AVVISO: NELLE PAGINE CHE SEGUONO SONO PRESENTI BESTEMMIE; SE SIETE CONTRARI NON LEGGETE, NON SEGNALATE IL BLOG E DATEMI L’ILLUSIONE CHE IN QUESTO MONDO OSCURANTISTA CI SIA ANCORA QUALCUNO CHE TOLLERA.
ANCHE UN PEZZO AL GIORNO, LEGGETELO TUTTO; NE VALE LA PENA.
SONO 5 PAGINE DI WORD.
Mi raccomando; prima guardate i filmati un paio di volte poi leggete.
Lo conosciamo tutti. Ci ha regalato (ci regala) momenti di gioia estrema, delirio e pazzia.
Nessuno: benpensanti, preti, cattolici.
Nessuno può odiarlo.
Nonno Fiorucci è l’uomo che è riuscito nell’impresa: ha fatto diventare la bestemmia un arte. Ha infarcito le sue bestemmie di figure retoriche, pathos, energia vitale. Mosconi, Magnotta, Lugaresi sono bestemmiatori medi; dicono le loro bestemmie e via, senza enfasi, senza stile.
Ora analizzerò dal punto di vista stilistico i video più celebri del nonno; li linko perché, come già successo, i video del tubo spariscono dal mio blog.
Ok; iniziamo.
http://www.youtube.com/watch?v=Mwlci89s3xU Questo video racconta di come possa scaturire la poesia blasfema del nonno. Il testo è: Lorè, dio tubercoloso. Shtu maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi. Dio svergognato, ma ci ho l’unghio incarnito, dio serpente bove, m t ve a cò a pestà ntò i piedi. Mannaggia a tutti i santi apostoli co stà sverginata della madonna, sta maiala sta troia assassina. Dio cane.
Si parte con l’attribuzione di una terribile malattia a nostro signore. La tubercolosi, a Betlemme era una malattia frequente; realtà alla quale neanche il salvatore è potuto scampare. Si continua tramutandone le fattezze; un maiale porco, quindi ancor più disgustoso, e per giunta avvelenato. Chi avrebbe il coraggio di circondarsi di esseri simili? E qui viene fuori l’implicito stato di emarginazione nel quale il Cristo era obbligato. Ma non è proprio così; il signore si è concesso la compagnia di tutti i santi, gente che per qualche soldo non guarda in faccia a nessuno, neanche alla situazione venefica del loro capobanda. Dio viene anche privato della vergogna, viene definito sia serpente che bove. Ora la maledizione è rivolta direttamente ai subordinati; tra santi e apostoli non c’è distinzione: sono tutti sulla stessa barca e la madonna è stata deflorata a bordo, da questi ultimi (viene definita “maiala”, quindi non si può parlare di stupro; era consenziente). Presa dalla foga sessuale che oserei definire desadeiana, invasa dallo spirito della crapula, si è anche concessa qualche omicidio, diventando “assassina”. Dio poteva fare qualcosa ma è stato a guardarsi questo perverso snuff movie a metà, di conseguenza si accaparra il titolo di “cane”, animale domestico tenero ma che può rivelarsi una bestia. Qui notiamo una sorta di “sensibilità” del nonno, attribuendo fattezze gentili.
Passiamo la video della racchettata: http://www.youtube.com/watch?v=9Zs1n6FQDaU&feature=related
Porca bestia della madonna; o che ci hai un figlio imbecille o tu m’hai rotto li cojoni pe sembre, bestia della madonna, shta brùta puttana della madonna sta maiala della madonna sta troia della madonna.
Lo stato quietoso e beato del nonno viene stravolto da una terribile racchettata, riecheggiante per gli infiniti antri di Villa fiorucci.
Si parte con un insulto rivolto direttamente alla bestia della quale la madonna era padrona. Si va avanti con una considerazione: a 70 anni nonno ha dovuto ammettere che suo figlio è imbecille. Il “rompere i coglioni per sempre” rappresenta una delle figure retoriche più devastanti. Quando a qualcuno rompi i coglioni, è un conto; quando li rompi “per sempre” è definitivo; danno permanente, totale.
Senza ritorno o possibilità di redenzione.
Si conclude enunciando i vari lavori part time svolti dalla madonna affinché il bilancio economico della capanna di Betlemme quadrasse ogni mese.
http://www.youtube.com/watch?v=bREQAVzGb3c&feature=related Abbiamo ora le scorze di fichi; la rabbia poetica scaturisce dal mancato rispetto del nipote Lorenzo.
Ecco te lorè, io penso che, io me sbaierò ma tu secondo me non capisci gniente. Io dio cane me sbaierò, dio serpente me sbaierò però te ncapisci gniente. Ecco .Mauà… io dio, dio salvatico, dio sbudellato, dio sto porco dio, sto maiale, zozzo lurido porco… puttana maiala della… lorè, nun m venì vicino dio diavolo te do no sganassò tutti i denti. Iscà, ispà riscè. Dio maiale: m t ve a a astriscià le scorze? Turutò.
Nella sua onniscienza omnia, il nonno dimostra dell’umiltà: sottolinea ben 3 volte che potrebbe sbagliarsi riguardo alla situazione intellettuale di suo nipote, scandendo di tanto in tanto qualche fattezza del salvatore.
