domenica 3 febbraio 2008

Sono un professore

Grazie a "sono sempre io".
Non mi avevano mai dato del "professore".
Da buon cattedratico, d'ora in poi questo blog diventerà un pozzo letterario di scienze culturali.

Ho sempre amato il sapere; quando, per sport, leggo David Foster wallace in tedesco (la grammatica tedesca favorisce lo scambio di informazioni tra i collegamenti sinaptici) mi piace sorseggiare del soave brandy, pensando alla mia infanzia costellata di vasti campi di grano e infinite conversazioni col mio precettore, il quale fu scelto con attenzione clinica da quella mente illustre che è mio padre.
LE giornate scorrevano a suon di pensieri filosofici e partite a tennis.
Fu così che mi illuminai, senza bisogno di spingere l'interruttore dell'intelletto.
Ho molti ricordi felici di quei giorni, giorni sereni, vissuti.
Empatici.
E, quando l'acido lattico, prodotto a causa di ripetuti sforzi, mi invadeva il gomito del tennista, mi sedevo sotto al cielo stellato.
Era mezzo giorno.
Quando sei illuminato, la notte vale più di mille preghiere.
il cammino verso il palazzo della saggezza cominciò nell'attimo in cui venni alla luce, in un caldo venerdi di 23 anni fa.
I metereologi avevano previsto forti perturbazioni, se non uragani, qui in abruzzo, terra del Vate D'annunzio.
La mia nascita favorì, inoltre, un incremento demografico notevole perchè, a livello culturale, pesavo talmente tanto, che facevo per cinque abitanti.
La mia prima cattedra risale a cinque anni dopo quel giorno solare.
I miei alunni, sbalorditi, mi chiamavano il "piccolo professore" e nonostante avessi alunni di 50 anni, provavo nei loro confronti un affetto paterno.
Mi moglie scelta tra le pagine di postal market, mi riempì il cuore di gioa e vita, nonostante mi sentivo vecchio prossimo alla morte.
Avevo dieci anni e la vita già mi sembrava questo caleidoscopico brodo primordiale di sentimenti troppo alti complessi e liquidi per essere riportati oftalmicamente su carta grezza, riciclata da scarti di gente altrui.
Capii che la merda degli altri diventa il pane per il quale ogni mattina ti svegli e vai all'università a riempire le menti vergini di saperi atavici, tramandati con devozione dal mio illustre vicino di casa, tale Thomas Pynchon.
Fu li che iniziai a fumare la pipa.
Che ci vuoi fare
è il peso della cultura!!!
MA VAFFANCULO, VA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ahahahahahahahahha MITICO infatti sei amico mio, LA MERDA DELLE SUORE PUZZA PIU' DI QUELLA DELLE MODELLE DROGATE

Anonimo ha detto...

ehi ma di che merda vai blaterando?

brandy? la pipa? il gomito del tennista?

rilassati, uomo...lasciati andare

stai pensando troppo