Va di merda, si. Ma la voglia di ridere non è passata. Spulciavo tra i miei vecchi racconti e ho ritrovato il primo che ho scritto. E' breve, semplice ma può far tirare fuori un paio di risate.
Che estate del cazzo, fa troppo caldo... da tagliarsi i coglioni e giocarci col trinciapolli arrugginito.
Bando alle minchie e beccatevi sta chicchetta, direttamente da qul felice 22/02/06.
Il titolo del racconto è "Click".
Adoro il suono del cane che picchia su uno scompartimento vuoto del tamburello della mia pistola che, per volontà Divina, chiamo Giudice. Cinque possibilità di divertimento, una di Redenzione, per tutti i peccati commessi. Magico: comunque finisca è sempre una cosa buona. Amo le sensazioni forti e voglio sempre testare il mio coraggio, in modo sano e religiosamente corretto.
Non oso tanto: solo tre volte al giorno. Roulette russa! Non so chi si sia inventato sto nome, ma a me sta simpatico, anche se devo dire che gli umani sono proprio dei semplici organismi insignificanti e pieni di peli.
Il gioco mi esalta, è una metafora della vita… o, per lo meno, c’è chi vi partecipa ignaro, senza pistola, ma con medesimi esiti.
Adesso ci sei e tra un “Bang”, dici addio a questo mondo corrotto, forse per un posto migliore, a patto che te lo meriti.
E pensare che tutto il creato ha proprio avuto origine da un “grande” bang.
Ognuno di noi ha bisogno di adrenalina, di un motivo per andare avanti, di nuovi stimoli, di traguardi. C’è chi lo chiama “carriera”, chi lo chiama “famiglia”, chi lo chiama “dovere”.
Io sono onesto e coerente con me stesso, non dandogli nessun nome.
Mi limito a tirare il grilletto.
Click.
Che eccitazione, pensare che non m’importa niente di vivere o morire. L’importante è essere sulla giusta strada.
La Sua.
Vivere una vita, come la chiamano i comuni mortali, “sociale”, è un altro gioco più complicato e non fa assolutamente per me, dal momento che non sono di “qui”. Troppe vicende, troppe attese, troppi problemi. Non avrei mai la pazienza di andare avanti così. A me basta un secondo per vedere che piega prenderanno le cose. Adoro il mio Giudice ma non sono un illuso come gli altri, non ho affatto voglia di aspettare, corteggiare, sostenere o sopportare una donna per.. per cosa? Per farci “all’amore”? Non ho il tempo di patire tanto per sfregare impuro carne contro carne. Sono più minimalista dei mortali, per quanto riguarda l’accontentarsi dei piaceri della vita. Invece di introdurre il mio membro nella vagina sudicia e malata di qualcuna, mi basta infilare un proiettile nel tamburello.
Si, proprio così, un bel giochetto per spiegare come la vedo io.
Sono arcistufo di tutte le cose che, per forza e di sicuro, capitano a chi è costretto a vivere una vita sociale. Perché riempirsi la testa di falsi miti e idee, quando ci siamo scordati dei nostri primordiali istinti, fatti di emozioni immediate e travolgenti? Chi vi ha insegnato ad avere bisogno di un telefono portatile per poi non avere mai niente di sensato da dire?.
Soprattutto, vi siete scordati di Chi ci ha creato, a Sua immagine e somiglianza, ci ha donato tutti i piaceri possibili e immaginabili, senza pretendere nulla in cambio.
Ecco!! Click, Click e Click. Emozioni!. I mortali hanno il clitoride come scopo primario, io ho Il “Click” e basta, senza troppe complicazioni, visto che sono l’unico e il solo ad aver compreso il “Sacro disegno delle cose”.
Click è il rumore che fa la cornetta quando viene riagganciata.
Click fa la serratura quando si apre o si chiude.
Click fa l’accendino quando si accende.
