Oggi non avevo voglia di scrivere ma ho visto un manifesto di Casini e la voglia mi è venuta spontanea.
Basta un dettaglio a metterti il sale dentro.
Sono convinto: datemi le droghe che prendeva Kerouac e vi scrivo il mio “On the road”, adatto alla nostra generazione disillusa, seppur tronista Defilippiana.
Ve lo prometto
Tramite Word che mi ha segnato rosso, ho appena imparato una cosa: TRONISTA non è una parola italiana.
Non esiste.
NEOLOGISMI TELEVISIVI, MICA CAZZI.
333/2746469 che ne parliamo.
Il cartello con Casini sorridente (che è un misto tra George Clooney ai bei tempi ibridato con cellule staminali di procione salvatico sbudellato, come direbbe il sommo Fiorucci) recitava:
PERCHE’ I VALORI NON SONO IN VENDITA.
Ho riso pensando: “I VALORI NON SONO IN VENDITA MA STIAMO FACENDO IL POSSIBILE PER COMMERCIALIZZARLI”.
Questo post non è la solita pippa lamentatoria.
Oggi c’è il sole e sto bene.
Basta poco a farmi felice.
Sono come una donna; il mio umore si muove in base al ciclo.
Non che mi esca il sangue dal culo o roba simile ma il senso è quello.
Ieri sera, dopo un anno di aridità salvatica, ho baciato una ragazza.
Rimangio quel che ho detto nei post precedenti.
Dio non è una barzelletta calibrata sullo schema dello zodiaco, delle costellazioni e della stagioni.
Dio esiste.
Soltanto che non vuole essere coinvolto.
Oggi posto un brano tratto dal libro (il secondo) che sto scrivendo.
Il primo l’ho finito da un pezzo ma mi è stato detto, da qualche cranio fluorescente, che lo devo ampliare.
E ha perfettamente ragione.
Il secondo libro nasce, come il 98% delle cose che faccio, da una sbornia felice.
Di getto ho scritto 50 pagine; stavolta so’ davvero valide.
Per dirmelo da solo, vuol dire che è così.
Spero.
No; rimangio tutto.
Poi non cago.
STITICITA’
Eccolo, tutto per voi, miei affezionati 10 lettori.
Vi voglio bene.
Vi ringrazio.
Vi lodo.
Mi vado ad attaccare al tubo del gas.
E se ce la faccio torno.
Gonfio.
Gassato.
Ma torno.
Nb: gli errori grammaticali sono voluti.
Non sono ignorante.
So’ ffùrt.
So’ bìll.
So’ ie ie.
Caro Babbo natale,
i miei genitori continuano a dirmi che tu esisti; non so se crederci. Cioè, ogni anno ricevo quel che voglio e continuano a dirmi che non sono loro a mettere i regali sotto l’albero. Puntualmente rimango sveglio, controllo, spio e non riesco mai a vederti. Vorrei parlarti, dirti un pochino di roba.
Tipo: Com’è la vita al polo nord? Insomma, penso che tu ti faccia due palle grosse così, sempre circondato da nani rompipalle (ammesso che i film non dicano bugie) che confezionano i regali.
Volevo anche chiederti: lavorano per te perché sanno che con quell’handicap fisico nessuno li vorrebbe nel mondo normale?
Insomma, oggi come oggi in una società selettiva e basata sull’aspetto esteriore, se sei nano dove ti presenti? Nessuno che ti prende sul serio, tutti che ti guardano e ridono, bambini che indicano perculandoti rabbiosamente… ti consideri il loro datore di lavoro o benefattore per pietà? Ti sembrerà strana questa domanda; sono sicuro che te l’hanno fatto non in molti però qualcuno deve avertela fatta per forza perché sorgono spontanee certe cose.
Insomma, penso che la tua storia sia migliore di quella di Gesù cristo, di conseguenza sono ancora più portato a pensare che sia inventata. La vita fa schifo e le cose belle il più delle volte sono frutto della fervida immaginazione di qualcuno che mette in giro queste leggende per potere fare dei soldi.
