Altre due
settimane lontano da voi!
'sti ultimi
tempi mi sta pesando pesantemente il culo.
Sarà il
caldo, sarà che sto perdendo ogni speranza, sarà che quel cazzo di
romanzo che sto scrivendo ogni giorno fa in modo (lui) di ciucciarmi
via la vita (a me; mica il contrario), così faccio in modo di
passare meno tempo possibile alla tastiera del portatile per passarlo
sul quaderno con la penna a far vivere quella famiglia di disadattati
che è la FAMIGLIA MALENZI.
Da che mi
iscrivetti al corso di scrittura creativa inizietti a scrivere con la
penna (a mano).
Un metodo
antico, efficace; hai molto più tempo per pensare alle cazzate che
dirai, così da ordinarle, imbellettarle e tutte le altre azioni che
finiscono in “arle” (sodomizzarle,
smostrarle, castrarle
ecc. [perché non sono obbligato a scriverle tutte tutte, anche
perché non le conosco, non ho tutta questa grande biblioteca
intellettiva a disposizione]).
Ieri
ho passato la giornata sul Monte Baldo.
Mi
sono scottato. Ho le spalle fluorescenti.
Brillo
al buio.
Andassi
a Chernobil guarirebbe.
Meditare
a quelle altezze è diverso da come funziona qui, Km e Km sotto
simili altezze (stiamo parlando di .tot. Metri [non li so/non ho
voglia di andare a controllare; se ti interessa, cercatelo, ok?]).
In
più ho rotto il vetro posteriore della '600; stavo effettuando un
parcheggio millimetrico semi impossibile, in discesa. Dietro avevo un
gippone con un'ampia, voluminosa ruota di scorta sporgente che, a
contatto col retro vetroso della mia automobilina, l'ha frantumato in
migliaia (letteralmente) di fruscianti pezzettini azzurro lente a
contatto.
Per
fortuna il gippone non si è fatto niente; quando subisco/provoco un
incidente posso essermi reciso la carotide, danneggiato
irreversibilmente il cervello - e visto come sto non potrebbe che
migliorare le mie condizioni – la prima cosa che faccio è
controllare i “danni all'altro”, perché piuttosto che avere a
che fare con l'ennesimo testa di cazzo che vuole farmi scontare il
fatto che lui è infelice perché ha una vita infelice, passare tempo
a bestemmiare con quelli dell'assicurazione, preferirei veramente
morire.
A
cosa è servita quest'esperienza?
Cos'ho
imparato?
Che
il “vetro di dietro” è denominato “Lunotto posteriore”.
Sapete
perché si chiama Lunotto posteriore?
Posteriore
perché – metaforicamente – è il culo dell'auto, Lunotto perché
diobbestia ti costa come un ipotetico biglietto dello space Shuttle
per andare sull'omonimo satellite.
Ma
non mi lamento; non credo più nella sfiga; sono stato io un
coglione. Volevo fare il pilota di gran classe (manco ci fosse stato
un pubblico di fronte al quale – visto il mio rinomato egocentrismo
– dovevo fare la mia solita signora porca figura).
Per
il 10 agosto devo scrivere 3 recensioni di film (max 1500 battute)
per la rivista “PaginaUno”.
Che
cazzo gli scrivo?
Ho
visto tanti, tanti film, molti dei quali degni di nota (e molti dei
quali degni di merda, vedi l'ennesimo remake de “La notte dei morti
viventi” che partiva da dio e poi diventava la solita commedia per
cerebrolesi spasticati).
Che
je scrivo?
Voi,
tra “127 ore”, “Cella 211”, “Tua sorella a 69” quale
scegliereste?
“Tua
sorella a 69” è un film un po' fortino, anche perché non esiste,
ma potremmo inventarcelo.
L'incipit?
Vai!!!
Il
vero protagonista della pellicola – intitolata “Tua sorella a 69”
- è il fratello della suddetta sorella nella numerica posizione
sessuale, anche se non compare quasi mai (se non come voce narrante
OFF) per commentare le vicende di sua sorella, la quale per la
maggior parte del tempo è sullo schermo, nuda, nella posizione di
cui finora abbiamo abbondantemente disquisito.