Click fanno le monetine quando vengono inghiottite nella pancia del parchimetro.
Click fa il mouse quando hai deciso, Click fa la lattina che si apre, Click fanno le forbici, Click fa l’osso quando si spezza, Click fa la mente che si apre, Click fa il Giudice quando hai ragione e Click fanno i chiodi della bara quando è ora di dormire.
Coincidenza? No!! Click è il messaggio che Nostro signore Gesù Cristo ci ha inviato, in codice onomatopeico, per svelarci il Disegno delle cose, di dove tutto andrà a finire.
Non riesco a fare altro.
Quando non so se leggere il Vangelo o la Bibbia, scelgo in base a quando il click farà bang… naturalmente, contro una parete di casa mia. Non posso rischiare così tanto. Solo tre volte al giorno. Non potrei permettermi il lusso di morire, la mia vita è troppo importante per gli umani, da che il mio lavoro è inculcare alla gente il “Sacro disegno delle cose”. Mi piace autodefinirmi un esecutore di Dio. Egli mi ha graziato, facendomi capire il suo prezioso codice, nonostante la mia ignoranza. Mi ha voluto mettere alla prova, per vedere se sarò degno dell’immortalità che, in una visione, mi ha promesso, manifestandoSi a me in tutta la Sua grandezza. So che non è stata una semplice allucinazione: come farei a salvarmi tutte le volte, se Lui, con la sua mano celeste, non venisse ogni volta a bloccare il tamburello, al momento giusto? Opero per Sua mano e spesso Gli consegno anime perse; carico il tamburello, lo faccio girare. Prima che si fermi lo innesco per poi puntare il “corridoio d’attesa”( sommo sinonimo della canna della rivoltella)contro la tempia dei Giudicati(com’ Egli li definisce). Faccio loro una domanda e, a rispondere, saranno o il Glorioso click o il Purificatore Bang.
L’alfa e l’omega, come dalla notte dei tempi è stabilito.
Ne ho incontrati pochi che sono sopravvissuti al Giudizio, e sono sicuro che adesso la loro insignificante vita ha un senso, giacchè la vita acquista un senso nel momento in cui la si sente scivolare via.
Una volta preso atto di ciò, tutto potrebbe colorarsi e iniziare a profumare di primavera.. ma potrebbe anche essere troppo tardi.
Lavoro per lo più di notte, nei luoghi lontani dagli Ignari, coloro che, per il momento, non devono essere giudicati e che non potranno mai comprendere.
Almeno fino a Giudizio compiuto.
Delle volte, penso di essere matto, ma la visione nitida e chiara della Rivelazione m’induce a un orgasmo mistico, che rafforza, in me, la voglia e il desiderio di portare avanti il Compito.
Esco di casa, visto che è già passata da venti minuti la mezzanotte.
La città è fantastica quando s’illumina illumina dei Neon, le Sue luci.
Poca gente, ma ne bastano cinque per notte.
Cinque come le folli emozioni.
Inizia a tirar vento, che ho già scelto: mio Compito ora, è purificare quel barbone sulla panchina. Questi dannati fanno un sacco di soldi con l’elemosina e non vogliono neanche spendere cinquanta euro per un letto come si deve.. l’Hotel Prince è proprio qui di fronte.
Mi abbasso, avvicinandomi al suo orecchio pieno di cerume. Manco il bagno si fanno questi. Sussurro,-pensi veramente che Dio sia contento, vedendo un Suo figlio in queste condizioni così patetiche e indecorose?-.
Lo fisso negli occhi, il mio sguardo colmo d’odio, ma nello stesso tempo fiero per la Missione. Aspetto una risposta, ma è troppo fatto. Patetico: oltre ad umiliarsi dormendo per strada, come un ratto marcio, lercio e insignificante, è anche ubriaco. Il Giudizio non sarà affatto clemente. Con fare cerimonioso, quasi commosso, alzo la destra, con la quale brandisco il Giudice, al cielo. Un lampo squarcia il cielo e pronuncio la sentenza,- possano Dio e il Giudice aver pietà della tua smarrita anima-, indirizzando il Corridoio d’attesa tra i suoi occhi spenti.
