martedì 8 gennaio 2008

VISIONATO HALLOWEEN DI ROB ZOMBIE








Dopo queste distruttive (mai così devastanti) vacanze natalizie, fatte di fegati piangenti e romanzi conclusi, ci si ritrova faccia a faccia con il plasma.
Il titolo parla chiaro; sono qui per ammorbare i miei lettori con le lamentele da settantenne pagante, insoddisfatto della visione della pellicola parrocchiale passata dal convento.
Rob… ti prego, non ci abbandonare.
Ok, ci hai dato due film uno meglio dell’altro, erano secoli che non veniva fuori un esordiente pieno di talento al punto da regalarci una grande opera prima e un capolavoro come seconda.
RIGHT; dobbiamo solo inchinarci.
Ieri sera, però, uscendo dal cinema, ho fatto questa considerazione: “House of 1000 corpses” è il remake non ufficiale di “The texas chainsaw massacre” e “The devil’s rejects” è il suo sequel ibridato di western.
…CHE ROB ZOMBIE SIA UN ALTRO TARANTINO, OVVEROSIA UNO SENZA IDEE MA TALENTUOSO NEL PLASMARE PREESISTENTI CONCETTI?
Vi spiego meglio.
Ieri gasato come una bottiglia di diet cocke piena di Mentos indiavolate, sono andato al cinema per “Halloween: the beginning”.
La locandina non l’avevo mai vista; non m’ha ispirato.
Il classico teschio infuocato con dentro dettagli della vicenda, e in primo piano un Michael Myers di spalle con la sua mitica maschera nella mano sinistra.
Va be’; per un attimo smetto di essere il solito figlio della MTV generation e non mi baso sulla copertina “del libro”.
LEGGIAMOLO.
Iniziamo ad andare giù di birra, io e il mio amichetto, visto che la distanza temporale che ci separa dal massacro è di ben 60 minuti tondi; arriviamo sempre in anticipo, vuoi per la nostra maniacale esigenza di posti a norma di CEE, vuoi per il nostro totale fancazzismo perpetuato.
Un quarto d’ora prima che il film cominci, prendiamo altre due birre ma, questa volta, è stata una vicenda strumentale; se ti porti la birra in sala, te la versano nei bicchieroni di carta destinati alle bibite analcoliche alla spina.
Perché?
Perché così avremmo potuto pisciarci, senza doverci allontanare infaustamente dalla sala (come è già successo con altri film; che vi piaccia o no, la birra fa evacuare più di un incendio in un grattacielo).
Dai trailer capisco che sarà un bel 2008 all’insegna dell’horror e non potrei essere più contento.
Ci siamo; il film comincia.
Adrenalina a mille, gioia del fatto che il mitico “main theme” di Halloween non ci sia (scontatamente!!!) e si parte con la carneficina.
Il bambino che interpreta il piccolo Michael Myers è davvero inquietante. La sua forza sta nell’essere una figura completamente androgina.
Ne carne ne pesce.
IPRITO.
Grandi occhi chiari fissi nell’oblio, i capelli biondi dell’anticristo e nessun dettaglio che ti farebbe venir voglia di prenderlo per il culo.
Davvero inquietante.
Vediamo subito la sadica natura del piccoletto quando comincia teneramente a squartare il suo criceto con un puerile bisturi medico.
La famiglia (e te pareva!!!) è disastrata: la madre (quel gran pezzo di madonna di Sheri moon) fa la spogliarellista, la sorella è una zoccoletta con un culo da poster, il patrigno è uno sporco ubriacone che si vuol scopare la figliastra e massacra di botte il figliastro (Michael) pigliandolo per culo di continuo (“Frocetto, frocetto”!!!) e mortificandolo appena può.
Vi chiederete: perché tutto comincia?
