGIO... MA UN ASSAGGIO?
MI DUOLE NON POCO NON POTER VOLONTARIAMENTE ESSERE ANDATO A ESULTARE A PUGNO CHIUSO IN MEZZO A MILIONI DI FRATELLI, CON SOTTOFONDO CELESTIALE E GRATUITO.
MI RIFARO' L'ANNO PROSSIMO.
NON CI SONO MAI ANDATO; PRIMA O POI NON CI ANDRO'.
TANTI AUGURI A VOI, TANTI AUGURI A VOI, TANTI AUGURI RITUALI, TANTI AUGURI JA-BUL-ON
MA, IO, HO IL CUORE NEEERO, E MOLTA GENTE MI VORREBBE AL CIMITERO.
NO, MA CHE, L'OLOCAUSTO?
NON C'E' MAI STATO, QUELLO E' REVISIONISMO STORICO.
LA STORIA LA SCRIVE CHI VINCE LA GUERRA.
ANNA FRANK SCRIVEVA: "SONO QUI A SCRIVERE IL MIO DIARIO CON LA PENNA BIC"... MA LA PENNA BIC NON ERA ANCORA STATA INVENTATA.
E ORA, MAGARI PENSATE CHE LA FOTO SUCCESSIVA SIA IDENTICA.
SI', E' IDENTICA, SOLO CHE QUELLA DI PRIMA ERA TEDESCA, MENTRE QUEST'ALTRA E' RUSSA.
ECCO PERCHE' COMUNISTI E NAZISTI DOVREBBERO UNIRE LE MERDE NEL CUORE E IL VUOTO NEL CERVELLO A FAVORE DI UN DITTATORIALE PARTITO UNICO.
AVANTI O POPOLO, ALLA RISCOSSA, BANDIERA ROSSA TRIONFERA', E MENTRE ELLA TRIONFERA' EL PUEBLO EN EL CULO SE LO SPATASCERA'.
NAZISTI DI MERDA A MORTE.
EVVIVA LA RIVOLUZIONE (SOTTO IL DITTATORE CHE LA PROMUOVE), PER POTER LAVORARE LIBERAMENTE CENTO ORE SETTIMANALI, PER NON AVERE NULLA DI NOSTRO, ESCLUDENDO IL NOBILE, UTILISSIMO, DEDUCIBILE DALLE IMPOSTE AMOR PATRIO.
UN DITTATORE CHE PARLA DI RIVOLUZIONE, E IL POPOLO CHE FA LA RIVOLUZIONE PRO DITATTORE... MI RICORDA IL VIDEO DEL TRANS DI BANKOK CHE SI INFILAVA IL SUO STESSO CAZZO NEL CULO E SI SCOPAVA.
ALMENO LUI GODEVA
Tanta gente festeggiava il lavoro, nonostante il 145% di essa era disoccupata, con un mutuo titanico, milleduecento rate per per la lavanda gastrica dello spaniel, costato un altro migliaio di euro e altri debitucci vari coi padrini locali.
Fanno bene, è di gran moda. Conosco un sacco di gente che fa tre figli e li cresce a pane e cipola ma non per questo rinuncia a sfoggiare il bel Porsche familiare.
Ma si sa, a noi italiani piace fare le cose in grande. Lo abbiamo imparato dagli americani.
Loro hanno il comandante negro massone e le bombe. Spingi un tasto e il genere umano diventa storia da poter narrare al massimo a una popolazione non terrestre o ai batteri rimasti dalla nostra non decomposizione (di carne ne rimarrebbe ben poca).
Noi abbiamo il nano sifilitico anch'egli massone, affiliato a un partito nazista vestito di verde capitanato da un tizio al quale il signore ha appena appena fatto sentire il suo santo tocco, storcendogli perennemente la bocca (ma non la voglia di odiare il prossimo per il bene dell'odio collettivo continuativo).
Ripeto, non disperiamo: da noi almeno si mangia bene.
Napolitano, ancora lui.
Brrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.
Guardate.
Ogni tanto sento qualche strascico di discorso da esso proferito.
“Esso” inteso come, già che siamo in tema filo americano, pronome personal impersonale di cosa: IT.
LA COSA.
Non è un uomo, non lo si può negare.
Detto questo. Il paragone per descrivere cosa provo a vederlo e sentirlo parlare CONTEMPORANEAMENTE...
Fatemelo trovare.
Datemi tempo.
Scrivo di getto.
Se mi fermo non per andare la bagno è finita.
Ecco.