Un altro lampo nella notte, questa volta proveniente dal Corridoio.
Pezzi gelatinosi di materia cerebrale si espandono contro il muro.
Un quadro astrattista di peccato e redenzione.
L’odore del sangue, in questa parte del corpo, è molto più forte, rispetto agli altri punti del corpo umano. Una lasagna! Dio ci ha forniti, per pensare, di una lasagna.
Una lasagna sinaptica.
Sono sempre stato convinto ch’Egli, in tutta la Sua infinita misericordia e saggezza, sia un grande burlone. Da morir dal ridere: a Sua immagine e somiglianza, ma con una lasagna in testa. Hahahahahha!!!.
Faccio un passo, indietreggiando. È duro ammetterlo: ogni qual volta la sentenza si rivela negativa, una parte di me soffre, ma l’altra sorride contenta: un’anima persa è stata ricondotta sulla retta Via. Dio non avrebbe mai permesso ad un Suo figlio di continuare a vivere in quelle condizioni. Mi metto in ginocchio, accanto al trapassato, estraggo dalla tasca il mio taglierino(la ”Mano del cielo”) e gli incido i genitali. Sono proprio diventato bravo; prima che del sangue inizi a scorrere, ho già le due piccole sfere in tasca. Questa pratica me l’ha mostrata Lui. Posso capirlo: di La, non si possono fare pensieri impuri e quegli organi sono proprio il principio dell’impurità.
Dio ce li ha dati per testare la nostra purezza.
Ooohh, sssi, eccome se lo so!! L’ho sentito come maledice, quando li usano. Organi inutili. Solo una prova… e maledetto chi sostiene che servano per procreare.
Soltanto “organi di prova”.
Di Prova… e basta.
M’incammino verso la metropolitana, altro luogo di perdizione.
Diamine: basterebbe così poco per vivere secondo le Sue leggi e nessuno che ci riesca. C’è sempre bisogno del mio intervento: per i fatti legali c’è la polizia, per quelli spirituali c’è il Giudice.
Io sono soltanto un umile tramite.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime: un’anima smarrita nei meandri dei “paradisi artificiali”, sdraiato tra due bidoni dell’immondizia. Alla sua età. Avrà si e no vent’anni. Praticamente un bambino, se penso che ho cinquecentocinquantasette anni. Sulla mia Terra, non ho mai incontrato anime così novizie.
-Hai qualche spicciolo-, mi sembra che abbia farfugliato, con la bava rappresa ai lati della bocca.
-Figliolo, perché ti sei ridotto in tal maniera, schiavo di un sistema materiale, inutile e lesionista? Pensi che i tuoi genitori siano felici del proprio rampollo che importuna la gente, elemosinando sudiciamente, per potersi poi ignettare in vena quell’infernale sangue del demonio?-.
Mi sputa, sulle scarpe, del catarro verde,-che cazzo vuoi? Fatti i cazzi tuoi: t’ho solo chiesto qualche spiccio. Dove me li sparo saranno cazzacci miei-, fissandomi con puro odio umano.
Stasera sono proprio sfortunato.
Provo solo a immaginare l’esito del Giudizio, che la sua faccia è già diventata un canestro da basket con, al posto della retìna pendente, brandelli di carne e… lasagna.
Non capiranno mai. Tutti i giorni, le notti, peccano peccano e peccano. Non riescono a trovare la Strada della Luce. Cadono tutti nella trappola del demonio, e non si salveranno mai più, per i secoli dei secoli.
Amen.
Altri tre, poi potrò tornare a coricarmi nella mia bara, come ogni notte da cinquecentocinquantasette anni or sono.
