lunedì 14 maggio 2012
LAGHI,SCACCHI,ANATRE OLIMPIONICHE
Sirmione.
Una piccola città Lombarda sul lago uguale a molte altre addobbata con lo stesso criterio con cui sono stati occupati gli spazi disponibili (negozi, negozi, bar, bar, bazarnegozibar).
Tanti tedeschi.
Tanti tedeschi.
Tedeschi rettiliani crauti maccheroni.
I turisti teutonici hanno superato gli asiatici in compulsività a fotografare ogni singola cosa che gli si para davanti come fosse una reliquia, opera d’arte d’inestimabile valore inestimabilmente unica.
Le foto scaturite dall’esigenza “Amici, parenti cari, guardate in checcazzo di posto siamo stati io e la mia deutsch familien mit sandali und canlzini mit 38° all’ombra, ja?” non sono di casa in Germania.
Un negozio vendeva quasi solo scacchiere a tema.
“Scacchiera degli Egiziani”.
“Scacchiera dei cavalieri templari”.
“Scacchiera delle forze dell’ordine”.
“Scacchiera Maya”.
“Scacchiera dei soldati della guerra di secessione”.
“Scacchiera dei soldati indefiniti”.
“Scacchiera dei santi cristiani”.
Io non so giocare a scacchi e, sebbene ammiri l’intelligenza degli scacchisti, il gioco mi sta sulle scacchiere che ho sotto la pancia.
Le palle.
C’era anche il negozio di palloni.
Era un negozio di palle, nel senso che vendeva balle al pubblico, e tra gli articoli c’erano anche palloni (pure nel senso di “grosse palle”).
Un esercizio commerciale postmoderno; un meta negozio: vendeva palle concettuali (ACQUIRENTE, COMPRA QUESTE PALLE, CHE TI SERVONO, SONO UTILI), palle palle (palloni da calcio, basket, pallavolo), a pallose persone senza palle per non raccontarsi più palle.
Se la leggi bene la frase quassopra ha senso, anzi, diciamo che è l’enunciazione, per non dire la fotografia della radice dei mali dell’uomo moderno.
Ci raccontiamo palle su noi stessi, sulla nostra vita per tutta la vita.
AH, SI’, VA TUTTO BENE, TUTTO APPOSTO, SONO FELICE, LA MIA VITA MI PIACE, NEL MATERIALISMO HO RAGGIUNTO LA FELICITA’.
E tanti pallosi eccetera, eccetera eccetera (“ecc.” per i laureati).
… vi tornano familiari queste affermazioni… ?
La parte più emozionante è stata pagare una spremuta d’arance 5€.
E uno scambio di sguardi con una anatra del lago (mi aveva scambiato per una papera che sputava nelle acque del Garda).
Dovevamo andare a Gardone, dove c’è la casa di d’Annunzio, IL VATE.
Ci sono andato un paio di mesi fa. La consiglio a tutti, se apprezzate la megalomania auto ironica.
A breve ci saranno le olimpiadi.
Non vedo l’ora.
Mi sono appassionato al curling.
Per chi non lo sapesse, il curling è quel gioco senza palle (ci risiamo) che ogni tanto si vede in televisione quando nessuno può vederlo. Di sicuro, trasmetterlo quando pochi possono vederlo non è una mossa strategica delle emittenti televisive che vogliono rincoglionire il pubblico; questo “sport” E’ rincoglionimento puro.
In sintesi: per disputare una partita di curling occorrono:
“Un paio di caciotte”.
“Un paio di scope per passare lo straccio”.
“Almeno 6 caciottari amanti dell’igiene casalingo”.
COME FUNZIONA.
La casalinga più frustrata, avendo meticolosamente pulito ogni micro angolo del pavimento di casa si sente disperata (disoccupata).
Va in frigo, tira fuori una caciotta (deve essere bella grossa, come una forma di Grana) e la deve far scivolare lungo il pavimento, cercando di farla scivolare dritta.
A quel punto è felice, si sta creando (in parte) delle faccende da svolgere.
Le due amiche munite di mocio vileda devono fare in modo che la porzione di pavimento sporcata dalla caciotta e quella che subito dopo andrà a sporcare siano vigorosamente pulite a velocità pazzesca, il tutto mentre la caciotta avanza verso il centro della pista, dove un grande cerchio, che sta a significare “PUNTO 0 DELL’APPARTAMENTO” segna il limite di superficie sporcabile.
Un po’ come succede nelle bocce (passatempo dei vecchi della bocciofila parrocchiale), lo scopo del gioco è bocciare le altre caciotte, far sì che la propria cacciotta si fermi all’interno della zona che sta a significare PUNTO 0 DELL’APPARTAMENTO (d’ora in poi, se continuerò questo discorso di merda, “P0DA”) il più possibile
In realtà non posso continuare il discorso, è finito.
Il gioco è questo, una partita di bocce giocata con caciotte al posto delle bocce disputata da casalinghe rabbiose (dovreste sentire come strillano!!!) al posto dei vecchi della bocciofila parrocchiale.
Alle olimpiadi si fa anche questo; immagino la faccia di Zeus che tira fulmini per punire i mortali e si ritrova con la scopa (poi col Mocio) a ripulire il pavimento da scaglie di Grana.