Stazione, 3 di notte, nessuno in giro a parte un tossico pieno di croste purulente, con una siringa sporca di sangue saldata alla mano tagliuzzata che mi ordina di vuotare le tasche, barcollando, mi rassicura di più dell'”essere IT... Giorgio”.
Se non altro c'è qualche remota possibilità che il tossico sia infondo infondo buono, che la siringa non sia stata ancora usata, che quello che pare sangue in realtà sia pomodoro o pittura rossa addensata con fecola di patate o pasta di soia, tipo come si usa nei porno per creare una sborra più densa (dammi il cinque Max; cos'hanno detto gli dei riguardo la schiena battezzata di tua moglie?).
Sono favorevoli?
Se non lo sono, pazienza: da milioni di anni ci siamo abituati a non averli dalla nostra, perciò passami lo stappa bottiglie.
Non mi lamento, questo è certo.
Quando incontro i miei amichetti e mi chiedono come va, rispondo sorridente sì sì tuttapposto, per non fare conversazione, anche perché è impossibile fare conversazione con “gli altri”.
La gente attende un contenitore asimmetrico dall'aspetto umano, per poterlo riempire con la propria storia, i propri problemi, come a chieder continue conferme sulla veridicità degli eventi.
“Oh, allora, capisci? Vedi? Tutto 'sto malessere, 'sti problemi, sono reali, sono veri, sono tanti, non posso fare niente. Mi segui?”.
Silenzio.
“Ecco, tu sì che sei un buon amico”.
“Ma veramente mia madre si è prostituita dai sei ai dodici anni insieme alla Madonn...”
“Un attimo, fammi finire di parlare, i miei problemi sono più gravi. Ho bisogno di un consiglio. Che dici?”.
Silenzio.
“Sì, penso che farò come pensavo. Ci avevo pensato già dall'inizio. Tu si che sei un amico”.
“Veramente ti stavo dicendo che ha preso la sifilide e poi è rimasta incinta di m...”
“Ma sei sicuro? Secondo te faccio bene? Non è che poi mi pento? Se seguo il tuo consiglio che è anche il mio, sbaglierò?”.
Silenzio.
“Lo sapevo, ah, ah, su di te posso contare sempre”.
“Non mi fai mai parlare allora toh. Siamo fratelli, figli dell'incesto e della sifilide”.
SILENZIO.
Non è un male odiare la famiglia generatrice.
Basta farlo con stile, senza ripensamenti.
Se cago tutta questa roba un motivo deve esserci.
Secondo me, prima della glaciazione ben mostrataci nei minimi dettagli nell'insostituibile film “L'era glaciale”, nominato a furor di popolo patrimonio storico umano d'incalcolabile valore, l'uomo si cibava di piante a foglie verdi e frutta.
Non cacciava. Non pescava.
Come gli animali che, quando stanno male, istintivamente, senza che nessuno glielo abbia insegnato, vanno a mangiare l'erba.
Eravamo così pure noi.
Quando siamo bambini, e non vogliamo mangiare la sbobba schifosa chiamata forfettariamente “omogeneizzati”, il dottore stabilisce che stiamo male, che c'è qualcosa che non va.
Omogeneizzati, pillole, medicine, punturine, controlli, controlli. EEEE, MAGIA. Benvenuto nel mondo degli onnivori.
Peccato che non lo eravamo, in origine.
Con ciò, alla faccia degli ogm e di tutti i metalli, le schifezze che infilano a forza nei cibi creati in laboratorio, oltre a tutto questo, mangiamo SOLO ciò che NON dovremmo mangiare.
Mangiamo merda: le mosche di tutto il pianeta non possono aver commesso tutte lo stesso errore.
Però c'è da festeggiare, la notte è ancora giovane, l'avvocato è dal barbiere, il barista è ancora al bar, spinto da forze di causa maggiore ad entrare nel Guinness dei primati col record di 48h lavorative consecutive. Andateglielo a dire alla giuria che non lo fa per la gloria (chi fa un record mondiale non riceve denaro ma solo riconoscimenti; parole).
È lì che dorme in piedi dietro al bancone, aspettando che le 72 ore di partita a poker del boss mafioso locale finisca.
Anche gli sbirri, rapiti dal gioco, si sono fermati a guardare, ignorando le chiamate/richieste d'aiuto di chi viene stuprato.
C'è gente che chiama i carabinieri per...
Tutto.
Quella sotto casa, incazzata come una bestia, ci voleva denunciare perché le nostre piante perdevano foglie sul suo balcone, nel suo cazzo balcone.
Immaginatevi: ho visto il maresciallo armato di macchina fotografica, tipo CSI, fare le foto al corpo del reato.
