domenica 14 dicembre 2008

I CINESI HANNO IL CAZZO PICCOLO... MA LI CHIAMEREMO PADRONI
















Due grammi di pesce
tre grammi di riso
e ti ostini a chiamarlo sushi
Il sushi è vita
il sushi è la risposta
una risposta che costa 15€


Non devi necessariamente chiamare il cartomante
per avere spicciole risposte
che costino così tanto


Quant'è caratteristica la barchetta di sushi.
Quanto è bella.
E' bella quanto 50€



Odio parlare di soldi
ma scaglie di cibo
non hanno mai costato così tanto.

A volte sei costretto a metterti da solo le spalle contro al muro perché senti, nel profondo dell'anima, che non ne verrai fuori e che farai una brutta fine.
Ieri sera sono andato al ristorante giapponese.
Cazzi a parte il sushi è e sarà sempre il mio cibo preferito.
Potrebbe essere mia madre.
Mi sono innamorato.
Mai invischiarsi con le triadi mafiose di Shangai (che cazzo c'entra boh).
Lei sorrideva servizievole e si metteva in ginocchio per servire noi aberranti peccatori seduti per terra a gambe incrociate, patetica emulazione filogiapponese con tanto di bacchette occidentalizzate saldate al bordo, il coraggio e il buon gusto che hanno voglia di ridere e scherzosamente contrastarsi.
Questo lei lo sapeva; sorrideva.
A fianco a noi, nella zona vip (erano solo tre i tavoli che ti puoi sedere a terra) c'erano una mezza russa mezza italiana mezza siamo testimoni di Geova della domenica mattina e lo stronzo che pagava i conti.
Da come si comportava lui...
Fatemi dire meglio.
Quando pensi di sapere tutto è lì che poi ti accorgi che... mi sto autocitando e non potete capire. Queste frasi da vita vissuta in edizione economica sono sul romanzo (e cazzo compratelo) e insomma lui faceva il classico numero dell'intellettuale interessato a lei (anche se parlava soltanto lui e di cose che lei non conosceva neanche nella sua lingua).
Lui faceva di tutto per scoparsela, era pietoso.
Alla fine della cena mi è cascato il mondo addosso quando ho capito che lui già ci stava insieme e chissà quante volte già l'aveva insifonata.
Porco dio, si comportava ancora come lo scolaretto affamato di passera solitaria russa, le passere che sorridono tanto e dicono poco e di quel poco c'è ancora meno, tutto per spronarla ad aprire la diga quando il fiume era già straripato.
Cosa non si fa per un buono pasto gratis.
Ma non siamo qui a farci del male, siamo qui per garantirvi l'efficienza e la praticità dei prodotti Tupperware, perché si dà il caso che se uno compra mezzo chilo di pane e non lo vuole consumare tutto ha il diritto di tenerlo nella credenza (ovviamente nel pratico contenitore Bread Smart) e dopo un mese ritrovarlo intatto e fresco come il giorno che è stato fatto.
Secondo me questo è puro criogenerizzazzismo parziale delle pietanze, non penso che la chiesa permetta roba del genere. Cioè: il pane è sacro, sfama gli animi e corrobora le membra di chi ha membro e di chi non ce l'ha e abita a Nembro che sta in culo ai mondi di Bergamo.
E così, come ti permetti di tenere in vita una cosa che è destinata a morire in due giorni?
Voi (e lo so perché lo so, ooooooo sììììììì che lo so) avete la casa piena di prodotti Tupperware.
Non bestemmiate, andate a messa, eppure vi permettete di prolungare la vita del corpo di cristo, perché che vi piaccia o no è così.
Me ne rendo conto, nella vita ci sono problemi più grandi (tipo che ogni volta che vado al Mariquita lascio buffi da 30 € in su e mi viene fatto notare dal barista che fa il segno ok di fonzie col pollice e apostrofa il tutto con un bonaccione ahaaaaaaaaaaa dove l'acca aspirata è la vera matrice dell'esclamazione, quella che gli dà il peso emotivo) ma il pane è.
Il pane è.
IL PANE E'.
Avessi scritto 'sta cosa su una lattina di fagioli, nel giusto contesto storico ora avrei addirittura uno che scrive al posto mio e io da sotto le coperte calde calde del mio letto, in stato confusionario detterei queste cagate.
Cago e torno.
La modestia non mi si addice (e openoffice ADDICE me lo segna errore, porco dio che programma di merda, maledetto me e solo me) ma, vi giuro, se volete vi invito a controllare, non sono ancora un vip e la porta di casa mia è ancora aperta a chiunque.
Non tiro l'acqua, sacrificando la salute della mia famiglia, affinché possiate appurare che non sto mentendo.
Vi giuro.
Non scherzo.
Stamattina aveva già cagato. il che vuol dire che avevo già dimezzato il Chilbasa che avevo nell'intestino.
Immaginatevi che Chilbasa potevo avere perché... QUELLA CHE C'E' NEL CESSO... AVRO' FATTO MINIMO 'NA VASCHETTA DA 15.50€..
Era da molto che non producevo cose così... ahhhh
Ma questo è ahhhhhhhh.
Nuota nel cesso, si riproduce ad una velocità pazzesca, è auto proliferante, mai visto nulla di simile, d'ora in poi ogni cono gelato al cioccolato non lo vederete più così dolce e leggermente salato, vedrete tutto sotto l'ottica di chi ha deciso di aderire ad uno stile di vita più sobrio e sano, perché è qui che vi voglio: nell'apposito contenitore Tupperware, quella merda potrebbe vivere un mese così come ora io l'ho sfornata per voi.
Avreste il coraggio di tenervi la mia merda?
Per sempre e dico per sempre.
Una volta la merda era d'artista ma adesso l'arte è merda in generale quindi sono obbligato ad abbassare lo sguardo al suolo, ad innamorarmi delle cameriere giapponesi e a dirvi che l'attore Jason Statham ti fa riapprezzare l'avere pochi capelli.
È simpatico ed è pure diventato grùss.
Fate voi; Death race: odio i film senza storia e con le macchine che corrono eppure 'sto film è fantastico (e dure pure più del normale senza che ti pesi).
Va be'; nella divagazione ho divagato.
Il post finisce qui (devo iniziare ad inventarmi la storia di natale per quest'anno; il secondo natale del male di questo blog).
Ora, se vi va di leggerlo, sennò andate a fare cose pi costruttive tipo votare alle comunali o dare retta a chi vi promette il paradiso sulla terra a rate, posto quissotto un sogno che ho fatto l'altra notte.
È un sogno nella norma; sogno sempre queste cose.
Vi prego.
Aiutatemi.
Due dossi e una bassa fa un gualivio.