Si stava trattenendo dalla torrenziale raffica blasfema ma le risate irrispettose del nipote gli hanno rammentato i suoi doveri; “da un grande potere derivano grandi responsabilità” è un po’ anche questo. Nel video cominciano a comparire i tratti che distinguono il nonno da tutti gli altri bestemmiatori, minori e anonimi. Il diavolo è l’altra faccia della medaglia; “dio diavolo” vuol dire questo. Essendo contadino, dio viene identificato con la figura del serpente; figura pericolosa e nemica dell’uomo. Dio, in campagna, si tramuta in selvatico; non più curante della propria situazione igienica. Dio è senza budella. Si torna a ribadire l’analogia tra la figura sacra e il maiale. Si prosegue con l’elencazione di pseudonimi della madonna. Il nonno sconsiglia il nipote; è meglio non avvicinarsi. La telecamera inquadra il vate, comparso sulla scalinata, a braccia aperte, che dice “dio maiale”. Ricorda vagamente la scena di Scarface dove Tony Montana non vuole accettare la caduta del suo impero, sparando ai nemici col suo mega fucilebazookacoltellodiMcGuyver.
Qui accade il miracolo: il nonno comincia a parlare “le lingue”. Le persone prescelte, in estasi mistica, cominciano a parlare correttamente antiche lingue che neanche conoscono: Iscà, ispà riscè… turutò.
http://www.youtube.com/watch?v=xZJO5XszNLk&feature=related L’incipit di questo filmato è la misteriosa sparizione di una spillatrice.
Piàlla giù, Dio sbudellato, e allora nduartrovala, porca madonna sta maiala. Mo costa 25 milalire, ma madonna puttana, io vo a comprà la roba pè falla buttà via da vo’altri? Porca bestia della madonna? Ma che, davè davero? Dio cane. Ma allora sei stupido. Sei stupido! Porca madonna. E arporta giù la spillatrice; dimme dove stà. No? Eh: lorè, dio maiale. Eh, scusa, eh. Eh! 25 milalire l’ho pagata e ascolta bene. Se la spillatrice è di dao i-in coso che nun l’arpiàte, io l’arpìo ma dio diavolo nun l’artòcchi nde le mani. Non ascolto niente arvojo la spillatrice, ecco. Porca mariana della madonna. Perché non è uno spillo che se butta via.
Questo è tra i più alti lavori del nonno. La spillatrice è sparita ma non è detto che non si possa piallare giù. Dio, come al solito si ritrova con le interiora rivolte verso l’esterno, in perenne cronenberghiana posa à la Videodrome; il nonno ama anche citare le opere d’arte minori. Il nonno si interroga: può passare la vita a fare il benefattore, comprando roba che, oltre a non essere apprezzata viene anche irragionevolmente gettata via?
Si chiede se sia vero per davvero; metaverità.
Sentenzia, appurando a malincuore, la totale inettitudine del nipote. Ribadisce il concetto chiamando sul banco dei testimoni la madonna, tramutata per l’occasione in un suino. Un attimo di calma, e ritenta: prova a farsi dire l’esatta ubicazione della sopracitata spillatrice.. Si termina con un'altra illuminante prova di lingue sacre parlate; il bolle è che, rendendosene conto, parte con:
- Ascolta bene. - Ogni parola deve essere interpretata correttamente!!! La spillatrice “di dao i- in coso”, se non verrà più toccata, potrà essere nuovamente comprata ma dio (che nelle ore buco tra una lezione e l’altra si diverte a impersonare il suo acerrimo nemico di forcone dotato) non dovrà più toccarla. Si conclude con una madonna proveniente da culture (ai più) sconosciute; la madonna “Mariana”, presunta compagna di attività ludiche.
http://www.youtube.com/watch?v=xZJO5XszNLk&feature=related Questo è il video più estremo, il masterpiece. Vvelenata, tubercolosa mille volte, dio serpente avvelenato. Dio cane allora. Bebbebiababebescinacoscia? Porca troia lurida mbeshtata luridona della madonna? Sthà vigliacca della madonna, sta troia, puttana maiala. Sht’avvelenata, dio maiale.
Non si sa quale sia la causa della furia; probabilmente una “strenta nda la coscia”.
Compare qui il fenomeno della moltiplicazione esponenziale delle malattie da desquamazione; “tubercolosa mille volte”. Una, due, tre volte, potresti anche operarti, fare delle cure e salvati. Quando si viene esposti per ben 1000 volte all’agente patogeno della tubercolosi non si può scappare. Si ritorna col serpente avvelenato: un entità venefica avvelenata dal suo stesso veleno; in pochi sanno che esistono organismi autoparassitari, in grado di essere sia parassiti che ospiti.
Il nonno questo lo sapeva.
“Dio cane allora”. Quell’ “allora” sta a significare che non ci sono possibilità di controbattere i concetti appena presentati. Per calmarsi dallo shock, il nonna tenta di cantare i primi versi della canzone iniziale della fortunata serie animata giapponese “Bia”: Bebbebiababebescinacoscia?