Belle foto; peccato che la foglia non abbia sorriso neanche in uno dei 12 scatti.
12 scatti. Una foto ricordo dell'ultima cena per ogni apostolo partecipante.
Che il 13° si attacchi al cazzo e tiri forte.
Il suo dio lo salverà.
Se scavi, però, ti accorgi che il primo maggio è il calendimaggio, festicciola comparsa qualche mesetto prima dell'invenzione dell'uomo, dell'invenzione della parola, dell'invenzione dell'incesto et aborto e poi, dopo tante cose tipo pitture rupestri... il lavoro.
Mettici che nel primo maggio 1776 è stato fondato l'ordine degli Illuminati di Baviera, un pochino tanto influenti sulla vita di ognuno di noi (voi che dite? No, scherzo, so cazzate da internet).
Due mesi e tre giorni dopo, tutte le terre che costituivano la Virginia Company, di proprietà della regina d'Inghilterra, decidono spontanea volonta, di chiamarsi “Stati uniti d'America”.
Nasce il mito dell'Harley Davidson e del fast food, più fast che food.
Anzi, solo fast, niente food... se però considerato cibo animali zombie morti per risorgere come McNuggets, fate pure.
Io mangio macrobiotico; gli animali li tengo per girare gli snuff movies.
America, terra della libertà solo dopo aver pagato i tributi alla regina.
Cazzo, il parcheggio è suo, ci permette di starci per grazia divina ma... va pagata.
Eh!
Poi... ah, sì.
Mentre preparavo la pizza, mia grande passione, l'unica caratteristica che mi accomuni con gli italiani, ho svistucchiato Carmen consoli cantare, come al suo solito in aramaico antico, masturbando un basso di dubbio gusto, con le dita pittate di nero, a lutto.
Finita la canzone se n'è uscita che abusare dei minori è sbagliato.
Ecco a che serve continuare la scuola dopo le superiori.
Poi mi sono chiesto come fosse possibile.
Un attimo, il tempo che la pressione esercitata dalla birra nel cervello si allentasse, ho capito.
Era gratis.
Così s'è svelato l'arcano di tutta quella gente ammassata accalcata una sopra l'altra in profonda adorazione, giunta lì da tutta Italia... per sentire ricourdolgionno de io atriònio, avito vianco i sèta e ordan za e le altre hits dell'artista siculo aramaica antica.
Mi sono rifatto (il cazzo e le palle) di notte, guardando un po' di signora Rai (nei miei sogni è un'attraente signora) che spulciava nei suoi archivi degli anni sessanta e settanta.
I programmi televisivi dell'epoca...
Mi sono sentito orgoglioso di essere un Rettiliano vero.
Toto Cutugno era fiero della sua appartenenza nazionale, io sono per la razza, come i rapper negri che si sparano per non pagare i cd di TUPAC che spacca troppodibruttovaffanculoquestoèilmioquartierequellaèmiamadrequellalamiadonnanzommaètuttomio... yo!
“Cantagiro”, “Senza rete”, “Discoring (nome geniale dai molteplici significati).
Che canzoni, che facce, che propositi.
Sorridevo di gioia talmente tanto che la mandibola si stava staccando per andare a tesserarsi coi comunisti.
Quando ho capito che il corpo stava volontariamente disubbidiendo al suo Duce cervello ho, di mia spontanea volontà patriottica ingoiato olio di ricino, ed è tornata brava brava, muta muta al suo posto a lavorare 12h al giorno.
Mi ha stupito “Senza rete”, il primo programma in diretta dove gli artisti si esibivano dal vivo, non in playback.
Morandi raccontava la sua esperienza e, seguendo le sue direttive, si vedeva che era agitato, pauroso, timorato di non essere all'altezza della situazione.
Canne d'organo sparse ovunque, un pacco dei più disparati strumentisti da paura, e il direttore d'orchestra sempre incazzato, mi hanno fatto schiattare.
Scena clou: Gianni gli si avvicina (al direttore) col suo solito fare da manager gasato lavitaèbellanondisperarehannotiratol'atomicaenoiricostruiremotuttoconlamammaillatteperòdigliaquelcosochesonogelosoeselorivedoglielonfilonelculo con microfono fallico presuntuoso, puntandoglielo in direzione della bocca, gesto che sicuramente aveva fatto migliaia di volte in giro per feste di piazza e chalet vari, di fronte a donne sospiranti, ragazzi felici di cantare canzoni pressoché vuote, con una scodella simmetrica di fili tricologici non tinti in testa, come a dire, dai, canta direttò!!!