Eccoli.
Quattordici anni, non di più.
Nel torto.
Nei loro vispi occhi, l’atto dell’accoppiamento efferato. Leggo loro nel pensiero(altra caratteristica degli abitanti della mia Terra), che hanno appena praticato un rito orgiastico. Tutti e tre insieme. Altro che innocenza puerile… raramente desidero così tanto il trapasso per qualcuno, soprattutto quando sono così giovani.
Come mi guardano questi qua, non mi piace per niente.
Un ragazzo si alza,-Anselmo, perché non vieni più a scuola? Hai saltato otto compiti in classe. So che è stata dura per te, ma tuo padre se l’è cercata. Poteva andare a lavorare da mio padre, invece di guadagnarsi da vivere con quella merda di gioco da pazzi, con le pistole. Devi assolutamente tornare. Tutti parlano di te, dovrai ripetere l’anno. Ci separeranno e non staremo più in classe insieme.
Rimango senza parole.
Chi sei? Chi siete? Non vi ho mai visto prima. Come fate a conoscere il mio nome? Come fate a sapere di mio padre?
Ora capisco: deve essere un'altra prova.
Signore, mi metti di fronte, continuamente, alle Tue Prove.
Lo so, la strada che conduce al Tuo regno eterno è lunga e brulla.
Ma Sai benissimo che ti sarò sempre devoto e nulla m’impedirà di ricongiungermi a te, per sempre.
Estraggo il Giudice, poi potrò tornare a casa.
Hal-le-lu-jà, Halleluja, Hal-llè-lu-jà
Ha-lle-lu-jà, hallelu-ujaaaa!
Non oso tanto: solo tre volte al giorno. Roulette russa! Non so chi si sia inventato sto nome, ma a me sta simpatico, anche se devo dire che gli umani sono proprio dei semplici organismi insignificanti e pieni di peli.
Il gioco mi esalta, è una metafora della vita… o, per lo meno, c’è chi vi partecipa ignaro, senza pistola, ma con medesimi esiti.
Adesso ci sei e tra un “Bang”, dici addio a questo mondo corrotto, forse per un posto migliore, a patto che te lo meriti.
E pensare che tutto il creato ha proprio avuto origine da un “grande” bang.
Ognuno di noi ha bisogno di adrenalina, di un motivo per andare avanti, di nuovi stimoli, di traguardi. C’è chi lo chiama “carriera”, chi lo chiama “famiglia”, chi lo chiama “dovere”.
Io sono onesto e coerente con me stesso, non dandogli nessun nome.
Mi limito a tirare il grilletto.
Click.
Che eccitazione, pensare che non m’importa niente di vivere o morire. L’importante è essere sulla giusta strada.
La Sua.
Vivere una vita, come la chiamano i comuni mortali, “sociale”, è un altro gioco più complicato e non fa assolutamente per me, dal momento che non sono di “qui”. Troppe vicende, troppe attese, troppi problemi. Non avrei mai la pazienza di andare avanti così. A me basta un secondo per vedere che piega prenderanno le cose. Adoro il mio Giudice ma non sono un illuso come gli altri, non ho affatto voglia di aspettare, corteggiare, sostenere o sopportare una donna per.. per cosa? Per farci “all’amore”? Non ho il tempo di patire tanto per sfregare impuro carne contro carne. Sono più minimalista dei mortali, per quanto riguarda l’accontentarsi dei piaceri della vita. Invece di introdurre il mio membro nella vagina sudicia e malata di qualcuna, mi basta infilare un proiettile nel tamburello.
Si, proprio così, un bel giochetto per spiegare come la vedo io.
Sono arcistufo di tutte le cose che, per forza e di sicuro, capitano a chi è costretto a vivere una vita sociale. Perché riempirsi la testa di falsi miti e idee, quando ci siamo scordati dei nostri primordiali istinti, fatti di emozioni immediate e travolgenti? Chi vi ha insegnato ad avere bisogno di un telefono portatile per poi non avere mai niente di sensato da dire?.