Avevo sentito che la tua immagine, come la vediamo nei film e nelle pubblicità se l’è inventata la coca cola negli anni 50.
So che è un’emerita cazzata; come fai a inventarti una persona? Insomma; penso che cose del genere sia in grado di farle soltanto dio o Gesù che comunque si trova sulla terra per farne le veci.
Insomma; versi i contributi ai tuoi piccoli operai?
Mio padre è un sindacalista e potesse verrebbe lì mascherato da nano per controllarti, vedere tutte le voci sulla busta paga.
No, non è una lettera minatoria; stavo soltanto riflettendo. La cosa che mi puzza di più è: quanti anni hai? Insomma; stando alla teoria della coca cola la tua prima immagine mostra un sessantacinquenne. Settantenne no; a quell’età si è ben più decrepiti. Dunque: ora siamo nel 2008. Stando ai miei calcoli dovresti avere 123 anni o giù di lì.
Ecco.
Mio nonno ha settant’anni.
Mi dispiace dirlo ma è vecchio.
Sì, se li porta bene, è ancora attivo e dinamico ma si vede che la sua pelle è raggrinzita, che non ha più capelli e che prende, al giorno, più pasticche lui che un raver in dodici sabati sera.
Ogni tanto lo vado a trovare, un po’ per senso di colpa un po’ per affetto perché, tutto sommato, ogni volta mi sgancia come minimo venti euro.
Ok; appena arrivo neanche mi saluta.
Mi dice di sbrigarmi ad entrare e di chiudere la porta.
Può essere inverno o estate; a casa sua ci devono essere 70°C costanti perché ha sempre freddo. Dice che i suoi anticorpi non sono più quelli di una volta e che non vuole ammalarsi perché ha paura di morire.
Allora io gli dico che comunque certe cose non si possono rimandar… ok! Arrivo al punto: se lui non può prendere neanche una ventata di fresco, tu come cazzo fai, a dicembre, di notte, a volare senza neanche una capote o un vetro protettivo, per tutto il globo, visto che è già freddo e alle altezze alle quali ti sposti tu è ancora più freddo?
Non so se in tutto il mondo sanno chi sei, se le altre religioni permettono che tu strumentalizzi nanerottoli
(grati)
tutto l’anno, intaschi i soldi dei genitori di tutti i bambini e l’unico lavoro manuale che svolgi e un volo nei paesi dove sganciano.
Non so se mi spiego; può essere che in tutti questi anni non ti sei ammalato? Mai un raffreddore o la febbre? Allora non posso che arrivare ad una conclusione: sei come il protagonista di “Unbreakble”, deludente film con Bruce Willis e con quell’altro negro che non ricordo il nome… dài, quello che ha fatto “pulp fiction”.
Non importa però voglio vederci chiaro.
Se davvero esisti, cos’è che ti spinge a promuovere il lavoro sfruttato di handicappati (fattene una ragione, i nani sono handicappati)? Se nessuno può vederti, coi soldi che ci fai? Ci compri i materiali per costruire i giocattoli?
E allora; se sei tu a fabbricare i giocattoli, come cazzo fai ad avere le scatole originali con tanto di loghi di tutte le più grandi case di produizione?
Metti: un bambino ti chiede la Nintendo Wee; tu gliela porti con scatola e istruzioni.
Da chi le hai avute?
Le hai rubate?
Le hai falsificate?
Allora, o sei un ladro o un truffatore, altre spiegazioni non ci sono. E poi, un conto è fare giocattoli artigianali, un conto e portare consolle perfette. Una volta, se ti ricordi (ma dubito perché sei vecchio e i vecchi hanno una pressoché nulla memoria a breve termine) mi hai portato il sega megadrive.
Era identico a quello che si compra nei comuni negozi.
L’ho confrontato con quello dei miei amici, ho passato a leggere ore e ore i libri delle istruzioni ed erano identici.
Sei un falsificatore coi fiocchi ma ti ho scoperto.