In sottofondo, scazzatissimo, si sente: “No, no, non la conosco nemmanco”.
Hahahahahah, mi so' crepato, se mi si concede una licenza poetica.
Tanto non lavoro, posso prendermi le licenze che mi pare, sopratutto ora che c'è da festeggiare.
Chiudo con una genialata.
Finito il programma, mi sintonizzo su rai tre, e succede qualcosa che non pensavo fosse possibile.
L'emozione, lo stordimento scaturito dall'emozioni, il buio, sei litri di birra filtrata con noccioline e tramezzini di carne avariata di mamut crudo in circolo per l'organismo...
C'era Enrico Ghezzi.
Sorrideva.
Parlava calmo
IN SINCRONO!!!
IN SINCRONO!!!
IN SINCRONO!!!
Non potete immaginare le liquide gioie squillanti multi cromatiche, vedendo il buon vecchio Enrico FELICE, INTONATO E NON AFONO, parlare la nostra lingua sì, ma facendosi contemporaneamente:
1) Capire
2) Comprendere
3) Assimilare
4) Assaporare
5) Mirare
6)Immagazzinare
6 caratteristiche imprescindibili. Sei come la somma del primo maggio (1-5).
Capii d'esser precipitato, per caso o destino poco importa, all'interno di un'infinitesimale frazione di possibilità di perfezione cosmica, d'universale unione et congiunzione astrale col padre, con gli dei, col tutto che è uno, anche se apparentemente separato.
Mi so' messo a piagne.
Parte la maratona di tre film ultra comunisti.
Oddio, penso, domani devo svegliarmi presto, come faccio?
Solo ora il cervello mi suggerisce che da qualche anno a questa parte esistono dei cazzettini di plastica con dietro dei buchi bianchi di plastica scarta, farciti di metri e metri di pellicola chiamati videocassette (VHS per gli amici e durante le operazioni top secret con film scato&pissing).
'Sti cazzi.
Era geniale sentire Enrico elogiare il regista, enfatizzando quanto fosse irreale e inesistente la rivoluzione virtuale ch'egli tentava di raccontare al pubblico ben ammaestrato e gonfiato di vane puerili speranze utopiche.
Ho visto degli spezzoni...
Donne cantavano quanto bisogna essere puri e forti per la patria, per l'amore dei compatrioti.
E a uomini così, per citare un pezzo che ricrodo, NON SI PUO' DIRE DI NOI.
Comunista?
Ecco, tieni la figa!!!
Uomini felici di lavorare per la patria, sebbene non gli abbiano mai potuto neanche stringere la mano, in quanto concetto/entità astratta, non persona fisica giuridica pensante operante.
Balli, canti monotematici.
TUTTO-PER-LA-PATRIA.
I testi... che testi.
Mamma mia.
La propaganda di Stalin era identica a quella di Hitler.
La differenza tra loro due era la forma, la lunghezza del baffo, e il gusto estetico nell'arredare i vari lager.
Ah, e d'appartenenza di loggia.
Il Fuhrer stava con la Thule mentre Baffonevijic non ricordo; mi pare cavalieri di Malta o comunque, una di quelle sette di infelici lì.
I templari custodivano il Graal.
Io custodisco un'ulcera perforante.
Chi è messo meglio?
Se non altro io custodisco qualcosa di tangibile (e defecabile).
A voi le conclusioni.
E ora pubblico, giusto per la gloria, come quelli del guinness, un pensierino scritto l'altro ieri, dopo una mezz'oretta di televisione.
Mamma mia quanti spunti per architettare un suicidio di massa.
EPPURE CI HO PROVATO, NON E' MANCO LA PRIMA VOLTA: PREMIATEMI
ALMENO PER L'IMPEGNO COME A SCUOLA, AI BRUTTI TEMPI DEI CORRIDOI
ODOR DI CANDEGGINA E SUORA GRACCHIANTE.
A casa di nonna, incazzato, sfogliavo riviste culturali di mia zia. Potevo risparmiarmelo. Non
avendo molti argomenti di conversazione con la madre di mia madre, escludendo oddio mi fa
male la gamba, oddio fa freddo (35° atmosferici costanti!!!), più vari acciacchi che, per fortuna,
ancora non m'hanno acciaccato, mi diletto in zapping cartaceo, imprecando a denti stretti.