Soprattutto, vi siete scordati di Chi ci ha creato, a Sua immagine e somiglianza, ci ha donato tutti i piaceri possibili e immaginabili, senza pretendere nulla in cambio.
Ecco!! Click, Click e Click. Emozioni!. I mortali hanno il clitoride come scopo primario, io ho Il “Click” e basta, senza troppe complicazioni, visto che sono l’unico e il solo ad aver compreso il “Sacro disegno delle cose”.
Click è il rumore che fa la cornetta quando viene riagganciata.
Click fa la serratura quando si apre o si chiude.
Click fa l’accendino quando si accende.
Click fanno le monetine quando vengono inghiottite nella pancia del parchimetro.
Click fa il mouse quando hai deciso, Click fa la lattina che si apre, Click fanno le forbici, Click fa l’osso quando si spezza, Click fa la mente che si apre, Click fa il Giudice quando hai ragione e Click fanno i chiodi della bara quando è ora di dormire.
Coincidenza? No!! Click è il messaggio che Nostro signore Gesù Cristo ci ha inviato, in codice onomatopeico, per svelarci il Disegno delle cose, di dove tutto andrà a finire.
Non riesco a fare altro.
Quando non so se leggere il Vangelo o la Bibbia, scelgo in base a quando il click farà bang… naturalmente, contro una parete di casa mia. Non posso rischiare così tanto. Solo tre volte al giorno. Non potrei permettermi il lusso di morire, la mia vita è troppo importante per gli umani, da che il mio lavoro è inculcare alla gente il “Sacro disegno delle cose”. Mi piace autodefinirmi un esecutore di Dio. Egli mi ha graziato, facendomi capire il suo prezioso codice, nonostante la mia ignoranza. Mi ha voluto mettere alla prova, per vedere se sarò degno dell’immortalità che, in una visione, mi ha promesso, manifestandoSi a me in tutta la Sua grandezza. So che non è stata una semplice allucinazione: come farei a salvarmi tutte le volte, se Lui, con la sua mano celeste, non venisse ogni volta a bloccare il tamburello, al momento giusto? Opero per Sua mano e spesso Gli consegno anime perse; carico il tamburello, lo faccio girare. Prima che si fermi lo innesco per poi puntare il “corridoio d’attesa”( sommo sinonimo della canna della rivoltella)contro la tempia dei Giudicati(com’ Egli li definisce). Faccio loro una domanda e, a rispondere, saranno o il Glorioso click o il Purificatore Bang.
L’alfa e l’omega, come dalla notte dei tempi è stabilito.
Ne ho incontrati pochi che sono sopravvissuti al Giudizio, e sono sicuro che adesso la loro insignificante vita ha un senso, giacchè la vita acquista un senso nel momento in cui la si sente scivolare via.
Una volta preso atto di ciò, tutto potrebbe colorarsi e iniziare a profumare di primavera.. ma potrebbe anche essere troppo tardi.
Lavoro per lo più di notte, nei luoghi lontani dagli Ignari, coloro che, per il momento, non devono essere giudicati e che non potranno mai comprendere.
Almeno fino a Giudizio compiuto.
Delle volte, penso di essere matto, ma la visione nitida e chiara della Rivelazione m’induce a un orgasmo mistico, che rafforza, in me, la voglia e il desiderio di portare avanti il Compito.
Esco di casa, visto che è già passata da venti minuti la mezzanotte.
La città è fantastica quando s’illumina illumina dei Neon, le Sue luci.
Poca gente, ma ne bastano cinque per notte.
Cinque come le folli emozioni.
Inizia a tirar vento, che ho già scelto: mio Compito ora, è purificare quel barbone sulla panchina. Questi dannati fanno un sacco di soldi con l’elemosina e non vogliono neanche spendere cinquanta euro per un letto come si deve.. l’Hotel Prince è proprio qui di fronte.