Questo
fratello della Sorella a 69 (d'ora in poi “S69” – che sembra il
numero d'archivio di uno dei film in vhs custoditi nelle vecchie,
belle che andante videoteche reali
[dove la “S” stava per “Storico” e “69” indica
l'ubicazione della videocassetta sullo scaffale del cassettaio, non
facendo riferimento a nessuna sorella, perché le vhs sono gemelle,
simili, semi imparentate ma non tutte uguali, anche se a prima vista
lo sembravano]) è un tipo taciturno, solitario, coriaceo, emaciato,
mezzo storpio, con un moncherino al posto della mano destra (forse
per questo che è taciturno, coriaceo, emaciato, sopratutto
solitario; chi frequenterebbe qualcuno così, a parte sua S69?) che
passa tutto il tempo al bar a bere e a pensare a – vi lascio
indovinare chi.
Per
i primi venti minuti lo vediamo bere, bere, bere per dimenticare gli
episodi d'infanzia; da buono sfigato vive immerso nel passato.
Ricorda
quella volta che spiegò a sua sorella cosa fosse un “69” (lei lo
aveva sentito dire in televisione da Emilio Fede (che sicuramente
intendeva qualcos'altro, visto che il telesparacazzatista con la
faccia e il cervello liftingati non l'ha mai fatto, neanche con sua
sorella) e con la scusa di “farle vedere come”, passò un
pomeriggio con la lingua incastrata nei più oscuri antri di sua
sorella e il pisello in uno dei più caldi antri che fino ad allora
avesse mai conosciuto – anch'esso facente parte di sua sorella, che
quella volta, per lei, fu la prima (del 69, non dello “scopare”
in generale; ciò era accaduto già due estati prima col nonno; una
famiglia molto unita, no?).
Poi
ricorda di quella volta che insieme a sua sorella andarono in una
fabbrica abbandonata per giocare al “dottore della mutua” (con
Alberto Sordi che li riprendeva con l'I-phone per poi postare il
filmato su youtube) e lui (il fratello, non Alberto) le disse: - Ci
hai mai fatto caso che, quando ti trovi a grandi altezze, o su di un
ponte stretto, sospeso nel nulla, se alzi la testa volgendo gli occhi
al cielo, ti vengono le vertigini come se fossi sulla punta di un
precipizio senza fondo, senza... - e prima che potesse finir la frase
sua sorella gli tappò la bocca tappandosi la sua (bocca della
sorella) con l'arcigno attributo di suo fratello, mentre Alberto* si
toccava.
*Lo
so, non sta bene scherzare con i morti ma, talvolta, i morti hanno
più senso dell'umorismo degli pseudo vivi – dico “pseudo”
perché molti di noi sono morti e non lo sanno; quando Gesù disse
“Lascia che i morti seppelliscano i loro morti” intendeva proprio
“lasciate che i cadaveri cerebrali rimangano insieme agli altri
lobotomizzati, mentre voi con un po' di sale in zucca venite con me a
farvi 'na biretta alla “Taverna di Melchisedek”, che oggi c'è
l'happy hour, in più se state con me è già tutto pagato, o al
limite prendo una decina di litri d'acqua e li permuto come facetti
coi Fish&Tost l'altra volta.