“Perché dici le parolacce al giornale?”, chiede zia zietta. “Sono un ammasso di troie e immaturi
disgustosi, non li sopporto”. “Che lo leggi a fare?!”. “Vorrei saperlo anch'io, zia. Vorrei saperlo
anch'io”. In un trafiletto ci informano che Berlusconi sarà unito con gli altri amici. Ci promette,
a noi umani schiacciati dall'ultima ruota del carro, che tra tre anni anche l'Italia, che non è da
meno di nessun'altra nazione del mondo, se non per un debito pubblico composto da una cifra
lunga il doppio di una mazza di Siffrediana memoria, avrà la sua bella centrale nucleare.
Dobbiamo però stare tranquilli. Oltre a dire che tutti sono propensi a una buona collaborazione
(contare i soldi sul tavolo della cocaina) non accetterà un rifiuto da parte di Sarcozy e il principe
Carlo, i quali dovranno assolutamente presenziare all'impellente messa del non ricordo quando
nella chiesa di San Pedofilo non ricordo il nome (ma sento le urla dei bambini ai quali ha
mostrato la retta via della perdizione a suon di bastonate e parabole su animali parlanti che si
inculano tra di loro, mentre il buon Gesù filmava per riproporre tutto ai suoi amici di FB).
Allora penso che se il nostro padrone vuole la centrale nucleare dobbiamo volerla anche noi.
La Fox possiede i diritti di tutti gli episodi dei Simpson e sul suo canale manda in onda sempre
le solite puntate, nonostante ne esistano a centinaia.
Da un po' di tempo le puntate con, incluso nel prezzo, il pesce triocchiuto malformato frutto
delle deformazioni professionali apportate dalla centrale nucleare dove Homer Simpson lavora
da una vita, non vanno più in onda. Mi chiedo se ci sia sotto qualcosa. Vedo il marcio ovunque
perché ovunque stiamo marcendo, dal momento in cui siamo usciti dal fetido antro della
presuntuosa bigotta finto moralista che ci generò anni or sono.
Riprovo a cercare l'intrattenimento con un altro caro strumento.
Sintonizzo l'apparecchio per pochi micro secondi poi via, canale dopo canale, alla ricerca di una
serie di contenuti che sappiano soddisfare la mia scarsa attenzione verso attività ludiche
collettive. I programmi televisivi sono comunque un buon argomento di conversazione con
amici e parenti, anche perché, all'infuori di questa cerchia di reality e tonnellate di telefilm,
rimane ben poco, tipo oddio quanto si è alzata la benzina (colpa nostra che glielo permettiamo)
e oddio quanto sono salate le bollette. Anche colpa nostra. L'avevo detto, olio e sale non sono
indispensabili, tanto meno quando si tratta di pagare inutili imposte tutt'altro che dolci, a meno
che voi non siate abbienti sconfinati.
Sono indeciso tra “il boss delle torte” e “Jarod il camaleonte”. È dura. Devo riuscire a mettermi
nei panni dei miei amici e parenti, cercare di prevedere cosa vedranno, cosicché potremo parlare
insieme. Riprendo il telecomando, zappingheggiando come un buon critico televisivo del nobile
ceppo dei giornalisti di gossip.
E cambio canale, rincuorandomi che a quelli di Current, del primo maggio come vana fasulla
festa dei lavoratori, non frega un cazzo, tanto da mandare in onda, all'ora di pranzo, donne
militari che si addestrano in caserma, raccontando l'esperienza della naja volontaria, sadica,
causa effimero patriottismo più ampiamente diffusa disoccupazione nazionale, ben condivisa tra
la popolazione.
È pur sempre un argomento in comune per poter dialogare, dar fiato alle trombe.
Lamentarsi.
Cosa c'è più bello di lamentarsi, enfatizzando il fatto che non si possa fare niente per cambiare
le cose?!
Di fatto, arrivato al canale GXT mi chiedo come il mondo possa permettere, non tanto tutte le
guerre inutili, per fare arricchire massoni ed ebrei massoni, quanto che non si può pagare Paolo
Ruffini per commentare/doppiare i concorrenti di uno stupido gioco chiamato “Fattore Paura”,
dove palestrati finti finto patinati concorrenti si trovano in una riproduzione scala 1:1 del Bates
Motel per svolgere una serie di dure prove, come farsi bagni di sangue di pesce marcio in docce
infestate dagli scarafaggi, i quali dovranno poi essere raccolti a mani nude nella manche
successiva, se rimane un po' di coraggio dopo la prova con la camicia di forza e il ragno
disumano che la bionda sta disgustosamente addentando, per dimostrare a se stessa, alla nazione
e in ultimo, ma non per ultimi, ai suoi genitori, che i sacrifici economici per le ripetizioni di
latino non erano mera commedia, bensì utilissima pratica finalizzata alla formazione del
perfetto essere umano del futuro, l'instancabile patriota che non deve chiedere mai che, come
Rambo e altri eroi, se la situazone lo richiede, è anche in grado di ricucirsi un braccio, senza
dover recarsi al pronto soccorso, portare via il prioritario posto alla gente davvero malata, che
non finge, stanca di pagare le tasse per diventare sempre più povera, soggetta a immotivate crisi
isteriche, mentre gli incassatori se la ridono, allarmandoci sul fatto che presto il mondo finirà
per colpa delle guerre nucleari, bombe atomiche, piaghe d'Egitto varie.