Nonostante il nonno sia vecchio, ha ancora un forte desiderio carnale nei confronti delle donne e, alla fine della canzone si chiede se mai Bia “mostrerà una coscia”(“scinacoscia?”).
Lei non la mostra di conseguenza segue l’ introduzione di un altro prezioso elemento fiorucciano: la bestemmia domanda. Finire una bestemmia col punto di domanda, dà speranza; sta come a significare: “potrebbe anche essere diversamente”.
Alla madonna viene data della vigliacca e dell’avvelenata; chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
La gestualità, in questo video è importante tanto quanto il contenuto poetico. Quando comincia a interrogarsi, il nonno apre una mano verso l’esterno come a voler cantare a tutto il mondo la sua meravigliosa canzone e tutta la poesia fonetica che ne scaturisce. Dopodiché mette teneramente la stessa mano in mezzo alle gambe; sembra un bambino che sta recitando una poesia e addirittura ondeggia, autoipnotizzato dalla sua stessa musica.
Un artista.
http://www.youtube.com/watch?v=kieKbAVJBkQ&feature=related Eh dio cane go gohh e quaggiù loree? Eh, hannaggia alla madonna ma hesicalclcl col coso qua… ma dio diavolo me vo pure mparà a taja? Eh ma come fe maccamadonna puttana, ma davè davèro? Ma come fo' cioè dio maiale taiatela te, maccamadonna puttana me vengo a taja il prosciutto i quaggiù? e ma ora e che l'è no? EH! Porca madonna! Sta puttana! Allora!
Nella fase aurorale del video, si vede un dio benevolo, fedele e compagnone: “cane”. Un po’ di aramaico, in una domanda al nipote, e si arriva ad un altra figura retorica: l’aggiunta rafforzativa dell’ “H” di fronte all’imprecazione. Il nonno domanda se il nipote si senta talmente esperto e qualificato al punto da potersi permettere corsi di aggiornamento, sul taglio del prosciutto, nei suoi confronti. Si chiede come faccia, se sia vero. Alla fine, arresosi, consiglia al nipote di auto eseguirsi un taglio di suddetto affettato. Altro po’ di lingue e una rincuorante bestemmia riferita alla madre delle madri. L’ “allora” finale (altro elemento fiorucciano per eccellenza) dona più speranza per il futuro, più di quanto ne fosse capace la canzone “We are the world” di quel tizio che, in seguito a un forte shock emotivo è diventato bianco dalla paura.
http://www.youtube.com/watch?v=41U_BHUTTZM&feature=related :Mannaggia alla madonna mpèssionata della madonna. E sta fermo dio serpente, e sta fermo è na cudeghèia e sta fermo. Te dico nun me toccà perchè DOPCHEHSEHSDIAVOLOMESSI alla messaccia, PUFTANA MADONNA... Ascolta mòra...E Nun ne SENTITE DIOCANE NENDRè, PORCA PUTTANA MAIALA TROIA DELLA MADONNA. SHTA SIFILITICA. DIO MAIALE, DIO CANE, DI-HO BESTIA.Si sente male veramente de una malattia sul serio seria.Ma va.Dimme te che faresti.
Il nonno ha un tasto (“play”) sulla fronte; nei primi secondi si vede una mano che lo preme. Il nonno parte, fino a che non lo si spegne. All’inizio notiamo una grande figura retorica: “trivialità ambigua degli elementi”. La madonna “mpessionata” ha più significati racchiusi all’interno: è “pensionata” in quanto vecchia e stanca, “impressionata” perché non dotata di stomaco forte e “appassionata” perché, glielo si deve pur concedere, è una che fa le cose con tutto il cuore, mettendo tutta sé stessa nei lavori svolti.
Arriviamo alla “cudegheia” che dovrebbe essere una specie di affettato simile al cotechino che il nonno stava creando in laboratorio per combattere il problema della fame del mondo. Il nonno è morto, portandosi con sé nella tomba questo prezioso segreto che avrebbe cambiato la storia dell’umanità. Si continua con altro aramaico antico e compare una strana frase. Cosa sarà una “messaccia?” Una messa mal celebrata? Parte poi una raffica; il nipote deve aver accidentalmente spinto il tasto “F.Forward” del nonno, accelerando i processi catartici della sacra arte bestemmiatoria. La madonna si è ritrovata con una delle malattie veneree più temute: la sifilide.
Infine offende dio in un climax misericordioso e discendente: si parte dal maiale, si scende verso il livello del cane e si conclude con bestia, cercando di risalire in una parabola ascendete mistica.
Ho riportato anche il testo di ciò che dice la moglie perché, col tempo, è stata quotata, diventando parte integrante dei lavori del nonno; in “a raffica” era quella che, per gasarlo, gli urlava di “farsi sentire”, enfatizzando il tutto con: - Guarda, ci sta fièta che ti ripia, - come a dire: “siamo tutti con te, elevati, sempre più in alto, fino alle stelle”.
Gran finale http://www.youtube.com/watch?v=Ii_tWTnM99Y Dammi cinquemila euro solo.