Capiscimi; sono bipolare: ora sto bene, ora sto male. Non voglio offenderti e non te lo sto dicendo per ricomprarmiti perché sennò non mi porterai niente neanche quest’anno (l’anno scorso me lo sono legato al dito e sta qui ancora legato).
È a causa della mia depressione che ti posso dire una cosa carina per poi rimangiarmela qualche istante dopo.
L’unica certezza che ho è che mi stai simpatico e che voglio risposte, giusto per vedere più chiaro su questa faccenda.
Avrei altre domande da farti tipo ora che c’è internet, aerei e cazzi vari, come ti ce ne cala di fare ancora il lavoro in maniera prettamente old school?
E poi il mondo è pieno di bambini cattivi che non meritano niente e tu gli porti doni lo stesso.
D’accordo, mi fa male la mano.
Ora che ci sono i computer, scrivo sempre con la tastiera e non sono più abituato.
Sono Federico, ho 25 anni e sono un nano.
Anche se non è consona e tradizionale (ne ho già spedite a centinaia), vorrei che tu considerassi questa lettera, più che una serie di domande in ricerca di illuminanti verità liberatorie, una richiesta di lavoro.
Non mi importa di contributi o roba simile; noi nani non abbiamo una grande aspettativa di vita e la pensione non ci interessa.
Vedi?
Sono bipolare; prima ti ho fatto notare questo dettaglio mentre ora ti dico anche che non mi interessa.
Mi piacerebbe fare l’addetto al rullo, nel senso che voglio fare quello che sta attento che i giocattoli scorrano serenamente senza inceppamenti.
“Supervisore” , per dirla tutta.
Non ho esperienza in questo campo ma sono una persona molto acuta e non mi sfugge mai niente.
Con me saranno impossibili incidenti come quelli che sono già successi (te lo assicuro) tipo il mio amico Paolino che aveva chiesto un Nintendo e invece gli hai portato una sedia a rotelle nuova e all’associazione lo prendevano tutti per il culo.
Oppure Claudia: secondo te una tetraplegica di trent’anni per natale vuole venti confezioni di pannoloni ultra assorbenti?
Evidentemente gli altri nani si sono confusi con gli ordini… anche se a natale le aspettative di tutti si alzano e non penso che al mondo ci sia gente cerebralmente talmente povera da voler desiderare cose così scontate, che i tuoi genitori te le possono regalare tutti i giorni.
È questo il mio motto: nella vita bisogna sempre mirare in alto, non come l’assassino di Kennedy che (ho visto il film su rai uno l’altra sera) stava in alto in un palazzo e ha mirato in basso. D’accordo; ha fatto centro, anche più di uno, ma così facendo è andato contro questo sano principio di radice prettamente americana, andando contro il suo paese e contro il suo stile di vita.
Non ho capito molto di quel film ma non penso che quell’uomo meritasse di morire.
Alla fine ho tirato un sospiro di sollievo; le cose che succedono nei film sono finzione, non sono cose reali che succedono sul serio.
E il mondo è cattivo; dubito che sia realmente esistita una persona così e anche se fosse esistita non penso proprio che altra gente voleva fargli la pelle a quel modo.
Allora: pensaci.
So che hai già tutta la mano d’opera che ti occorre ma… eddài: fai un’eccezione per me, sarò bravo e puntuale.
… o mi costringerai a farti fare una visita a sorpresa da mio padre.
Quello mica scherza.
Auguri di buon natale
FEDRERICO X
Basta un dettaglio a metterti il sale dentro.
Sono convinto: datemi le droghe che prendeva Kerouac e vi scrivo il mio “On the road”, adatto alla nostra generazione disillusa, seppur tronista Defilippiana.
Ve lo prometto
Tramite Word che mi ha segnato rosso, ho appena imparato una cosa: TRONISTA non è una parola italiana.
Non esiste.
NEOLOGISMI TELEVISIVI, MICA CAZZI.
333/2746469 che ne parliamo.