Alla fine la concorrente sorride: “Fiuuu, per fortuna che non siamo in Egitto. Lì ci sono i
terroristi”.
Mi domando come facciano a permettere cose così.
Perché probabilmente dovrò lavorare tutta la vita, essere obbligato a mangiare la roba di
plastica dell'Eurospin mentre Paolo Ruffini se la ride, facendo infantili doppiaggi di serie Z e
lode?
Propongo una rivolta popolare.
La rivolta si svolgerà quando volete, tranne sabato e domenica. Solitamente durante questi due
giorni vado per bar ad ubriacarmi, sedando la voce nel cervello che continua a consigliarmi, a
ordinarmi, a obbligarmi a non vivere mai il presente, a essere sempre proiettato verso un
momento che mai verrà, in quanto mai esistito e mai esisterà
Se l'oggi è il domani di cui mi preoccupavo ieri allora siamo fottuti.
Di qua c'è una tizia proveniente dal paese dei terroristi e del petrolio a sbafo che s'è appena
rifatta il naso, mentre la sua fedele amica, con tanto di camice asettico, shoccata, s'è sorbita in
prima fila la visione del martello chirurgico che le sfondava il setto nasale, nell'idilliaco
sterilizzato ambulatorio abusivo dov'è avvenuto il miracolo, la crisalide che si trasforma in
tumore maligno, la nasa grossa storta che diventa nasa a patata asimmetrica. Un po' di giustizia
sommaria, arbitrariamente cinica e corretta arriva con la domanda dell'oscura presentatrice, mai
inquadrata in faccia.
“Perché ti sei rifatta il naso?”.
... perché?
La terrorista ride, non risponde. Non sapessi che l'intervista è avvenuta dopo un po' di giorni
dall'operazione, sarei tentato a credere che, in realtà, la terrorista non sia solo una stupida
degenerata succube di genitori oppressivi e imperative mode televisive, bensì una vittima
annichilita dall'anestesia conseguente all'operazione da ella subita.
Ancora silenzio.
Stavolta la donna misteriosa pagata per fare domande scritte da non si sa chi ritenta la ricerca di
una risposta di senso compiuto con un approccio meno informale, più gioviale e, diciamolo, più
intellettualmente stimolante per il pubblico.
Spendono oltre trenta euro al mese per l'abbonamento.
Che dite, avranno un cazzo di diritto di svagarsi o no?
“Quale sarà la prima cosa che farai quando il naso sarà guarito e potrai togliere il cerotto?”
“... ... ... ... ... ebble... bebbè... b... bbè”
“Farai un sacco di foto, non è vero?”.
“Sì, FARO' UN FACCO FI FOFO”.
Ciò che conta è raggiungere la serenità interiore, conseguire la buddhità, qualsiasi sia la strada
dell'illuminazione.
Ognuno deve attraversare il suo specifico percorso per raggiungere l'obbiettivo degli obbiettivi.
Se per la terrorista rifarsi il naso comportava una tappa imprescindibile, allora sono con lei,
felice, anche perché potrò scoreggiare quanto mi pare senza che lei se ne accorga, almeno per
un paio di lustri.
Parte una pubblicità ambigua.
Dice che il bello di certi canali Sky è che non c'è mai l'interruzione pubblicitaria.
Forse ho sbagliato canale.
Filippa Lagerback sorride, e grazie al cazzo, vorrei vedere voi pagati, strapagati per succhiare,
non fare nient'altro che non sia orale (però senza parole, suoni dei gargarismi spermatici a
parte).
Dice che in Scandinavia l'igiene orale (dei denti) è importante.
Ecco perché dalle mie parti è pieno di cariatidi e gente con molta carie. È io pensavo fosse il
frutto di incesti perpetuati per generazioni.
Piccola nota, per chi non lo sapesse (in tutti i sensi, a tutti i livelli).