È un po’, eh? Dio serpente avvelenato, è ‘lpò. Fatteli da da mammeta no, eh? Dio lupo manajo. Fatteli dà da mammeta no? Nsèi mica orfano. Fatteli dà da loro rio maiale. Lorè, madonna tubercolosa. Che oggi, dio maiale, dio scannato sto porco de Gesù, Giuseppe e Maria co tutti gli angeli in compagnia.
È un cinquemila: per ME.
Purtroppo, essendo questa una versione fuori sincrono, è andata persa la mimica artistica (che oserei definire “espressionistica”) del nonno, la sua rabbia avvelenata e indignata.
Nessuno: benpensanti, preti, cattolici.
Nessuno può odiarlo.
Nonno Fiorucci è l’uomo che è riuscito nell’impresa: ha fatto diventare la bestemmia un arte. Ha infarcito le sue bestemmie di figure retoriche, pathos, energia vitale. Mosconi, Magnotta, Lugaresi sono bestemmiatori medi; dicono le loro bestemmie e via, senza enfasi, senza stile.
Ora analizzerò dal punto di vista stilistico i video più celebri del nonno; li linko perché, come già successo, i video del tubo spariscono dal mio blog.
Ok; iniziamo.
http://www.youtube.com/watch?v=Mwlci89s3xU Questo video racconta di come possa scaturire la poesia blasfema del nonno. Il testo è: Lorè, dio tubercoloso. Shtu maiale porco avvelenato del signore con tutti i santi. Dio svergognato, ma ci ho l’unghio incarnito, dio serpente bove, m t ve a cò a pestà ntò i piedi. Mannaggia a tutti i santi apostoli co stà sverginata della madonna, sta maiala sta troia assassina. Dio cane.
Si parte con l’attribuzione di una terribile malattia a nostro signore. La tubercolosi, a Betlemme era una malattia frequente; realtà alla quale neanche il salvatore è potuto scampare. Si continua tramutandone le fattezze; un maiale porco, quindi ancor più disgustoso, e per giunta avvelenato. Chi avrebbe il coraggio di circondarsi di esseri simili? E qui viene fuori l’implicito stato di emarginazione nel quale il Cristo era obbligato. Ma non è proprio così; il signore si è concesso la compagnia di tutti i santi, gente che per qualche soldo non guarda in faccia a nessuno, neanche alla situazione venefica del loro capobanda. Dio viene anche privato della vergogna, viene definito sia serpente che bove. Ora la maledizione è rivolta direttamente ai subordinati; tra santi e apostoli non c’è distinzione: sono tutti sulla stessa barca e la madonna è stata deflorata a bordo, da questi ultimi (viene definita “maiala”, quindi non si può parlare di stupro; era consenziente). Presa dalla foga sessuale che oserei definire desadeiana, invasa dallo spirito della crapula, si è anche concessa qualche omicidio, diventando “assassina”. Dio poteva fare qualcosa ma è stato a guardarsi questo perverso snuff movie a metà, di conseguenza si accaparra il titolo di “cane”, animale domestico tenero ma che può rivelarsi una bestia. Qui notiamo una sorta di “sensibilità” del nonno, attribuendo fattezze gentili.
Passiamo la video della racchettata: http://www.youtube.com/watch?v=9Zs1n6FQDaU&feature=related
Porca bestia della madonna; o che ci hai un figlio imbecille o tu m’hai rotto li cojoni pe sembre, bestia della madonna, shta brùta puttana della madonna sta maiala della madonna sta troia della madonna.
Lo stato quietoso e beato del nonno viene stravolto da una terribile racchettata, riecheggiante per gli infiniti antri di Villa fiorucci.
Si parte con un insulto rivolto direttamente alla bestia della quale la madonna era padrona. Si va avanti con una considerazione: a 70 anni nonno ha dovuto ammettere che suo figlio è imbecille. Il “rompere i coglioni per sempre” rappresenta una delle figure retoriche più devastanti. Quando a qualcuno rompi i coglioni, è un conto; quando li rompi “per sempre” è definitivo; danno permanente, totale.
Senza ritorno o possibilità di redenzione.
Si conclude enunciando i vari lavori part time svolti dalla madonna affinché il bilancio economico della capanna di Betlemme quadrasse ogni mese.
http://www.youtube.com/watch?v=bREQAVzGb3c&feature=related Abbiamo ora le scorze di fichi; la rabbia poetica scaturisce dal mancato rispetto del nipote Lorenzo.
Ecco te lorè, io penso che, io me sbaierò ma tu secondo me non capisci gniente. Io dio cane me sbaierò, dio serpente me sbaierò però te ncapisci gniente. Ecco .Mauà… io dio, dio salvatico, dio sbudellato, dio sto porco dio, sto maiale, zozzo lurido porco… puttana maiala della… lorè, nun m venì vicino dio diavolo te do no sganassò tutti i denti. Iscà, ispà riscè. Dio maiale: m t ve a a astriscià le scorze? Turutò.
Nella sua onniscienza omnia, il nonno dimostra dell’umiltà: sottolinea ben 3 volte che potrebbe sbagliarsi riguardo alla situazione intellettuale di suo nipote, scandendo di tanto in tanto qualche fattezza del salvatore.