Ricorda
di quella volta (sembra mi chi sto approfittando de “I Griffin”,
no?), ricorda quella volta che insieme a (vi lascio immaginare anche
stavolta chi) era
andato al luna park che si stabiliva nel loro paesino di provincia
per tutta l'estate e incontrarono i personaggi sia de “Il popolo
dell'autunno” di Ray Bradbury che quelli di “Joyland” di
Stephen King e lei chiese a suo fratello: - Cosa sono, titoli di
romanzi? - , e lui le illustrò la risposta mostrandole il pistolino
nella casa stregata dove lei continuava ad abbracciarlo strillando: -
Ho paura, tienimi stretta - , e lui, mentre la palpeggiava le
chiedeva “Dove” , e poi ci fu il black out come nella celeberrima
scena di “Ed Wood”, del miserabile Tim Burton (il film è bello
perché, per fortuna, non lo scrisse lui) e rimasero mezz'ora
intrappolati nel tunnel dell'orrore di fronte alla lama della falce
di una strega meccanica che poi si rivelò un attrice, come lo erano
tutti gli altri “fantocci” presenti nella casa stregata, e ne
venne fuori una grande ammucchiata horror, perché erano gli anni 80
ma il luna park si dava il caso fosse il più innovativo sulla faccia
della terra, supremo pioniere d'avanguardia postmoderna nel campo
d'innovazione di giostre e cazzi vari a mettere persone reali nei
panni di finti mostri meccanici raffiguranti celebri mostri
cinematografici, e tra un pompino a Jason Voories (interpretato da un
obeso cinquantenne che viveva con la madre novantenne, incestuoso
gerontofilo [openoffice non conosce il termine
“Gerontofilo”, ne tanto meno il suo stesso nome, “Open Office”
che però, scritto così non mi da errore, il che vuol dire che forse
lo stronzo sono io] e un paio di
servizietti anali a Freddy Kruger (interpretato da un vero ustionato,
fan del film al punto da essersi volontariamente sfigurato il volto
dandosi fuoco con la benzina per lo Zippo, modellato le cicatrici
aggiungendovi sopra candeggina, costruito un guanto con lame di
coltelli, divenuto doverosamente pedofilo, paradossalmente amante
dell'hot jazz stile Louis “Satchmo” Armstrong [per gli amici
fascisti “Luigi Braccio Forte”]), insieme a Michael Myers
(interpretato da un macrocefalo di Boston amante di John Ford e delle
bende da pirata sull'occhio destro, come fanno i Pastafariani –
anche se lui apparteneva a una disciolta comunità hamish), scoprì
il piacere di essere donna a 11 anni.
Poi
ricorda di quella volta che l'estate successiva tornarono al luna
park e lui era ansioso di tornare nel tunnel delle streghe e lei le
disse che non aveva voglia perché:
- aveva mangiato tanto a cena, era piena, non l'entrava nello stomaco più niente (ed era una scusa perché l'estate precedente, in quella casa, aveva ingoiato una quantità di sperma tale che ne vomitò per i 6 giorni successivi.
- Era “stanca di fare certe cose” solo con debosciati, parenti e mostri (categorie, tra le altre cose, intercambiabili)
- Da quando zio Guglielmo era andato a trovarli nella baita in montagna, sei mesi prima, aveva il culo che chiedeva pietà in cantonese antico.
- Oltre ai liquidi e solidi [più liquidi che solidi], non le andava giù che ci si approfittasse dei dodicenni
- il quinto punto non le veniva; fu l'unica cosa che quel giorno non “venne”, perché alla fine il fratello la convinse a fare un giretto nella casa delle streghe.
Poi
ricorda quella volta che non mi viene, come oggi non verrò.
Allora,
questi erano i primi venti minuti; un lungometraggio dura (mi pare)
dai 60 min. in su
Dopo
20 minuti così densi e pregni (de sjbòra) che metterci?
Niente,
perché tra un ora devo andare a ritirare la macchina da DOCTOR
GLASS, il tizio che mi rimetterà il LUNOTTO POSTERIORE della
seicento, e poi andrò da Notorius a rimettere in sesto l'acustica, e
poi farò il Krya yoga e poi andrò avanti col romanzo.
Bella,
oh, ci si becca su FB!!!
… vi
do un consiglio: cancellatevi da FB.
Invece
di fare i fighi guardando “fight club”, “Matrix”, “V for
Vendetta” e film simili, sognando di distruggere il sistema col
potere dei libri di David Icke, mandate a fanculo quei fascisti di
facebook e i loro sponsor.
Vi
immaginate che mondo sarebbe senza facebook?
Vi
basta ricordare com'era il mondo 7-10 anni fa.
Ve
lo ricordate?
Appunto.
Non
lo ricordate perché è in atto la corsa alla Singolarità
Tecnologica e la vostra memoria storica non supera l'ora di pranzo.
Perciò
andate affanculo o mandate affanculo FB.