In tutto il mondo, per mantenere prestigio, sangue sifilitico blu, terreni, la gente usa accoppiarsi
con gente che non è proprio “gente alla lontana”, semmai parenti alla vicina. Quale prezzo per
mantenere il lusso del possedimento di beni materiali. Ecco perché il buddha, e altri personaggi
di sit com minori, predicavano il totale distaccamento dal materiale.
Un errore di valutazione e ti ritrovi a penetrare l'ano di tua cugina per poi, viere nove mesi
d'inferno, ritrovarti in braccio, alle tre di notte, tuo figlio che non vuole dormire in quanto
deforme, già scontento della vita a soli tre mesi.
Ma esistono finanziamenti a tasso zero, perciò penso che al più presto, genererò, grazie
all'ausilio di mia cugina, un tenero frugoletto, al quale lasciare al massimo il pc dove ora sto
scrivendo e la mia Ibanez RG, unici possedimenti miei miei di proprietà esclusivamente mia.
Un altro dice che, appena nasci, contrai un debito di ventimila euro.
Poi mamma mi dice che non si deve giocare al videopoker, tanto meno prendere il vizio.
Andatele a spiegare che chi gioca coi videopoker sta cercando di cucire una toppa sul conto in
sospeso che i loro frugoletti hanno contratto grazie alla banca.
Ma è un paese libero di pensare ciò che gli viene trasversalmente imposto, così spingo la
freccetta in alto.
Non sapevo che il diavolo della Tazmania è un animale. Non esistesse National Geographic
saremmo una massa di cazzoni ignoranti, per giunta arrivisti egoisti. Fortuna sapientemente
creataci da noi vuole che l'attuale società non sia impostata secondo tali filtri mentali.
Vedere mia madre rimpinzarsi di schifezze (anche gastronomiche) m'infonde nel cuore un misto
di rabbia e tristezza. A volte mi ci viene da piangere, poi però converto l'emozione in
incazzatura, figurandomela in vesti di rimproveratrice.
“T'ingozzi d'alcool, non sei in grado di uscire senza bere ”.
Mi depancreatizzo il fegato con l'alcool divertendomi.
Si depancreatizza fegato e cervello incarognendosi.
Chi è il coglione?
A questa domanda vorrei far rispondere l'esperto in televendite del canale 821, scimmione
dall'aria confidenziale. Sulla coscienza trasporta a fatica il grande peso, sotto forma di
responsabilità, di sbolognarsi un collier e un paio di orecchini da duecento carati.
Non sto utilizzando un'effimera iperbole pantagruelica per fare il simpaticone sfoggia termini
disusari. L'homo abilis di fronte alla cinepresa ribadisce una, due volte ogni, due, tre minuti che
in tutto sono duecento carati. Non riesce a fare il macabro collegamento: se è vero ciò che
sostiene, significa il peggio dei peggia. Sta vendendo qualcosa che vale molto di più della sua
presenza sul pianeta terra.
Dovremmo preoccuparci di occuparci d'incarichi alla nostra altezza.
Stavolta cambio perché non mi piacciono i millantatori troppo sicuri di sé.
La gente non crede in se stessa ma crede in Gesù e i suoi amici. Mi chiedo come si possa
versare anche solo un principio di accenno di lacrima per l'estinzione del genere umano. Dalle
frequenze di Rai 1o2o3 la chiesa incita a rapporti sessuali non sensuali, strumentali, volti a
procreare, cercando di deviare l'attenzione degli infuriati genitori coi figli ecclesiasticamente
stuprati giunti fino a San Pietro per chiedere un risarcimento. Quanto varrà il culo spanato di un
bambino di otto anni?
Mi fermo ad osservare il papa. Ultimamente ha una brutta cera, il rettiliano Jopphy. Fare tutte
quelle benedizioni deve mettere un grande appetito di carne tenera e cruda.
Fossi stato in lui avrei ripiegato sul sushi; se non altro non ti devi scusare coi genitori.
Salvarsi la faccia non è sempre alla portata di tutti.
Sunday, Monday, happy days. Eccolo lì, Ric Cunningham (in italiano Riccardo Cunilingus
N.d.T.). Non lo vedevo da assolati primaverili pomeriggi delle elementari.
Solevo mangiare su di un banco dotato di lavagna nascosta sotto la superficie in finto legno,
simile ai banchi scolastici adottati nelle scuole scolastiche. Mi ci trovavo a mio agio. Guardavo
il televisore a forma di casco, diavoleria che tutti i miei amichetti invidiavano, non curandomi
delle loro lusinghe, rapito dagli immortali, churchilliani discorsi del giovane vecchio saggio di
Milwakee.