Si stava trattenendo dalla torrenziale raffica blasfema ma le risate irrispettose del nipote gli hanno rammentato i suoi doveri; “da un grande potere derivano grandi responsabilità” è un po’ anche questo. Nel video cominciano a comparire i tratti che distinguono il nonno da tutti gli altri bestemmiatori, minori e anonimi. Il diavolo è l’altra faccia della medaglia; “dio diavolo” vuol dire questo. Essendo contadino, dio viene identificato con la figura del serpente; figura pericolosa e nemica dell’uomo. Dio, in campagna, si tramuta in selvatico; non più curante della propria situazione igienica. Dio è senza budella. Si torna a ribadire l’analogia tra la figura sacra e il maiale. Si prosegue con l’elencazione di pseudonimi della madonna. Il nonno sconsiglia il nipote; è meglio non avvicinarsi. La telecamera inquadra il vate, comparso sulla scalinata, a braccia aperte, che dice “dio maiale”. Ricorda vagamente la scena di Scarface dove Tony Montana non vuole accettare la caduta del suo impero, sparando ai nemici col suo mega fucilebazookacoltellodiMcGuyver.
Qui accade il miracolo: il nonno comincia a parlare “le lingue”. Le persone prescelte, in estasi mistica, cominciano a parlare correttamente antiche lingue che neanche conoscono: Iscà, ispà riscè… turutò.
http://www.youtube.com/watch?v=xZJO5XszNLk&feature=related L’incipit di questo filmato è la misteriosa sparizione di una spillatrice.
Piàlla giù, Dio sbudellato, e allora nduartrovala, porca madonna sta maiala. Mo costa 25 milalire, ma madonna puttana, io vo a comprà la roba pè falla buttà via da vo’altri? Porca bestia della madonna? Ma che, davè davero? Dio cane. Ma allora sei stupido. Sei stupido! Porca madonna. E arporta giù la spillatrice; dimme dove stà. No? Eh: lorè, dio maiale. Eh, scusa, eh. Eh! 25 milalire l’ho pagata e ascolta bene. Se la spillatrice è di dao i-in coso che nun l’arpiàte, io l’arpìo ma dio diavolo nun l’artòcchi nde le mani. Non ascolto niente arvojo la spillatrice, ecco. Porca mariana della madonna. Perché non è uno spillo che se butta via.
Questo è tra i più alti lavori del nonno. La spillatrice è sparita ma non è detto che non si possa piallare giù. Dio, come al solito si ritrova con le interiora rivolte verso l’esterno, in perenne cronenberghiana posa à la Videodrome; il nonno ama anche citare le opere d’arte minori. Il nonno si interroga: può passare la vita a fare il benefattore, comprando roba che, oltre a non essere apprezzata viene anche irragionevolmente gettata via?
Si chiede se sia vero per davvero; metaverità.
Sentenzia, appurando a malincuore, la totale inettitudine del nipote. Ribadisce il concetto chiamando sul banco dei testimoni la madonna, tramutata per l’occasione in un suino. Un attimo di calma, e ritenta: prova a farsi dire l’esatta ubicazione della sopracitata spillatrice.. Si termina con un'altra illuminante prova di lingue sacre parlate; il bolle è che, rendendosene conto, parte con:
- Ascolta bene. - Ogni parola deve essere interpretata correttamente!!! La spillatrice “di dao i- in coso”, se non verrà più toccata, potrà essere nuovamente comprata ma dio (che nelle ore buco tra una lezione e l’altra si diverte a impersonare il suo acerrimo nemico di forcone dotato) non dovrà più toccarla. Si conclude con una madonna proveniente da culture (ai più) sconosciute; la madonna “Mariana”, presunta compagna di attività ludiche.
http://www.youtube.com/watch?v=xZJO5XszNLk&feature=related Questo è il video più estremo, il masterpiece. Vvelenata, tubercolosa mille volte, dio serpente avvelenato. Dio cane allora. Bebbebiababebescinacoscia? Porca troia lurida mbeshtata luridona della madonna? Sthà vigliacca della madonna, sta troia, puttana maiala. Sht’avvelenata, dio maiale.
Non si sa quale sia la causa della furia; probabilmente una “strenta nda la coscia”.
Compare qui il fenomeno della moltiplicazione esponenziale delle malattie da desquamazione; “tubercolosa mille volte”. Una, due, tre volte, potresti anche operarti, fare delle cure e salvati. Quando si viene esposti per ben 1000 volte all’agente patogeno della tubercolosi non si può scappare. Si ritorna col serpente avvelenato: un entità venefica avvelenata dal suo stesso veleno; in pochi sanno che esistono organismi autoparassitari, in grado di essere sia parassiti che ospiti.
Il nonno questo lo sapeva.
“Dio cane allora”. Quell’ “allora” sta a significare che non ci sono possibilità di controbattere i concetti appena presentati. Per calmarsi dallo shock, il nonna tenta di cantare i primi versi della canzone iniziale della fortunata serie animata giapponese “Bia”: Bebbebiababebescinacoscia?
Nonostante il nonno sia vecchio, ha ancora un forte desiderio carnale nei confronti delle donne e, alla fine della canzone si chiede se mai Bia “mostrerà una coscia”(“scinacoscia?”).