Mi abbasso, avvicinandomi al suo orecchio pieno di cerume. Manco il bagno si fanno questi. Sussurro,-pensi veramente che Dio sia contento, vedendo un Suo figlio in queste condizioni così patetiche e indecorose?-.
Lo fisso negli occhi, il mio sguardo colmo d’odio, ma nello stesso tempo fiero per la Missione. Aspetto una risposta, ma è troppo fatto. Patetico: oltre ad umiliarsi dormendo per strada, come un ratto marcio, lercio e insignificante, è anche ubriaco. Il Giudizio non sarà affatto clemente. Con fare cerimonioso, quasi commosso, alzo la destra, con la quale brandisco il Giudice, al cielo. Un lampo squarcia il cielo e pronuncio la sentenza,- possano Dio e il Giudice aver pietà della tua smarrita anima-, indirizzando il Corridoio d’attesa tra i suoi occhi spenti.
Un altro lampo nella notte, questa volta proveniente dal Corridoio.
Pezzi gelatinosi di materia cerebrale si espandono contro il muro.
Un quadro astrattista di peccato e redenzione.
L’odore del sangue, in questa parte del corpo, è molto più forte, rispetto agli altri punti del corpo umano. Una lasagna! Dio ci ha forniti, per pensare, di una lasagna.
Una lasagna sinaptica.
Sono sempre stato convinto ch’Egli, in tutta la Sua infinita misericordia e saggezza, sia un grande burlone. Da morir dal ridere: a Sua immagine e somiglianza, ma con una lasagna in testa. Hahahahahha!!!.
Faccio un passo, indietreggiando. È duro ammetterlo: ogni qual volta la sentenza si rivela negativa, una parte di me soffre, ma l’altra sorride contenta: un’anima persa è stata ricondotta sulla retta Via. Dio non avrebbe mai permesso ad un Suo figlio di continuare a vivere in quelle condizioni. Mi metto in ginocchio, accanto al trapassato, estraggo dalla tasca il mio taglierino(la ”Mano del cielo”) e gli incido i genitali. Sono proprio diventato bravo; prima che del sangue inizi a scorrere, ho già le due piccole sfere in tasca. Questa pratica me l’ha mostrata Lui. Posso capirlo: di La, non si possono fare pensieri impuri e quegli organi sono proprio il principio dell’impurità.
Dio ce li ha dati per testare la nostra purezza.
Ooohh, sssi, eccome se lo so!! L’ho sentito come maledice, quando li usano. Organi inutili. Solo una prova… e maledetto chi sostiene che servano per procreare.
Soltanto “organi di prova”.
Di Prova… e basta.
M’incammino verso la metropolitana, altro luogo di perdizione.
Diamine: basterebbe così poco per vivere secondo le Sue leggi e nessuno che ci riesca. C’è sempre bisogno del mio intervento: per i fatti legali c’è la polizia, per quelli spirituali c’è il Giudice.
Io sono soltanto un umile tramite.
Gli occhi mi si riempiono di lacrime: un’anima smarrita nei meandri dei “paradisi artificiali”, sdraiato tra due bidoni dell’immondizia. Alla sua età. Avrà si e no vent’anni. Praticamente un bambino, se penso che ho cinquecentocinquantasette anni. Sulla mia Terra, non ho mai incontrato anime così novizie.
-Hai qualche spicciolo-, mi sembra che abbia farfugliato, con la bava rappresa ai lati della bocca.
-Figliolo, perché ti sei ridotto in tal maniera, schiavo di un sistema materiale, inutile e lesionista? Pensi che i tuoi genitori siano felici del proprio rampollo che importuna la gente, elemosinando sudiciamente, per potersi poi ignettare in vena quell’infernale sangue del demonio?-.