COSE STRANE
Le cose strane succedendo spesso. Di base, i più ignoranti pensano sempre che ci sia lo zampino di dio, del diavolo, o di qualche santo di entità minore (l'importanza del santo è determinata dal luogo in cui egli si manifesta; in Abruzzo è sempre san Gabriele, in Campania san Gennaro e così via).
Non sanno che le cose strane accadono e basta.
Se si usa la logica viene fuori che sono gli uomini a far accadere questo e quell'altro, ma delle volte ti ritrovi di fronte degli spettacoli talmente clamorosi che il mandante dell'assurdo passa addirittura in terzo piano. Ad esempio, il mio amico andava dalla psicologo, sempre lo stesso per oltre tre anni. Lo psicologo gli faceva scrivere i suoi sogni, diceva di abbondare coi dettagli e di non vergognarsi, di non pensare a cosa c'era celato dietro ad ogni frammento onirico (complessi d'Edipo, omosessualità latente ecc.). Il mio amico (non posso fare il nome, anche se con quel che è successo non penso abbia importanza, confermando quello di cui sopra stavo parlando) continuava a dargli i fogli che erano il panico collage di quel che accadeva nella sua mente di notte. Lo psicologo rimaneva sempre sbalordito e spiazzato, sogni che alternavano il delirante al comico e se si guardava il tutto da una certa ottica non erano sogni frammentari e confusionari, avevano trame e risvolti, e molto spesso si concludevano con un vero e proprio epilogo.
Praticamente sognava storie.
Lo psicologo smise di presentarsi a lavoro e dopo tre sedute mancate (pari a tre settimane) rivediamo quel bastardo su youtube che sta di fronte ad una giuria che gli sta dando un premio letterario..
Queste cose succedendo eccome.
Ma ne succedono anche altre peggiori, la fama e il successo non sono niente di fronte a quel che sta accadendo da un paio di giorni.
L'altro ieri avevo accompagnato mia madre a fare delle compere. Lei non ha la patente, io sono disoccupato, abito con lei e il minimo che posso fare è aiutarla in queste piccole cose.
Il sole era irreale (come se il resto lo fosse) per essere dicembre in Italia, sembrava di stare in California. Il sole mi preoccupava, mai visto così acceso, neanche ad agosto.
Avete presente quando senti che dentro di te sta per succedere qualcosa?
Mi ha fatto brutto, era la prima volta.
Cioè, non è come quando andavi a scuola, non avevi studiato, e mentre il professore scorgeva sul registro l'elenco dei nomi per stabilire la vittima sacrificale dell'interrogazione ti cagavi addosso.
Lì te lo senti sì ma te lo aspetti, e se il tuo nome viene fuori al massimo un brivido di freddo ti sconquassa la colonna vertebrale; non è mica scoppiato l'apocalisse inaspettato.
Ecco, il fattore sorpresa, il destino che gioca sporco.
Non credo al destino ma.
Ok, vado avanti, ho ancora questo vizio, dilungarmi troppo quando non serve eppure.
Va be'.
La prima cosa che feci fu quella di togliermi il trench, non volevo morire soffocato. Dell'inquietudine venne a farmi visita quando vidi delle donne che indossavano i classici sandali estivi col tacco alto e minigonne senza calze. Vi giuro, un vero scenario da metà agosto, mancava soltanto la musica dei juke box degli chalet provenire da ogni dove per invadere le strade e rendere quello scenario natalizio un affresco estivo in piena regola. Mi viene in mente la copertina del disco dei Beach Boys dove ci sono loro che suonano dentro ad una cupola di vetro che li isola dall'ambiente esterno, sono in costume, è estate, ma se guardi bene fuori c'è la neve e il gelo. Per un disco è più che carina come idea ma certe idee farebbero meglio a rimanere soltanto idee, senza svilupparsi nel nostro mondo fatto di azioni sistematiche e programmate.