Lei non la mostra di conseguenza segue l’ introduzione di un altro prezioso elemento fiorucciano: la bestemmia domanda. Finire una bestemmia col punto di domanda, dà speranza; sta come a significare: “potrebbe anche essere diversamente”.
Alla madonna viene data della vigliacca e dell’avvelenata; chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
La gestualità, in questo video è importante tanto quanto il contenuto poetico. Quando comincia a interrogarsi, il nonno apre una mano verso l’esterno come a voler cantare a tutto il mondo la sua meravigliosa canzone e tutta la poesia fonetica che ne scaturisce. Dopodiché mette teneramente la stessa mano in mezzo alle gambe; sembra un bambino che sta recitando una poesia e addirittura ondeggia, autoipnotizzato dalla sua stessa musica.
Un artista.
http://www.youtube.com/watch?v=kieKbAVJBkQ&feature=related Eh dio cane go gohh e quaggiù loree? Eh, hannaggia alla madonna ma hesicalclcl col coso qua… ma dio diavolo me vo pure mparà a taja? Eh ma come fe maccamadonna puttana, ma davè davèro? Ma come fo' cioè dio maiale taiatela te, maccamadonna puttana me vengo a taja il prosciutto i quaggiù? e ma ora e che l'è no? EH! Porca madonna! Sta puttana! Allora!
Nella fase aurorale del video, si vede un dio benevolo, fedele e compagnone: “cane”. Un po’ di aramaico, in una domanda al nipote, e si arriva ad un altra figura retorica: l’aggiunta rafforzativa dell’ “H” di fronte all’imprecazione. Il nonno domanda se il nipote si senta talmente esperto e qualificato al punto da potersi permettere corsi di aggiornamento, sul taglio del prosciutto, nei suoi confronti. Si chiede come faccia, se sia vero. Alla fine, arresosi, consiglia al nipote di auto eseguirsi un taglio di suddetto affettato. Altro po’ di lingue e una rincuorante bestemmia riferita alla madre delle madri. L’ “allora” finale (altro elemento fiorucciano per eccellenza) dona più speranza per il futuro, più di quanto ne fosse capace la canzone “We are the world” di quel tizio che, in seguito a un forte shock emotivo è diventato bianco dalla paura.
http://www.youtube.com/watch?v=41U_BHUTTZM&feature=related :Mannaggia alla madonna mpèssionata della madonna. E sta fermo dio serpente, e sta fermo è na cudeghèia e sta fermo. Te dico nun me toccà perchè DOPCHEHSEHSDIAVOLOMESSI alla messaccia, PUFTANA MADONNA... Ascolta mòra...E Nun ne SENTITE DIOCANE NENDRè, PORCA PUTTANA MAIALA TROIA DELLA MADONNA. SHTA SIFILITICA. DIO MAIALE, DIO CANE, DI-HO BESTIA.Si sente male veramente de una malattia sul serio seria.Ma va.Dimme te che faresti.
Il nonno ha un tasto (“play”) sulla fronte; nei primi secondi si vede una mano che lo preme. Il nonno parte, fino a che non lo si spegne. All’inizio notiamo una grande figura retorica: “trivialità ambigua degli elementi”. La madonna “mpessionata” ha più significati racchiusi all’interno: è “pensionata” in quanto vecchia e stanca, “impressionata” perché non dotata di stomaco forte e “appassionata” perché, glielo si deve pur concedere, è una che fa le cose con tutto il cuore, mettendo tutta sé stessa nei lavori svolti.
Arriviamo alla “cudegheia” che dovrebbe essere una specie di affettato simile al cotechino che il nonno stava creando in laboratorio per combattere il problema della fame del mondo. Il nonno è morto, portandosi con sé nella tomba questo prezioso segreto che avrebbe cambiato la storia dell’umanità. Si continua con altro aramaico antico e compare una strana frase. Cosa sarà una “messaccia?” Una messa mal celebrata? Parte poi una raffica; il nipote deve aver accidentalmente spinto il tasto “F.Forward” del nonno, accelerando i processi catartici della sacra arte bestemmiatoria. La madonna si è ritrovata con una delle malattie veneree più temute: la sifilide.
Infine offende dio in un climax misericordioso e discendente: si parte dal maiale, si scende verso il livello del cane e si conclude con bestia, cercando di risalire in una parabola ascendete mistica.
Ho riportato anche il testo di ciò che dice la moglie perché, col tempo, è stata quotata, diventando parte integrante dei lavori del nonno; in “a raffica” era quella che, per gasarlo, gli urlava di “farsi sentire”, enfatizzando il tutto con: - Guarda, ci sta fièta che ti ripia, - come a dire: “siamo tutti con te, elevati, sempre più in alto, fino alle stelle”.
Gran finale http://www.youtube.com/watch?v=Ii_tWTnM99Y Dammi cinquemila euro solo.
È un po’, eh? Dio serpente avvelenato, è ‘lpò. Fatteli da da mammeta no, eh? Dio lupo manajo. Fatteli dà da mammeta no? Nsèi mica orfano. Fatteli dà da loro rio maiale. Lorè, madonna tubercolosa. Che oggi, dio maiale, dio scannato sto porco de Gesù, Giuseppe e Maria co tutti gli angeli in compagnia.