La sera di ognissanti, la madre di Michael va a lavorare, il patrigno sta in poltrona ubriaco lercio, dormiente come un cadavere semivivo e la zoccoletta della sorella (atroce motore della catena di montaggio degli eventi), invece di portare il fratellino a fare “trick or treat” (dolcetto o scherzetto un cazzo), come aveva promesso di fronte alla madre, se ne va di sopra a farsi infiocinare da quell’hippie balordo sporco e sudato del ragazzo.
Capito?
Siamo cresciuti con questa figura mastodontica, che ha popolato tutte le nostre notti d’incubi… e se ne viene fuori che era uno sfigato anche lui.
Non mi porti fuori? Mo ti faccio vedere io.
La prima parte è carina; Michael in manicomio e il suo psichiatra (uno spassoso Michael “Alexaranciameccanica” McDowell).
In manicomio avviene un altro truce delitto tramite forchettata su gigulare (tenero Michael) e il nostro piccolo demonietto si è appena conquistato la permanenza, in questo posto ludico, a vita.
Passano 15 anni; l’attore che lo interpreta ora, sarà stato preso da Chernobil; è alto 12 metri e novanta: una cosa spropositata; Denny Trejo (che fa una piccola parte, quella dell’uomo delle pulizie) di fronte a lui scompare, sembrando il nano Semerara (il piccoletto azzannatette di “Zombie Horror”aka “Le notti del terrore”).
Dopo questa parte del manicomio, dal quale ovviamente Mick fuggirà (e si sapeva), ricomincia ne più ne meno, il primo film di Carpenter.
LE MUSICHE SONO LE STESSE IDENTICHE; NIENTE ARRANGIAMENTI.
A me il film non è piaciuto più di tanto; che senso aveva prendere un capolavoro perfetto come quello e rifarlo?
“Hills have eyes” di Alexandre Aja sta diciotto gradini sopra al film di Craven; quello era un remake motivato… ma questo?
Rob l’avrà fatto di sua spontanea volontà o per soldi? Mi devo informare, sta di fatto che la seconda parte è identica all’originale, senza però tensione.
È quello il guaio.
Nell’originale Halloween, Carpenter gettava le basi di quella che poi sarebbe stata la principale caratteristica del suo cinema: L’ORRORE SUGGERITO.
Nei primi film di Carp (questo, Fog, che è il più bello di tutti i primi, e via dicendo) non si vede mai niente.
La storia e semplice e i veri protagonisti sono le musiche, i rumori e le location.
Il primo Halloween faceva cagare sotto tutti dalla paura e ancora adesso ha il suo bel fascino. Guardatelo bene… cosa succede? NIENTE, eppure tiene per 90 minuti lo spettatore fuso tutt’uno con la poltrona.
Rob si è impegnato, addirittura ha usato le stesse identiche location del primo e anche delle inquadrature sono scopiazzate per omaggiare il maestro, ma il risultato è debole.
Guardare per credere; fosse continuato sulla falsariga dei primi trenta minuti sarebbe potuto diventare un film interessante… ma sarebbe come ricreare un capolavoro d’arte; potrebbero dirti: - Bravo, complimenti, bella tecnica.
Ma nulla di più.
ROB TE PREGO, TORNA DA NOI, NUN CE LASSA’.
Nota positiva; gli attori sono quelli dei precedenti lavori di Rob (anche se la maggior parte svolgono qualche piccolo cammeo, nulla più).
Da vedere ma senza pretese… o finireste con l’uscire dalla sala delusi… come è successo a me.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

cosa vuol dire IPRITO?

Antitarantola ha detto...

IPRITO vuol dire IBRIDO; ne maschio ne femmina ne carne ne pescè, è iprito
E' una battuta di Abatantono ne "i fichissimi".

Anonimo ha detto...

Bel post ;)
Rob Zombie mi ha deluso più di una volta.

_Surrealina_

Anonimo ha detto...

AAAAAAAAAAAAAAAAAAA satanasso aaaaaaaaa, è il cazzo che vi entra dentro il culo fino a toccare la vostra merda