Suo padre, interpretato da un superbo Tom Bosley, era un grande della vecchia scuola. Prima di
diventare padre dell'ipotetico stereotipato bravo americano medio, e dell'amica della mai vista
Jenny Picalow, nonché padre adottivo di Fonzie, era solo un Charlie, circondato di Angeli
molto bone. Tempo fa uno degli angeli di Charlie è morto.
Quando muore una così gran topa è un peccato.
Tutti gli idoli del passato se ne stanno andando. Si stanno imbarcando su di una nave che fa solo
andata per il regno dei morti famosi.
Tra gli ultimi passeggeri saliti a bordo c'era Raimondo Vianello.
Stavolta la telecamera la sposto io. Torno lì, sul tavolo della cucina di mia nonna.
Versavo lacrime sul giornale di zia, vedendo la Mondaini paralitica, corrugata, a piedi scalzi
sulla sedia a rotelle piangere di dolore per la partenza del suo compagno di vita. Poi mi sono
avvelenato leggendo il titolo dell'articolo, le smancerie di chi è stato retribuito per giocare col
dolore, in primis di uno dei due ottuagenari più famosi della televisione italiana, in secondis di
tutti gli ultra ottuagenari del paese che, sebbene, o non sappiano leggere, o non ci riescano più
senza l'aiuto di potenti occhiali dotati di lenti à la X men (quelli di Ciclope), soffrono di
solitudine permanente, vedersi strappare via a una qualità di estremi saluti così bassa il caro
Raimondo non è cosa da andarci coi piedi sofferenti.
Ma torniamo al presente.
Me di fronte al palinsesto di Sky.
Disarmato.
Senza neanche un modesto esercitino alle spalle.
Ci rinuncio. Spengo e mi fanculizzo altrove, magari tra le pagine di Battle Royale.
Penso che non riuscirò mai ad integrarmi in questa società. Magari, con un pizzico di fortuna,
comprerò di contrabbando uno di quei famosi biglietti di quella famosa nave che fa un tragitto
di sola andata.
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1 commento:
Abbiamo guardato Avatar 3 volte di seguito. Versione PPF (pessima pirata fuorilegge)...così criminale che il film è senza audio ma però arriva insieme ad un bambino favelero di nome Adolf, senza reni e cornee ma dotato di mitra e barattollo di colla sotto il naso. E' lui che fa il doppiaggio in tempo reale del film. Ma ogni volta si dimentica le battute e si addormenta col dito sul grilletto. Qui li chiamiamo problemi tecnici.
Il film è una magnifica cagata.
La versione moderna di "la storia infinita" quella con Mal (Megalomen) che cantava la sigla.
Essendo un film per bambini i miei figli se ne sono innamorati "papai chero ver ATAZAR gi novu! gi novu!"
Essendo una storia che parla degli indios che vivono nella forseta amazzonica mia moglie si è invaghita (non lo ammette in quanto produzione nordamericanissima, che ha un costo non inferiore al debito pubblico brasiliano 2010-2011).
Essendo io un porco-pervertito che sogna di scoparsi di tutto, mi sono innamorato della gigantessa blù dotata di coda luciferina.
Immaginate un pompino pandoriano.
Lei che essendo il doppio di te ti fa sentire un bambino, ti prende in braccio e comincia a succhiartelo con quei dentini avvelenati abituati a scannare dinosauri a 6 zampe, e mentre tu le tieni il testone lei senza avviso ti infila un dito medio di 45 cm autolubrificante in aree rettoscopabili. Gran finale con sborrata in assenza di gravità e perline di seme che galleggiano imbastardendo razze e misturando dna alieni.
Poi pensavo alla figata vera e propria del film: il codinazzo USB-LAN con connessione a vermicelli vivi. Che figata potersi connettere alla creazione interina. Mi immagino trasformato nel mio avatar, coi capellazzi ricci, un pancione tipo bagagliaio della tipo e la mia connessione che scorrazza libera attaccandosi a tutto ciò che reputa "vivo".
Poi pensavo al tuo avatar Andrea.
Cazzo! Cambierebbe ben poco, solo 2 metri in più di spina dorsale, un colorino metallizzato zebrato in blù, mani lunghissime per poter afferrare inimmaginabili accordi di chitarra...e poi...c'è solo un problema...hai già capito.
I capelli.
Il tuo avatar sarebbe sprovvisto di codinazzo USB-LAN.
Per poterti connettere al crato ti ci vorrebbe un sistema WIRELESS.
Um abraço humano!
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