È un cinquemila: per ME.
Purtroppo, essendo questa una versione fuori sincrono, è andata persa la mimica artistica (che oserei definire “espressionistica”) del nonno, la sua rabbia avvelenata e indignata.
Da notare gli occhiali, à la Terminator, dal nonno indossati
Il video parte con del sarcasmo minimalista: 5000€ non sono pochi per la gente comune. Consiglia a suo nipote di farseli dare dalla madre; i genitori di Lorenzo, è vero, sono morti ma quelli adottivi sono vivi e vegeti, pienamente in grado di potergli fornire tale somma insanguinata. Il“Dio lupo manjo” al quale il vate fa riferimento, è “l’uomo nero” degli indiani navajo, carismatico “boogeyman” degli indiani d’America (gli indiani per eccellenza, più di quelli indiani indiani dell’India, terra di Apu e misteri).
Avrete certo notato che ogni volta che il nonno bestemmia, l’attenzione delle persone che lo circondano non viene neanche suscitata; tutti continuano, noncuranti, a svolgere le proprie attività. All’inizio si sente qualcuno (voce off) dire che “è congelato”; molto probabilmente si riferiva al cuore del nonno, in seguito alla richiesta irragionevole e non accontentabile del nipote. Si sente successivamente, in breteastonelissiana indifferenza empatica: - Và a pià a purchetta, - e la moglie che dice che “non si sa chi”, in foto è venuto bene.
Proseguiamo con le ultime quartine immortali del sommo poeta.
Compare un’offesa al Brasile, riguardante un’antica sconfitta ai mondiali. “Rio maiale”; qui il nonno se l’è presa con la capitale, patria di favelas e delinquenza minorile, magistralmente presentata nella pellicola “City of God” ma questa è un’altra storia.
La madonna è tubercolosa; questo già si sapeva. “Che oggi dio maiale”: quel “che” lascia sottintendere che il nonno, per quella giornata, aveva ben altri programmi, completamente diversi dallo stare a sentire il nipote farneticante (indebitatosi con l’usuraio locale, in seguito a un’ingente perdita alle corse dei cavalli).
Il nonno, alla fine, lo avrà salvato?
Ci si avvia alla conclusione, gli “end credits” dove il nonno cita una trinità del tutto personale (Gesù, Giuseppe e Maria) e, per non lasciarli soli (in questo mondo buio e triste), e onorare un pochino tutti quanti lassù, ci schiaffa gli angeli da compagnia; non quelli selvatici ma quelli ammaestrati che difficilmente si rivoltano al padrone.
Il video termina (e, con esso, questo capolavoro di fine millennio) con il ribadimento del concetto che la somma sia “per Lorenzo” e non per un altro venuto dal nulla.
Penso/spero di essere stato esauriente, approfondendo dove la mitica “nonciclopedia” ha peccato (seppur essendo un critica molto più illustre della mia).
Avrete certo notato che ogni volta che il nonno bestemmia, l’attenzione delle persone che lo circondano non viene neanche suscitata; tutti continuano, noncuranti, a svolgere le proprie attività. All’inizio si sente qualcuno (voce off) dire che “è congelato”; molto probabilmente si riferiva al cuore del nonno, in seguito alla richiesta irragionevole e non accontentabile del nipote. Si sente successivamente, in breteastonelissiana indifferenza empatica: - Và a pià a purchetta, - e la moglie che dice che “non si sa chi”, in foto è venuto bene.
Proseguiamo con le ultime quartine immortali del sommo poeta.
Compare un’offesa al Brasile, riguardante un’antica sconfitta ai mondiali. “Rio maiale”; qui il nonno se l’è presa con la capitale, patria di favelas e delinquenza minorile, magistralmente presentata nella pellicola “City of God” ma questa è un’altra storia.
La madonna è tubercolosa; questo già si sapeva. “Che oggi dio maiale”: quel “che” lascia sottintendere che il nonno, per quella giornata, aveva ben altri programmi, completamente diversi dallo stare a sentire il nipote farneticante (indebitatosi con l’usuraio locale, in seguito a un’ingente perdita alle corse dei cavalli).
Il nonno, alla fine, lo avrà salvato?
Ci si avvia alla conclusione, gli “end credits” dove il nonno cita una trinità del tutto personale (Gesù, Giuseppe e Maria) e, per non lasciarli soli (in questo mondo buio e triste), e onorare un pochino tutti quanti lassù, ci schiaffa gli angeli da compagnia; non quelli selvatici ma quelli ammaestrati che difficilmente si rivoltano al padrone.
Il video termina (e, con esso, questo capolavoro di fine millennio) con il ribadimento del concetto che la somma sia “per Lorenzo” e non per un altro venuto dal nulla.
Penso/spero di essere stato esauriente, approfondendo dove la mitica “nonciclopedia” ha peccato (seppur essendo un critica molto più illustre della mia).
20 commenti:
ti dovrebbero fare un monumento solo per il lavoro certosino che stai facendo...si vede che il tuo è un lavoro per portare ai posteri la testimonianza di nonno fiorucci, appestata la troia sverginata zozza tubercolosa della madonna.