Il cartello con Casini sorridente (che è un misto tra George Clooney ai bei tempi ibridato con cellule staminali di procione salvatico sbudellato, come direbbe il sommo Fiorucci) recitava:
PERCHE’ I VALORI NON SONO IN VENDITA.
Ho riso pensando: “I VALORI NON SONO IN VENDITA MA STIAMO FACENDO IL POSSIBILE PER COMMERCIALIZZARLI”.
Questo post non è la solita pippa lamentatoria.
Oggi c’è il sole e sto bene.
Basta poco a farmi felice.
Sono come una donna; il mio umore si muove in base al ciclo.
Non che mi esca il sangue dal culo o roba simile ma il senso è quello.
Ieri sera, dopo un anno di aridità salvatica, ho baciato una ragazza.
Rimangio quel che ho detto nei post precedenti.
Dio non è una barzelletta calibrata sullo schema dello zodiaco, delle costellazioni e della stagioni.
Dio esiste.
Soltanto che non vuole essere coinvolto.
Oggi posto un brano tratto dal libro (il secondo) che sto scrivendo.
Il primo l’ho finito da un pezzo ma mi è stato detto, da qualche cranio fluorescente, che lo devo ampliare.
E ha perfettamente ragione.
Il secondo libro nasce, come il 98% delle cose che faccio, da una sbornia felice.
Di getto ho scritto 50 pagine; stavolta so’ davvero valide.
Per dirmelo da solo, vuol dire che è così.
Spero.
No; rimangio tutto.
Poi non cago.
STITICITA’
Eccolo, tutto per voi, miei affezionati 10 lettori.
Vi voglio bene.
Vi ringrazio.
Vi lodo.
Mi vado ad attaccare al tubo del gas.
E se ce la faccio torno.
Gonfio.
Gassato.
Ma torno.
Nb: gli errori grammaticali sono voluti.
Non sono ignorante.
So’ ffùrt.
So’ bìll.
So’ ie ie.
Caro Babbo natale,
i miei genitori continuano a dirmi che tu esisti; non so se crederci. Cioè, ogni anno ricevo quel che voglio e continuano a dirmi che non sono loro a mettere i regali sotto l’albero. Puntualmente rimango sveglio, controllo, spio e non riesco mai a vederti. Vorrei parlarti, dirti un pochino di roba.
Tipo: Com’è la vita al polo nord? Insomma, penso che tu ti faccia due palle grosse così, sempre circondato da nani rompipalle (ammesso che i film non dicano bugie) che confezionano i regali.
Volevo anche chiederti: lavorano per te perché sanno che con quell’handicap fisico nessuno li vorrebbe nel mondo normale?
Insomma, oggi come oggi in una società selettiva e basata sull’aspetto esteriore, se sei nano dove ti presenti? Nessuno che ti prende sul serio, tutti che ti guardano e ridono, bambini che indicano perculandoti rabbiosamente… ti consideri il loro datore di lavoro o benefattore per pietà? Ti sembrerà strana questa domanda; sono sicuro che te l’hanno fatto non in molti però qualcuno deve avertela fatta per forza perché sorgono spontanee certe cose.
Insomma, penso che la tua storia sia migliore di quella di Gesù cristo, di conseguenza sono ancora più portato a pensare che sia inventata. La vita fa schifo e le cose belle il più delle volte sono frutto della fervida immaginazione di qualcuno che mette in giro queste leggende per potere fare dei soldi.
Avevo sentito che la tua immagine, come la vediamo nei film e nelle pubblicità se l’è inventata la coca cola negli anni 50.
So che è un’emerita cazzata; come fai a inventarti una persona? Insomma; penso che cose del genere sia in grado di farle soltanto dio o Gesù che comunque si trova sulla terra per farne le veci.
Insomma; versi i contributi ai tuoi piccoli operai?
Mio padre è un sindacalista e potesse verrebbe lì mascherato da nano per controllarti, vedere tutte le voci sulla busta paga.
No, non è una lettera minatoria; stavo soltanto riflettendo. La cosa che mi puzza di più è: quanti anni hai? Insomma; stando alla teoria della coca cola la tua prima immagine mostra un sessantacinquenne. Settantenne no; a quell’età si è ben più decrepiti. Dunque: ora siamo nel 2008. Stando ai miei calcoli dovresti avere 123 anni o giù di lì.
