giovedì 13 ottobre 2011

... eh?

La formica sottomessa alla routine di vita imposta dai tempi balordi che correvano
(anche loro)
altro non faceva che lavorare, pensando al lavoro anche quando si trovava sulla poltrona della sua tana, guardando cosa avrebbe potuto comprare coi soldi ricavati da tutto il suo sudore.
Era estate, e la cicala era stata tutto l'inverno in palestra a farsi il fisico, così da poter passare la calda stagione a scoparsi le cicale che facevano le civette sul lungomare.
La formica di notte non poteva dormire perché le amanti della cicala urlavano di piacere tutta la notte, addirittura lanciando di tanto in tanto qualche bestemmia.
- Porca madre natura, quella puttana, ancoraaaaaaaaa.
Era diventata la hit dell'estate nel bosco 2008.
La formica rosicava perché doveva stare tutto il giorno alla catena di montaggio per avere in cambio qualche ora al giorno di riposo da passare sprofondata sul divano mentre la cicala passava le giornate in palestra, imbottendosi di amminoacidi e creatina (per non parlare delle scatolette di tonno al naturale che lasciava in giro per il bosco, facendo incazzare di brutto anche gli spazzini del comune boschifero).
... povera formica, adesso che le avevano tolto anche il Festivalbar.
L'estate passò in fretta, il singolo “porca madre natura,” dalla cima della top ten precipitò fuori per non fare mai più ritorno.
La formica era diventata capitalista latifondista, in quanto la sua tana era piena di soldi e roba, anche una porta blindata e aria condizionata per affrontare il freddo inverno.
La cicala aveva sviluppato una muscolatura degna del miglior jean claude van damme ai tempi d'oro; “Senza esclusione di colpi,” tanto per capirci.
Nel bosco i supermercati rimanevano chiusi tutto l'invero e se non ti eri fatto le provviste durante l'estate erano cazzi.
In casa, senza cibo.
Dopo una settimana di digiuno la cicala si guardò allo specchio, il suo tricipite si era notevolmente sgonfiato e il suo possente petto stava precipitando verso il basso (anche le farmacie erano chiuse e la creatina non la trovi in giro per il bosco).
Disperata andò dalla formica, andando ad elemosinare qualcosa; almeno un Gatorade, e che cazzo.
La formica, tronfia di rabbia ma anche di orgoglioso macabro senso di gioia rispose al citofono:
Sì?
Sono la cicala... ti prego... ho fame.
Io ho passato tutta l'estate a lavorare, a mettere da parte i soldi per l'inverno. E tu?
Nonostante sia una cicala ho scopato come il signor riccio, so rimesso lù fisico e... nsò fatto nu cazz.
Ecco; continualo a fare tutto l'inverno.
La cicala fece per girarsi e tornare sul suo ramo ad aspettare la morte, quando dietro alle sue spalle, sentì la voce robotica uscire dal citofono.
“Entra e parliamone.”
Per farla breve la formica propose alla cicala di diventare il suo geisho personale, così sarebbero stati soddisfatti tutti e due.
La hit dell'estate diventò anche la hit dell'inverno e questa volta la cantante solista era la formica godereccia.
E dopo ogni rapporto sessuale la cicala e la formica alzavano lo sguardo al cielo, così da poter vedere negli occhi l'autore di quella terribile storia.
Scusa, - disse la formica all'autore: Ma tu sei Esopo?
L'autore dovette ammettere che non faceva parte neanche lontanamente della stessa epoca.
La formiche gli sorrise sarcastico: - E allora perché non ti fai i cazzi tuoi? Nella vita per imparare si deve sbagliare, usando la propria testa, non c'è bisogno sempre di un maestro per ogni cosa.
L'autore in quel momento capì che non era nessuno per insegnare agli altri le cose, addrittura con storielle del cazzo con morale da due soldi.
E mise il pisello nel frullatore.
Al funerale andarono tutti, eccetto due animali.
Sapete chi erano.
... vi chiederete perché; si erano offesi?
No; è che passavano tanto di quel tempo sul letto a sudare...

Nessun commento: