lunedì 20 febbraio 2012
TI AMO COME AMO ME STESSO: PER QUESTO TI LASCIO
CONSIGLIATO A TUTTI, SOPRATUTTO A CHI NON PENSA CHE I FUMETTI SIANO TRA I PIU' GRANDI CANALI D'ESPRESSIONE CHE L'UOMO ABBIA MAI CONCEPITO.
NON AMO PARTICOLARMENTE I MUSICAL.
ACROSS THE UNIVERSE VA OLTRE.
"AGGIORNARE", E CONTESTUALIZZARE LE CANZONI DEI BEATLES SENZA DETURPARLE COME E' SUCCESSO COL SUPERFICIALE OMICIDIO DEGLI ABBA IN "MAMMA MIA" E' STATA UN IMPRESA NOTEVOLE, CHE LASCIA IL SEGNO.
Di per sé centri commerciali e supermercati non sono agglomerati di mattoni felici, secondo la mia umilissima opinione.
Le corsie sono invase da musica triste (nel migliore dei casi), musica manipolatoria, assemblata in laboratorio da esperti di psychomarketing, secondo studi ben precisi, effettuati a partire dagli anni ’50, sulle onde elettriche del cervello (che chiamiamo “pensieri”e “seghe mentali”).
Questi “brani” creati per spronare, invogliare, valorizzare e AUMENTARE gli acquisti funzionano su più piani (livello cerebrale, emozionale ecc… come se le varie “parti” non fossero in perfetta simbiosi; il corpo umano è una MACRO CELLULA, non 5 triliardi di cellule cooperanti).
Ciò che mi spinge a scrivere è che stamattina sono andato a comprare dei limoni (non sono tossicodipendente) e cetrioli (sono buoni anche da mangiare, fidatevi!) e dalle casse squarciate (?) usciva una fredda accozzaglia di note musicali ispiranti il IV° Reich.
HEIL, FAMILA.
COOP UBER ALLES.
EIN VOLK, EIN FUHRER, EIN STANDA.
CONAD MACHT FREI.
Terribili, temibili visioni.
Una marcia indegna, giocata sul ritmo del battito cardiaco.
Secondo la mia umilissima opinione.
Se ci fate caso, quando vanno a fare la spesa le persone, scolpita in faccia hanno un espressione tra l’epico, l’eroico e lo sfastidiato. A volte ti sembra che vadano a far compere nello stato psicofisico di una rockstar che svogliatamente – benzinandosi l’ego – firma fiumi di autografi a orde di idolatranti fans accecati dal magnifico, mellifluo bagliore che soltanto una divinità riesce ad emanare con tanto magnetico, ipnotico savoir faire.
Secondo la mia umilissima opinione.
Sono contenti di andare al supermercato, eppure il viso elenca ben altre emozioni.
Tanto quanto le rockstar, i clienti hanno l’aria di essere “smagnetizzati”.
Come si muovono, occhi spenti languidi di sonno, perlustrano soporiferamente i ripiani degli scaffali, ricordano certi invasati tesserati a movimenti religiosi altrettanto soporiferi, per lo spirito e la mente, tipo Fides Vita, Forza Italia o Scient- quello lì dei Vips (vietato scriverre il nome completo della setta, sennò mi fanno causa; di andare in tribunale contro il signor Crùis non me ne va pe’ gnente).
Secondo la mia umilissima, smagnetizzata opinione.
Giungiamo al nocciolo del Reich.
Scannerizzandomi come fossi una strana bestia aliena fuggita dalla fredda, desolata gabbia di uno zoo interplanetario – un po’ come gli animali che fanno partorire al telegiornale – la signora tra la settantina e il secolo mi veniva incontro, ad occhi evaporati, CAMMINANDO IN DIAGONALE.
Un musical dell’orrore, un REPO: THE GENETIC OPERA nella realtà.
Ho pensato “Cazzo di Neo, mi sono scollegato dalla matrice, è questa matrix, tra poco tutt’intorno appariranno cifre digitali verdi, e la mia carta vantaggi sarà invalida”.
Sogno o son’ lercio?
A pochi passi dalla mia peresona, la signora s’è fermata, ha compiuto un moto di rotazione e rivoluzione, poi è indietreggiata senza smettere di fissare lo stupore nei miei occhi umilissimi.
È sparita senza lasciar traccia.
Forse è deceduta nel reparto taglio e cucito.
Se per Max Gazzè “una musica può fare cantare, lilìlli, lalàlla”, per me una musica non può mandarti a puttane il cervello.
Non può essere solo questo schifo di marcia a far’ decerebrare i clienti di questi spacciatori legalizzati con tanto di logo esposti fuori nel parcheggio.
Mi sono collegato al sito dell’Ansa, vedere cosa stanno facendo succedere nel mondo i media.
Sebbene la famigerata festa sia stata giorni fa, inizio portando agli occhi dell’opinione pubblica un informazione banale, tuttavia che va ricordata – è insufficiente“solo” sapere le cose.
San Valentino è una festa consumistica creata per aumentare le vendite di oggetti che, durante l’anno, nessuno si sognerebbe di comprare, ed intavolata per far ribollire il senso di colpa accusato dai componenti d’ogni coppia esistente nata, cresciuta, plasmata dai valori della nostra amata società, sorretta unicamente dal concetto di PROFITTO.
A la signor San Valentino non interessava ricevere telefoni a forma di cuore, scatole di Baci Perugina o biancheria intima di pizzo rosso; me lo figuro più come un simpatico vecchietto dedito alla compravendita di indulgenze.
Un broker d’altri tempi.
Bussolengo lo considera Santo Patrono Martire On. Dott. Avv. Ing. e molti altri prestigiosissimi, esclusivi titoli nobiliari - per diritto di nascita e acquisiti nel corso delle Imprese.
Ho fatto una navigatella per generare un paio di idee su ipotetiche “idee regalo”.
Secondo la mia umilissima opinione (ho rotto i coglioni, prometto che d’ora in poi diventerò più sfacciato e meno francescano), un regalo dovrebbe partire dal cuore, di conseguenza l’idea che ci farà arrivare a cosa regalare dovrebbe manifestarsi contemporaneamente alla sensazione di “devo fare un regalo a colei che si concede” – o colei che vorrei me la desse.
La prima cosa sui cui si è posato il mio tutt’altro che umilissimo sguardo (così va bene?) è l’idea di Regala una stelle alla tua amata (difficile che in una donna nasca l’esigenza di regalare una stella al partner il cui deretano, per emissioni di gas e piattezza visivamente monocromatica, non ha niente da invidiare a un Pianeta).
In sintesi: non ci sono più soldi, mai come adesso “è il pensiero che conta”.
Battezzando una stella col nome della vostra amata vi assicurerete un satellite in casa.
Attenzione, sceglietela bene: se battezzate una stella pre-battezzata da qualcun altro potreste finire in tribunale per motivi di copyright.
Una causa penale più semplice della mia contro i legali di zio Tom; una causa è sempre una causa ed è appunto perché conta il pensiero che rimarrete inculati.
Lo chef consiglia ai provetti astro-morosi di recarsi alla SIAE prima del battesimo.
Non si sa mai.
Un'altra idea per conquistare o riconquistare la partner è acquistare una pietra 5X5cm e tramortirla, colpendola al lobo frontale.
Questo è il regalo che consiglierei, solo che il sito non è violento e umilissimo come il sottoscritto.
Parla di LOVE STONE.
Tradotto alla lettera: AMORE STONATO.
Appropriato.
Su questa piestra potrete scolpire il vostro eterno messaggio d’amore, che rimarrà per sempre – o, almeno, fin quando McDonal’d non deciderà di assorbirlo – inciso sul balcone veronese di Romeo e Giulietta.
N.B. : il blog da cui sto prelevando notizie è uno di quelli in cui l’autore si diverte ad auto commentare i post.
Sotto l’articolo della love stone c’è scritto: “Un idea carina, davvero molto romantico”.
Scrivere il nome di chi me la dà gratis su di una roccia facente parte del balcone dove, in parte, si è svolta una storia d’amore tragicamente conclusasi in duplice suicidio non è tra i migliori auguri per il proprio partner (a meno che la coppia in questione non sia giunta all’immancabile fase precedente il classico: “ Io… è… mi sa che mi devo prendere una pausa di riflessione”).
Una fitta al fegato.
Forse colpa de IL VOSTRO FOTOROMANZO D’AMORE.
Avrete a disposizione un make up artist, dei fotografi professionisti – che dopo questa caduta di stile retrocedono a “fotografi amatoriali” – per raccontare la vostra storia d’amore, tanto intensa da essere immortalata per sempre così, quando andrà a puttane, avrete un bel ricordo tangibile su cui rosicare.
… o un documento per farvi aprire gli occhi sul fatto che, in fondo, poi, non stavate così bene come immaginavate.
LOVE THERAPY: PERCORSO DI COPPIA.
Recartevi (affanculo!) alle Spa Berbere, dove il benessere incontra il relax e la pace dei sensi (io pensavo si raggiungesse con l’Illuminazione o tramite decesso).
L’esperienza, per due persone, prevede: 60 min. di Acqua Journey in suite berbere (???...?), massaggio total body (potrete mettere alla prova il vostro partner; se mentre lo massaggiano gli si rizza, be’… non saprete più quanto effettivamente vi ami), trattamento Nuova Relax in suite (questi del sito danno per scontato che tutti sappiano tutto), innovativo metodo di rilassamento corpo-mente.
Ahh, i bei tempi in cui ci si rilassava col prozac e si piangeva riguardando l’ennesima volta il fotoromanzo, regalato per san Valentino…
COFANETTO PORTA GIOIA.
Debbo citare il testo, non posso fare altrimenti.
Qual’è il regalo che tutte le donne si aspettano di ricevere in occasione di ricorrenze speciale, fidanzamenti, richieste di Matrimonio, anniversari…
Un uomo che si ricordi di alzare la tavoletta del cesso, che non si addormenti subito dopo aver portato a termine i doveri coniugali?
SBAGLIATO! Un bel gioiello sbrilluccicoso, magari un bell’anello da mettere al dito.
Per fortuna le donne hanno smesso di essere pretenziose!
E per dare un tocco di originalità e rendere il momento dell’apertura del regalo ancora più emozionante perchè non utilizzare un cofanetto che, a vedersi sembra normalissimo ma che una volta aperto (all’interno rivela il pupazzetto di un amante demente di Polly Pocket?) grazie ad un piccolo display, visualizzerà una sequenza dei vostri scatti più belli in formato jpg? Più romantico di così…
Purtroppo non si muore.
IGLOO ROMANTICO PER DUE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Io, le coppie, ce le farei andare davèro in un igloo.
Tutte, nessuna esclusa.
Mica tanto, giusto un paio di mesi, lì, al polo.
La coppia scoprirà mooolte cose.
Ed è questo il regalo perfetto, mettersi in condizioni di Sentire ciò che il partner ha dentro, capire, poi valutare se è il caso di accettare la sua Natura senza avere la presunzione di cercare di cambiarla.
O annichilirla, come succede a tutte le coppie, nate e morte tra uno spazio pubblicitario e uno stacchetto delle veline.
Domani si va a Venezia, ultimo giorno di carnevale.
Noi ci vediamo lunedì prossimo.
A presto.
E ricordatevi di Amare prima, durante, dopo San Valentino, non solo quando ce lo ricordano i sozzi costumi culturali che indossiamo da anni.
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