Rincuoranti.
Non ho mai desiderato così tanto la patetica routine quotidiana.
Mia madre entra nel supermercato e io sono ancora imbambolato a vedere queste belle ragazze che, come se niente fosse, prendono un gelato e sculettano parlando del più del meno del per e del diviso senza capire niente della vita, figuriamoci delle operazioni algebriche.
Ad un certo punto il cielo si oscura.
Un po' più preparato all'inaspettato, faccio un bel respiro e sorrido, sto prendendo tempo prima di alzare gli occhi e trovarmi faccia a faccia con l'infinito o infinitamente folle, qualsiasi cosa potrebbe esserci lissù, un'eclissi o i marziani, quelle cazzate di Scientology potevano essere benissimo vere e adesso i nostri livelli teta ci distruggeranno.
Delirio.
In cielo non c'è niente, soltanto un aeroplano enorme, di quelli pubblicitari.
Di quelli che si vedono d'estate.
Non ho mai odiato tanto l'estate, anche più di Bruno Martino.
L'umore si stabilizza come il pomo d'Adamo che mi stava letteralmente uscendo dalla bocca, resosi conto di essere una palla imprigionata in un organismo viziato e ingrato.
Intanto sudore, è il caldo e la paura, la sensazione chiara del veggente, di quelli che si fanno possedere dagli spiriti e tutte quelle storie lì.
Non ci avevo mai creduto fino a quando.
Mia madre mi chiama, non so da quanto tempo, è preoccupata e ha alzato la voce, dice che saranno cinque minuti che sono qui a fissare il cielo e sembra che io sia qui solo fisicamente.
Quel suo modo marcato di pronunciare “fisicamente” mi dà i brividi e vorrei essere altrove, al freddo, a gelare e a lamentarmi di quanto faccia schifo l'inverno, anche se in cuor mio so che il caldo è la cosa peggiore, perché se fa freddo ti copri e puoi stare bene ma per il caldo cosa vuoi fare, scuoiarti? Andare in giro nudo?
Certo, come no.
Le dico di non preoccuparsi, che sono un po' agitato, di non peggiorare le cose. E lei puntualmente alza la voce, come se avesse la vocazione per fare tutto quello che sa che mi dà fastidio.
I figli sono pezzi di cuore un paio di palle.
Le dico di fare quel che deve fare, non mi sento tanto bene ma passerà presto, tutte quelle frasi di circostanza che si dicono per tranquillizzare il prossimo, quando se fai un'analisi attenta è soltanto il diretto interessato ad essere veramente VERAMENTE agitato.
Pare quasi che per una volta la mia tecnica funziona, se ne ritorna in negozio a spendere soldi e tempo inutilmente.
Sento delle urla, mi giro e vedo le scosciate che guardano il cielo terrorizzate, mi sembrano dei giapponesi che quel giorno a Hiroshima.
Qualcosa sta precipitando dal cielo.
Non due, poi sono tre e poi boh.
Come dei meteoriti, velocissimi, letali, stanno piovendo dal cielo, uno precipita a qualche metro da me spiaccicando istantaneamente al suolo una vecchia che stava portando a passeggio il suo cagnolino.
Stanno piovendo Fiat Punto, a raffica, le vedi, e il guaio è che in giro non si vede nessun aereo militare, nel senso che, chi le sta lanciando, perché, perché qui, perché così? La mente freddamente razionale pensa subito alla teoria del complotto da parte della massoneria, è la Fiat che si è resa conto di quanto siano inutili i suoi veicoli, ma se noi li avessimo comprati non sarebbe successo niente, e allora non volete le macchine?
Perché? Guardate, ve le stiamo regalando.
Come quando di solito si sente la frase: “Hai visto, con questa crisi, come si sono abbassati i prezzi delle automobili? Te le tirano dietro!!!
