domenica 12 ottobre 2008

SAGGIO NON SAGGIO SU PYNCHON E NON, NON SENZA NON SEGUIRE IL SUO LABIRINTICO STILE AUTOPROLIFERANTE NON NARRATIVO


Certe madri – altro che benedizione, benedizione un cazzo – dovrebbero portare i figli dall'esorcista, dei piccoli figli di puttana così rumorosi non si sono mai visti, allora mi sono dato alla lettura de “L'arcobaleno della gravità” , perché mi voglio male, d'accordo, anche curiosità, visto che si sta parlando di uno dei più grandi romanzi enciclopedici della storia e ora mi ritrovo a pagina cento, senza sapere come, a dire il vero Pynchon è un genio farlocco, nel senso che scrive da dio roba che non serve, è freddo, non dà emozioni, è discontinuo, ha un ritmo pressoché nullo, se chiedi a qualcuno di cosa parlava un suo romanzo ti risponde che è geniale senza sapere cosa cazzo ha letto perché in verità non ha letto niente e vaffanculo quelli che mi vengono a dire che è ironico, la pura verità è che Thomas è come Michael Angelo Batio, ovverosia è il più grande virtuoso del suo strumento della storia ma alla fine non ti lascia niente, soltanto miliardi di note/parole che sono ultra complicate ma che all'atto pratico non servono a niente se non alla pura masturbazione mentale, ultimo demone alleato rimasto a questa società agli sgoccioli che non conosce più mezze misure, o sei un intellettuale o sei un analfabeta, la generazione X è stata un grande fenomeno ma l'ultima cosa davvero degna di essere raccontata, era più calibrata, lì davvero avevi una vasta scelta e milioni di sotto classificazioni per cose, persone e stati d'animo, dall'ingenuo istruito all'ignorante nero che sotto sotto riusciva a tirarti fuori qualcosa di profondo che ti lasciava sbalordito, ma sono arrivato alla conclusione che la generazione così detta x era fantastica, vie di mezzo a parte, in quanto è stata l'ultima a non essere bombardata così ossessivamente da tecnologia e stereotipi pomposi, potrei dire un cazzata ma una volta quando non c'era internet e molta gente non sapeva neanche cosa fosse un televisore acceso era tutta un'altra storia, l'immaginazione esisteva ancora, la gente lo sapeva e anche nel tempo libero la usava, mentre ora le persone hanno paura del tempo libero, non sanno come impiegarlo e allora fanno di tutto per lavorare più ore possibili, così da poter poi accumulare soldi che non verranno spesi mai, perché i soldi sono preziosi ed è bene accumularli, e con la storia dei terroristi si sta smettendo anche di viaggiare, giornate a lavoro e qualche ora in casa, i colleghi sono la tua vera famiglia, così mi sono reso conto che molta gente, quasi tutta, non ascolta più, dovreste provarci, mettetevi a parlare con qualcuno con dei problemi, non necessariamente seri, roba di tutti i giorni resa epica come il prendere il tram coi negri o andare a fare la spesa, spendere un botto di soldi e avere il carrello vuoto, roba che nemmeno il Thomas Pynchon del terzo mondo potrebbe immaginare, prendete uno di questi e iniziate a fargli un ragionamento concreto, tipo io che stavo spiegando al barista di mezza età come e cosa fosse il signoraggio, dopo che mi aveva fatto una tirata allucinante sul governo Berlusconi che è meglio di quello di sinistra, e dopo che gli ho spiegato in termini da seconda elementare che è matematicamente impossibile estinguere il debito pubblico, lui mi ha risposto: “Sì, però la sinistra...” , dimostrandomi che non mi aveva sentito perché se avesse sentito vuol dire che è un ritardato, è impossibile rimanere indifferenti di fronte ad una realtà del genere, sopratutto quando sei un patetico coglione che ancora crede alle istituzioni e a tutte le altre farse sociali del cazzo, mentre la tv sta dicendo che Paris Hilton ha lanciato una nuova moda e porco dio mi viene in mente un ragazzino stupido degli anni ottanta che va al cinema a vedere Breakfast Club, esce dalla sala sbadigliante, dice agli amici che era una palla mostruosa, si mettono a discutere e fanno ragionamenti concreti, profondi, mentre ieri mattina sono passato di fronte alla fermata del bus, dove c'erano ragazzi che aspettavano di andare a scuola e sembrava un'unica macchia di sporco gigante, saranno stati una cinquantina ed erano vestiti tutti in maniera identica, ho pensato che un intellettuale rompicoglioni di un altra epoca avrebbe accusato di fascismo i loro genitori, mentre coloro che scelgono come dovrà svolgersi la vita nel mondo hanno fatto in modo che siano i ragazzi a pregare per essere tutti uguali, tutti ribelli, tt trp paxxi, complicati, lunatici, estroversi, un enigma continuo, e la professoressa che avevo alle superiori mi ha confessato che noi della nostra generazione eravamo dei pezzettini di merda rompicazzo ma con noi c'era il gusto della sfida e del confronto mentre quelli che ora hanno dai quindici anni fino ai diciotto sono degli inetti che non conoscono neanche parole base come “flagellare” e che quando si spiega il capitolo sessuale del libro di scienze della vita è tutta una serie di sorrisetti e battute che verrebbero snobbate anche dai bimbi delle classi inferiori, così mi sono dato a Pynchon perché non mi rispetto e voglio davvero vedere se questo è davvero il fondo o una meravigliosa e cangiante