Ecco.
Mio nonno ha settant’anni.
Mi dispiace dirlo ma è vecchio.
Sì, se li porta bene, è ancora attivo e dinamico ma si vede che la sua pelle è raggrinzita, che non ha più capelli e che prende, al giorno, più pasticche lui che un raver in dodici sabati sera.
Ogni tanto lo vado a trovare, un po’ per senso di colpa un po’ per affetto perché, tutto sommato, ogni volta mi sgancia come minimo venti euro.
Ok; appena arrivo neanche mi saluta.
Mi dice di sbrigarmi ad entrare e di chiudere la porta.
Può essere inverno o estate; a casa sua ci devono essere 70°C costanti perché ha sempre freddo. Dice che i suoi anticorpi non sono più quelli di una volta e che non vuole ammalarsi perché ha paura di morire.
Allora io gli dico che comunque certe cose non si possono rimandar… ok! Arrivo al punto: se lui non può prendere neanche una ventata di fresco, tu come cazzo fai, a dicembre, di notte, a volare senza neanche una capote o un vetro protettivo, per tutto il globo, visto che è già freddo e alle altezze alle quali ti sposti tu è ancora più freddo?
Non so se in tutto il mondo sanno chi sei, se le altre religioni permettono che tu strumentalizzi nanerottoli
(grati)
tutto l’anno, intaschi i soldi dei genitori di tutti i bambini e l’unico lavoro manuale che svolgi e un volo nei paesi dove sganciano.
Non so se mi spiego; può essere che in tutti questi anni non ti sei ammalato? Mai un raffreddore o la febbre? Allora non posso che arrivare ad una conclusione: sei come il protagonista di “Unbreakble”, deludente film con Bruce Willis e con quell’altro negro che non ricordo il nome… dài, quello che ha fatto “pulp fiction”.
Non importa però voglio vederci chiaro.
Se davvero esisti, cos’è che ti spinge a promuovere il lavoro sfruttato di handicappati (fattene una ragione, i nani sono handicappati)? Se nessuno può vederti, coi soldi che ci fai? Ci compri i materiali per costruire i giocattoli?
E allora; se sei tu a fabbricare i giocattoli, come cazzo fai ad avere le scatole originali con tanto di loghi di tutte le più grandi case di produizione?
Metti: un bambino ti chiede la Nintendo Wee; tu gliela porti con scatola e istruzioni.
Da chi le hai avute?
Le hai rubate?
Le hai falsificate?
Allora, o sei un ladro o un truffatore, altre spiegazioni non ci sono. E poi, un conto è fare giocattoli artigianali, un conto e portare consolle perfette. Una volta, se ti ricordi (ma dubito perché sei vecchio e i vecchi hanno una pressoché nulla memoria a breve termine) mi hai portato il sega megadrive.
Era identico a quello che si compra nei comuni negozi.
L’ho confrontato con quello dei miei amici, ho passato a leggere ore e ore i libri delle istruzioni ed erano identici.
Sei un falsificatore coi fiocchi ma ti ho scoperto.
Capiscimi; sono bipolare: ora sto bene, ora sto male. Non voglio offenderti e non te lo sto dicendo per ricomprarmiti perché sennò non mi porterai niente neanche quest’anno (l’anno scorso me lo sono legato al dito e sta qui ancora legato).
È a causa della mia depressione che ti posso dire una cosa carina per poi rimangiarmela qualche istante dopo.
L’unica certezza che ho è che mi stai simpatico e che voglio risposte, giusto per vedere più chiaro su questa faccenda.
Avrei altre domande da farti tipo ora che c’è internet, aerei e cazzi vari, come ti ce ne cala di fare ancora il lavoro in maniera prettamente old school?
E poi il mondo è pieno di bambini cattivi che non meritano niente e tu gli porti doni lo stesso.
D’accordo, mi fa male la mano.