E di fatti qui ce le stavano tirando dietro forte.
Più che dietro, sopra.
Una pioggia di plastica, tonnellate diventate tonnellate esponenziali, se fai il calcolo velocità x peso.
Il risultato è devastante.
È natale, è periodo di offerte, ci stanno lanciando automobili ma non siamo felici, anzi, ci stiamo cagando tutti addosso dalla paura.
In strada è il panico, urlano tutti davvero come succedeva nei disaster movie degli anni 70 o nei film kaiju giapponesi, ma la nostra minaccia non è un lucertolone preistorico alto come dieci palazzi messi insieme, la nostra minaccia è l'industria italiana che sta letteralmente sbolognando la propria sovrapproduzione, punendoci per la nostra mancata voglia di far girare l'economia nazionale.
Faccio appena in tempo a fiondarmi in un negozio di strumenti musicali che una Punto grigio metallizzata mi imprigiona qui con tutta questa musica morta.
C'era quello scultore lì che diceva che la scultura è già dentro al marmo e lui non faceva altro che rimuovere i pezzi superflui; ho sempre pensato che sia la stessa cosa della musica. Prendete un pianoforte o una chitarra: l'esecutore non fa altro che dare un ritmo e una certa forma alla melodia che è già presente nei tasti e nelle corde.
Siamo patetici intermediari, è l'arte che utilizza noi, non è il contrario e non c'è niente di più vero ora che il cielo sta vomitando macchine ovunque, la gente strilla sempre di più e ora sono iniziate anche le lacrime, molti rimangono accasciati per strada a piangere qualche caro, spappolato dalle lamiere, altra gente chiede aiuto, mezzi busti devastati dal peso, il peso, ho la gola secca e l'idea di bere acqua mi fa venire il vomito.
Non mi interessa dov'è mia madre, non ora.
Il cielo si è oscurato completamente, aspetto qualche istante prima di volgere un'altra volta gli occhi verso l'alto, mi sento piccolo e indegno, anche solo per voler aspirare all'altissimo. Ora ci credo, credo in dio, ma non è la paura che rende l'irrazionalità verità assoluta e tangibile.
A vederlo da qui è difficile dire quanto sia grande, facciamo come tre boeing 747 fusi insieme (una volta l'ho visto dal vivo un boeing).
C'è questa immensa statua di dio che vola nel cielo.
Non penso sia qualche santo, ha il volto saggio e la barba secolare, dev'essere proprio lui.
Dico che è dio perché è anziano, ma a vedere il sorriso si direbbe più Buddha, il sorriso di chi è sereno perché non ha macchie sulla coscienza cristallina come aria fresca di montagna al mattino presto. Fluttua ad una velocità talmente lenta da risultare fortemente irritante, ci sta monitorando, passando allo scanner, ma è immobile, è sdraiato sul nulla e passa sopra di noi.
Vorrei scappare, essere altrove, non ho mai avuto tanta paura di dio e non sono sicuro se sia lui oppure boh.
Le macchine non stanno piovendo più.
Sono due giorni che sono dentro a questo negozio di strumenti musicali, e non è poi così male. Ho imparato a suonare Per Elisa e devo dire anche che sono portato per la musica. Non ci avevo mai provato.
Quanto a lui, è ancora lì.
Penso stia meditando sul da farsi.
Non penso che abbia intenzione di schiodare il culo da lì.
Almeno, non per ora.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

sei veramente grande, anzi sei postmoderno, anzi x me sei maoista!!!

Anonimo ha detto...

grande cmq il lanciatore di punto penso sia lapo in preda ai deliri della coca

Anonimo ha detto...

posso sapere chi è quello nella foto con la barba rossa gentilmente?
è identico ad un mio amico!