Ciao!
PORCO DIO LATRO!
Due cose:
1) Basta con 'sto povero vecchio, è morto, pace all'anima sua, anche i tormentoni ad un certo punto non fanno più ridere ma rompono solo le balle;
2) Non c'è niente di eccezionale, in Umbria bestemmiano/amo così tutti, si sa che il trittico dell'improperio in salsa religiosa è rappresentato da Toscana, Veneto e Umbria, gli altri possono solo accodarsi pedissequi.
perché basta ? perché è morto ? ma se fa ridere ? cosa centra l'eccezionalità del caso ? fa ridere....Molto probabilmente il tuo "certo punto" è già arrivato, lasciaci anche a noi la soddisfazione di arrivare a "quel punto". ma non dire basta per noi.
è 'lpo' !
Anche se ci sono alcune imprecisioni nelle traduzioni dei video del MAESTRO (molto probabilmente nn sei Umbro e questo ti fa ancora + onore nel tuo impegno) devo dire che hai scritto un capolavoro... ho letteralmente pianto dal ridere. COMPLIMENTI DAVVERO OTTIMO LAVORO!
prima di tutto ti faccio i complimenti! hai fatto un 'ottimo lavoro ... però le traduzioni non son tutte precise (di sicuro non sei perugino)cmq sia sei un vero critico della bestemmia !!!
ti saluto con una delle più celebri bestemmie dell'illustre maestro Fioucci " dio serpente bòve"
Mi permetto di fare una correzione al commento sul video dell'unghio incarnito: IL MAESTRO dice mannaggia tutti i santi apostoli co' 'sta sverginata della madonna 'sta maiala 'sta troia 'STA ZINGARA e non assassina.
La cantilenante cadenza del dialetto Veneto ha addirittura aperto una grande possibilita' al mondo della musica, trovo onesto e doveroso informare il Sud.O le notizie non arrivano e siete indietro, o siete voi i razzisti. www.youtube.com/watch?v=6Q1U_DuVUwk Barcaro. URL forward fornito da Fasturl.it.
barcaro.fasturl.it/ - 2k Anche qui le critiche letterarie non mancano: www.ferraraforum.it/lofiversion/index.php?t959.html - 20k
comunque non è "sta maiala sta troia assassina", ma "sta tzinghera!" (mi riferisco al video dell'ugno n'carnito; dio serpente bove!!)
sul video della racchettata è "..SI C'E' UN FIGLIO 'mbecille quillo se' tu!...oh ascolta lorè tu m'è rotto i cojoni BEN BENE!..."
sul video dei 5000 EURO dice "enno pochi!"(che in perugino significa "sono pochi")
Bulo comunque l'articolo! Sempre sia lodato Nonno Fiorucci...
Comunque, nel video A RAFFICA non dice bebebe... ecc.ecc. ma dice:"Me veni a dà 'sti pizzichi ne 'stu modu 'nta'a coscia?"
simply dropping by to say hi
Nel video dell ultima cena...dice sta fermo na mulichina (un po)...e se me tocchi e come che l diavolo el metti a la messaccia, madonna puttana! ....ovvero se mi tocchi sono infastidito allo stesso modo in cui lo sarebbe il diavolo a messa...comunque....la bestemmia piu bella dell intero repertorio a mio avviso e`: "CHE TE PIA NA PARALISI TAL STO PORC DE CRISTO" ovvero che pigliasse una paralisi a sto porco di cristo.....fantastica..
Io continuo a sostenere che la madhonna sia "SVERMINATA" e non "SVERGINATA", anche se devo ammettere che la questione è davvero di ardua soluzione, visto che il maestro la appellava indifferentemente come "maiala", "beshtiona" e "puttana", il che lascerebbe aperte entrambe le interpretazioni
SIETE DEI SENZADIO, MA NON VI VERGOGNATE?, MADONNA RINFINOCCHITA SVELENITA SCIAGATTATA?
Ottimo lavoro. mi piacerebbe sentire la tua interpretazione dell'invito ad andare a fica rivolto al (tonto) nipote.
Aprendo questo capolavoro dopo 10 anni devo dire che mi sta salvando la vita.. Senza lavoro.. Senza più moglie.. Genitori lontanissimi.. Abbandonato dagli amici.. Si vede la luce alla fine del tunnel dio piastrella!!
Nel 2018 il ricordo del mitico nonno vive ancora nei nostri cuori grazie a questo elogio
Lodevole l'esegesi. Il "Maestro" aveva una portata comica incredibile , sebbene involontaria. Una ulteriore precisazione: nel primo video commentato (a dir poco esilarante) ,il nonno dice .."..a pistà 'ntol deto" e non il "piede".
Sverminata /sverginata ...mhhh.... sì , può sembrare che dica "sverminata" ma secondo me è più logico e compatibile con il personaggio , che dica "sverginata" , pronunciato a mascelle serrate e con un carico di rabbia incontenibile!
Un uomo prematuramente scomparso che ci ha insegnato tanto, è stato un Maestro nell'uso innovativo del complemento di specificazione. Ha saputo unire la poesia alla bestemmia rinnovando la lingua italiana. Meriterebbe quantomeno una laurea honoris causa.
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