Ora che ci sono i computer, scrivo sempre con la tastiera e non sono più abituato.
Sono Federico, ho 25 anni e sono un nano.
Anche se non è consona e tradizionale (ne ho già spedite a centinaia), vorrei che tu considerassi questa lettera, più che una serie di domande in ricerca di illuminanti verità liberatorie, una richiesta di lavoro.
Non mi importa di contributi o roba simile; noi nani non abbiamo una grande aspettativa di vita e la pensione non ci interessa.
Vedi?
Sono bipolare; prima ti ho fatto notare questo dettaglio mentre ora ti dico anche che non mi interessa.
Mi piacerebbe fare l’addetto al rullo, nel senso che voglio fare quello che sta attento che i giocattoli scorrano serenamente senza inceppamenti.
“Supervisore” , per dirla tutta.
Non ho esperienza in questo campo ma sono una persona molto acuta e non mi sfugge mai niente.
Con me saranno impossibili incidenti come quelli che sono già successi (te lo assicuro) tipo il mio amico Paolino che aveva chiesto un Nintendo e invece gli hai portato una sedia a rotelle nuova e all’associazione lo prendevano tutti per il culo.
Oppure Claudia: secondo te una tetraplegica di trent’anni per natale vuole venti confezioni di pannoloni ultra assorbenti?
Evidentemente gli altri nani si sono confusi con gli ordini… anche se a natale le aspettative di tutti si alzano e non penso che al mondo ci sia gente cerebralmente talmente povera da voler desiderare cose così scontate, che i tuoi genitori te le possono regalare tutti i giorni.
È questo il mio motto: nella vita bisogna sempre mirare in alto, non come l’assassino di Kennedy che (ho visto il film su rai uno l’altra sera) stava in alto in un palazzo e ha mirato in basso. D’accordo; ha fatto centro, anche più di uno, ma così facendo è andato contro questo sano principio di radice prettamente americana, andando contro il suo paese e contro il suo stile di vita.
Non ho capito molto di quel film ma non penso che quell’uomo meritasse di morire.
Alla fine ho tirato un sospiro di sollievo; le cose che succedono nei film sono finzione, non sono cose reali che succedono sul serio.
E il mondo è cattivo; dubito che sia realmente esistita una persona così e anche se fosse esistita non penso proprio che altra gente voleva fargli la pelle a quel modo.
Allora: pensaci.
So che hai già tutta la mano d’opera che ti occorre ma… eddài: fai un’eccezione per me, sarò bravo e puntuale.
… o mi costringerai a farti fare una visita a sorpresa da mio padre.
Quello mica scherza.
Auguri di buon natale
FEDRERICO X
4 commenti:
Mitico.... Fammi sapere se esce il seguito; a questo punto voglio sapere Babbo Natale che cazzo risponde a Federico o se magari va direttamente a casa sua con la scusa del regalo si veste da fesso con il suo "Oh oh oh buon Natale" e mentre il nano gli da le spalle, SBAM!! Una randellata sulla pelata (no perchè se non è calvo che nano è?!). Su Dio invece.... Quello è un grande, anche se mi farei un uscita più volentieri con Gesù. Scusa l'intrusione... Ciao!!!
11 lettori.
s'è aggiunto anche ale iradibuddha che crede alla fatina dei denti.
evviva la f..a che citando homer "è la causa di e la soluzione a tutti i problemi della vita"(anche se ne l suo caso mi pare fosse la birra).
carino il racconto, cambiato parecchio il genere dalla lasagna nella testa...
ma è tutto il romnzo così o è solo un ritaglio comico-riflessivo?
Diego
Ciao.
Si tutto il libro è così, sempre più sgrammaticato e cattivo.
Sono a pagina 64, viene fuori molto velocemente.
Ogni racconto lo faccio di massimo tre pagine.
E' una buona cosa perchè non ammorba mai il cazzo.
Può non piacere ma di sicuro non annoiare, cosa che spesso succede coi racconti anche se questi non si possono neanche considerare racconti.
A presto
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