domenica 21 settembre 2008

RICH E' MORTO, DAVID E' MORTO E NEANCHE IO MI SENTO TANTO BENE


Ora che le porte della percezione sono aperte bisogna trovare due buttafuori cazzuti da piazzarci di fronte.
Ma sorge spontaneo: assumerli con contratto di tre mesi o in nero come i mercati italiani?
È a discrezione del gestore; bisogna vedere se è tradizionalista e non razzista; il nero è un colore ambiguo perché viene usato per identificare gli esseri umani di razza negroide ma è anche l'emblema dei fascisti, che sono persone che vogliono cambiare il mondo con purghe e lavaggio del cervello, come se non stesse succedendo già dai tempi delle civiltà mesopotamiche.
All'autolavaggio ci lavorano quasi sempre negri ma di buttafuori non ne ho mai visti.
Vado un attimo a cagare; la lasagna ha fatto effetto; torno tra tre secondi.
Mangiare troppo speziato fa male, rischi di beccarti un'intossicazione alimentare.
Se mangi tre palle di noce moscata vai di fuori come un outsider.
Richard Wright è morto; ha fatto la storia della musica.
Per cosa?
Due secondi di sfuggita al tg1.
David Foster Wallace si è impiccato; stava facendo la storia della letteratura.
Per cosa?
Per ridursi a mezza pagina di televideo.
Il mio fegato è morto; stavo scrivendo cazzate contro la depressione.
Per cosa?
Per ritrovarmi con il culo che non potrebbe bruciare di più.
Quanto tempo era che non succedeva un miracolo in Italia?
Un po', eh???
San Gennaro è stato sempre sensibile verso le problematiche economiche del nostro paese, di fatti si è ricordato di versare qualche emoglobinica lacrima sanguinolenta proprio ora che è scoppiato lu burdìll dell'Alitalia, ma io l'ho sempre detto che i santi e l'economia hanno un andamento pari e direttamente proporzionale.
Da piccolo la maestra mi disse: “Da grande diventerai un teppista”.
A lei hanno asportato l'utero.
Io sono qui a giocarci, immaginando questo pezzo di carne come un tenero cagnolino da poter rivendere ai ristoranti cinesi; a volte mi è capitato di sentir abbaiare un raviolo al vapore.
Ma questa è un'altra storia.
Questa che voglio narrarvi è quella della pecora che urlava “al lupo, al lupo”.
Poca gente nell'universo conosce quest'inedita storia, pescata direttamente dagli archivi segreti del Kremlino.
In sintesi è questa: c'era un gregge di pecore con lana merinos destinate a diventare il ripieno di materassi Eminflex (che nessuno ha ancora capito che cazzo c'entra coi materassi un elefante, per di più musicato dai primi accordi di From the beginning degli E.L.&P che se venissero a sapere sarebbero cazzi).
C'era una pecora prossima all'andropausa che nessuno voleva vedere perché era nera; anche le pecore sono razziste.
Cazzo; ho sbagliato.
Quella è la storia del brutto anatroccolo di quel cazzo di reality show dove tutti aspettano che qualcuno scopi/litighi con qualcuno.
La realtà è più bella quando non ne fai parte direttamente.
Insomma: per attirare l'attenzione del mondo questa lana merinos urlava AL LUPO AL LUPO e il pastore tedesco di guardia (un certo Gustav Rudighard Ghunter, con tanto di sandali e calzini indossati anche il quindici di agosto) arrivava tutto impettito.
Il lupo non c'era e il cane, già adirato dalla sbornia a base di Paulaner del festival bavarese della sera prima, bestemmiava e tornava alla panca insieme alla capra per fare i pettorali.
Il bilanciere si sfilò (cazzo, erano centoventi chili), la capra rimase schiacciata sotto alla panca e da quella volta col cazzo che si mise più sotto alla medesima a cantare in ogni proverbio scioglilingua dei miei coglioni.
E anche questa è un'altra vicenda Tolstojiana.
Per farla breve: dopo dodici falsi allarmi il cane rimase a rifarsi i tricipiti (da solo, ormai la capra era deceduta orrendamente schiacciata).
Il lupo arrivò sul serio, ingravidò la lana merinos e il cane non arrivò.
La morale della storia è: state alla larga dalle televendite televisive (le televendite radiofoniche no); vi promettono oro, invece stanno per rifilarvi abominevoli casi commerciali di erotismo interrazziale estremo non approvato dalla santa sede.
Ma se dio era un negro perché il suo quartier generale è nella nazione dove li odiano di più?
Sarà questo il famoso mistero della fede?
Sapete qual'è il mistero della fede?
È che una volta dio è andato alla balera di Melchisedec; per rimorchiare la figa si è tolto l'anello nuziale, ha rimorchiato, si è ubriacato, ha scopato e da quella volta non ha ricordato più dove l'avesse messa.
... ed ecco l'etimologia della parola “messa”.
La settimana scorsa non ho potuto scrivere perché mi sentivo davvero vuoto.
Cazzi a parte queste due grandi perdite mi hanno fatto male; per Richard ok; aveva la sua età.
Non capirò mai il gesto di David. Penso che, se un cazzone come me ha un sacco di pippe mentali auto inventate stipate nel cervello figuriamoci che cazzo ci aveva nel gulliver quel geniaccio di Foster Wallace.
Alla prossima settimana.
Puntuale.
Promesso.
Giuro sul mio materasso Eminflex.
Il materasso dell'elefante.
... immaginatevi quanto cazzo potrebbe puzzare un materasso nuovo utilizzato anche solo per una notte da un pachiderma.
Ma avete mai fatto caso a quanto cazzo cagano?
Con una cagata di elefanti ricavi tanto di quell'humus da poter ripiantare daccapo l'intera foresta equatoriale, a patto che l'elefante in questione non sia Dumbo.
Quello viene adorato in Thailandia

1 commento:

Anonimo ha detto...

"ho sentito abbaiare un raviolo al vapore"...lacrime agli occhi per i prossimi tre giorni. un grazie inchinato man!