lunedì 30 luglio 2012

BASTA-CO-STA-CAZZO-DI-CRISI


Il sesto giorno.
Sono trascorsi VI giorni dal ritorno nella natia terronia.
Più che per ri-gustarmi il piacere puro e cristallino di stare in mezzo alla merda, sono tornato per lavorare - dove ho lavorato l’anno scorso, alla “sagra del pesce azzurro” come factotum di cucina – , tirar su un gruzzoletto per sbolognarmi dai maròni la famosa vicenda giuridica col foggiano furente (e analfabeta) che mi trascino dietro dal 2005.


In realtà, voglio lavorare perché necessito urgentemente di un’acustica Stonebridge come si deve.


Martinsicuro è come l’avevo lasciata 9 mesi fa.
Non è cambiato nulla (senso di colpa e di inadeguatezza dei cittadini a parte).


In certa fantascienza, come negli idilliaci racconti di Rod Serling sull’infanzia, sarebbero il desiderio e ambizione del protagonista, trovare tutto esattamente com’era in passato– luoghi esteticamente inalterati, persone mai invecchiate.


Questi racconti si dividono in due categorie: quelli che finiscono con la crescita, l’entrata nel mondo “adulto” (vedi “La giostra [Walking Distance]) e le storie in cui il malcapitato – sempre di sesso maschile, probabilmente perché negli anni 50 eravamo più stronzi, noi maschietti - , decide di regredire, tornare allo stato infantile (vedi “Non ricordo come cazzo si chiama”, comunque, in quell’episodio de “Ai Confini della Realtà” l’uomo si sposa, torna nella casa d’infanzia per radunare i suoi effetti personali, fare le valigie, partire insieme alla moglie per il viaggio di nozze; da che mette piede in casa, s’incammina sul viale dei ricordi, trova scuse, continua a rinviare la partenza fin quando - complice il fantasma della madre - si trasforma in bambino e manda a fare in culo la moglie).


A che categoria apparterrò?


Mai dire mai; lo spazio delle varianti è infinito.
Tutto dipende se vorrò spiccare il volo verso l’idilliaca vita degli ultimi 9 mesi o se il mio amore per le scienze antropologiche mi faccia venir voglia di studiare minuziosamente gli effetti dell’eroina iniettata in una vena del pene.


Live or exist: you have the key (of your mother’s ass!!!!).


Vivevo in Veneto e sono dovuto tornare in terrònia per lavorare!!!
Ironia, no?!
“Ehhhh, la crisi ha colpito anche il nord, ormai sono tutti in crisi (pure quel porco di Geova), e c’è la crisi”.


Vi posso informare che su, tra i polentoni, la parola “crisi” la si sente di straforo, di tanto in tanto, giusto quando i venditori porta a porta rompicoglioni - che vedono cagate inutili - t’invadono il negozio altezzosi, farciti di PNL e puttanate (de)motivazionali varie per appiopparti aria fritta.


In questi giorni ho visto quasi solo gente brutta, scontenta, malata di vita venefica.


Emaciati, scoraggiati, delusi, con una lieve punta d’orgoglio in petto - mascherata da tristezza (ecco come funziona l’ego - non facevano altro che ricordarmi: “Di sicuro non c’è più niente, non ci sono più certezze, è un periodo così, NON C’E’ PIU’ NIENTE DI FISSO” ; il campionario di frasi fatte inculcate nella mente del cittadino medio (conoscitore di 349 vocaboli [approssimativamente]) dalle menti a capo delle televisioni di regime – è ormai accertato che la gente pensa SOLO in direzione televisiva, cioè entro le staccionate dei recinti mentali imposti dai vari “telegiornali”.


Ho escogitato questa risposta: “.È sempre stato un periodo così, e non può essere altrimenti [nei vari testi storici da me consultati, non mi sono mai imbattuto in “periodi cosà”], le certezze non ci sono mai state, perché “certezza” è prerogativa di “fiducia” e un una razza come quella umana, addestrata a sterminarsi da sola, senza motivo, non può conoscerla; tuttavia ricorda, puoi sempre contare sul potere delle piante.


Le loro radici cazzo se sono FISSE, SICURE, CERTE.


Ovviamente l’interlocutore medio s’annoierebbe verso “periodo così…”, perciò mi limito a dire: - Perché, hai qualcosa da perdere?
Lì ci rimangono male, come se gli avessi guastato i piani per continuare a stare male (e l’ho fatto).


Provateci anche voi, coi vostri amici, coi vostri conoscenti: v’accorgerete che ciò che ci sta succedendo lo vogliamo noi stessi, con tutto il cuore; solo che invece di approfittarne (di ‘sta cazzo di crisi) per toglierci dalla mente tutti i desideri distorti (che chiamiamo “i miei sogni”) inculcatici con estrema facilità, facciamo sì che tutto rimanga come prima – che stavolta, oh figli miei, è davvero fisso sicuro e certo che nulla sarà mai più come prima, E PER FORTUNA!!!


Questa “crisi” viene definita “crisi” dai telegiornali perché essi devono mantenere integro il sistema, il dogma, lo status quo; per “Loro”, cioè per i governanti è una gravissima crisi, perché a poco a poco stanno perdendo il potere che hanno esercitato su di noi che stiamo disertando dai branchi, evadendo dalle recinzioni della mente – nelle quali sono nati, cresciuti e morti i nostri parenti, e i parenti dei loro parenti.


Chiedete a qualcuno: “Perché c’è la crisi?” e poi “Da cosa è dovuta?”.


Quasi tutti vi risponderanno che c’è la crisi perché non c’è il lavoro.
Oppure che c’è la crisi perché c’è la crisi (è la più gettonata).
Il fatto è che se ti dicono che “una cosa è così”, soprattutto che quella cosa “esiste”, tu fai sì sì con la testa, la prendi AUTOMATICAMENTE per realtà Oggettiva, e nel momento in cui arriva qualcuno che ti fa notare che non c’è niente, che non è vero, t’incazzi, ti metti in difensiva e attacchi, perché sei addestrato a tenere in piedi ogni singolo, stupido dogma che ti viene proposto dai media (e dagli altri inconsapevoli pecoroni che ti circondano).


Prima cosa perché richiede un pochino di facoltà mentali sviluppare una conversazione in cui:


1) Devi aver maturato opinioni più significative di “bello\brutto”.


2) Devi ascoltare attentamente un'altra persona, cosa che richiede 
uso di facoltà mentali.


3) Devi essere pronto a mettere in discussione ciò che credi vero.


4) Devi essere capace di saper fare queste cose contemporaneamente.


5) Devi essere capace di saper fare queste cose contemporaneamente nonostante - ne su youtube ne su altri siti internet - nessuno abbia postato un tutorial da cui imparare l’antica, obsoleta arte della comunicazione bilaterale.


Seconda cosa perché, tolte le pecore che si lamentano, di fronte a una sconcertante evidenza di fatti è difficile negare come realmente stiano le cose che vediamo.


Ora vi faccio bruciare una trentina di calorie con un ragionamento complicatissimo – in quanto, tra le altre cose implica ricordarvi un periodo talmente antico (5 anni fa) – che richiederà tutta la vostra attenzione.


Fate un bel respiro profondo.


Proiettatevi nel vostro “io” di 5 anni, un anno prima di questa fantomatica crisi.


Riappropriatevi delle vostre sensazioni, dello stato mentale in cui vi trovavate all’epoca, quando ancora non eravate terrorizzati e demotivati da anni di reiterati scoraggiamenti apocalittici.


Se vi avessero detto “siamo in piena crisi, non si può fare niente, cadranno i governi, le banche falliranno”, li avreste mandati ‘affanculo, perché allora – come ora – vi sareste guardati attorno.


Fatelo ora.


Guardatevi attorno.


Dove sono i morti ai bordi delle strade?


Dove sono le epidemie che decimano la popolazione?


Dove sono le persone che chiedono l’elemosina a ogni angolo di 
ogni città?


COME CAZZO FA A STARCI LA CRISI SE ABBIAMO IL PIU’ ALTO TASSO DI BAMBINI OBESI AL MONDO, PORCOIDDIO?


Se c’è una vera crisi ciò implica che non ci sia più cibo.
A me pare che di cibo ce ne sia il quintuplo di quello di cui necessitiamo.


Perciò andatevene affanculo voi e le vostre credenze, siano mentali che quelle ricolme di cibi geneticamente modificati.


C’è la crisi per chi governa.


Per chi ha sempre “subìto” c’è la possibilità di liberarsi con estrema facilità.
Fin quando chi ha “subìto” reggerà il gioco del sistema, cazzo se ci sarà la crisi.


Sprofonderemo nella merda, la mangeremo, la ricagheremo, e ci uccideremo gli uni con gli altri pur di prenderne una manciata da quella cagata dagli altri.


Oggi volevo scrivere un post diverso, sulla scia del grandissimo FRANCESCO PICCOLO (recuperate immediatamente “Momenti di trascurabile gioia”), solo che…


Avevo bisogno di sfogarmi.


Sono in crisi.

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