ERRATA COCCIGE: ho appena appreso che il lancio della caciotta non lo fanno alle olimpiadi. Zeus può scagliare fulmini tranquilli e inimicarsi gli esseri viventi.
Anche se sono ciccioni, rotondi come ‘ste cazzo di caciotte.
Basta parlà di caciotte, so pure intollerante a chi consuma latticini.
Però c’è una disciplina olimpica intellettualmente degna del curling.
Sì, c’è.
È il Badminton (“Volàno”, se non volete fare i fighi che parlano inglese).
È uno degli sport più diffusi al mondo, il che lascia intendere ai non-terrestri quanto i terrestri possano essere l’ultimo anello nella catena evolutiva dell’universo.
Una partita di Volàno l’avrete sicuramente vista se avete visto il cartone animato “Robin Hood” del massone Walt “odio gli ebrei” Disney.
Per giocare a Volàno (“Badminton” risulta troppo altezzoso”) occorrono:
“1 o più stronzi”.
“1 o più racchette effeminate simili agli schiaccia mosche in libera vendita dai cinesi”.
“1 (e di questo ne basta uno uno) Volàno”.
COSA CAZZO E’ UN VOLANO?
Non è la terza persona plurale del verbo “Volare”.
È un oggetto di dubbio gusto simile a una pallina - tipo quelle che usava Rocky per farsi il figo, cioè di quelle che si lanciano ai cani affinché la riportino indietro - alla quale sono attaccate simil freccette di plastica - anche se le freccette è un altro sport da pub inglese.
COME SI GIOCA:
Io la tiro a te, tu la tiri a me.
Perde chi si rompe i coglioni per primo.
È un gioco riservato SOLO a persone pazienti.
Il pubblico deve essere altrettanto paziente.
Il pregio di questo sport è che non solo i giocatori, bensì gli spettatori sono in prima linea in questa colossale rottura di palle (ancora! Sarà il mio inconscio, mi sta dicendo di preferire, come gli americani, gli sport dove c’è una palla che vola in alto).
Assecondiamo la pulsione.
DIGRESSIONE.
AHAHAHHA, SOTTO CASA UNO STA URLANDO: - MALEDETTO, MALEDETTO, MA-LE-DET-TO, MALEDETTO NEL NOME DELLA SUA GENTE.
DIGRESSIONE TERMINATA.
Non per lui. Sta ancora maledicendo terzi, incolpandoli del suo personale malessere interiore, includendo nella lista dei dannati tutto il popolo da cui l’entità ad egli nemica proviene.
SPORT OLIMPIONICI IMPLICANTI PALLE CHE VOLANO IN CIELO.
Detta così, la prima palla che vola in cielo a venirmi in mente è l’anima dei defunti.
È proprio una cazzata.
L’anima dei morti non vola da nessuna parte.
Viene cagata fuori insieme agli altri gas esalati dal cadavere durante il livor mortis.
SPORT OLIMPIONICIC IMPLICANTI PALLE CHE VOLANO IN CIELO:
TENNIS, TENNIS DA TAVOLO (chi ci gioca, i nani?), BEACH VOLLEY, CALCIO, PALLANUOTO, PALLACANESTRO, PALLAMANO, PALLAVOLO…
… che du palle…
Non me ne piace manco uno.
Forse un po’ la pallacanestro e il beach volley e la pallavolo.
3 su 7.
Mica una buona media.
Cosa dovrei fare, conformarmi alla massa, farmi piacere anche gli altri sport con la palla che vola in cielo?
E poi: perché fare le olimpiadi e i mondiali di calcio a parte?
Se tutte le nazioni si scontrano in tutte le discipline, perché il calcio (compreso tra le discipline olimpiche) farlo in questa sede e in sede separata, a distanza di anni?
È per guadagnare più soldi?
È per avere un occasione in più per raccontar palle – che non volano (ne volàno) – alle genti della Terra, tenendole incollate alla tv altre 10 ore al giorno?
È per perversione?
Io so di non sapere.
Quindi penso di sapere qualcosa.
È questa l’inculata suprema dell’ego.
IO NON SO, e la parte che sa (crede) di sapere, e dice “Io so di non sapere” non sono io.
E non sei tu.
Ho detto una cazzata (fosse solo una!!!).
Io so che le olimpiadi col cazzo che le vedrò.
Manco se mi pagano.
Per il semplice motivo che ho un po’ di autostima.
Poca.
Ma c’è.
E non è una palla.
Non vola.
Non va a canestro, non va sulle mani, non nuota.
Forse va verso il cielo; solo una mossa strategica per far incazzare Zeus.
Grazie a tutti.
Ci vediamo lunedì prossimo, tra 7 giorni.
Una settimana vola.
Mica “volàno”, tantomeno vòlano - a meno che i giorni non siano schizofrenici, sentano tante voci fatte di pensieri da far volare tutti insieme.
In quel caso “vòlano” è corretto.
Corretto con gin e prosecco.
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1 commento:
http://prontoallaresa.blogspot.it/2010/10/rece-taverna-paradiso.
T.
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