Mi sputa, sulle scarpe, del catarro verde,-che cazzo vuoi? Fatti i cazzi tuoi: t’ho solo chiesto qualche spiccio. Dove me li sparo saranno cazzacci miei-, fissandomi con puro odio umano.
Stasera sono proprio sfortunato.
Provo solo a immaginare l’esito del Giudizio, che la sua faccia è già diventata un canestro da basket con, al posto della retìna pendente, brandelli di carne e… lasagna.
Non capiranno mai. Tutti i giorni, le notti, peccano peccano e peccano. Non riescono a trovare la Strada della Luce. Cadono tutti nella trappola del demonio, e non si salveranno mai più, per i secoli dei secoli.
Amen.
Altri tre, poi potrò tornare a coricarmi nella mia bara, come ogni notte da cinquecentocinquantasette anni or sono.
Eccoli.
Quattordici anni, non di più.
Nel torto.
Nei loro vispi occhi, l’atto dell’accoppiamento efferato. Leggo loro nel pensiero(altra caratteristica degli abitanti della mia Terra), che hanno appena praticato un rito orgiastico. Tutti e tre insieme. Altro che innocenza puerile… raramente desidero così tanto il trapasso per qualcuno, soprattutto quando sono così giovani.
Come mi guardano questi qua, non mi piace per niente.
Un ragazzo si alza,-Anselmo, perché non vieni più a scuola? Hai saltato otto compiti in classe. So che è stata dura per te, ma tuo padre se l’è cercata. Poteva andare a lavorare da mio padre, invece di guadagnarsi da vivere con quella merda di gioco da pazzi, con le pistole. Devi assolutamente tornare. Tutti parlano di te, dovrai ripetere l’anno. Ci separeranno e non staremo più in classe insieme.
Rimango senza parole.
Chi sei? Chi siete? Non vi ho mai visto prima. Come fate a conoscere il mio nome? Come fate a sapere di mio padre?
Ora capisco: deve essere un'altra prova.
Signore, mi metti di fronte, continuamente, alle Tue Prove.
Lo so, la strada che conduce al Tuo regno eterno è lunga e brulla.
Ma Sai benissimo che ti sarò sempre devoto e nulla m’impedirà di ricongiungermi a te, per sempre.
Estraggo il Giudice, poi potrò tornare a casa.
Hal-le-lu-jà, Halleluja, Hal-llè-lu-jà
Ha-lle-lu-jà, hallelu-ujaaaa!
A rileggerlo mi sono pisciato sotto dal ridere; ora, penso/spero di essere migliorato... eccheccazzo!!!!!!!!!!!
Quando ho scritto questa storia, leggevo, a rotta di collo, stephen king e mi impegnavo a non imitarlo.
Di fatti:
1) Scrivo al presente e mai non ci metterei settanta pagine, per raccontare quattro cose(adoro il re, ma a volte se ne passa pure lui)
2) Non sono/non sarò mai neanche un foruncolo, sul suo culo di uomo alto quasi due metri.
Spero vi abbia fatto fare due risate e sopratutto riflettere sulla crisi della donna moderna, nel mondo. Il racconto è una metafora, di quanto una donna possa soffrire, anche al solo pensiero, di andare dal ginecologo, la sera di halloween.
Vi giuro...
Andate a cagare: se un critico avesse detto realmente queste cose, stasera sarei ospite di qualche programma televisivo a dire "sì, è vero, il tizio ha colto nel segno".
Va be, vi saluto.
Speriamo di risentirci presto
HAllelujà Hallelu-u-jàààà
HAllelujà Hallelu-u-jàààà
2 commenti:
Halleluja man!!
"Sono sempre stato convinto ch’Egli, in tutta la Sua infinita misericordia e saggezza, sia un grande burlone. Da morir dal ridere: a Sua immagine e somiglianza, ma con una lasagna in testa. Hahahahahha!!!."
ah ah ah
carinissimo
Posta un commento