punta d'iceberg – di non si sa cosa - che sta per scoppiare, sgretolandosi e lanciando ovunque micro frammenti invisibili di barlumi di coscienze arcaiche mai svelate che anche se dovessero essere svelate non farebbero scalpore, tutto ciò che non è commercializzabile ormai non interessa che a una microscopica fetta di pubblico, fetta sì, microscopica sì, attenta sì ma sempre di pubblico si sta parlando, quindi prendetela come cazzo vi pare ma non c'è via d'uscita e l'unica cosa che mi dispiace, a me che non frega un cazzo del prossimo – del resto, come a tutti gli altri, soltanto che io sono onesto e non mi faccio problemi a dirlo pubblicamente senza ipocrisia – è che mi tocca a stare a stretto contatto con questi inutili deficienti che si sentono dalla parte del giusto, che ammorbano il cazzo con frasi del calibro di “a me non mi fa fesso nessuno” poi guardano la messa in tv, il papa e il vaticano sono tappezzati di simboli massonici, spiattellati olio su tela oftalmica e nessuno batte ciglio, come se uno cominciasse a farvi un discorso inutile ma che siete obbligati ad ascoltare, e mentre il tizio racconta si fa una sega sotto ai vostri occhi e voi non battete ciglio facendo finta di sentire che cosa sta dicendo e nel frattempo riuscite a fare anche mente locale di ciò che manca nel frigorifero, perché le cattedrali del futuro non sono più neanche i centri commerciali, sono le vostre case, parlo di voi perché a me non mi fa fesso nessuno - se ora ero Pynchon vincevo tre Pulitzer per questo geniale e grottesco gioco di parole dei miei coglioni - le dita scrivono a mitraglietta dopo tanto ma tanto tempo di inattività, mica puoi stare sempre pieno, con questi tempi di svuotamento che corrono e corrono e non riesci a stargli dietro, ti fermi a riprendere fiato, ti rendi conto che non vuoi neanche più vederli, ti giri e torni a casa, accendi il lettore dvx, infili un film del quale neanche conosci il titolo – che poi racconterai agli amici dicendo “quel film che mi è gustato ma non mi ricordo come cazzo si chiama” - accendi l'impianto Dolby Surround (i film vanno visti al top, senza neanche provare ad immaginarti cosa provavano quei poveri e sfigati primitivi che sapevano rivelare alla luce la pellicola delle obsolete vhs), ti metti in poltrona, ti stappi una birra, lo hai visto fare milioni di volte, anche se la birra ti fa schifo - e contrasta il fantastico training plan fattoti dal tuo inespugnabile personal trainer esperto in six pack abs, questa nuova ossessione della tartaruga, - spingi play e aspetti che gli altri dicano, facciano,corrano, scopino ciò che tu mai dirai, farai, correrai e scoperai, pensando “dio vede e provvede”, senza saperlo catapultandoti nell'olimpo delle teste di cazzo che quando hanno un lavoro troppo duro da svolgere declinano l'offerta al proprio amico, quello che ogni volta copre le spalle ai bisognosi, così ora sono in camera, saturo di stanchezza, lo stomaco distrutto per giorni perpetrati di stravizi, con il tomone di Thomas sul letto e ben altre ottocentonovanta pagine di illuminanti verità votate al niente se non alla forma, all'apparenza, la stessa che va di moda criticare ma anche la stessa che tutti prendono come punto di riferimento per spiccare sugli altri, in ogni situazione e in ogni settore, perché se non metti mai punti, costruendo periodi grammaticali molto lunghi potresti, forse un giorno, quando davvero non ci saranno più punti di riferimento culturali, venir catalogato come post moderno - se hai scritto qualcosa fino agli anni novanta, nel senso che dal novanta in poi diventi avant pop - non puoi, per libera associazione junghiana, non pensare a Foster Wallace e pensare “cazzo, se lui si è impiccato io che cazzo posso fare per rimanere inosservato a marcire nell'ombra dell'anonimato universale?” e devo continuare, finire con un punto di domanda sarebbe come darla vinta ai metodisti riformisti cattolici, figli di puttana di un'istituzione che istituisce niente, sola la vostra educazione, il vostro modo di pensare e perfino il vostro modo di scaccolarvi (nelle prime 100 pagine de “L'arcobaleno...” il presunto protagonista – cazzo, ci sono ben 400 personaggi, tutti appena appena abbozzati, 400 non è un numero approssimativo, lo dicono gli studiosi studiosi di Pynchon, - si scaccola almeno sette volte, considerando che è un militare coi contro coglioni non puoi non rimanere inorridito dall'ulteriore disgusto che ispira l'ormai affievolito fascino della divisa che si chiama così perché è in due pezzi ma se tutti i giorni non ti vesti in salopette e ed è sempre pezzo di sopra e pezzo di sotto, allora guarda bene, ti stai illudendo, ti stai prendendo da solo per il culo, un'ulteriore volta che fraintendi le parole, ne alteri il significato, neanche curandoti del danno che stai arrecando alla razza umana, un sassolino oggi è un pilastro di merda fra tre secondi, non domani o dopodomani, se è vero che il domani inizia adesso, penso che sia arrivata l'ora di andare a lavorare e ricominciare tutto da capo, attendendo con ansia l'attimo in cui sarò fuori e potrò tornarmene indisturbato a svolgere il mio niente personale, come da sempre).

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